Per la scrittrice – nonchè amica – Giovanna Mulas: di Salvatore Fittipaldi

161543_1599732497_3913096_n.jpgPer te

che metti l’oceano dei golfi d’occidente

nei tuoi testi

e il sapore del mirto

e l’arsura del sughero:

 

per te

che strappi la roccia d’ Orosei

dai tuoi capelli neri

e per amore del mondo

scali il Gurtei e il Gennargentu:

 

 

…ci vorrebbe un critico e un poeta:

ognuno deve fare il suo mestiere:

 

qui, mi pratico il mio

quello dell’amico e niente più…

Il linguaggio di Giovanna Mulas è talmente personalizzato che mi verrebbe di dire”personificato” se non addirittura “pietrificato”, nel senso metaforico del termine:

lo stile di Giovanna è qualità pregiata: scrittrice non per “imposizione” di natura ma per intelligenza, sapienza e rigore:

i libri di Giovanna sono un “documento unico”, se pure nelle piccole differenze che li uniscono:

la sua è la scelta di misurarsi subito, senza indugi, senza mezzi termini, con le delusioni, le sconfitte, le catastrofi, con le cose che “succedono” ma anche con i paradossali margini della speranza, del riscatto , della redenzione:

nessun altro scrittore ha condotto una lotta così radicale, così lucida, così “ripugnante” (?), con le lunghe ombre della consolazione, a rischio di distruggersi, di diventare la lavagna della propria scommessa, di sparire nella frana di ghiaia della funzione identificata:

il linguaggio, lo ripeto, è avvincente, glorificante, come una croce di ghisa, ricco e poetato: amarezze e stranezze della vita, diversamente “capite” e sublimate, hanno determinato nella sua”visione linguistica” del mondo un nuovo equilibrio tra amore e ripudio, tra rassegnazione e durezza:

in questo senso, credo, vanno intesi alcuni scritti di Giovanna: ed è tipico, a livello di scrittura, il suo disegno metrico, il suo riempire il naturale corso del discorso: ed ecco…che Giovanna butta, più che in faccia, nel cuore del lettore, le monete taglienti di un impegno letterario tanto irrefutabile quanto ai limiti dell’impossibilità.

Salvatore Fittipaldi 17 giugno 2010  (scritto ricevuto dell’Autore il 17-2-2011)

Il Prof. Vecchioni dà lezioni di “dinanimismo” al festival di Sanremo 2011

kenya002_s.jpgQui, tra i link del dinanimismo, si lotta per una nuova Poetica, si combatte per la poesia della gente. Si cerca d’esortare i Poeti, affinchè “costruiscano” versi per l’Uomo, parole che lo costringano a riflettere e che lo sospingano verso il cambiamento. Sono convinto che le cose possono cambiare anche, se non soprattutto, con la forza della “Voce”. La voce di un popolo che è ancora in grado di farsi delle domande. Forse sono un illuso, ma poco importa, perchè sono sicuro di non essere il solo. Ecco che in tale contesto mi sembra doveroso sottolineare la grande Poesia che il Prof. Roberto Vecchioni ha presentato al festival di Sanremo 2011. Una canzone coraggiosa, parole che costringono a riflettere e che donano  speranza per il futuro. Una vera opera umanistica. Una grande dichiarazione d’amore verso l’Uomo e il suo pensiero. Probabilmente Vecchioni non lo sa ancora (e forse non lo saprà mai) ma, dopo questo capolavoro, nel mio cuore Lui è già dinanimista.

Perchè il suo è anche il mio sogno, quello di “difendere questa umanità restasse un solo Uomo”.

Perchè la sua è anche la mia speranza, “Che questa maledetta notte dovrà pur finire, perché la riempiremo noi da qui di musica e di parole”.

E tutto questo, miei cari Amici, cortesemente, “chiamatelo ancora Amore”.

Zairo Ferrante

*****

*Testo Roberto Vecchioni Chiamami ancora amore

E per la barca che è volata in cielo
che i bimbi ancora stavano a giocare
che gli avrei regalato il mare intero
pur di vedermeli arrivare;
per il poeta che non può cantare
per l’operaio che non ha più il suo lavoro
per chi ha vent’anni e se ne sta a morire
in un deserton come in un porcile
e per tutti i ragazzi e le ragazze
che difendono un libro, un libro vero
così belli a gridare nelle piazze
perché stanno uccidendo il pensiero;
per il bastardo che sta sempre al sole
per il vigliacco che nasconde il cuore
per la nostra memoria gettata al vento
da questi signori del dolore
Chiamami ancora amore
Chiamami sempre amore
Che questa maledetta notte
dovrà pur finire,
perché la riempiremo noi da qui
di musica e di parole;
Chiamami ancora amore
Chiamami sempre amore
In questo disperato sogno
tra il silenzio e il tuono
difendi questa umanità
anche restasse un solo uomo
Chiamami ancora amore
Chiamami ancora amore
Chiamami sempre amore
Perché le idee sono come farfalle
che non puoi togliergli le ali
perché le idee sono come le stelle
che non le spengono i temporali
perché le idee sono voci di madre
che credevano di avere perso,
e sono come il sorriso di Dio
in questo sputo di universo
Chiamami ancora amore
Chiamami sempre amore
Che questa maledetta notte
dovrà pur finire,
perché la riempiremo noi da qui
di musica e parole;
Chiamami ancora amore
Chiamami sempre amore
Continua a scrivere la vita
tra il silenzio e il tuono
difendi questa umanità
che è così vera in ogni uomo
Chiamami ancora amore
Chiamami ancora amore
Chiamami sempre amore
Chiamami ancora amore
Chiamami sempre amore
Che questa maledetta notte
dovrà pur finire,
perché la riempiremo noi da qui
di musica e parole;
Chiamami ancora amore
Chiamami sempre amore
In questo disperato sogno
tra il silenzio e il tuono
difendi questa umanità
anche restasse un solo uomo
Chiamami ancora amore
Chiamami ancora amore
Chiamami sempre amore
Perché noi siamo amore.

*Testo tratto da: http://www.sdamy.com/roberto-vecchioni-chiamami-ancora-amore-sanremo-2011-13871.html

**foto tratta da: http://www.vecchioni.it/roberto/biografia/

 

 

E’ DI CESARE PAVESE IL PRIMO SAGGIO DEL DINANIMISMO?

cesarepavese.jpgDa tempo, con il dinanimismo, sostengo l’importanza di una Poesia e di un’Arte rivolta all’Uomo, ritenendole, innanzitutto, pure ed essenziali voci ed espressioni dell’anima. Sin dalla sua nascita, il movimento ha esortato il Poeta e l’Artista a rivolgere all’Uomo il proprio lavoro, che, servendosi di linguaggi semplici ed immediati, ha il compito di accompagnarlo e sostenerlo attraverso il suo viaggio nel “divenire”. Poesia ed Arte intese come spinta verso una vera rivoluzione delle anime e come arma contro la superficialità. Poeti ed Artisti che lavorino per l’Uomo e sopratutto con l’Uomo.

Parole, quelle del dinanimismo, forse dimenticate ma, sicuramente, non nuove e, a conferma di ciò, di seguito vi ripropongo uno scritto del grande Maestro Cesare Pavese, segnalatomi dal poeta argentino Carlos Sanchez, che qui sinceramente ringrazio.

Il saggio in questione s’intitola “Ritorno all’uomo” ed è stato pubblicato sull’Unità di Torino nel 1945. Non un semplice scritto, ma una vera e propria professione d’Amore nei confronti dell’Uomo e della sua Dignità. Non un semplice articolo di giornale ma un profetico invito rivolto soprattutto ai Poeti, affinché finalmente si decidano, con serenità e per completezza d’animo e di obiettivo, a tendere il proprio cuore all’anima dell’Uomo per salvare l’anima del Mondo e per raggiungere il proprio, e tanto desiderato, “nirvana” artistico.

Parole che, se contestualizzate con la dovuta umiltà, possono tranquillamente essere considerate il primo vero manifesto poetico del Dinanimismo…

Zairo Ferrante 13-2-2011

…*Per leggere l’artico in versione integrale, compreso l’originale “Ritorno all’uomo” del Poeta Pavese accedere al sito: GUMWRITER

Versi di Francesco Masia

Winter_time_rbu12-v.jpgA VOI!!!

Poesia tradotta dal sardo “A BOIS”

di Francesco Masia

 

A voi!!

Mille voci di mesto brusio

esigendo dissolvenze incrociate

di fratelli che piangono tra rigidi dossi

tentando di arrivare ,più in alto, in cielo.

 

A voi!!

Tra le nubi ancora più nere

nell’aria in cui  non appare speranza

e coprono gli astri in offusco velo

in grigie catene opache e sinistre.

 

A voi!!

Il ricordo di un mattino freddo d’inverno

in arida terra rude e  castigata

grida tremanti di pianto sommesso

soccombono in miliardi di gocce.

 

A voi!!

Doniamo un respiro di speranza.

di sogni,di bonacce,di passioni passate

con figlie, madri, padri,mogli,

e gioie di fratelli e sorelle

sospirando carezze di magici astri.

 

A voi!!

 

Un caldo saluto in magico incanto

di povere menti che piangono in coro

in brillanti zaffiri di fredda rugiada

sospirato vagar in profumo d’alloro…

 

A Voi!!

La chiarezza delle stelle e scalare

in un dolce sentito risveglio

al frusciar di un campo d’orchidee

e la brezza del tramonto di un lago

e la fertile vostra amata pianura….

 

A voi!!

I profumi di valli costiere

grondanti di querce,olivastri, cisti e mirti

sfiorando le guance come le carezze

di chi non perde il ricordo…

*Quadro “Inverno” di Radosław Budner tratto da: http://www.pl.touchofart.eu/it/Radoslaw-Budner/rbu12-Inverno/

**Per leggere la biografia dell’autore Francesco Masia: http://e-bookdinanimismo.myblog.it/archive/2011/01/06/versi-in-lingua-sarda-di-francesco-masia.html

POESIA DI ZAIRO FERRANTE

 

***Alcuni dei seguenti versi di Zairo Ferrante sono stati inseriti ne “I bisbigli di un’anima muta”.

Libro del medesimo autore, edito da  CSA EDITRICE   (2011).


A ME CHE SON DI-VERSO

di Zairo Ferrante

sindrome-di-down-300x236.jpgA me che son di-verso

qualche verso mi decanto,

per sberleffo

e dis-canto del normale.

A me che sono gay

quando, solo, cerco e trovo

la carezza di un amico.

A me che sono cieco

quando, forte, chiudo gli occhi

nell’amore della Donna,

assaporando quel suo bacio.

A me che sono down

quando, perso, nell’abbraccio di mia madre

dolcemente allungo gli occhi,

che si perdon’in un sorriso.

A me che son barbone

quando, al freddo, d’una panchina

mangio pane e bevo birra.

 

E decanto qualche verso

a Chi semina parole

per il mondo degli Uguali.

A Chi in silenzio,

per amore del di-verso,

si vergogna del normale.

 

Zairo Ferrante

4-2-2011

Copyright©2011: http://zairoferrante.xoom.it/ (sito ufficiale di Zairo Ferrante)

 

( Liberamente ispirata dalla lettura di “Io mi prendo cura di te” .

Libro di Girolamo Melis e vera professione d’Amore verso il dis-uguale. )

 

 *Immagine tratta dal sito blogzine indipendete: MONDORARO.org

Saggio di Marco Nuzzo

Se non puoi essere un poeta sii la poesia (David Carradine) – di Marco Nuzzo

 

Cosa c’è di più bello, di più liberatorio, se non scoprire la vera essenza di sé stessi, di quell’animale goliardico, autonomo e straordinario qual è l’essere veri, la somma delle proprie coscienze vissute strizzando la vita all’ultima goccia, tracannandola e ubriacandosi del proprio sentirsi vivi?

Allora perché continuiamo a mostrare le nostre miserabili maschere, evidenziandoci impettiti come se un palo nel culo ci trapassasse il colon da parte a parte come folgore che muore cervicale?

A che vi serve l’aver vissuto, l’aver respirato, se non avete assaporato l’ebbrezza, la paura che fa venire la pelle d’oca, la rabbia e l’amore allo stremo del vostro desiderio, quando tutti vi dicono di lasciar perdere, di non farvi coinvolgere dalle situazioni, dai sentimenti… chi sono costoro? automi forse? sono capaci di mandare in esilio le proprie sensazioni evitando così di sentire? Non penso.

 

Lao Tsu, il creatore del Tao Te Ching, evidenzia la necessità di restare morbidi come bambini, mai duri, mai impettiti. Un neonato quando ha fame piange e lo fa con tutte le sue forze, piange di santa ragione e se ne frega di tutto e di tutti proprio perché privo dei condizionamenti mentali cui verrà sottoposto da grande e nel tempo. Da adulti siamo incapaci di esprimere ciò che abbiamo dentro nei modi del neonato, sfruttando dunque tutta la nostra rabbia, tutto il nostro “volere” per ottenere, al fine di smascherare pian piano quella parte esagitata dentro di noi che ci farebbe tornare fanciulli, che ci farebbe tornare ai primordi, al nostro essere primitivi fruitori delle nostre passioni.

 

Parlando di Lao Tsu non posso non riportarvi l’esperienza delle arti marziali. Molti di voi si domanderanno cosa hanno a che vedere le arti marziali con la poesia o con la morbidezza. Ve lo spiego. Abbiamo detto che Lao Tsu, creatore del Tao Te Ching, nonché capostipite del Taoismo, evidenzia il concetto di morbidezza, ma perché? Semplicemente perché il morbido riesce a battere il duro; è un concetto difficile da comprendere, detto così, ma pensateci un momento: un albero, battuto dalla bufera, sarà estirpato, perché duro; un filo d’erba allo stesso modo, violentato dalla bufera, si piegherà, tuttavia resterà in vita, con le radici ben salde nella terra. Questo concetto viene ripreso nelle arti marziali per battere un avversario più forte (duro) fisicamente. Tuttavia il concetto di “morbido” nelle arti marziali non si ferma qui. Nasce il concetto di fa jing, ossia la forza esplosiva generata dal corpo. Per generare questa forza che si esprime come un colpo di frusta, un’onda, è necessario restare rilassati, è necessario essere naturali. L’effetto è devastante, spesso mortale. Il modo rilassato di generare fa jing è Poesia.

 

Se riuscirete a comprendere questo concetto avrete la chiave che aprirà porte inesplorate del vostro essere. Mantenere la calma fermenterà il vostro sapere, riuscirete quindi a valutare in modo chiaro e senza inutili filtri le varie situazioni. Mentalmente tutto diverrà chiaro.

 

David Carradine, attore di una fortunata serie dal titolo “Kung fu”, nonché maestro di Tai Chi e Qi Gong scrive: “se non puoi essere un poeta sii la poesia”. La frase si commenta da sé. Non tutti possiamo essere poeti, non tutti possiamo essere scrittori o uomini di scienza o matematici o chicchessia. Siamo tutti diversi e questo è bello, tuttavia possiamo essere tutti Poesia, proprio guardandoci dentro, proprio esplorando sempre più nel profondo ciò che di noi stessi è bellezza interiore, sincronizzandoci con l’esteriore bellezza di un’alba, di un tramonto, di un giorno di pioggia o di sole o di una notte stellata. Possiamo essere il meglio di qualunque cosa siamo, tanto per citare M. L. King, possiamo essere fa jing, forza esplosiva, possiamo essere Poesia, possiamo liberare i nostri sogni e renderli realtà esportandole all’esterno, facendo risuonare le nostre corde con quelle di altri per simpatia.

 

Toglietevi quella maschera, imparate a ricostruire il vostro vero essere, non inibitevi di fronte alla pazzia, siate pazzi, siate quel che pensate… volete gridare? fatelo! volete ballare sotto la pioggia? nessuno vi può fermare! volete gioire del vostro delirio di onnipotente pazzia? fregatevene di ciò che diranno, anzi, coinvolgeteli, suonatevi insieme in profondi accordi!

 

Siate illegali, rozzi… siate Poeti.

 

 

Marco Nuzzo: SITO

Versi dal Venezuela

shapeimage_2.pngPermettimi…. di Noris Roberts


Permettimi dolce amore essere l’aurora che nel desiderio di sentire è

ciò che sento

Le risate dei geranei nel tuo alito

I tuoi costanti pensieri


Permettimi di essere la musa della tua immaginazione

Il fuogo, la parola santa

la canzone inaspettata


Permettini, in questo sentimento arido, di essere la poesia, i fiori di iris, il

santuario che germoglia nelle labbra di una donna e niente altro


Offrimi Febbraio come nostro cielo

Offrimi Febbraio per dirti quanto ti amo.


E’ difficile non amarti!

©Noris Roberts – trad. di Raffaella Vittori

Noris Roberts
Nata a Puerto La Cruz, Venezuela.
Avvocato di professione. Dottorato in Diritto Commerciale e Civile. Laureata presso l’Università Santa Maria, Caracas, Venezuela.
A nove anni sentì forte l’inclinazione per le arti, specialmente per la letteratura, il balletto e la pittura.

“La mia ansia nel nutrirmi sempre di più mi spinse a curiosare tra la pittura senza comunque tralasciare le mie principali passioni: la scrittura e il balletto.
Come scrittrice scoprì la meraviglia di far arrivare agli altri ciò che significa per me vivere.

La parola, come veicolo, mi rende più facile l’esprimere ciò che a volte non si dice, o non si vuole menzionare.

In ogni parola che scrivo immagino intensamente l’amore, il dolore, la fede, la speranza.

Molte delle mie poesie sono strate tradotte in altre lingue e pubblicate in diverse riviste letterarie e sono stata invitata in diverse antologie poetiche.
Ambasciatrice universale per la pace in Venezuela.

Attualmente esercito la mia professione di avvocato civilista.”
Versi e biografia ricevuti dalla stessa Autrice: SITO PERSONALE

 

Versi di Adriana Scanferla

Altare-della-Patria-2000.jpgESTRANEA A QUESTA PATRIA

di Adriana Scanferla

 

 

Povero cuore disperso

che insegui la via di casa

a tentoni tastando i muri

e rincorrendo gli odori natii…

 

Incagliano vacillando i passi

negli incavi polverosi tra i lastrici

o risucchiati da acquitrini paludosi

dove affondano le speranze.

 

In questa cecità straziata

dove il lamento straniero

è strangolato dalle regole

predisposte con crudele vigilanza;

vorrei sentirmi anch’io

estranea a questa Patria

di cui non distinguo l’accento

né lingua di pietà natia.

 

 

Solcando mari

e strascicando deserti

giungono;

schiavi, reduci dall’inferno

deportati alle nostre fornaci

o nei cantieri ad ingrassare l’asfalto.

 

Modernità sgretolata dai bacteri

dello squilibrio e dell’ ingiustizia

grava inerte su rotaia assorta

porto fantasma tra le nebbie

 

 

In questo tempo che s’incaverna

e schianta la voce in gola alle donne

possa illuminarsi il mio cuore

al dolce canto di una ninna nanna.

 

22/11/2010

 

*Foto tratta da: http://www.malignani.ud.it/WebEnis/aer/aerobatic_flight/gallery.html

Prosa poetica di Roberto Lo Presti

beata-madre-teresa-di-calcutta.jpgPoesia “Su Madre Teresa di Calcutta”

di Roberto Lo Presti

La forza,l’intelligenza nascosta e spesso velata,l’energia del mondo nelle tue piccole dolcissime mani di mamma,sorella,amica,confidente,suora,infermiera,madonna vestita di poco,esile ed apparentemente vacillante,dolcissima nel sorriso amaro dello specchio della sofferenza immane di:uomini senza casa,vita,respiro,speranza,dignità,sporchi legni sanguinanti gettati nel fango più del fango,immagine unica irrepetibile,misticissima,serenissima,decisissima,Vangelo aperto e voluminoso,ricchissimo di vita,di fascino,di infinito amore e serenità…Grazie,sorella mia,mia mia mia tutto…, il mondo intero ti abbraccia con un profondo sorriso ,misto al pianto dirotto,di chi ha capito di aver tanto sbagliato…Amen

Roberto Lo Presti: Laureato in  Economia e Commercio a Messina-  Conseguita Specializzazione in Economia Aziendale c/o l ‘Università ”L.Bocconi” in Milamo (corso biennale con 18 discipline d’esami)- Abilitato all’insegnamento di: Matematica x le Scuole Medie- Abilitazione per le Discipline Economico-tecniche aziendali  nonchè Giuridiche economiche e Turistico-alberghiere;dottore   commercialista e Revisore dei conti- Docente ruolo presso gli I.T.C. ( Ragioneria e Tecn.comm.le) –Cultore della materia: Statistica (Univ. Messina)–Docente a Contratto (Univ. ME) e Docente a contratto integrativo  da   8  anni c/o l’Ateneo di Messina-( di Economia Aziendale- Economia  -Economia applicata). Libero appassionato di Arte e di Poesia.

*Foto tratta da: http://www.frasibelle.net/madre-teresa-di-calcutta.html/beata-madre-teresa-di-calcutta

Versi di Un poeta per tensione

barbari_fondo-magazine1.jpg“Barbari”

di Martin Ricco

Ieri 

Ho visto le rondini ( tante ).


In un rovo centinaia d’api a suggere un fiore.


A casa con voce lontana il tg. parlava della fame nel mondo

del rincaro del riso, di scontri nelle piazze asiatiche e mediorientali

accaparramenti di cibo nei super market americani.


Beati i barbari che con 10 kg. di riso si illudono

di comprare l’immortalità.


Alzo lo sguardo e le rivedo..

gioiose

testimoni di continuità.

Martin Ricco (questo è il suo pseudonimo): è poeta e pittore ferrarese, scrive e produce per vocazione e tensione d’Animo. Non cerca verità, ma solo momenti. Ecco perchè non vuole essere ricordato, se non per il momento descritto.

*Immagine “i Barbari” tratta da: http://www.mirorenzaglia.org/?p=15756

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