L’uomo-automa attraversa la strada rigorosamente sulle “striscie” ( strisce ) bianche senza guardare ai lati, perché l’uomo-automa corre a lavoro assorto nei suoi pensieri.
Ha sempre molta fretta l’uomo-automa, con il cervello rinsecchito, sì, ma con un incarico carico di prestigio e stracolmo di responsabilità.
Non si può fermare l’uomo-automa e per questo motivo l’automobilista-automatico, con le mani occupate da iphone e ipad, s’incazza. Il mega-sensore della sua automobile ha prontamente percepito la presenza del rincoglionito responsabilizzato e, con un beep, ha subito comandato l’arresto/inchiodata della modernissima vettura.
Anche l’automobilista –automatico ha molto da fare e ha molta fretta.
Anche Lui ha le sue responsabilità.
Sono entrambi dei professionisti ( avvocati, medici, ingegneri o economisti… questo ha poca importanza. ), hanno entrambi delle responsabilità, hanno fretta tutti e due e per questi motivi sanno benissimo di non essere più degli uomini.
Entrambi sono macchine manipolate dalla scienza e dalla tecnica.
Hanno ben compreso, nel profondo del loro animo, di essere i figli del progresso e per questo, sempre nel profondo del loro animo, sono morti proprio mentre l’Uomo, fermo a chiedere monete al semaforo delle “striscie”, osservava tutto questo e sornione sorrideva.
Ma, come scrive Girolamo Melis, “ Il grande Maestro (ndr. Edward Sapir ) aveva già immaginato che – nemmeno mezzo secolo dopo – il “progresso” avrebbe… scientificamente… smantellato ogni Integrità di Individuo e di Popolo, e ridotto l’Uomo a io-massa occidentale.
**M. M. Marino
( per la Redazione del dinanimismo )
*Per leggere “Edward Sapir 1949 uno squarcio di luce su ciò che chiamiamo progresso” accedere a: http://girolamo.melis.it/2012/07/edward-sapir-1949-uno-squarcio-di-luce.html
**BIOGRAFIA
Mikael Martin Marino è nato nell’isola di “fatti-i-fatti-tuoi” in un bel giorno di bufera soleggiata. Come tutti ha un Nome e un Congnome registrati in un registro di un’anagrafe ma, quando ha i coglioni girati ( e questo capita spesso ndr.), preferisce farsi chiamare Mikael Martin Marino.
Mikael, in onore dell’Arcangelo Michele e della sua Giustizia.
Martin, in onore dell’omonimo Santo e della sua leggendaria Estate.
Marino, di buon auspicio per la sua Anima affinché essa sia sempre in grado di guardare oltre le apparenze del mondo con occhi “color del mare”, attenti, profondi, luminosi e imperscrutabili.
Non ha alcuna intenzione di pubblicare libri e raccolte, scrive senza chiedere nulla in cambio, non si sente uno scrittore e, per questi motivi, ha chiesto “asilo artistico” al Dinanimismo che, ovviamente e con enorme soddisfazione, gliel’ha concesso senza indugiare.