OGGI HO VISTO DIO da “Come polvere di cassetti… mentre gli Angeli danzano per l’universo” ( di Zairo Ferrante per David and Matthaus ed. 2015 )
OGGI HO VISTO DIO
dentro l’ingranaggio
della ruota della vita
poco oleata a denti
stretti e ben serrati.
Dio rideva nel sorriso
fermo, rosso e vero
al semaforo dell’incrocio
tra via morte e malattia.
Eppur oggi ho visto Dio,
quando ho appreso ch’Egli
non diverso era da me.
Quel me ch’ogni mattina,
di sottecchi, guardo in faccia
nello specchio, colle mani
appoggiate al lavandino.
E quando oggi ho visto Dio
mi sono accorto che mai
l’avevo fissato dritto
e scrutato negli occhi.
E così l’avevo rinnegato
per tutto il tempo e
nel tanto, infinito, tempo
in cui dall’uomo mi ero
allontanato, come mosca
con la carta appiccicosa.
Ma oggi, finalmente,
l’ho trovato questo Dio
che dell’uomo s’è vestito.
Con cravatte di pietà
e calzini d’umiltà…
Lui, proprio Dio, Uno,
Trino e Infinito che,
imperterrito, séguita
a radersi la faccia
ogni singola mattina
in infiniti specchi che,
sparsi per il mondo,
volti umani, per magia,
continuano a riflettere.
E davvero… oggi,
te lo dico, ho visto Dio.
di Zairo Ferrante
da “Come polvere di cassetti… mentre gli Angeli danzano per l’universo”
( ArteMuse divisione di David and Matthaus editore 2015 )
http://www.ibs.it/code/9788869840548/ferrante-zairo/come-polvere-cassetti.html
Descrizione |
Il dinanimismo Augura a tutti i Lettori un sereno Natale e uno splendido 2016… con Giuseppe Ungaretti e Cafiero Filippelli
Non ho voglia
di tuffarmi
in un gomitolo
di strade
Ho tanta
stanchezza
sulle spalle
Lasciatemi così
come una
cosa
posata
in un
angolo
e dimenticata
Qui
non si sente
altro
che il caldo buono
Sto
con le quattro
capriole
di fumo
del focolare
Napoli, il 26 dicembre 1916
Una ballata stonata per gli Amici … versi inediti di Zairo Ferrante
BALLATA STONATA
( agli Amici)
di
Zairo Ferrante
ballata tutta stonata
annegata nel vino
destino d’incontro
fatale, mortale, solare.
Di luce e d’affanno
di stelle cadute,
pescate, sognate,
morte e rinate brillanti.
Ballata un poco stonata
agli Amici di sempre,
a Quelli di oggi,
senz’avere un’età
che ci accomuna,
qualcuno è una donna,
qualche altro sicuro
rassomiglia ad un uomo,
altri, ancora, chissà!
Una ballata suonata
dalle arpe di Dio,
benedetta e riletta
da mille sorrisi e risate
fatte in faccia alla sorte
alle volte cattiva altre,
invece, più buona.
Amori verdi son nati
e viola scoppiati
e azzurri son morti.
Eppure, testarda, continua
questa nostra ballata
ch’ancor canta stonata.
D’Amici spariti e altri,
in silenzio, restituiti.
S’alzan le foglie d’estate
sui rami del mondo,
e volano quelle d’autunno
nel mare del cielo,
e ghiacciano al freddo
i resti interrotti di frasi
di vita nel cuore d’inverno.
Ma quando risale dal nulla
la prima ver’acqua che fresca,
zampilla, gorgoglia e germoglia
ancora una volta questa,
che è la nostra risata,
ballata ancor più stonata.
E gli Angeli guardano,
ammirano, scrutano e
senza parole lanciano
lenti e sorpresi,
– come flotte d’uccelli
a settembre d’arancio
orizzonte che scalda –
benedetti pensieri
che colgono al cuore
gli Amici stonati,
che sbraitano al suono
di questa ballata
suonata nel fondo
di calici e piatti svuotati,
dal tempo passato e riempiti
da quello fuggente presente
in attesa dell’altro; futuro
che incerto ancor sul da farsi,
ci attende sornione sull’uscio
con le orecchie ben dritte a sentire,
ridendo, questa goffa stronzata
ballata ri-nata, nuovamente stonata.
E quando l’invenzione
– tutt’umana –
tanto buffa quanto incerta,
busserà alle nostre porte
scivoleremo dritti e lisci
su di una strada già spianata
a sprofondare senza impaccio
nel nostro tosto Paradiso,
che addosso ci si cucirà
come un mantello odor di nuovo
disegnato in toto e su misura.
E sarà una bettola di smeraldo
tanto uguale ad una strada
apparecchiata con tavole imbandite,
e poltrone di velluto, e bicchieri
quelli lindi e di cristallo colmi a festa
di vino pure per gli astemi e ogni
tavolo immancabilmente corredato
del suo splendido posacenere
e sigari, e sigarette che s’accendono
con il pensiero per incanto e
disincanto di quelli stolti
che tardi s’erano pentiti.
Ed in fondo alla pista d’atterraggio
del viaggio nostro ed ultimo,
già m’immagino un piccolo palchetto
con sopra tre jazzisti, due nocciola
ed uno panna, a suonare – mentre tutti
con il bicchiere e la sigaretta in mano
ad occhi chiusi sognando di volare –
questa nostra ed unica ballata
che pure lì, tra i glicini e le viole,
sembrerà stanca e più stonata.
Come oggi, come da tanto, per-tanto
ed ora e per sempre in ricchezza e
prosperità, finché vita non ci ri-unirà.
*Opera inedita di Zairo Ferrante ( tutti i diritti riservati a http://zairoferrante.xoom.it/ – sito personale dell’Autore – )
**Foto quadro di Pierre-Auguste Renoir: le Déjeuner des Canotiers (1880-8 (Phillips Collection, Washington) postata dalla redazione del blog e liberamente tratta da: http://anto291.typepad.com/blog/2008/08/un-quadro-e-un-romanzo-le-d%C3%A9jeuner-des-canotiers-o-della-vita-moderna.html
“Tango notturno” d’inverno… by ZF
TANGO NOTTURNO
di
Zairo Ferrante
Giallo limone nel cielo
s’alza silente
come specchio
al mio balcone.
Tonda è la luna
come la mia faccia.
Come gli occhi
della civetta.
Che gira la sua testa
come giostra di cavalli
senza musica e
senza festa
in cerca di sorrisi.
Di là sul cornicione
vive la sua vita
e mirando e rimirando
svolazza sulla notte
in cerca del suo nido.
Sorvola la mia testa
di qua sul mio balcone.
Sorride la civetta
e non mi degna di
uno sguardo.
Così, soli nel silenzio,
pensiamo a com’è buffo
aver la pelle d’oca.
Io la fisso e finalmente
lei mi vede… e poi subito
di colpo ci perdiamo,
distratti entrambi della vita.
E zitti
per non romper l’emozione,
un po’ come morire,
nel mare della luna ci anneghiamo.
*Versi di Zairo Ferrante tratti dal libro “I bisbigli di un’anima muta” ( CSA-editrice 2011) http://www.inmondadori.it/I-bisbigli-di-un-anima-muta-Zairo-Ferrante/eai978889670352/
**Foto postata dala redazione e liberamente tratta da: http://www.classmeteo.it/web/portale/news/sguardi-rivolti-al-cielo-arriva-la-super-luna-ma-non-sara-rosa/
dal blog di Rai news 24 “Poesia di Luigia Sorrentino” l’incipit del manifesto dinanimista e alcuni versi di Z. Ferrante
IL LAMPIONE
di
Zairo Ferrante
( dal libro: “I bisbigli di un’anima muta” – CSA-editrice 2011 – )
Tratta da: http://poesia.blog.rainews24.it/2013/08/28/la-vostra-voce-zairo-ferrante/
Piazza: irta foresta di gente sgomenta.
Che incredula osserva
danzar dolce musica
dai tondi e vuoti
neri buchi d’ottone
e dai legni a fatica
dall’uomo soffiati.
Piovono applausi! Mentre
una grigia voce annuncia
una calda dolce nanna…
… e di nuovo la gente,
muta e sgomenta,
col pensiero si finge
nel lento sbuffare
dei freschi orchestrali…
… e Lui lì, in disparte,
che fissa la folla
mentre illumina l’orchestra.
Solo,
si chiede se qualch’occhio
per errore l’ha veduto.
Sospettoso
si domanda
sulle bocche bisbiglianti.
E quasi infastidito
dalla voce del soprano
resta lì,
fermo e vecchio a lavorare
in rima attesa col mattino
nel suo buio da sopportare.
*Come segno di gratitudine a Fioravante Serraino per avermi invogliato a cercare i miei miti.
Continua sul blog “Poesia di Luigia Sorrentino” di Rai news 24: http://poesia.blog.rainews24.it/2013/0/28/la-vostra-voce-zairo-ferrante/
**Foto postata dalla Redazione del blog e liberamente tratta da: http://www.nonsolocinema.com/Ricatto-di-Alfred-Hitchcock_11481.html
Lotta Amata x il Futurismo (selezione di Nanopoesie inedite) di Roby Guerra
**Lotta Amata x il Futurismo (Nanopoesie)
0 Connessi di tutta Italia unitevi!
01 Linkarne 1 x terminarne 100!
001 Navigare pericolosamente
010 Eia Eia www
001 Politici di tutta Italia, unitevi e suicidatevi!
0010 Giornalisti di tutta Italia, unitevi e rottamatevi!
0101 La democrazia è il mouse del popolo x il popolo
0001 Tremate tremate le Schede Madri son tornate
0100 Un terrabyte di colore vi resetterà
00110 Meglio un giorno da Avatar che 100 da Professori
011010 I maya erano europeisti
010110 Tutto prima!
011001 Non fare oggi quel che puoi fare sempre (Paperino)
001001 Il lavoro nobilita le scimmie
010011 L’Italia è una repubblica fondata sul gioco del calcio (Ultras Juventus)
0101010 Interplanetaria (Ultras Inter)
0101001 Fiat Black Hole! (Ultras Torino)
0011001 Peggio un giorno da moglie che 100 da escort
0101011 E’ ora è ora Potere a chi colora
01010101 Tempi Netmoderni
01010110 J love you Madame Guillotine
01010010 Cranioterapia mon amour!
01100110 Sinapsismo sola igiene d’Italia!
010101010 Il download di troppi libri inutili genera troppi zombies inutili
010101001 Molti Download umani esige il Progresso
01001110 I libri? Atomi degenerati
01101010 Operai di tutta Italia, unitevi e estinguetevi!
01001010 Dipendenti pubblici di tutta Italia, unitevi e licenziatevi!
01101001 Imprenditori di tutta Italia, unitevi e licenziatevi
00101010 Giudici di tutta Italia, unitevi e ghigliottinatevi
010101010 Presidenti, giudici, senatori, parlamentari, sindaci? Tutti dipendenti pubblici! Il popolo unico datore di lavoro. Licenziamoli, Vaporizziamoli!
0 Connessi di tutta Italia unitevi! DA RIMBAUD AI ROBOT
by Futurguerra, 11 2012
**Versi ed immagine “karl marx XXI secolo” ricevuti direttamente dallo Stesso Autore
Versi al Cane… di Zairo Ferrante
IL MIO CANE
di
Zairo Ferrante
Il turchese del cielo si
copre di maglie
ceneree.
E stanca la brezza
accarezza la terra
assetata;
e lunga,
la quaresima dell’acqua
è ormai passata.
E tra le foglie ancora
verdi d’una nandina,
si dipingono in anticipo
i miei tenui ciclamini.
Presto si son’affacciati
per venir a festeggiare
e per primi dare annuncio
della caduca stagione.
E la Playa, distesa
ad occhi semichiusi,
l’aria annusa, ove vi
scorge l’odore del niente.
Annoiata dalla lunga
e afosa estate
accascia la sua faccia
sul ruvido cemento.
E per culla il suo
frenetico far niente,
faticosamente, ecco
che s’addormenta.
Sonnecchia il mio
cane.
E per non stonare
con la musica che
ha d’intorno
non abbaia.
È un po’ come
l’autunno
il mio cane.
In silenzio si distende
e prende spazio
per fare un po’ di posto
e aprir la porta,
all’ozio dolce
con la sua stagione
morta.
*Al mio cane che conosce l’Amore e mi insegna a donare senza
esigere nulla in cambio.
**Versi tratti dal libro “I bisbigli di un’anima muta” ( autore: Zairo Ferrante editore: CSA-editrice 2011 ):http://www.lafeltrinelli.it/products/9788896703526.html
***Nelle foto: la fedelissima Amica, Playa dei Tesorieri :).
La speranza in versi…
SOAVE
di
Zairo Ferrante
Nel mare in tempesta disperso
con il cuore nell’anima perso.
Desolato, allontanato, ripudiato,
dalla luce del Sole abbandonato.
Legato per la gola all’albero maestro
di questi tempi,
quando per morire è forse presto.
Vento, pioggia, bufera e tempesta.
Paura nell’acqua che bagna la testa.
Raggio di sole che aspetti dal giorno prima e
speranza che cerchi dalla prua ogni mattina.
Piangi, imprechi e maledici il tuo viaggio,
ma in fondo sullo scoglio ecco il miraggio.
Mirabile, soave e dolce canto
con forza copre il tuo pianto
nel giorno in cui morivi con le tue pene,
risorgi per il sorriso di mille sirene.
Ti prendono e ti portano per mano
e ti scivoli dolcemente via lontano.
Il vento ti sospinge sulla riva
e t’impregni dell’odore della vita.
Mille sirene cantano in coro
soave canzone di morte beffata.
Mille sirene gridano piano
soavi parole di vita rubata.
Tratta da: ” I bisbigli di un’anima muta” di Zairo Ferrante CSA-editrice (2011)
LA FELTRINELLI.it:
http://www.lafeltrinelli.it/products/9788896703526/I_bisbigli_di_un%27anima_muta/Ferrante_Zairo.html
http://www.autoriitaliani.it/autoriaffiliati/zairoferrante/
**Foto del quadro ” Ulisse e le sirene ” – 1891 John William Waterhouse – liberamente tratta da: http://www.settemuse.it/pittori_scultori_europei/john_william_waterhouse.htm
” IL LAMPIONE “: versi di Zairo Ferrante.
Che incredula osserva
danzar dolce musica
dai tondi e vuoti
neri buchi d’ottone
e dai legni a fatica
dall’uomo soffiati.
Piovono applausi! Mentre
una grigia voce annuncia
una calda dolce nanna…
… e di nuovo la gente,
muta e sgomenta,
col pensiero si finge
nel lento sbuffare
dei freschi orchestrali…
… e Lui lì, in disparte,
che fissa la folla
mentre illumina l’orchestra.
Solo,
si chiede se qualch’occhio
per errore l’ha veduto.
Sospettoso
si domanda
sulle bocche bisbiglianti.
E quasi infastidito
dalla voce del soprano
resta lì,
fermo e vecchio a lavorare
in rima attesa col mattino
nel suo buio da sopportare.