In un articolo di Carmen Vogani, tratto da Mediapolitika.com, è possibile leggere tristemente quanto segue:
È un Paese malato il nostro. Un posto dove se fai il tuo mestiere, e se lo fai bene, rischi. Anche al Nord e perfino nella civilissima Emilia Romagna. Così Giovanni Tizian, giornalista precarico di 29 anni, paga pegno. Gli hanno assegnato la scorta perché le sue inchieste sulle mafie al Nord sono scomode. Alla mafia non piace quello che scrive e l’ha minacciato di morte. Quella stessa mafia che per anni al Nord ha camminato su un muro di gomma. E ci cammina ancora. Giovanni l’ha fatta vacillare, con la professionalità che pochi giornalisti mettono in campo.
Si è laureato in Criminologia con una tesi sulle ramificazioni internazionali della ’ndrangheta, e dal 2006 scrive sulla Gazzetta di Modena. Collabora anche con i quotidiani online Linkiesta.it e Lettera43.it e con il mensile Narcomafie. Fa parte di “daSud”, associazione antimafia con sede a Roma costituita nel 2005 da giovani emigranti meridionali che non hanno intenzione di lasciare le loro terre in mano alle cosche.
Giovanni ce l’ha nel sangue l’onestà. Suo padre, Peppe Tizian, è stato ucciso dalla ’ndrangheta il 23 ottobre del 1989. Era nato a Bovalino, in provincia di Reggio Calabria, ed era un funzionario di banca integerrimo. Uno che faceva bene il suo mestiere. Per questo l’hanno ammazzato a colpi di lupara quando aveva 36 anni. Nessuna giustizia per il suo omicidio, come troppo spesso accade quando sono le mafie a decidere chi resta e chi deve andare via per sempre.
Il fatto è che le mafie decidono pure al Nord. Proprio lì, dove il tessuto economico è miele, fanno gli affari più appetitosi. Giovanni ha il vizio di dire la verità e così ha deciso di raccontare come stanno le cose. Lo ha fatto con un libro: Gotica. ’Ndrangheta, mafia e camorra oltrepassano la linea, e ha deciso di pubblicarlo con Round Robin, una casa editrice indipendente. “Non penso che un giornalista possa cambiare il mondo, ma credo nell’utilità sociale del mestiere di giornalista” dice Giovanni Tizian. E che ci crede veramente lo si capisce leggendo Gotica, pagina dopo pagina. Voto di scambio, corruzione, usura, pizzo, droga, incendi e minacce. Il suo libro è uno straordinario contributo per chi ha voglia di sapere, senza filtri, che le mafie hanno fagocitato interi settori dell’economia settentrionale.
Ma Giovanni Tizian non è solo. Con lui c’è l’Italia più bella. Una scorta popolare e civile che in poche ore ha aderito alla campagna “Io mi chiamo Giovanni Tizian” (per aderire: iogiovannitizian@dasud.it) lanciata dall’associazione daSud: “Insieme non indietreggeremo di un solo passo” scrive l’associazione antimafia, perché “la sfida che i clan hanno lanciato a Giovanni è una sfida lanciata all’Italia che resiste e che vuole cambiare”. Giovedì la vicenda di Giovanni è stato il quarto argomento più discusso a livello nazionale su Twitter: #Giovanni Tizian, #nonlasciamolosolo e #iomichiamogiovannitizian hanno viaggiato alla velocità della luce.
“La politica ha cancellato la parola mafia dal vocabolario pubblico, l’informazione ha finto di non vedere, le associazioni e i movimenti hanno sottovalutato” dice Danilo Chirico, presidente di daSud (e autore insieme ad Alessio Magro del libro ‘Dimenticati. Vittime della ‘ndrangheta’). Così Giovanni ha scritto spesso “in solitudine”, “una solitudine doppia, inaccettabile: quella di chi racconta una verità che nessuno ha la voglia o l’onestà intellettuale di sentire – continua Chirico – e la solitudine di chi fa il giornalista con passione, rigore, professionalità. Ma lo fa da precario”. ( Continua: su: http://www.mediapolitika.com/?p=1376 )
Pertanto, alla luce di tutto questo e in qualità di Movimento che si prefigge di sostenere e di parlare all’Uomo per mezzo dell’Arte e della Poesia, abbiamo deciso di manifestare, sia moralmente e sia mediaticamente, tutto il nostro sostegno al giornalista Tizian e a chi come Lui, ogni giorno, si batte in difesa della giustizia e della libertà.
Quindi, preghiamo tutti i nostri Lettori di dare massima diffusione a questa notizia e, di seguito, rilanciamo un’azione del dinanimismo che risale al 26-12-2009 e che, purtroppo, risulta essere ancora molto attuale.
*ZF
*per La redazione del dinanimismo
PRIMA AZIONE DINANIMISTA
*PIANGE IL CIELO
Remix di Zairo Ferrante de “La pioggia nel pineto” di Gabriele D’annunzio
*Versi inseriti nel libro del medesimo Autore: “I bisbigli di un’anima muta” CSA-editrice (2011)
Taci. Su l’uscio
de la porta non odo
rumori che dici
naturali; ma odo
suoni nuovi
che parlano gocciole e tinniti
lontani.
Ascolta. Piove
dalle nuvole grigiastre.
Piove sulle lamiere
secche e rossastre,
piove sui palazzi
metallici ed irti,
piove sui mirti
dell’insegna del bar,
sulle catene fulgenti
d’anelli accolti,
su i fusti folti
di liquidi aulenti,
piove su i nostri volti
stanchi,
piove su le nostre mani
ruvide,
su i nostri vestimenti
ingrassati,
su i tristi pensieri
che l’anima annega
serena,
su la favola bella
che ieri
t’illuse, che oggi m’illude
o padrone.
Odi? La pioggia cade
sul solitario
asfalto
con clippettio che dura
e varia nella nebbia
secondo le pozze
più alte, men alte. (vv. 39)
Ascolta. Risponde
al canto il pianto
delle Madri
che la piovra silenziosa
ricatta,
né il ciel cinerino.
E il mitra
ha un suono, e il fucile
altro suono, e il pugnale
altro ancora, stromenti
diversi
per innumerevoli morti.
E immersi
noi siamo nell’aria
malvagia,
di giuste genti morenti;
e il tuo volto austero
è molle di lacrime
come quelle mamme,
e i tuoi capelli
brillano come
i laghi ghiacciati,
o creatura risorta
che hai nome
Falcone.
Ascolta, ascolta. L’accordo
della vile politica
a poco a poco
più sporco
si fa sotto il pianto
che cresce;
ma un canto vi si mesce
più roco
che di laggiù sale,
dall’umida strada remota.
Più sordo e più fioco
s’allenta, si spegne.
Solo una nota
ancor trema, si spegne,
risorge, trema, si spegne.
Riparte e s’ode la voce dal mare.
Or s’ode su tutta la terra
crosciare
l’argentea pioggia
che spegne
l’ira tramandata
secondo la progenie
più triste, men triste.
Ascolta.
La figlia della piovra
è muta; ma i figli
dell’uomo ricattato,
il futuro,
cantano in unanime gruppo
mai con voi, mai con voi!
E piove sulla tua tomba
Falcone.
Piove sulla tua ultima strada
si che par il ciel pianga
per il dolore; non morto
ma d’un tratto fatto vivente
par dal ciel tu esca.
E tutto il tuo canto è in noi fresco
aulente,
ed il cuor nel petto è come spada
intatta,
tra le palpebre gli occhi
son come proiettili in canna,
i denti negli alvèoli
son scintillanti luci di rabbia.
E andiam di strada in strada,
or congiunti or disciolti
(e il tuo ricordo prende vigor
ci allaccia i malleoli
c’intrica i ginocchi)
mai con voi, mai con voi!
E piove sui nostri volti
arrabbiati,
piove sulle nostre mani
serrate,
su i nostri vestimenti
puliti,
su i futuri pensieri
che l’anima schiude
novella,
su la favola bella
che ieri
t’illuse, che oggi m’illude
e continua
o Falcone.
AZIONE DINANIMISTA PER UN 2010-3010 LIBERO DA OGNI SFRUTTAMENTO E DA TUTTE LE MAFIE:
“Come D’annunzio e Ermione si ritrovarono di colpo immersi in una natura viva e nascosta che li avvolgeva e che prendeva forza da ogni loro passo, così noi ci ritroviamo immersi in una società carica e satura di soprusi e di crimini che prendono forza da ogni nostra azione illegale, anche la più banale.
Ecco che il DinAnimismo invoca la forza della Poesia (Noi non abbiamo armi, ma solo parole e anima da scagliare contro i nostri nemici) per risvegliare le Anime assopite e ferite dalla superficialità, con la speranza che questo risveglio possa portare gli uomini a unirsi e opporsi, unanimemente, alla deriva societaria di cui siamo sicuramente tutti spettatori e, probabilmente, anche fautori. Auspicando, così, un’era (2010-3010) libera da ogni sfruttamento e da tutte le mafie.”
Zairo Ferrante (26/12/2009)