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Versi dinanimisti di Carlo Rinaldi

Quadro_contemporaneo_In_mezzo_alla_folla_umana_1.jpgFermata Cadorna di Carlo Rinaldi     

nata qualche tempo fa sulla metropolitana di Milano, in una giornata affollata di dicembre…

…forse anche per questo molto dinanimista…

 

Metro di giorno

io ci resto seduto

e mi scrollo di dosso

la gente

mentre un viaggio

di frenetici urbani sentieri

mi separa ormai sveglio confuso

da fantasmi di notti vissute

E mi assale

di nuovo la folla

i pensieri di facce che scorrono

e mi spolvera

di dosso distratto

di sporche stressate sgualcite sensazioni.

 

*Versi inviati dallo stesso Autore

 

**Quadro (“In mezzo alla folla umana” di  Xavier Hall)  scelto liberamente dalla Redazione e tratto dal sito: http://www.bimago.it/quadri/quadri-astratti/figure-umane/in-mezzo-alla-folla-umana.html

Versi di Carina Spurio – quadro di Carofalo Vincenzo

26305_105589992795970_100000349098153_132037_3395745_n.jpgLe cose importanti

di Carina Spurio

Se questa fosse poesia

sussurrala piano

falla volare su terre del sud

dove bruciano le cicale

mentre i nostri passi

ai bordi del mondo

si susseguono nel tempo

che frantuma le ore.

Se questa fosse poesia

la nostra storia non sparirà

quando nessuno avrà

la forza di raccontare

il punto in cui l’albero

sembra finire e invece

si infila tra pezzi di cielo

e gli esseri cozzano

sulle accese chimere

per bramare altre vite

e introdurre le cose importanti

nella cruna del nuovo millennio

tra libere espressioni

fissate su dispaly luminosi

e codici automatici.

Se questa fosse poesia

nei secondi di un minuto spezzato

che inghiotte i nostri corpi

potremmo ancora amarci

dentro l’involucro del fato

con le ultime parole tra i denti.

 

*”tratta da Sporca Chimera” Triumvirati. LiminaMentis, 2010.

 

 Carina Spurio è nata a Teramo. Si è diplomata all’Istituto Magistrale Giannina Milli di Teramo. Ha scritto e pubblicato cinque raccolte poetiche: Il Sapore dell’estasi 2005 Edizioni Kimerik riproposto in edizione aggiornata nel 2006, Lacca di Garanza 2007 Ed. Il filo s.r.l Roma. Tra Morfeo e vecchi miti 2008 Ed. Nicola Calabria Editore. Narciso Evoè Edizioni 2009. Le sue poesie sono state pubblicate in 38 Antologie Poetiche. Due sue Antologie Poetiche sono testo scolastico: Antologia “I Nuovi Poeti Italiani”. 2007 e “Conoscere la Metrica” attraverso i Poeti Classici Contemporanei. 2008, entrambe edite da Vincenzo Grasso Editore. Una sua poesia è stata pubblicata sul mensile Internazionale di cultura poetica “Poesia” di Crocetti editore. Di recente una sua minisilloge è stata pubblicata su “La Clessidra” semestrale di cultura letteraia Joker Edizioni. Collabora con: “Hermes” Periodico Mensile Di Informazione e Cultura, “Buono e Bello” tracciati di cultura, tradizione e società, “Notizie Donna” Editoriale della Provincia di Teramo, “L’Unico” quotidiano web di Roma, “Il ReteGiornale”, “Teramani.net”, “ePress” il portale della scrittura creativa on-line, “L’estroVerso”, informazione, attualità e cultura, Catania, “Gente & Piazza” mensile, Lanciano (Ch), “Piazza Grande”, Teramo, “Il mascalzone.it” San Benedetto del Tronto, “Il capoluogo.it” L’Aquila, “Osservatorio Letterario” Ferrara e l’Altrove, “Portalemarche.eu”, “Marche Cultura”,“oubliettemagazine.com”.

 

 

C’è più menzogna o più verità, in una poesia? (domanda tratta da: Intervista a Carina Spurio
di Simone Gambacorta)

La poesia è in grado di mettere l’autore in relazione alla profondità del suo essere, pertanto si è portati a pensare che essa esprima la verità. Di tale asserzione, non sono assolutamente convinta. La lirica, si sa, trae origine da intense percezioni soggettive, alle quali unisce l’esigenza della libertà creatrice coerente alle sue ossessive patologie, nel luogo in cui il pensiero si condensa in un’altra forma e tocca i territori della finitudine e del nulla. Questo per dire che nell’altro lato del sé, luogo praticamente inesplorato, possono tranquillamente giocare suggestioni, fascinazioni e un “sentire” del tutto personali. Ma chi ama la poesia sa che è necessario viverla entrando e uscendo dal suo ritmo, rispettando il suo canto, seguendo il suo percorso. E il poeta che vive il presente sa di essere estraneo al suo tempo ma non sa da dove nasce e muore il canto né, se il suo viaggio avrà mai un termine.

 

*Scritti gentilmente ricevuti dalla stessa Autrice

**Quadro “L’amore” gentilmente concesso dall’Artista Carofalo Vincenzo

 

Anima, Poesia e Teatro di Alessia D’errigo

alessia-foto-web.jpg“Nudo sensibile”

 

Nuda
dopo la nudità
spogliata persino della pelle

Il polline dei miei sensi
che feconda altri sensi
qualcuno volato nel vento
e un’altra manciata perduta
per sempre

Ho leccato le ferite e le gioie
tutto in una sola volta…
è come fare scopa con se stessi
ma
che bisogno c’è di toccare
i tasti dell’anima
se quello che premi
non emette suono?
Insistere
premere più forte
attendere…
non posso smettere di pensare al Miracolo Umano
che senso avrebbe la mia vita?
La Vita.

Così…
in una sera dai capelli scapigliati
che implora il mio ascolto
mete sporadiche di luna negli occhi
un volto mi appare
inquieto e incredulo
a parlarmi nel profondo…
il mio…
cosa c’è da c a p i r e
nella poesia, in un quadro
nella nostra anima?…

Niente.
assolutamente niente
semplicemente
niente…

E’ solo ascolto sensibile,
essenza del vuoto
che diventa per una volta
imprescindibile dolcezza
degli occhi
delle mani tutte
palpabile carne
al fuoco dei sensi
che esplora orizzonti
d’acquarello sottile
su uno sfondo nero
marea imprevista e suono
tuffo cristallino
al tatto
assenza desiderata
d’assoluto
per una volta
di nascosto dal mondo-tutto
in una tana sensoriale
che odora di abeti e viole
e di resina che ritorna
ad appiccicarti le labbra
alle labbra
in una sola ondata
di mare interiore
spremuto per bene
fino a toccare la salsedine
bagnata degli occhi…

un tuffo…

ancora…

O anima mia
ti bacio
nuda…

di nuovo

Alessia D’Errigo ricercatrice in campo teatrale e cinematografico. Inizia un percorso sulla verità della parola abolendo tutte le altre forme di re-citazione centrate sulla menzogna e la falsità. Inizia un intenso lavoro sulla poesia (voce-corpo, voce-musica, deformazione emotiva della parola), quella stessa poesia che contaminerà ogni suo atto artistico sia in campo teatrale sia in quello cinematografico.


“La poesia è un senso.

Io la definisco il mio sesto senso, ma forse, o almeno così mi piace pensare, lo è di tutti, solo che in alcune persone va risvegliato, stimolato, soffiato…

Ogni atto artistico, per come lo sento, dovrebbe partire da una necessità spontanea, e proprio da questo stimolo spontaneo e necessario ho iniziato a scrivere all’età di dieci anni ma, non mi sento un poeta, piuttosto un veicolo cavo attraverso il quale si esprime la poesia. E’ un mettersi a servizio il mio, un sentire e un affidarsi ad essa totalmente.

La poesia è ovunque, e scrivere è soltanto una delle innumerevoli possibilità che servono a renderla carne viva.”

* Scritti e foto ricevuti dalla stessa Autrice

Il Prof. Vecchioni dà lezioni di “dinanimismo” al festival di Sanremo 2011

kenya002_s.jpgQui, tra i link del dinanimismo, si lotta per una nuova Poetica, si combatte per la poesia della gente. Si cerca d’esortare i Poeti, affinchè “costruiscano” versi per l’Uomo, parole che lo costringano a riflettere e che lo sospingano verso il cambiamento. Sono convinto che le cose possono cambiare anche, se non soprattutto, con la forza della “Voce”. La voce di un popolo che è ancora in grado di farsi delle domande. Forse sono un illuso, ma poco importa, perchè sono sicuro di non essere il solo. Ecco che in tale contesto mi sembra doveroso sottolineare la grande Poesia che il Prof. Roberto Vecchioni ha presentato al festival di Sanremo 2011. Una canzone coraggiosa, parole che costringono a riflettere e che donano  speranza per il futuro. Una vera opera umanistica. Una grande dichiarazione d’amore verso l’Uomo e il suo pensiero. Probabilmente Vecchioni non lo sa ancora (e forse non lo saprà mai) ma, dopo questo capolavoro, nel mio cuore Lui è già dinanimista.

Perchè il suo è anche il mio sogno, quello di “difendere questa umanità restasse un solo Uomo”.

Perchè la sua è anche la mia speranza, “Che questa maledetta notte dovrà pur finire, perché la riempiremo noi da qui di musica e di parole”.

E tutto questo, miei cari Amici, cortesemente, “chiamatelo ancora Amore”.

Zairo Ferrante

*****

*Testo Roberto Vecchioni Chiamami ancora amore

E per la barca che è volata in cielo
che i bimbi ancora stavano a giocare
che gli avrei regalato il mare intero
pur di vedermeli arrivare;
per il poeta che non può cantare
per l’operaio che non ha più il suo lavoro
per chi ha vent’anni e se ne sta a morire
in un deserton come in un porcile
e per tutti i ragazzi e le ragazze
che difendono un libro, un libro vero
così belli a gridare nelle piazze
perché stanno uccidendo il pensiero;
per il bastardo che sta sempre al sole
per il vigliacco che nasconde il cuore
per la nostra memoria gettata al vento
da questi signori del dolore
Chiamami ancora amore
Chiamami sempre amore
Che questa maledetta notte
dovrà pur finire,
perché la riempiremo noi da qui
di musica e di parole;
Chiamami ancora amore
Chiamami sempre amore
In questo disperato sogno
tra il silenzio e il tuono
difendi questa umanità
anche restasse un solo uomo
Chiamami ancora amore
Chiamami ancora amore
Chiamami sempre amore
Perché le idee sono come farfalle
che non puoi togliergli le ali
perché le idee sono come le stelle
che non le spengono i temporali
perché le idee sono voci di madre
che credevano di avere perso,
e sono come il sorriso di Dio
in questo sputo di universo
Chiamami ancora amore
Chiamami sempre amore
Che questa maledetta notte
dovrà pur finire,
perché la riempiremo noi da qui
di musica e parole;
Chiamami ancora amore
Chiamami sempre amore
Continua a scrivere la vita
tra il silenzio e il tuono
difendi questa umanità
che è così vera in ogni uomo
Chiamami ancora amore
Chiamami ancora amore
Chiamami sempre amore
Chiamami ancora amore
Chiamami sempre amore
Che questa maledetta notte
dovrà pur finire,
perché la riempiremo noi da qui
di musica e parole;
Chiamami ancora amore
Chiamami sempre amore
In questo disperato sogno
tra il silenzio e il tuono
difendi questa umanità
anche restasse un solo uomo
Chiamami ancora amore
Chiamami ancora amore
Chiamami sempre amore
Perché noi siamo amore.

*Testo tratto da: http://www.sdamy.com/roberto-vecchioni-chiamami-ancora-amore-sanremo-2011-13871.html

**foto tratta da: http://www.vecchioni.it/roberto/biografia/

 

 

POESIA DI ZAIRO FERRANTE

 

***Alcuni dei seguenti versi di Zairo Ferrante sono stati inseriti ne “I bisbigli di un’anima muta”.

Libro del medesimo autore, edito da  CSA EDITRICE   (2011).


A ME CHE SON DI-VERSO

di Zairo Ferrante

sindrome-di-down-300x236.jpgA me che son di-verso

qualche verso mi decanto,

per sberleffo

e dis-canto del normale.

A me che sono gay

quando, solo, cerco e trovo

la carezza di un amico.

A me che sono cieco

quando, forte, chiudo gli occhi

nell’amore della Donna,

assaporando quel suo bacio.

A me che sono down

quando, perso, nell’abbraccio di mia madre

dolcemente allungo gli occhi,

che si perdon’in un sorriso.

A me che son barbone

quando, al freddo, d’una panchina

mangio pane e bevo birra.

 

E decanto qualche verso

a Chi semina parole

per il mondo degli Uguali.

A Chi in silenzio,

per amore del di-verso,

si vergogna del normale.

 

Zairo Ferrante

4-2-2011

Copyright©2011: http://zairoferrante.xoom.it/ (sito ufficiale di Zairo Ferrante)

 

( Liberamente ispirata dalla lettura di “Io mi prendo cura di te” .

Libro di Girolamo Melis e vera professione d’Amore verso il dis-uguale. )

 

 *Immagine tratta dal sito blogzine indipendete: MONDORARO.org

Versi di Adriana Scanferla

Altare-della-Patria-2000.jpgESTRANEA A QUESTA PATRIA

di Adriana Scanferla

 

 

Povero cuore disperso

che insegui la via di casa

a tentoni tastando i muri

e rincorrendo gli odori natii…

 

Incagliano vacillando i passi

negli incavi polverosi tra i lastrici

o risucchiati da acquitrini paludosi

dove affondano le speranze.

 

In questa cecità straziata

dove il lamento straniero

è strangolato dalle regole

predisposte con crudele vigilanza;

vorrei sentirmi anch’io

estranea a questa Patria

di cui non distinguo l’accento

né lingua di pietà natia.

 

 

Solcando mari

e strascicando deserti

giungono;

schiavi, reduci dall’inferno

deportati alle nostre fornaci

o nei cantieri ad ingrassare l’asfalto.

 

Modernità sgretolata dai bacteri

dello squilibrio e dell’ ingiustizia

grava inerte su rotaia assorta

porto fantasma tra le nebbie

 

 

In questo tempo che s’incaverna

e schianta la voce in gola alle donne

possa illuminarsi il mio cuore

al dolce canto di una ninna nanna.

 

22/11/2010

 

*Foto tratta da: http://www.malignani.ud.it/WebEnis/aer/aerobatic_flight/gallery.html

Prosa poetica di Roberto Lo Presti

beata-madre-teresa-di-calcutta.jpgPoesia “Su Madre Teresa di Calcutta”

di Roberto Lo Presti

La forza,l’intelligenza nascosta e spesso velata,l’energia del mondo nelle tue piccole dolcissime mani di mamma,sorella,amica,confidente,suora,infermiera,madonna vestita di poco,esile ed apparentemente vacillante,dolcissima nel sorriso amaro dello specchio della sofferenza immane di:uomini senza casa,vita,respiro,speranza,dignità,sporchi legni sanguinanti gettati nel fango più del fango,immagine unica irrepetibile,misticissima,serenissima,decisissima,Vangelo aperto e voluminoso,ricchissimo di vita,di fascino,di infinito amore e serenità…Grazie,sorella mia,mia mia mia tutto…, il mondo intero ti abbraccia con un profondo sorriso ,misto al pianto dirotto,di chi ha capito di aver tanto sbagliato…Amen

Roberto Lo Presti: Laureato in  Economia e Commercio a Messina-  Conseguita Specializzazione in Economia Aziendale c/o l ‘Università ”L.Bocconi” in Milamo (corso biennale con 18 discipline d’esami)- Abilitato all’insegnamento di: Matematica x le Scuole Medie- Abilitazione per le Discipline Economico-tecniche aziendali  nonchè Giuridiche economiche e Turistico-alberghiere;dottore   commercialista e Revisore dei conti- Docente ruolo presso gli I.T.C. ( Ragioneria e Tecn.comm.le) –Cultore della materia: Statistica (Univ. Messina)–Docente a Contratto (Univ. ME) e Docente a contratto integrativo  da   8  anni c/o l’Ateneo di Messina-( di Economia Aziendale- Economia  -Economia applicata). Libero appassionato di Arte e di Poesia.

*Foto tratta da: http://www.frasibelle.net/madre-teresa-di-calcutta.html/beata-madre-teresa-di-calcutta

Versi di Un poeta per tensione

barbari_fondo-magazine1.jpg“Barbari”

di Martin Ricco

Ieri 

Ho visto le rondini ( tante ).


In un rovo centinaia d’api a suggere un fiore.


A casa con voce lontana il tg. parlava della fame nel mondo

del rincaro del riso, di scontri nelle piazze asiatiche e mediorientali

accaparramenti di cibo nei super market americani.


Beati i barbari che con 10 kg. di riso si illudono

di comprare l’immortalità.


Alzo lo sguardo e le rivedo..

gioiose

testimoni di continuità.

Martin Ricco (questo è il suo pseudonimo): è poeta e pittore ferrarese, scrive e produce per vocazione e tensione d’Animo. Non cerca verità, ma solo momenti. Ecco perchè non vuole essere ricordato, se non per il momento descritto.

*Immagine “i Barbari” tratta da: http://www.mirorenzaglia.org/?p=15756

Versi di Maria Teresa Sica

34521_138222812874476_100000602747842_288468_8217882_n.jpgIMMOBILI  da “Voli Emozionali”

di Maria Teresa Sica

 

Seduta di fronte a te sfioro i contorni del tuo viso, i tuoi capelli,

sorrido, dolcemente, ed i miei occhi sembrano sereni.

La tua espressione è grave, ma i tuoi occhi lucenti la tradiscono,

vorresti accarezzarmi, resti immobile.

Dolci sensazioni fanno vibrare i nostri corpi, le nostre menti,

comunichiamo, silenziosamente, ed intorno sembra esserci il vuoto.

Vorremmo poterci scambiare in dono un magico istante carico d’affetto,

non possiamo, restiamo immobili.

Per un attimo ti regalerei tutta me stessa,

per riempire, con amore, quel vuoto che pare ti accompagni,

colmare fugacemente un bisogno d’amore che ci teniamo dentro,

e dare, a te che sento così dolce, ma resto immobile.

Scompare il mio sorriso, sparisce la luce dei tuoi occhi,

la mia mano s’allontana dal tuo viso.

Rumori.

Scompare il vuoto intorno.

*Quadro: “Donna e Dama” della pittrice messinese Francesca  Lo Presti

 

 

 

Biografia della Poetessa:

 

Nata a Napoli il 15 Aprile 1967 Maria Teresa Sica è una maestra di scuola elementare. Diplomata ISEF, per un breve periodo ha gareggiato come mezzofondista; tecnico audiometrista, nel periodo in cui era tirocinante in ospedale ha seguito un corso di LIS (lingua italiana dei sordi) perché trovava necessario saper interagire con i pazienti che ne avevano bisogno. Molto di quanto appreso nella sua formazione, in particolare le nozioni di fonetica, logopedia, fonologia e linguistica, le utilizza nell’espletamento della sua attuale professione; ricorre anche alle conoscenze di acustica, per avvicinare i suoi alunni alla musica ed al canto, il quale rappresenta da sempre una sua passione cui si dedica a livello amatoriale. Il percorso professionale è affiancato da molteplici interessi: oltre il canto c’è la matematica, intorno alla quale ha effettuato uno studio sui numeri primi pubblicato su una rivista on-line; la grafica pubblicitaria, che ha perfezionato seguendo un corso inerente; l’astrologia, cui si è dedicata per un periodo interessandosi a quadri astrali, effemeridi, aspetti ed relative influenze sulla personalità; la scrittura, che ha abbracciato sin da adolescente dando origine a poesie, testi ed altre produzioni molte delle quali… ancora inedite.

Nel dicembre 2009 ha pubblicato “Voli Emozionali” una raccolta di poesie caratterizzate, più che da una metrica, da un ritmo musicale interiore; il libro, a detta di chi lo ha letto, è un profondo viaggio nelle emozioni che, espresse in maniera semplice e fluida spingono alla riflessione ed aprono, in parte, la via per meglio conoscere la natura dell’autrice.

Poesia di Zairo Ferrante

E SCORRONO I POETI

di Zairo Ferrante

18434_103344779687158_100000349098153_78159_5988403_n.jpgE scorrono i Poeti

come fiume argento vivo

a perdersi nel mare.

Molti sono già passati

Alcuni sono passanti

Qualc’altro, e questo sono io,

è morto giovane.

E frugano i Poeti

tra le lacrime della gente.

A loro poco importa

quando piegano,

a fatica,

le parole nel recinto d’una pagina.

Ed ecco ché li deridono,

quando parlano i Poeti.


Perché non sono nulla

se si esclude la loro voce.

Perché contano meno,

quando in silenzio,

della gente

un poco…,

portan la Croce.

 

Zairo Ferrante

26-1-2011

Copyright©2011: http://zairoferrante.xoom.it/

Dedicata ai Poeti, a Chi fa poesia, a Chi

la poesia la vive nel silenzio del Cuore.

*Quadro: “Mendicante” di Carofalo Vincenzo