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E PER STILE…MONTALE NON FU ASSASSINATO

Ho ricevuto, pubblicandolo di seguito, uno degli scritti più stupefacenti e sorprendenti che mi sia mai capitato di leggere. Chi mi conosce e chi mi legge, sa benissimo che non uso aggettivi e superlativi a casaccio. Nelle pagine che seguono, infatti, troverete quello che, l’Amico e Scrittore, Girolamo Melis ha assemblato e mi ha spedito. E se la grandezza delle persone e proporzionale alla grandezza delle loro idee, allora, non sbaglio ( non sbagliate) a ritenere Girolamo Melis un grande Scrittore. E sono sicuro che anche, il “semprevivo” e Genio, Montale, potrà, ora, sorridere di questo, dall’alto della sua Poesia, “sbracato dentro una giacca-camicia”.
Zairo Ferrante
37.
Eugenio Montale
Mi fece impressione rivedermelo davanti, accasciato su una seggiolina nella stretta Libreria di Cesarino Branduani, vivo pur se non vegeto, lui, il “poeta laureato”, il signor perito  Eugenio Montale. Scampato, senza saperlo, all’attentato letterario della Linea O, il Poeta non batté ciglio nel vedermi né alla presentazione che fece di me Cesarino. Gli ero del tutto sconosciuto, ma anche se gli fossi stato noto, la sua granitica e scostante superbia non gli avrebbe mosso neanche un pelo umano. Tuttavia mi porse una mano assente ma forte, che si distaccò di pochi centimetri dal corpo sbracato dentro una giacca-camicia.

Quando Cesarino gli disse che ormai vivevo a Parigi, si ravvivò e mi guardò attraverso le occhiaie cadenti,  mi lanciò una domanda da vecchio Premio Nobel strappato dalle terze file: “Che dicono di Montale, in Francia?”

Gli risposi con una bugia letteraria: “Lei ha scosso il vecchio cuore intelligente della Francia di noi tutti…” Che cosa capì? Ci credette? Che cosa credette?

Non parlò più ma fece cenno a Cesarino di tirar fuori il suo nuovissimo libro Fuori di casa, lo firmò e me lo porse. Lo ringraziai e mi venne di carezzarlo, quel triste vecchio. Ma non riuscii a farlo, per rispetto e per affetto verso il grande Beniamino, ideatore di un mancato omicidio perfetto.

(Anni dopo, quando scoprii che alla furia collezionistica del mio caro amico Marcello Dell’Utri, quel libro poco noto, e con la prolissa dedica di Montale a me, avrebbe fatto molto piacere, glielo regalai immediatamente. Marcello ne fu contento e  i miei amati Poeti di casa mi sono ancora grati.)

 

(da Il Corpo è tutto)

 

Omicidi Letterari,

cortiletto del bar Giamaica. Milano 1961

 

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Nella foto, Beniamino dal Fabbro

Per essere certo che non sbagliassi mira, abbassò l’occhio in linea col mio fucile immaginario, mi sorresse il gomito sollevandomi lievemente la mano.  E disse: “Fuoco!”

Passammo quasi un’intera estate (l’estate del 1961) a progettare l’assassinio di Eugenio Montale.

Fu una delle estati più belle della mia vita. Con il grande Maestro Beniamino Dal Fabbro, atrabile cronista di Musica, spietato svelatore di note false e di arbitrii divistici, delizioso studioso d’arte pianistica (Il Crepuscolo del Pianoforte, Einaudi) e pianista per i rarissimi amici, ci scegliemmo a prima vista. Ci stringemmo e ci “rendemmo omaggio” con ironia goldoniana, e giocammo la Vita Spericolata, la sopravvivenza dandistica nel Secolo della mediocrità calcolata. Fummo inseparabili per alcune estati: ci accomunava la Lingua e la Poesia Francese, Dostoevskij, il “non-parlare-mai” del perito edile Montale, la tenerezza per Salvatore Quasimodo, l’ombrello amato da lui e odiato da me, e il camminare.
Seduti al Bar Giamaica, lungi dalla ristrutturazione, curammo nei dettagli il compimento della nostra missione. “Una missione umanitaria”, la definiva il grande Beniamino: colpendo al centro della fronte il poeta Montale un attimo prima che i battenti dell’autobus “S” si richiudessero, e contando sulla sua maleducazione che lo faceva stare aggrappato ad entrambi i montanti di ferro cromato, ostruendo la salita e la discesa degli altri passeggeri, il Montale non avrebbe mollato la presa ma, reclinando il capo con il proiettile tra i sopracciglioni, sarebbe rimasto così, sostenuto dalle porte chiuse.


La successiva fermata della “S” era proprio di fronte all’ingresso principale del Corriere della Serva, al 28 della via Solferino. Le porte si sarebbero riaperte e il Montale ne sarebbe rotolato fino a presentarsi davanti alla dimora dei “suoi padroni”. Perché “missione umanitaria”? Così avevo chiesto a Beniamino Dal Fabbro quando mi propose di eseguire il piano.
La sua risposta era stata: “Così il Montale, dopo una vita passata ad entrare dalla porta di servizio, potrà finalmente entrare dalla porta principale del giornale dei suoi padroni!”
Rinunciammo al Bel Gesto quando, dall’America, giunse la notizia che Hemingway si era puntato il fucile sotto il mento e si era fatto saltare il cervello. Così Beniamino dichiarò decaduto il nostro progetto con le seguenti parole: “Troppo banali, queste morti per arma da fuoco…”

 

 

Da http://girolamo.melis.it/

 

(a Beniamino Dal Fabbro)

Il grande Beniamino

 

 

Mi manchi Benjamin rasente i muri

ho inseguito furioso i quarantanni

l’abisso affìne dell’età

t’ho sfidato a superarti

io vecchio e tu tornato adolescente

che tanto eri già

gestuale sacrificale

dentro attraverso il goliardico

confessionale

così battesimale

per accucciarmi accanto al pianoforte

al quale irato tu ricostruivi lo spartito mozartiano

cazzo urlavi il divino Mozart l’ha scritte così

e così e così queste note

non come il Benedetti Michelangioli le insulta

con le sue piote segaiuolvirtuose

bresciane bresciane

poi anche a me non le mandavi a dire

scazze feroci contro i pavesini e i vittorini

e i cecchini e i pratolini

toscanelli e aspiranti toscanini

non te n’andava bene una cristo

ma sai gliè che nessuna era bene

e la bellezza già in quell’affacciarsi

degli anni sessanta

era altrove

 

…gruppano ora dentro un vagolare

ànfanano e s’incrostano

armenti pacifisti inzaccherati

d’analfabetiche scorie 

Benjamin

c’era già Pasolini e parlava e scriveva e grandiosamente vedeva

le morenti generazioni

eppure le voleva salve a colpi di linguaggio

e non si dilettava negli agguati

abissalmente nuovo

ma Eschilo mica Flajano

sparava in bocca nel luogo d’afasìa

ai nuovi scolari ai nuovi maestrucoli

alla italiana linguetta

e diàva in Lengua

i milioni e milioni

che smerdavano il Sacro

e a Milano era amato dai rari

non dai vagheggiatori dei giangiacomi

 

…vedi sonnambulano

scuoiate bucherellate

sul fronte telecamera

mentre le braghe cacherellanti

ristagnano tra i risvolti di carni

e le frollate carte d’identità

le clonecàpre manco s’inerpicano

né precipitano se ne stazzano nell’ordinaria

lista d’attesa del burrone

alle costole dei clonecàpri trìffidi

lì nei paraggi d’un ticket usato

 

…e ti sembrava merda Benjamin

quando isterici Rumi & Garelli

razzavano le sottane deserte a Brera

e profittando di basse metriche

assonanzacce allitterazioni contrepèt al Montale

perito industrial Eugenio

topesco e corrierato di boria

e olé che entrino i còmici

prima dello spettacolo dell’attentato

olé

buster keaton

e wurstel crauti

e chatta nooga

e taras bulba

e coca cola

e walzer lento

e santo maso

e cassi nari

e mentre i cosiddetti minori

musicologi a ore e inchini

al Commendator Meneghini

e imbrattatele “ce l’hai un mila?”

entrava la Poéta aggrappata

al risottino delle Pirovini

aggratis

e lì su due ginocchi tremanti

t’obliteràva la Poèta

per una notte al caldo

olé

olé Benjamin

passavi all’azione verlainiana

e mi donav’iperdosi

d’aristocratico disprezzo

portando acqua al mare oceano

sanquirichese

e allora procediamo? Procediamo

 

il fucile ce lo metto io lo tengo

incollato sotto lo Steinway a coda lunga

oliato e pulito

e tu ci metti la mira oh senesìno

costì ò costì io resto accanto

allo spigolo del Ponte di Brera e batto il tempo

come arriva la “S” e si spalanca la prima porta

e il tronfio nobel mancato si scopre

ai montanti del bus

immontalato come un creditore

lo sguardo perso sotto i suoi livori

e prima che i battenti s’accostino

all’uopo di sfornarlo

flaccido e prono all’uscio

principal del Corsera –

un attimo un attimo oh ghibellino

e stciumm colpo secco nel centro della fronte

vetri rotti di bottiglia cocci

e il Montale s’accàpa ai battenti

e non stacca le mani e resta lì

laureato sul campo e rotola

alla fermata della sua Stoccolma

al sacro numero della via Solferino

 

e tosto gli ruscellano intorno

buzzati e gramigna

giansiri ferrati

anceschi belli freschi

e la crespi disadorna

e chi è stato! e chi ha osato!?

sacrilegio all’erede del Pascoli

e per giunta bello fresco

ma no Benjamin non potrebbe

no non è stato il corvo di Belluno

non ci vede d’un palmo

c’è una mano sicaria –

a Brera a Brera!

 

ma il Montale vivrà

putrescente da vivo

falso allarme non è morto

Benjamin

era solo una prova una prova generale

senesìno però l’angolatura era buona

la prossima volta

la prossima volta

ma non c’è mai stata Benjamin

ti ricordi?

ben altri scoops e shots

venivano d’America

l’Hemingway sì che s’è piantata in gola

la fedele Winchester

e a Marylin gliel’hanno fatta

i gesti son finiti e le canzoni

si perdono tra terrori e tremori

perché dannarci l’estasi nel segno

grandioso di Rainer Maria Rilke

spargendo pallidosangue ligure e non gallo

ad inquietar galline

 

rinunciammo Benjamin

ma non all’ira

e io qui sopravvissuto perfino alla Milano del  Bettino

scappicchiato e tornato qui non cedo

a levar mani e dare in smaniose

scenate al Biffi Scala.

 

Sto aggrappato all’invettiva

al fertile disprezzo.

 

 

 

 

Da Odio Amore Furia

*Materiale ricevuto dallo scrittore Girolamo Melis

PRINCìPI E MANIFESTI DEL DINANIMISMO

 

 

***Alcuni dei seguenti saggi di Zairo Ferrante sono stati inseriti, in versione modificata e/o corretta, ne “I bisbigli di un’anima muta”.

Libro del medesimo autore, edito da  CSA EDITRICE   (2011).


PREFAZIONE

 

 

Il Dinanimismo (Movimento Poetico/Artistico Rivoluzionario Delle Anime), fondato da Zairo Ferrante nel 2009, è stato già ufficialmente riconosciuto come avanguardia da una parte della Critica letteraria. Il movimento si pone l’obiettivo di riavvicinare la Poesia e l’Arte, tramite un linguaggio semplice ed immediato, alla gente e di contrapporLe alla dilagante superficialità dei nostri giorni. La parola dinanimismo nascedalla crasi tra “dinamismo” e “Anima”, volendo in questo modo sottolineare il principale compito dell’Arte e soprattutto della Poesia: smuovere l’Animo umano e costringere l’Uomo a riflettere liberandoLo, così, dal giogo del “pecora-pensiero”. In poco più di un anno il Dinanimismo è stato segnalato su diversi siti e periodici culturali ed ha prodotto due e-book gratuiti. Attualmente è un movimento poetico-artistico vivo ed attivo, è in sinergia con le più attive Avanguardie artistiche italiane (sia di matrice romantico-umanistica che “futuristica”) ed è sostenuto da numerosi Artisti sia Italiani sia Stranieri, alcuni anche molto noti, i quali collaborano con il movimento in modo del tutto libero inviando le proprie opere che periodicamente vengono pubblicate in modo del tutto gratuito sulle pagine on-line del Dinanimismo e sulla rivista “Il mulo dinanimista”, fondata insieme alla giornalista Roberta Murroni nel 2010 e distribuita gratuitamente tramite e-mail.  Nel 2012 il Movimento ha inaugurato una collaborazione mediatica on-line con l’Accademia Letteraria Italo-Australiana Scrittori (A.L.I.A.S.: Pres. Cav. Giovanna Li Volti Guzzardi).

 

Link utili: http://zairoferrante.xoom.it/ http://ilmulodinanimista.wordpress.com/

**leggi anche special dal 1° blog di poesia della RAI – “Poesia di Luigia Sorrentino” RAI news 24: http://poesia.blog.rainews24.it/2013/08/28/la-vostra-voce-zairo-ferrante/

 

 

Manifesti

del

DinAnimismo”

MOVIMENTO POETICO/ARTISTICO RIVOLUZIONARIO DELLE ANIME

Già riconosciuto ufficialmente da parte della Critica come Avanguardia letteraria

 

1° Manifesto (luglio 2009)

POESIA: LA VOCE DELL’ANIMA

di

Zairo Ferrante


 

A chi mi rivolgo? A tutti, proprio tutti, a coloro che amano la Poesia, a coloro che La odiano, a coloro che fanno, a coloro che pensano di fare o di non fare Poesia, a coloro che dicono: “la Poesia non fa per me”, a coloro che pensano che la Poesia sia fortuna di pochi, qualità e virtù di certa cerchia ristretta di persone. Sempre più gente si allontana o evita di avvicinarsi a questa forma “Innata d’Arte” e sempre più “Dotti” cercano di spacciare la Poesia come un qualcosa di non accessibile a tutti. Signori miei, “mercanti di classismo” secondo me, siete sulla strada sbagliata!

La Poesia è Anima, anzi è la voce dell’Anima, è istinto, è voglia di vivere, è uno dei pochi mezzi (insieme alla Musica ed alle Arti visive e figurative) che permette, a mio avviso, di dialogare in silenzio con noi stessi. E partendo dal presupposto che tutti abbiamo un “Anima”, mi sembra facilmente intuibile che tutti abbiamo la capacità di ascoltarla e soprattutto capirla. Basta imparare la sua lingua, una lingua che può essere semplice o complessa questo non importa, una lingua che adotti termini “antichi” o che inventi parole nuove questo non è un problema, una forma che contempli le rime o che le fugga questo è personale. L’importante è che sia Poesia, l’importante è che sia Anima, l’importante è che si ascolti quest’Anima. Ormai signori miei, il mondo corre veloce.

E la fatica per seguirlo è tanta. Difficilmente possiamo sottrarci a questa maratona, ed allora qual’è la soluzione?

Capirsi!!!

Ascoltare, le vere richieste della coscienza, in silenzio, scrivendo, dipingendo o componendo quello che l’Anima detta.

Ed a coloro che dicono ma io non ne sono capace, rispondo: Impossibile!!!

Hillman in Re-visione della psicologia (1975) scriveva: “La terapia o l’analisi non è solo un qualcosa che gli analisti fanno ai pazienti, essa è un processo che si svolge in modo intermittente nella nostra individuale esplorazione dell’anima, negli sforzi per capire le nostre complessità, negli attacchi critici, nelle prescrizioni e negli incoraggiamenti che rivolgiamo a noi stessi. Nella misura in cui siamo impegnati a fare anima tutti siamo ininterrottamente, in terapia”.

La vera difficoltà, secondo me, sta nel capire che “stiamo facendo Anima”, ma quando riusciamo in questo, allora stiamo riuscendo anche a fare Poesia; e quando la Poesia viene fuori , è come un suono silenzioso, che farà sicuramente vibrare qualche altra corda. Questa vibrazione potrà essere percepita da un’altra persona che in quel momento capirà che “sa fare Anima” ed ecco che si farà nuovamente e diversamente splendida Poesia! Ecco la Rivoluzione: un altro nel mondo avrà capito che come tutti sa e può fare Poesia. Un altro nel mondo avrà ascoltato la sua anima. Un altro nel mondo non avrà paura del futuro perché sa che quel futuro non lo travolgerà.

Sparisse il lusso, le automobili, gli aperitivi, la tv al plasma, l’aria condizionata, il riscaldamento ed il petrolio, l’uomo non ritornerebbe agli albori perché a quel punto avrebbe il suo Futuro, avrebbe la sua Poesia, avrebbe la consapevolezza della propria Anima.

Mi auguro allora, che tutti un giorno possano avere una personale raccolta di Poesie, che racchiuda propri componimenti e componimenti di Altri.

Poesie messe insieme non perché appartenenti allo stesso autore, ma perché semplicemente appartenenti alla Poesia.

Poesie messe insieme non perché appartenenti ad una corrente letteraria ben precisa, ma perché semplicemente appartenenti all’Anima.

Poesia intesa come: “DinAnima” (crasi tra Dinamismo ed Anima).

Poesia, innata ed istintiva terapia del “normale”, sublime voce di Tutte le Anime, nemica del male del ventunesimo secolo; nemica della superficialità.

 Zairo Ferrante

 

 

2° Manifesto settembre 2009

“DINaNIMISMO E POESIA INTESA COME DINaNIMA”

 

Sento la forte necessità di chiarire ulteriormente il significato dei concetti, da me espressi, di Dinanimismo (movimento poetico rivoluzionario delle anime) e di Poesia intesa come Dinanima onde evitare che il mio, continuo, parlare di “movimento poetico” possa essere frainteso o scambiato per un atto di presunzione.

Tranquillizzo tutti!

Non ho ha la pretesa di stravolgere la Poesia ed infangare chi abilmente scrive da anni per professione, sia perché nutro immensa stima nei confronti di Questi, sia perché non credo di esserne capace e per età e per cultura.

Il termine “movimento” deve essere inteso come una “quasi provocazione” volta a far riflettere sul perché si assiste, specialmente da parte dei più giovani, ad un allontanamento dalla Poesia ritenuta sempre più spesso, una forma di scrittura incomprensibile o addirittura vecchia e fuori moda.

Ovviamente non ritengo possedere una risposta assoluta o inopinabile; ma quello che ho pensato è stato ingenuamente che forse non è stato l’uomo ad allontanarsi dalla poesia ma il contrario.

Ho pensato che, da alcuni anni a questa parte, il fare Poesia si sia allontanato dal fare immagine non riuscendo più neanche a “fare Anima”.

(A tal proposito, riporto le parole di James Hillman rilasciate in una Sua intervista tanto illuminante da divenire uno splendido saggio edito da BUR “Il piacere di pensare” conversazione con Silvia Ronchey “…I grandi epici, e anche i poeti di oggi non usano astrazioni. Cercano di esprimere il mondo interiore con immagini e suoni molto precisi e concreti. I nostri sogni non dicono <<paura>> o <<sesso>>. Nei sogni incontriamo eventi e immagini….. Ciò che la psiche fa per prima cosa è presentare la sua interiorità nei sogni….non in parole, non in concetti, non in sentimenti: in immagini! Quindi se l’attività primaria e congenita della psiche è <<fare-immagine>>, poiesis in greco, allora la psicologia deve essere prima di tutto uno studio dell’immaginazione…”)

Ecco che il mio parlare di “DinAnimismo” vuole essere un’esortazione a ritornare ad una Poesia capace di smuovere le anime servendosi, semmai, di parole semplici ed immagini immediate in grado di mettere il lettore in condizione di raggiungere, con la fatica dell’immaginazione e della riflessione, la “personale emozione”.

Poesia che adotti un linguaggio consono a quello dell’anima.

Non parole come serenità e tranquillità ma il “naufragare dolce” Leopardiano.

Non la parola Amore, ma immagini di gioia, fatica, difficoltà, ansia, etc. etc. che unite danno una precisa sensazione, quella che l’anima definisce Amore.

Poesia come fedele Cicerone, che accompagnandoci lungo la strada più ardua e difficile, ci conduca alla riscoperta dell’anima interiore ed esteriore fondendole in un’unica e dolce musica.

Ovviamente questa non è cosa semplice, e riconosco che non sempre sia facile per il Poeta creare una Poesia o addirittura un intero libro fatto di “immagini pure”, quindi quello che auspico è un “semplice tendere” della Poesia verso l’anima, da me definita come “Dinanima”, in modo da suscitare nell’animale-uomo l’interesse e soprattutto il piacere nel metabolizzare l’immagine e sviluppare l’emozione.

Contrastando, in questo modo, quella superficialità che sempre più frequentemente usiamo nell’approcciarci agli avvenimenti quotidiani che si susseguono nella nostra vita.

É un poco come mangiare un piatto pronto da riscaldare al microonde o mangiare un piatto che ci siamo, con fatica, preparati con le nostre mani partendo dai singoli ingredienti consigliatici da un amico.

Credo che solo in quest’ultimo caso si possa riscoprire il vero piacere del cibo e del mangiare.

Detto questo mi auguro che sia stato felice nello spiegarmi e spero vivamente che le mie parole vengano prese per quello che sono: riflessioni di un ventiseienne innamorato della Poesia.

Inoltre auspico che questi pochi righi possano far riflettere anche Coloro (ed immagino siano tanti) che non condividono il mio modesto pensiero, forse per Loro poco poetico, ma, almeno, ingenuamente sentito.

 Zairo ferrante

 

3° Manifesto

ANIMA E POESIA NEL FUTURO TRANSUMANISTA

Documento Del DinAnimismo (movimento poetico rivoluzionario delle anime)

di Zairo Ferrante

 

Robot,umanoidi con circuiti di memoria infiniti, vita quasi illimitata, intelligenze potenziate artificialmente, colonizzazione di nuovi mondi da tutti,ora, considerati impossibili; il tutto condito da una miriade di poteri post-umani nel 2010 inimmaginabili.

Questo è uno degli scenari possibili che si prospetta in un futuro, forse neanche troppo lontano.

Pensiate sia fantascienza?

Beh lo era anche la penicillina agli inizi del ‘900, lo erano i robot negli anni ’40, la nanotecnologia negli anni ’50, l’adsl e le linee senza fili nel ’90, l’antimateria ottica nel 2000 etc. etc.

Ecco quindi che chiedo solo il beneficio del dubbio per queste mie parole, in virtù della formidabile evoluzione scientifica degli ultimi trent’anni.

Però immaginando tutto questo, io che sono un DinAnimista, mi chiedo: e l’Anima?

Che posto occuperà nella futura civiltà transumanista? Continuerà ad esistere oppure cesserà inglobata o fagocitata da milioni di nanoparticelle volte a rilevare e far sparire l’essenza sublime che accompagna l’uomo fin dai suoi primi passi?

Poi sorrido, forse sono andato un poco oltre con la fantasia e mi dico: sia essa Spirito Divino, Essenza ed Alito di vita, coscienza dell’Io, parte del super-io o nella meno poetica delle ipotesi semplice circuito neuronale, l’Anima non può sparire.

Anzi, ritengo proprio che in uno scenario transumanista l’Anima sia cosa fondamentale ed indispensabile per la sopravvivenza dell’uomo, ritengo che questa Sconosciuta possa essere l’unica risorsa in grado d’aiutare l’essere umano ad affrontare e gestire nel migliore dei modi il progresso illimitato che altrimenti potrebbe segnare la fine dell’umanità.

Ecco che in questo scenario in cui l’Anima e la Coscienza rappresentano l’unica risorsa intrinseca dell’uomo la Poesia e quindi i Poeti hanno la possibilità di risorgere ed elevarsi nuovamente, per l’ennesima volta nel corso della storia, a “maestri dell’Animo umano”.

Poesia come vincastro dell’Anima in quest’era nuova e veloce, Poesia come supporto e compagna dell’uomo in questo futuro viaggio alla scoperta di “nuovi mondi, sfavillanti galassie ed infiniti universi”.

Poesia semplice ed umano fucile in grado di colpire ed affondare l’umana e troppo diffusa superficialità.

A questo punto sorrido ancora e penso…tutto questo può essere chiamato DinAnimismo?


DINANIMISMO: FUTURISMO INVERSO, ALLA RICERCA DELL’ANIMA SMARRITA

di

Zairo Ferrante

Il grande merito del futurismo, e lo si evince già dal nome, è stato quello di saper leggere il futuribile. Infatti, Marinetti e i Suoi intuirono che il mondo stava per cambiare, capirono prima di tutti gli altri che il progresso e la tecnologia stavano per diventare delle costanti della società e non più eventi estemporanei.

Fu così che grazie ad una genialità senza paragoni, seppero elevarsi a “Maestri di Anime” e, per mezzo della loro produzione artistica, presero per mano l’uomo dell’inizio ‘900, ricco di “pathos” ma non pronto per il progresso, e lo accompagnarono nel “mondo tecno-sviluppabile”.

Oggi, in un mondo “tecno-sviluppato” in cui la scienza e il progresso sono delle costanti giustamente inarrestabili, l’Artista deve fare esattamente il contrario.

Bisogna, infatti, che la produzione artistica aiuti l’uomo “pre-robot” a ritrovare e a far ripartire la sua Anima disorientata dall’eccessiva velocità e dai numerosi input che arrivano dai media, dalle vetrine e dalla globalizzazione.

Queste parole possono sembrare eccessive – o meglio folli – ma sono, secondo me, necessarie affinché tutti si rendano conto che a breve quello che distinguerà l’uomo dal “post-umano” sarà proprio il suo sapere e dovere “fare anima”.

Quel “fare Anima” che si compie nell’introspezione, nella riflessione, nella capacità critica e discriminativa tra ciò che è bene e ciò che è male.

Quel “fare anima” che in un turbine di velocità si sta perdendo e che il DinAnimismo, invece, invita a non sottovalutare.

Anima che va recuperata anche per mezzo dell’arte, che deve essere semplice, della gente, immediata, per la gente, forte e sconvolgente proprio come quella futurista.

Ecco che, in virtù di quello appena scritto, ritengo che il DinAnimismo, la sua idea di arte, la sua indipendenza (intesa anche come assenza di vincoli per tutti coloro che in qualche modo sono in sintonia con esso) e la sua singolarità (mantenuta anche incarnando un sentimento probabilmente comune e diffuso), dovrebbero essere da tutti considerati, rispettati e eventualmente ampliati e/o modificati in comune, dalla gente, per il futuro comune e per la gente futura.

Il DinAnimismo è un’idea libera, ne accetta altre e difende le opinioni di tutti, non in virtù del loro essere favorevoli o contrarie, ma in base al loro esistere, essere e voler continuare a essere libere.

Ricordate: il Futuro senza l’Anima non esiste perché non lo si può né immaginare né costruire.



PRECISAZIONI SUL DINANIMISMO

Preciso che il Dinanimismo è un movimento poetico/artistico, che non ha nessun indirizzo politico, chiunque vi aderisca, e in modo passivo e in modo attivo (con scritti o altro), lo fa solo in nome della Poesia e dell’Arte.

Questo movimento si ripropone di difendere e diffondere la Poesia e l’Arte, intendendole soprattutto come elemento di unione culturale (quindi anche politico-religioso). Ecco perché non sono ammessi interventi che non siano strettamente artistici e/o culturali.

Il dinanimismo, infatti, considera la Cultura e l’Arte come elementi che, assolutamente, devono trascendere le idee e le divisioni politico-religiose.

Sia che l’Arte e la Poesia si trovino a Destra, sia che si trovino a sinistra, restano sempre espressioni dell’animo umano con una  loro dignità ed individualità  (purché non siano, ovviamente, offensivi verso popoli, comunità e singoli individui).

Ritengo, inoltre, che ognuno sia libero di esprimere le proprie idee politico-religiose dove vuole e come meglio crede, senza per questo mescolarle ed attribuirle a questo gruppo.

Ho voluto scrivere questa nota, nel rispetto e nell’interesse di tutti i Gruppi ed i Singoli che collaborano ed intrattengono rapporti e sinergie artistiche con il dinanimismo, affinché si possano sentire liberi di esprimere la propria Arte senza essere bloccati o fuorviati da inutili equivoci che sottraggono soltanto tempo prezioso al “mirabile lavoro del fare”.

Con la speranza che il buon senso possa prevalere auguro a tutti una Buona Poesia ed una produttiva Arte trasversale

ZF

 

PAGINE UFFICIALI DEL DINANIMISMO:

 

http://e-bookdinanimismo.myblog.it/  (Blog ufficiale del movimento)

 

http://ilmulodinanimista.wordpress.com/ (Rivista gratuita “il mulo dinanimista”)

 

 

http://recensionedinanimista.myblog.it/ (Webzine ufficiale del movimento)

 

http://www.facebook.com/?ref=home#!/group.php?gid=204519892143 (il Dinanimismo su facebook)

 

 

 

 

UFFICIALIZZAZIONE Critico/Letteraria DEL DINANIMISMO :

 

Con immenso piacere vi comunico che il DinAnimismo (movimento poetico/artistico rivoluzionario delle anime) è stato ufficializzato da una parte della Critica come Avanguardia letteraria (vedere articolo seguente tratto dal network Nazionale Controcultura).

A questo punto mi sembra doveroso fare qualche precisazione, soprattutto per sfatare eventuali false credenze sul senso della desinenza  “ismo”, che può essere facilmente banalizzata e/o spaventare il lettore, rappresentando, così, motivo di critica poco costruttiva.

Parlando di DinAnimismo si parla di un movimento del tutto libero, che ha come unico scopo quello di difendere e promuovere la Poesia e l’Arte come voci ed espressioni insostituibili ed irrinunciabili dell’Anima.

Appare chiaro che tale visione è figlia di un pensiero Romantico, che deve, inevitabilmente, evolversi per restare al passo col tempo che fugge veloce e per essere di supporto all’Uomo nuovo, all’Uomo del XXI sec.

Ecco, quindi, spiegato il perché delle varie e possibili sinergie (alcune già avvenute con evidente successo), che il Dinanimismo si propone e s’impegna a promuovere con i singoli Artisti e con gli altri (contemporanei) Movimenti artistici di matrice Romantica, Umanista e Futurista.

Movimento, quest’ultimo, ben consolidato ed aperto a tutte le correnti artistiche, filosofiche e scientifiche (soprattutto operanti nel web) che mirano a supportare, aiutare e proiettare l’Uomo nel futuro imminente.

In tale ottica, infine, invito a pensare al Dinanimismo come ad un enorme contenitore nel quale Poeti, Scrittori ed Artisti di ogni genere, possano interagire e crescere senza ostacolarsi, con la speranza che tali scambi possano far nascere opere libere, non vincolate e frutto della personale Anima.

Opere partorite dall’Uomo presente per esser consegnate a quello Futuro e, possibilmente, migliore.

 

 

Detto questo Vi ringrazio e Vi invito a leggere sia l’Ufficializzazione Critica, pubblicata sul network Nazionale ” Controcultura ” e disponibile al seguente link,

( http://guide.supereva.it/controcultura/interventi/2009/12/dinanimismo-e-neofuturismo-letterario/ )

e sia l’articolo sul Dinanimismo pubblicato sulle pagine on-line di “Roma Capitale Magazine “: Il Dinanimismo (Movimento Poetico/Artistico Rivoluzionario Delle Anime), fondato da Zairo Ferrante nel 2009, è stato già ufficialmente riconosciuto come avanguardia da una parte della Critica letteraria. Il movimento si pone l’obiettivo di riavvicinare la Poesia e l’Arte, tramite un linguaggio semplice e immediato, alla gente e di contrapporLe alla dilagante superficialità dei nostri giorni. La parola dinanimismo nasce dalla crasi tra “dinamismo” e “Anima”, volendo in questo modo sottolineare il principale compito dell’Arte e soprattutto della Poesia: smuovere l’Animo umano e costringere l’Uomo a riflettere liberandoLo, così, dal giogo del “pecora-pensiero”. In poco più di un anno il Dinanimismo è stato segnalato su diversi siti e periodici culturali ed ha prodotto due e-book gratuiti. Attualmente è un movimento poetico-artistico vivo ed attivo, è in sinergia con le maggiori Avanguardie italiane (sia di matrice romantico-umanistiche che “futuriste”) ed è sostenuto da numerosi Artisti sia Italiani sia Stranieri, alcuni anche molto noti, i quali collaborano in modo del tutto libero con il movimento inviando le proprie opere che vengono pubblicate sulle pagine on-line ufficiali del dinanimismo e sulla rivista “Il mulo dinanimista”, fondata dallo stesso Ferrante e dalla giornalista Roberta Murroni nel 2010 e distribuita gratuitamente tramite e-mail… continua su: http://www.romacapitalemagazine.it/index.php?option=com_content&view=article&id=247:il-dinanimismo&catid=7:notizie&Itemid=115

Versi in lingua Sarda di Francesco Masia

168237_190404407643206_100000209438038_767934_2478882_s.jpg**”Versos pro s’ischidada” “Versi per il risveglio”

di Francesco Masia

Non bi ada peraulas o versos .. /Non ci sono parole o versi,
solamente sentimentos /
solo sentimenti.
Abbaidende! /
Guardando!
fiores pius bellos de ammirare /
fiori più belli, da ammirare,
fiores chi faeddana /
fiori che parlano
De calchi cosa chi ada a suzzedere. /di qualcosa che accadrà.

Chelzo arrivire a cras manzanu /Voglio solo arrivare all’alba
a cando sa lughe /a quando la luce
est pius’acculzu a domo mia /è più vicino alla mia casa.
e si ada a bidere chi appo iscrittu /Si vedrà che ho scritto
e tue tes’aere leggidu calchi cosa /e tu avrai letto qualcosa.

Sovente suzzedidi a mie! /Succede spesso a me!
e non isco si tue las legges /Non so se tu leggerai,
non isco si ti ana a toccare /non so se sentirai qualcosa.
Isco solu/ So soltanto!
Chi onzi notte mi auguro /Che ogni notte mi auguro,
chi siada cuntentu su tou ischidare./ felice il tuo risveglio.

Franco(Francesco) Masia madre Algherese e padre Ittirese, nasce nel 1954 in un piccolo centro della Sardegna, Tula in provincia di Sassari, dove attualmente risiede, sposato con Graziella.
Sin da ragazzo è appassionato di poesia e letteratura, dovette abbandonare presto gli studi per dedicarsi al lavoro attivo negli anni 70 per necessità contigenti.
IL secondogenito di un nucleo familiare composto da un fratello minore e 4 sorelle.
Da giovanissimo continua ad acculturarsi in privato frequentando con sacrificio vari corsi di specializzazione, intraprende ed è titolare di una piccola impresa edile (figlio d’arte), lavorando quasi sempre fuori dal paese, ed in particolare in Costa Smeralda.
La sua alta propensione all’ associazionismo lo porta nell’organizzazione imprenditoriale a ricoprire i massimi livelli dirigenziali:Presidente Provinciale,
dirigente Regionale e per 10 anni componente la direzione Nazionale.

Nel 2004 è colpito da ischemia acuta, gli viene riscontrata una cardiopatia, è costretto all’infermità,ed i medici ne consigliano il totale riposo.

Oggi con piglio si dedica più assiduamente a quanto, da piccolo abbandonato, mettendo a frutto tutte quelle sapienze ed esperienze: umane, sociali, lavorative, sindacali e associazionistiche vissute.

OPERE:

a) libro in lingua Sarda pubblicato nel 2007 composto da ottanta liriche edito dalla Magnum Edizioni dal titolo “Tribulias”.

b) libro in lingua Sarda pubblicato nel 2009 composto da 130 liriche edito dalla Cirronis Editore dal titolo “Istinchiddias e Buttios”.

c) Libro in lingua italiana dal titolo “Canti,Pianti e rimpianti” 32 pesie edito dalla Riflessione Edit. pubblicato nel 2010;

d) Romanzo-verità in lingua Italiana, pubblicato dalla Magnum Edizioni dal titolo “disFAIDAnte”.

e) In itinere pubblicazione del libro “Boghes a bentu”-“Voci al vento” 52 Poesie in lingua sarda con a fianco traduzione editerà la Riflessione Edit.

f) In itinere pubblicazione del libro “Duas limbas duos coros”-“Due lingue due cuori” 52 Poesie in lingua sarda con a fianco traduzione.

**Versi ricevuti dallo stesso autore

Dic 22, 2010 - b) VERSI DINANIMISTI    No Comments

Poesia di Zairo Ferrante tradotta in Inglese e Spagnolo

34461_137590179587528_100000096404624_361036_3826858_a.jpgVIAGGIO NEL SILENZIO di Zairo Ferrante

Soltanto sospinto dal vento
io sento il suo canto
e d’incanto mi perdo nel sole.
È mattino! 

Libere traduzioni, in Inglese e Spagnolo, della Poetessa Californiana Ute Margaret Saine
 
 
Traveling through the Silence

Only driven by the wind
I hear how it sings
and by its charm
find myself in the sun.
It’s morning!
 
 
Viajando por el silencio
 
Solo empujado por el viento
escucho su canto
y del encanto me pierdo en el sol.
¡Es la mañana!

**Quadro “apparizione notturna I” dell’Artista Nicola Villano: http://www.arteitaliana.net/VILLANO/Main.htm

 

 

Versi in collaborazione dalla FRANCIA

68230_129899980405223_100001556645462_185039_1468471_n.jpgGueule noire
di Laura  Mucelli Klemm
Trente ans de ta vie
sous la terre
comme un ver
à extraire l’énergie
de demain pour les frères
Camarades jusqu’au sang
tous solidaires en enfer
quand la vie ne tient
qu’à un souffle, une étincelle
qui enflamme la poussière
à la vitesse de l’éclair
Tu contrôles ta lampe
le regard miné
l’angoisse permanente
d’être muré
sans revoir le ciel
Je t’ai vu souvent
le regard lourd
toi qui a vu brûler
des compagnons
impuissant
devant la fatalité
en revenant
de ces chapelles ardentes
où brillaient les flammes
de leur âme évanouie
dans le trou
Et chaque jour avec courage
tu redescendais par la cage
dans les veines ensanglantées
pour y puiser l’or noir
Et chaque jour était une victoire
quand tu pouvais
revoir le bleu de l’horizon
après avoir débarrassé
ton corps
de toutes ces crasses
moites et obscures
pour rejoindre ton foyer
avec encore un peu de charbon
pour souligner
l’éclat de tes yeux
Trente ans de ta vie
pas un de plus
tu connaissais
le prix de l’existence.

Laura Mucelli Klemm PROVVIDENZA 20-11-2010 (tous droits réservés)


Dédié à mon Père Ovidio MUCELLI, à son labeur et à sa vaillante carrière
ainsi qu’à mon frère, à mon époux
et à tous les mineurs de fond.
Publié en ce 24 novembre 2010 à sa mémoire que j’honore depuis trois ans à présent.
Tu me manques papa, je ne t’oublie pas, je te l’avais promis.♥

Minatore ( Gueule noire)

Trenta anni della tua vita
sotto la terra
come un verme
per estrarre l’energia
di domani per i fratelli
Compagni fino a tributo di sangue
tutti solidari in inferno
quando la vita è sospesa
a un soffio,una scintilla
che infiamma la polvere
colla velocità del lampo
Controlli la tua lampada
lo sguardo minato
l’angoscia continua
di essere murato
senza rivedere il cielo
Ti ho visto spesso
lo sguardo grave
tu che hai visto bruciare
lavoratori
impotente
davanti alla fatalità
quando tornavi
da quelle camere ardenti
dove brillavano le fiamme
della loro anima svanita
nella buca
E ogni giorno con coraggio
ridiscendevi colla gabbia
nelle vene insanguinate
per attingerne l’oro nero
E ogni giorno era una vittoria
quando potevi
rivedere l’azzurro dell’orizzonte
dopo aver liberato
il tuo corpo
di tutti questi sudiciumi
madidi e oscuri
per raggiungere il tuo focolare
con ancora un po’ di carbone
per sottolineare
il bagliore dei tuoi occhi
Trenta anni della tua vita
non più di uno
conoscevi
il prezzo dell’esistenza.

Laura Mucelli Klemm PROVVIDENZA 20-11-2010 (tutti i diritti riservati)


Dedicato a mio Padre Ovidio MUCELLI,al suo lavoro,alla sua fatica e alla sua valorosa carriera
e ugualmente a mio fratello,a mio marito
e ad ogni minatore di fondo.
Pubblicato in questo 24 novembre 2010 alla sua memoria che onoro da tre anni ora.
Mi manchi papà,non ti scordo,te l’avevo promesso.♥

Versi dalla Sardegna

Le_ravissement_de_Psyche.jpgDedicato all’Amore (il mio Amore)

di Roberta Murroni

Rocce e spine
scolpite sul corpo come brezza
di lieve e pungente profondità.
Stordiscimi col tuo ego,
la tua essenza m’è cara e sfuggevole:
volto coperto di sole e capelli unti di sale,
sei nell’anima e nel corpo,
orgasmico mutare di intenti e tragedia.

Roberta Murroni: laureata in Lingue e Letterature straniere presso l’Università degli Studi di Milano, studentessa del corso di laurea specialistica in Lingue e culture per la comunicazione e cooperazione internazionale presso lo stesso ateneo, insegnante di lingue presso scuole private, ricercatrice per il centro studi Sea (Centro Studi sulla Sardegna e sui rapporti storici, culturali, sociali ed economici con l’Europa e l’America Latina), scrive per le testate giornalistiche L’Arborense e La gazzetta del Sulcis, collabora con la rivista letteraria dell’Università degli Studi di Milano “Altre modernità”.

*Quadro:  Le ravissement de Psyche, William Bouguereau, 1895

 

scritti dei Collaboratori

     L’ORLANDO PRECARIO      di “Carlo Rinaldi”

        finalista del primo concorso dinanimista

 

320px-Peterzano_-_Angelica_and_Medoro.jpgQual velo di dama crudele

un fumo indeciso di fiele

pulviscolo incerto si spande

pesante negli occhi lo vedo

 

oscura cortina che cala

sipario su favola d’oggi

che narra di papi baroni

e pupi impauriti sospesi

di trame e d’inganni moderni

 

da castelli precari si alza

di carte brillanti truccate

misere in fila crollate

al soffio di solita sorte

 

polvere sassi detriti di sogni

nuvole e schegge

cavalier a contratto

nascondon ancora sepolto

che d’armi ideali fu morto.

 

*Quadro: Angelica si innamora di Medoro, dipinto di Simone Peterzano, Collezione privata.

DIVERSO DA CHI?

UN PERCHE’ DELLA POESIA

di Zairo Ferrante

 

Maria_Magdalene_crucifixion_detail.jpgE’ da tempo che promuovo l’utilizzo della Poesia come mezzo d’introspezione.

Un’introspezione non fine a se stessa, non puro egoismo.

Guardasi dentro significa si… cercare di capirsi, vuol dire certamente prendere atto dei propri limiti e dei propri “daimon”; ma la vera introspezione si compie solo quando si proiettano le proprie conclusioni all’esterno.

Introspezione vuol dire capirsi per capire, un pensiero è realmente positivo solo quando produce dei frutti tra la gente e per la gente.

Capire se stessi senza sforzarsi di comprendere, se non di aiutare, il prossimo è un lavoro vano ed in alcuni casi addirittura controproducente, perché può rendere schiavo dei propri limiti senza aiutare a superarli.

Ecco che la lettura di una Poesia con annesso lo sforzo cui siamo obbligati a sottoporci per comprenderla e per comprendere chi l’ha scritta, può regalarci un valido sistema per entrare in sintonia con i nostri possibili interlocutori, al fine di evitare che la società si divida sempre di più tra chi non è compreso e tra chi non vuole comprendere.

L’Anima esiste, è una qualità di tutti e se La si riesce a leggere e decriptare può davvero donare tanto.

A tal proposito vi propongo una lettera tratta dall’illuminante blog di Don Franco Barbero che, Lui stesso, con estrema gentilezza d’Animo mi ha permesso di “rubare”.

 

 

UNA LETTERA FIRMATA

Caro Don Franco

Sono una ragazza di 29 anni che ama una ragazza.

Non sono credente, purtroppo, a volte mi viene da dire, ma volevo ringraziarla con tutto il cuore per quello che fa, per quello che rappresenta, perché le assicuro che nelle sue parole di pace, di accettazione di accoglienza, tutti, credenti, non credenti, troviamo ristoro e serenità.

A forza di sentirsi appellare come esseri immorali, depravati e incapaci di amare, a volte si finisce per aver paura di essere veramente così, ci si pone la domanda “ma sarà vero, se tutti me lo dicono ci sarà un motivo!”e, in conseguenza di questo ci si auto emargina, ci si toglie importanza, come se si avesse meno diritto ad una dignità personale, come se la propria esistenza non avesse valore in quanto tale, ma in quanto tollerata da una produttiva, sana  eterosessuale cerchia della società. Ci si sente, in altre parole, realmente esseri umani di serie b.

Anche per questo e per quel che può valere, le sono vicina e la appoggio, sperando che sempre più esseri umani possano camminare fianco a fianco come fratelli, con rispetto, con tolleranza, nel comune sforzo di ricerca della libertà e della dignità di ogni individuo.

Con rispetto e affetto

Enrica

 

LA RISPOSTA

Cara Enrica,

la sua presentazione fuoriesce da tutte le definizioni e categorie, ma è ciò che dà sostanza e valore a tutta la nostra gioia e fatica di vivere.

Le auguro di essere sempre “una donna che ama”. Solo il pregiudizio e la violenza impediscono ad una donna di amare un’altra donna, ad un uomo di amare un altro uomo.

Trovo straordinariamente intelligenti e realistiche le sue considerazioni. Chi non rientra nel modello unico, deve compiere un lungo cammino per non lasciarsi seppellire sotto una montagna di pregiudizi, luoghi comuni, sguardi e parole sprezzanti. Ma, soprattutto, esiste una congiura per convincere il “soggetto sbagliato” che, al più, potrà guadagnarsi un po’ di tolleranza. Così ancora si esalta la magnanimità di chi tollera i “diversi”.

Quante volte, essendo un prete anomalo, mi sono domandato se non ero io fuori strada, se le mie non erano deviazioni mentali, se non mi ero messo fuori dal sentiero del Vangelo. I sorrisi sprezzanti, l’emarginazione istituzionale, la povertà economica, i richiami e le deplorazioni ufficiali… mi hanno spesso richiesto molto energie per conservare quel tanto di autostima, di pace e serenità che sono necessarie per una vita dignitosa. Poi la fiducia in Dio, il sostegno di tante persone come lei, il mio piccolo lavoro quotidiano e lo sguardo attento al crescente movimento internazionale per i diritti, mi hanno dato la possibilità di sentirmi una persona né inferiore né superiore. Oggi, ormai vicino alla fine della mia vita, sento che di una esistenza resta solo l’amore ricevuto e dato.

La ringrazio, carissima Enrica, per la sua vicinanza e per l’appoggio che mi è prezioso. Lei ha davanti una vita intera da vivere con intensità e fiducia; una vita intera con l’orizzonte e l’impegno per la fraternità e la libertà di essere se stessi, se stesse.

Con profonda stima e con tanto affetto

          don Franco

don Franco Barbero

 

 

VERSI DEI COLLABORATORI

POESIA INEDITA di DANIELA SCHIARINI che nasce dal viaggio che il Dinanimismo compie7129_101285206559782_100000349098153_31583_6483017_n.jpg attraverso il web.

 

     “Anime nel Web”

 

Il fumo si diradava,salendo verso il cielo e ogni suo movimento era un messaggio…

 

Quelle sue parole

di voce immaginata

che non giungono all’orecchio

ma all’anima svezzata

Capaci di vibrare

come corde di strumento

e diffondersi nel cuore

con zelo e con tormento…

 

Va viaggiatore

viaggia!

su quelle onde di fumo immaginarie

che ti sanno consolare

condurre al cielo

…lì farti volare…

 

Azzardasti una tua resa

e in quel mare di tormenti

nessuno fu capace

di capirne i patimenti.

Ma quelle sue parole

di voce immaginata

ti diedero la spinta

quella più invidiata.

 

Non c’è occhio più severo

di colui che il vero

non vuol vedere

e allora per capriccio

un Te ceco vuole avere.

 

Catene di emozioni

si  elevano col fumo

son tante

lì a danzare

ma non le puoi afferrare.

 

Solo un’Anima che “ascolta”

leggendo

potrà “sentire”

quelle parole dolci

o amare

di voce immaginata

che non giungono all’orecchio

ma all’Anima svezzata.

DS

 

*Quadro dell’artista Carofalo Vincenzo http://www.carofalovincenzo.com/

POESIA INEDITA

75646_1705163158245_1512999216_1696975_1312723_n.jpgGuardami negli occhi: di Salvatore Fittipaldi

Foto di Irene Fittipaldi

cosa ti dirò che tu già non sai

quando te lo dirò: quando ti dirò

quello che ti dirà l’anima mia:

quando ti dirò tutto di me

guardami negli occhi:

sotto questa luna in apogeo

di me ti dirò l’indicibile e il mai detto:

ti dirò quello che solo a te dirò

così come solo il cuore sa capire:

Traduzione di Giovanna La Franca

 Look in my eyes: by Salvatore Fittipaldi

will tell you what you already do not know when I’ll tell you:
When you say what you say my soul:
when you say everything about me look in my eyes:
under the moon in this heyday of me you tell the untold
and never said I will tell you only what you say
as only the heart can understand:

Traduzione ricevuta dall’Autore

what will I tell you that you already don’t know
when I tell it to you: when I tell you
what my soul will tell you:
when I tell you everything about me
look into my eyes:
under this moon in heyday
I’ll tell you the unspeakable of me and the never told:
I’ll tell you what I’ll only tell you
as only the heart can understand: