Tagged with " poesia"

Giancarlo Fattori: tra prosa e poesia!!!

100_3432-2 copia.jpgVENEZIA di Giancarlo Fattori
 
Sembra che tutto, all’improvviso,
sia giunto a termine,
nella luce trasfigurata
del tuo sogno di bellezza eterna.
Stai morendo? Che importa,
forse muoio anche io,
affondando nei tuoi diafani seni,
nella borghese melanconia
del tuo salotto da Titanic,
che cola a picco nei miasmi lagunari,
nelle acque infette della storia,
o nella superbia, dietro cui ti celi.
Adagiata sul mare
come sull’orlo dell’abisso,
con vista sulle tue viscere antiche.
Sto morendo?
Si, e tu non m’accogli nel tuo ventre,
distratta come sei dalle tue briciole d’Oriente,
e, nel silenzio, echeggiano i miei passi,
io, pallida maschera di porcellana
che si spegne, in un tormentato inganno.
E, dunque, chi sono io, adesso?
Io, che muoio con te,
che piango le tue stesse lacrime sovrane,
con le dita tese a Bisanzio,
e il lontano ricordo delle fiamme
che rasero al suolo Aquileia,
mentre sul mare languiva Grado,
e s’accendeva il tuo splendore.
Vedi? E’ tutto finito, persino noi,
e quando m’assale la tristezza
mi crogiolo nei marmi traforati
delle tue scollature,
perchè siamo uguali, io e te,
la nostra struttura è irrazionale.
Agli occhi frettolosi di chi passa,
di chi ti compra a pezzi
senza lasciarti amore,
sei l’amore dei luoghi comuni, e oscuri.
E non mostri i tuoi relitti
se non nei colori spenti
delle tue forme di vecchia amante,
senza peso, senza materia,
fino a divenire sfuggente, traditrice.
Sul delta di Venere del tuo abbandono 
io giaccio,
indifferente alla tua 
come alla mia stessa morte,
e m’addormento tra le tue braccia
come tra le cosce d’una sposa,
solo, col cuore ardente,
tra i veli del tuo spettro,
pregni di vento, di adriatico sale.

*Dipinto digitale e poesia ricevuti direttamente dall’Autore.

Carlos Sanchez… in volo da Folignano a Montpellier…

untitled.png

















Che ci sia pace tra noi

di Carlos Sanchez

Mio caro ragno

illustre tessitore di spazi

ti offro tutti gli angoli

di questa casa immensa

dove la mia solitudine abita

affinché eserciti il tuo mestiere

ma per favore

lì no

lì non puoi fabbricare la tua tela

in quel posto conservo memorie

non voglio che la tua trappola sottile

mi impedisca di ricordarle.

Vai a tessere in un altro spazio

con tanti posti migliori

che ci sono nella casa

nel paese nella città

nella valle nelle montagne

in questo mondo

Dal libro “Ricordarti che non sai ricordare”

Libratì Ascoli Piceno 2010

Que haya paz entre nosotros

Mi querida arañuela

ilustre tejedora de espacios

te ofrezco todos los ángulos

de esta casa inmensa

donde mi soledad habita

para que ejerzas tu oficio

pero por favor

allí no

allí no puedes fabricar tu tela

en ese lugar guardo memorias

no quiero que tu trampa sutil

me impida recordarlas.

Vete a tejer en otro sitio

con tantos lugares mejores

que hay en la casa

en el pueblo en la ciudad

en el valle en las montañas

en este mundo.


*Versi e manifesto della rassegna ricevuti direttamente dall’Autore tramite social network

IN ESCLUSIVA PER IL DINANIMISMO: VERSI DEL POETA FILIPPINO SANTIAGO VILLAFANIA

E’ con grande orgoglio che di seguito pubblichiamo le traduzioni italiane – alcune anche in esclusiva – delle poesie del poeta filippino Santiago Villafania. Per ragioni di spazio – vista la lunghezza della silloge – abbiamo preferito presentare solo le traduzioni ma, è giusto sottolineare che, il poeta ha scritto i suoi versi originali in lingua Pangasinan, pertanto il lavoro di traduzione si è articolato in più fasi. Una prima traduzione è stata fatta dal Pangasinan all’Inglese e una seconda traduzione dall’Inglese all’Italiano.

I versi sono stati pubblicati con il diretto consenso dell’Autore e, a tal proposito, si ringrazia la poetessa americana Ute Margaret Saine che, oltre ad aver tradotto alcuni dei seguenti scritti, ha anche svolto il non facile compito d’intermediario tra Noi e il Poeta.

Zairo Ferrante

per:

la Redazione del Dinanimismo


175px-Santiago_villafania.jpgL’ESSERE ADAMO

di Santiago Villafania

Traduzione Antonio Blunda e Ute Margaret Saine

i.

all’inizio
IO SONO tutto
parola e yoni
è un canto
uni-versale-
una voce
un nome
IO SONO uno
con me (stesso)
la genesi
(è) una notte
un vuoto e
il niente

ii.

Ho pronunciato
il mio prenome
e sono
divenuto ciò che
IO SONO
un mondo
di me stesso
il mio nome
senza parole
(atomi
della mia esistenza)

IO SONO divenuto
luce – il primo
Cristo

iii.

luminosità
coronandomi la testa
divinità dentro
divinità fuori
primigenito della
mente
partenogenita
IO SONO vita
–forza incarnata
fattore
fachiro
e soprattutto
(uomo) poeta

iv.

la mia voce
ha sposato l’oscurità (l’essere oscuro)
& l’abisso
la frutta
di questo incesto
è il caos
fuori dal quale
la luce primordiale
è nata
dalla mia fronte (testa)
ho respirato formando
il firmamento
in rotazione cosmica
sono nati i cieli
scatenate le poesie

v.

rimasi
completamente
incompleto
sulla terra
dove IO SONO
è IO SONO
Dio adirato
rompe
l’inferno
fuori da me
pigliando
un osso
o due

la mia costola
è rotta
rotta &
Eva della costola rotta
è apparsa più colomba
di Lilith
il mio essere Adamo
è completo

vi.

trino
con il monello di Dio
vide Gesù
l’angelo ancorato
mentre mangiavo
l’Ultima Cena
il mio peccato originale
la Parola
sulla lingua
sulle labbra
il suo sangue
il migliore pasto
che ho mai mangiato
fin ad ora
non è da meravigliare
che l’Altruista
abbia proibito
il frutto della
conoscenza

vii.

il serpente
trionfante
a est
dell’orto
lì è una porta
con il segno
USCITA
Eva
e me
siamo andati via
coprendo la nostra
femminile/virile umanità
dai colori
della rovina.

 

untitled.pngEROLALIA 

di Santiago Villafania

Traduzione di Mario Rigli

                    
I )

stasera
Sono Abelardo
Mia Eloisa
Canterò
Delle tue labbra di poesia
Il contorno del tuo seno
Le tue cosce
La tua dolce sorpresa!

II)

Quando dentro
la tua nudità in festa
o mio cuore
romperò ogni impegno!
batterò anche
il cranio e il petto di Dio
Non avrò mente
né morte, né età

III)

donna vorrei baciare
le pendici del tuo seno
E pensare all’Himalaya
E’ come raggiungere
il suolo più alto dell’Everest
quando quelle superbe cime gemelle
sono intrappolate tra le mie labbra

IV)

uccidimi dolcemente amore
nel cuore della notte
con il tuo serico abito caduto
ai piedi dalle caviglie di rosa
seppelliscimi dolcemente amore
seppelliscimi Oh seppelliscimi con
tutto il fascino di Eva
del tuo corpo d’oriente

V)                                                    

Non so dire una parola amore mio
quando vedo rose
sulle tue guance
e gusto l’aroma di vino rosso
sulle tue labbra

le tue guance
le tue labbra
i tuoi seni
piccole poesie silenziose
che hanno ispirato questo canto
Canterò di loro
oh con dolcezza di loro canterò
come se fossero gli ultimi frutti
e fiori del perduto
frutteto dell’Eden

VI)

verrò da te amore
verrò da te, su di te
sì, bianco come chiaro di luna
tagliente come una stella
Ti prenderò amore
dolcemente, oh delicatamente
tu non conoscerai altro, altro
oh fioritura sotto di me,
se non il mio fulgore sopra di te
il mio splendore scintillante
che si impossessa della tua rosea morbidezza
con bianchi canti di luce

VII)

i tuoi seni sono uccelli
sotto le mie mani
desiderosi di essere liberi
dal loro affanno
le tue labbra sono fiori senza nome
che brancolano alla ricerca
della terra in cui
troveranno il loro
principio

i tuoi occhi sono stelle lontane
perse nella propria costellazione
E benché le tenga strette
sono troppo lontane
E il tuo corpo
paradiso di carne
con la sua ombra
E le armoniose sfere
respira il fuoco e la vita
mentre mi tuffo
in movimenti ritmici
o cado in cadenza misurata

uomo-dio e tuono
dentro il tuo misterioso
universo

VIII)

Oh la scura foresta vergine
ora giace sotto di me, sotto di me

Sono rubino
Sono porpora
Sono acciaio

Avvolgimi ora Oh più divina di tutte le amanti
avvolgimi ora con la tua dolcezza
come un uccello in gabbia, in gabbia
tra le tue dita di raso

sarai trafitta da melodie
sarai bagnata da rugiada d’argento
imparerai come si danza sotto di me

E affogherò nelle profondità della “piccola morte”
dentro il tuo intimo universo
dove sono per la prima volta

ix.

mi hai reso Dio stasera
chiuso di luce sotto di te
che con il tuo essere assoluto
hai condotto la mia virilità di Adamo
brevemente in paradiso

così forte
così rapido il mio corpo
che non ho sentito la canzone
di agonia nei tuoi occhi

x.

E ci siamo amati e amati
E amati ancora e ancora
Stupenda è stata la notte
di pioggia cremisi
e canzoni d’amore.

 

PANGASINAN

Versi di Santiago Villafania in lingua originale.

dia ed nipangaw a dapag a bansa na pusok
anggapo’y maanlong a bosis ono Catullus
ono kumasamplon musian onkalab ed Parnasu

kanian inagbibit ko iya’y onoonan liknaan
pian nipintak na salita tan kolor so pamawi
ed ampasiseng a panaon na Caboloan –

saray awaran tan uliran iran inkorit
ed aninagan ya bolobolong na impakalingwan
angga’d itatken kon imbeneg la’d lingwan

say kanonotan dapul la’d panaanap
na bawig ed bukig a sinummingan
tan say dakep na ag ni-Babel kon dila

onsabi so panaon ompano nanonotan da ak
ed Parthenon iran ipaalagey ko para’d anlong

PANGASINANO

Traduzione Inglese-Italiano di Ute Margaret Saine

qui nel paese prigionero del mio cuore
non c’è voce da bardo neanche un Catullo
nè la decima musa per salire sul Parnasso

e così porto questa passione primitiva
dipingendo in parole e colori il richiamo
dei giorni di smeralda di Caboloan –

le sue storie e leggende scritte
sulle pagine trasparenti dell’oblio
finché per caso sarò dimenticato io

ho la memoria brizzolata dal rivelare
il fulcro degli inizi orientali e
la bellezza d’una lingua non da Babele

fra un tempo magari mi ricorderanno
nei Partenoni che costruirò per la poesia

SANTIAGO B. VILLAFANIA è un poeta filippino che scrive in lingua pangasinana e inglese e ha pubblicato due sillogi poetiche e altre liriche.   “Balikas na Caboloan” (Voci da Caboloan) – pubblicato nel 2005 dalla National Commission for the Culture and the Arts (NCCA) delle Filippine sotto la categoria UBOD New Authors.  “Malagilion: Sonnets tan Villanelles” (Maligilion: Sonetti e Villanelle), pubblicato nel 2007, è stato nominato finalista per il Migliore Libro di Poesia del Ventisettesimo Premio Nazionale del Libro.  
Le poesie in pangasinano e inglese di Santiago Villafania sono state tradotte in spagnolo, italiano, tedesco, e francese e sono state pubblicate sia in riviste stampate che on-line.   Villafania è stato nominato uno degli 11 “Pangasinensi eccelsi” e nel 2010 ha ricevuto il premio ASNA per le Arti e la Cultura durante la prima commemorazione annuale dell’origine (documentata) della cultura pangasinana – 430 anni fa (Giornata della Fundazione Pangasinana).   La sua terza silloge “Pinabli and Other Poems” si pubblicherà nel maggio del 2012.

*Per maggiori informazioni sul poeta: http://en.wikipedia.org/wiki/Santiago_B._Villafania

VI FESTIVAL INTERNAZIONALE DI POESIA ‘PAROLA NEL MONDO’

ressegan internazionale,poesia,dinanimismo,zairo ferrante,giovanna mulas,palabra nel mundoLa cultura può e deve il cambiamento.

VI edizione del Festival Internazionale di Poesia ‘Parola Nel Mondo’, per informazioni e adesioni in lingua italiana:  Giovanna Mulas, mulasgiovanna@yahoo.it .

La partecipazione alla VI edizione del Festival è gratuita: ‘Parola Nel Mondo’ nasce per l’essenza della poesia.

La V edizione dell’evento culturale ha visto oltre 700 città partecipanti nel mondo, in contemporanea.

Il Festival integra la Rete di Festivals Internazionali di Poesia Nuestra America, è Festival co-fondatore del Movimento Poetico Mondiale.

La cultura può e deve il cambiamento: vi aspettiamo numerosi.


*Ufficio Stampa Isola Nera

 


 

Riferimenti, info, adesioni per l’Italia: Giovanna Mulas –

 


 


Dal 10 al 22 maggio 2012

Diamo un’opportunità alla Pace


Il Festival internazionale di Poesia Parola Nel Mondo rappresenta da anni e ovunque un’immensa riunione poetica: è come il giorno che ingrandisce il mondo scoprendo l’essenza delle direzioni, il colore delle cose, il mistero della vita che ci spiega la Pace con la naturalezza delle sue manifestazioni, senza necessità di giustificazioni né discorsi complessi.

Parola Nel Mondo è un Festival di Poesia che libera da ogni palmo del pianeta, da ogni casa, luce delle fraternità, e cresce e alimenta la direzione infinita.

Questo è Parola nel Mondo: un grande incontro senza frontiere attorno alla Poesia. Dal 2007, prima esperienza inedita di questo tipo nel mondo, atta a sostenere un carattere plurale e orizzontale, autogestito, libero. Nasce da ognuno di noi per moltiplicarsi: pane buono di mano in mano, canto e speranza.

Decine di paesi, centinaia di città, migliaia di azioni poetiche integrate lungo questi ultimi anni, per esercitare la poesia a voce alta nelle strade, nei paesi, aule e fabbriche, piazze e caffè, biblioteche, università, carceri e parchi (e ovunque l’immaginazione arrivi a creare realtà, grazie alla voglia di costruire dei poeti lavoratori, di docenti, di gestori culturali…)

Uniti diciamo che, tutti, possiamo costruire un grande abbraccio alla Pace e per la Pace.

Perché la pace non è il silenzio dei cimiteri, la pace non fruttifica sotto l’oppressione, non è il prodotto della paura per il Gran Manganello né cresce accanto alle forze economico-militari di dissuasione del niente.

La pace non sopravvive ai silenzi complici, ancora meno rappresenta mercanzia né necessita di sottomarini nucleari o di mercenari, pastori di greggi allucinate da visioni consumiste.

La Pace è un bambino che legge poesia, il nostro prossimo attorno al pane e alla libertà, un canto collettivo. Questo diciamo, uniti, come parola magica che apre le porte dei popoli affinché la fraternità sogni con noi il miglior futuro per tutti.

Ci convochiamo per costruire il possibile e l’impossibile.

Dal 10 al 22 maggio 2012, in ogni luogo e in poesia.

 

 

Il Poeta non deve essere un artista ma un Uomo tra gli Uomini: il dinanimismo nelle parole del grande poeta Rainer M. Rilke.

il poeta,dinanimismo,parole di rilke,poesia,avanguardia,umanità, lettere a un giovane poetaPoche parole per ribadire un concetto portante del Dinanimismo: ” non c’è poeta e non esiste poesia che non sia fatta tra gli uomini e per gli uomini “.

Ecco che, a tal proposito, riproponiamo di seguito un estratto dell’ultima lettera che Rainer Maria Rilke scrisse al giovane, ufficiale e aspirante poeta, Kappus:

Parigi, Santo Stefano del 1908

Sì, mi rallegro di sapervi in questo mestiere stabile, con questo grado, questa uniforme, questo servizio, tutte cose tangibili e ben delimitate. In una simile cornice il vostro mestiere, esercitato su una truppa poco numerosa, e isolata anch’essa, assume un carattere di gravità, di necessità; non è più il gioco o la perdita di tempo della carriera delle armi, è un impiego vigilante che non solo non contraria la personalità, ma la fortifica. Un modo di vita che, a intervalli, ci provoca e ci oppone a grandi cose della vita: ecco quello di cui noi abbiamo bisogno.
Anche l’arte non è che un modo di vita. Ci si può preparare a essa senza saperlo, vivendo in una maniera o in un’altra. In tutto ciò che risponde a qualcosa di reale le siamo più prossimi che in quei mestieri che non si fondano su nulla della vita, mestieri detti artistici, i quali, scimmiottando l’arte, la negano e la offendono. Così è ad esempio del giornalismo, quasi di tutta la critica, di tre quarti di ciò che si chiama o vorrebbe chiamarsi letteratura. In una parola, mi rallegro che abbiate evitato tali vie e che siate solitario e coraggioso nella rude realtà. Che l’anno che viene vi mantenga su questa via e vi fortifichi.

Sempre vostro

Rainer Maria Rilke

* Estratto postato liberamente dalla Redazione del Dinanimismo e tratto da: ” Lettere a un giovane poeta ” R. M. Rilke ( Nova Delphi editore ) http://www.amazon.it/exec/obidos/ASIN/8890514922/viagingerm-21

**Foto e biografia di Rilke: http://it.wikipedia.org/wiki/Rainer_Maria_Rilke

” SCRITTO DI GETTO ” di Roberta Murroni

407436_325409550816800_100000432743504_1163510_1796278282_n.jpgLa mia vita è su di un filo, appesa, in bilico sentimenti, uno strapiombo.
Amico, hai preso il filo tra le mani, ti sei issato e hai camminato fino ad acchiapparmi, stringermi, amarmi, strattonarmi, lanciarmi via e riprendermi.
Ti ho chiesto di non farlo, di non essere così, che avresti potuto conoscere la mia non gentile difesa. Hai continuato, col tuo gioco malato di chi non sa di essere fuoco e vive come acqua cheta, chi spera di essere felice con gli altri quando non ha attimi di tregua con se stesso.
Ho provato a consolarti, a dirti io ci sono, ma nessuna possibilità, nessun cordoglio, mai più orgoglio.

Ed eccomi qui, a raccogliere i cocci di me stessa, sempre camminando sul filo, in bilico tra la follia e la santità, mai abbassata ad un simile affronto, ti ho detto “se vuoi andare, via..” e sei andato, dopo un giorno tornato indietro, dicendo che stavi bene si, tu stavi bene, che ti eri sbagliato, che non ero io.

In bilico, da sola. Cammino. Diritta, senza fermarmi.
Non ho un amico davanti a me, da seguire con rispetto.
Mai l’ho avuto accanto a tenermi la mano ed ora, ringrazio me stessa, non è più dietro di me pronto a scaraventarmi ancora nel baratro.

*Scritto ricevuto da Roberta Murroni: http://www.robertamurroni.com/wp/index.php/work/


**Quadro: “NOI STESSI” olio su tela ms.15x35cm. dic. 2011 di – NICOLA VILLANO – ricevuto tramite social network dallo stesso Autore.

Versi dalla Francia di Laura Mucelli, Traduzione di Betti Castagnoli, Quadro di Maurizio Cesarini

 

untitled.pngLa Cité des songes cristallins
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

La nuit
la glace cède l’espace
à la Cité séculaire
qui se réveille
au cœur de l’Esprit
libérant le Temps
qui l’opprime
Le Voyage s’amorce
sous les roulements de l’âme
qui résonne
dans les profondeurs océanes
Derrière le miroir fragile
l’Amour danse
dans l’Allégorie
La lumière est ciselée
de Bleu intense
et la Voix respire
dense d’émoi
L’instant est éternel
car il se reNouvelle.

La Città dei sogni cristallini

La notte
il ghiaccio cede lo spazio
alla Città secolare
che si risveglia
nel cuore dello Spirito
liberando il Tempo
che l’opprime
Il Viaggio s’avvia
sotto i rullii dell’anima
che risuona
nelle profondità oceaniche
Dietro lo specchio fragile
l’Amore danza
nell’Allegoria
La luce è cesellata
di Blu intenso
e la Voce respira
densa di emozione
L’istante è eterno
perché egli si rinNovella.

– Laura Mucelli Klemm, Provvidenza 27-12-2011

– Dédié à l’œuvre de Maurizio Cesarini, Atempora,un tableau qui m’a émue dès le premier regard.

-Tradotta da Betty Castagnoli, la mia Umiltà, dolce Poetessa sorella, in dono.

Tutti i diritti riservati agli autori.

*Versi, traduzione e foto del quadro ricevuti direttamente dalla poetessa Mucelli.

VERSI DI GIANCARLO FATTORI

p044_1_01.jpgRAMO SECCO

di Giancarlo Fattori


“Vieni a tendermi la mano,

ascoltami  nel vuoto che m’è di fronte:

sei sordo al lamento, al baratro.

 

Dorato risplende il sospiro del buio,

luce di lampione nella nebbia,

la tua mano: un tumulo arcaico.

 

Scompare il ruscello nel volto di pietra,

e la mia pelle antica, scolorita al sole,

sgocciola sangue e seme, fecondando il terreno.

 

Di nuovo il sonno, l’erba selvatica tra i sassi,

lo sguardo esangue che mi cattura

lontano dal fuoco, immenso nel tempo.

 

La paralisi tesse il mio cammino

ornato dei mattini lamentosi:

una guglia che svetta sola tra le nubi.

 

Mi denudi i sensi ad ogni risveglio,

fino a sciogliersi in pianto

il tocco delle dita dentro l’anima.”


*VERSI RICEVUTI DIRETTAMENTE DALL’AUTORE


**QUADRO: “Il mattino” di Antonio Fontanesi, postato dalla Redazione e tratto liberamente da: http://www.donmilanicolombo.com/colombo/appunti%20per%20il%20sito/il_mattino_.html

E’ POSSIBILE RICHIEDERE IL SECONDO NUMERO DE “IL MULO DINANIMISTA” RIVISTA UFFICIALE DEL DINAMISMO

Nel 2° numero (gennaio 2012) de “IL MULO logo new 2.jpgDINANIMISTA” è possibile leggere gli scritti di: Giovanna Mulas, Beppe Costa, Girolamo Melis, Carlos Sanchez, Giustina Bellucci, Adriana Scanferla, Maria Teresa Sica, Marco Nuzzo, Gioia Lomasti, Francesca Lulleri, Marino Lombardi.

Redazione della rivista “Il mulo dinanimista”:


Direttore Editoriale
Roberta Murroni


Coordinatore poetico-letterario
Zairo Ferrante


Grafica e impaginazione
Simone Amorino


– PROSSIMO NUMERO luglio 2012 –

Buona lettura e, nel caso in cui approviate l’iniziativa, Vi chiediamo solo un minuto del Vostro tempo per inviare questo messaggio ai Vostri amici.

Prima ed unica rivista ufficiale del Dinanimismo.
sito web http://ilmulodinanimista.wordpress.com/

scrivici a mulodinanimista@gmail.com se vuoi riceverla

…scopri come scrivere per il 3° numero!
http://ilmulodinanimista.wordpress.com/scrivi-nella-rivista/

JANIS JOPLIN… secondo Giancarlo Fattori

janis_joplin.jpgJANIS
 
Appoggia i braccialetti sul comodino,
lasciali tintinnare nel buio,
lascia che siano loro a parlare di te:
 
non la bottiglia vuota,
non le tue suppliche d’amore, cadute nel vuoto,
non la carta vetrata della tua voce, un lamento,
 
e non di certo quella lacrima, che nessuno vede.
 
Come uno straccio sporco cadesti,
le tue labbra baciarono la polvere.
 
Avrei voluto trascorrere con te quella notte,
mi avresti cantato quella canzone, sai,
soltanto per me, usando come strumenti musicali
le tue collane, i tuoi anelli di pietra colorata,
le mie mani, i miei piedi, la mia pelle calda di te.
 
T’avrei presa per mano e,
correndo a piedi nudi nella notte,
t’avrei fatta volare, come in un dipinto di Chagall.
 
Non è quella siringa che parla di te,
non c’entra nulla con te, non ha suono né poesia.
Non è nemmeno una canzone d’amore,
da urlare a quell’uomo che non ti ascolta.
 
Cantala a me, quella canzone.
Sempre ti sento, e sempre attendo:
che tu giunga al mio letto,
che tu mi prenda per mano,
che tu mi faccia volare con te,
come aquilone.
 
Senza quella lacrima, che nessuno vedrà mai.
 
 
Giancarlo Fattori.

**Versi e foto di Janis Joplin ricevuti direttamente dall’Autore.