JANIS JOPLIN… secondo Giancarlo Fattori

janis_joplin.jpgJANIS
 
Appoggia i braccialetti sul comodino,
lasciali tintinnare nel buio,
lascia che siano loro a parlare di te:
 
non la bottiglia vuota,
non le tue suppliche d’amore, cadute nel vuoto,
non la carta vetrata della tua voce, un lamento,
 
e non di certo quella lacrima, che nessuno vede.
 
Come uno straccio sporco cadesti,
le tue labbra baciarono la polvere.
 
Avrei voluto trascorrere con te quella notte,
mi avresti cantato quella canzone, sai,
soltanto per me, usando come strumenti musicali
le tue collane, i tuoi anelli di pietra colorata,
le mie mani, i miei piedi, la mia pelle calda di te.
 
T’avrei presa per mano e,
correndo a piedi nudi nella notte,
t’avrei fatta volare, come in un dipinto di Chagall.
 
Non è quella siringa che parla di te,
non c’entra nulla con te, non ha suono né poesia.
Non è nemmeno una canzone d’amore,
da urlare a quell’uomo che non ti ascolta.
 
Cantala a me, quella canzone.
Sempre ti sento, e sempre attendo:
che tu giunga al mio letto,
che tu mi prenda per mano,
che tu mi faccia volare con te,
come aquilone.
 
Senza quella lacrima, che nessuno vedrà mai.
 
 
Giancarlo Fattori.

**Versi e foto di Janis Joplin ricevuti direttamente dall’Autore.
JANIS JOPLIN… secondo Giancarlo Fattoriultima modifica: 2011-12-16T21:03:09+01:00da zairo-ferrante
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1 Commento

  • Davvero coinvolgente, molto apprezzata

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