Il Dinanimismo presenta: “L’esigenza del silenzio” – poesie a 4 mani di Michela Zanarella e Fabio Strinati – (Ed. Le Mezzelane 2018)
**Il tuo volto così riconoscibile
è per me una musica
trillante.
Osservo i lineamenti tuoi
e vedo i miei
come materia fondersi
in un neutro amplesso
negli assilli del piacere.
Vedo sulle tue labbra
alcuni miei versi
cuciti con le spille,
colori bianchi, tenui
come celati appena
tra le distratte onde
di un innamoramento
fuggitivo.
Ascolto la tua voce
che mi rapisce
tra le increspature
di pensieri al vento dispiegati.
Penso al nostro cuore
che si scinde
nella stessa direzione,
nell’appagamento
del bisogno
che si rinverdisce
nel punto del contatto.
Cerco il tuo richiamo
appena accennato,
tra un sonno nell’aria
e una vaga forma
di una follia che smania.
Prefazione di Dante Maffia
Mi piacciono queste operazioni a quattro mani, è
come confrontarsi, sfidarsi, correre insieme a un
traguardo che prevede, quali che siano i risultati,
un premio di solidarietà e di considerazione
dell’altro.
Il lettore però farebbe un grande errore se
cominciasse a confrontare i testi, a metterli
controluce per verificarne il peso e stabilire un
premio da assegnare. Il viaggio è compiuto
insieme e il giudizio, anzi l’abbraccio, deve andare
a tutti e due, perché comunque hanno voluto
unificare lo spirito e gli intenti, sia Michela e sia
Fabio, forse per dimostrare che la poesia non
avrebbe bisogno di essere firmata quando sa
toccare le corde essenziali del sognare, dell’essere
angosciati e del morire, dell’essere inquieti e
gioiosi. Cioè i sentimenti più profondi e i nodi
complicati del vivere.
Ho letto con molta attenzione sia i componimenti
di Michela Zanarella sia quelli di Fabio Strinati.
Sono due mondi apparentemente lontani, che però
trovano subito il saldo e l’equilibrio nello scambio
che non segue una logica organizzata ma trova
sempre la nota giusta per “completare” il dettato
dell’altro e viceversa.
Michela Zanarella è ormai una presenza attiva e
di grande rilievo nella poesia italiana e forse anche
per questo motivo ha accettato il gioco con Fabio
Strinati che mostra una magnifica tenuta del verso.
I due poeti creano un canto a due voci ma che
presto diventa sinfonia nella quale si esplicitano le
emozioni sui grandi temi dell’esistenza. Infatti
l’argomentare è tenuto quasi su un piano
metafisico e fa sentire i rintocchi di un lirismo di
cui abbiamo un po’ perduto la conoscenza. Né a
Michela né a Fabio interessano le trovate o le
improvvisazioni ricavate dalla quotidianità, ma si
tuffano nel mare immenso del crepitio esistenziale
per trarne le ragioni più appropriate di un canto
capace di indagare sui misteri.
C’è, in ognuna delle composizioni, un’ansia che
si tocca quasi con mano, una trepidazione che
sembra nascere da lontano e che subito investe la
vita nelle sue diramazioni.
Le due sensibilità poetiche a un certo punto si
abbracciano in una sorta di profonde accensioni
che fanno scaturire “messaggi” cifrati e danno
avviso di scoscendimenti pericolosi.
Una poesia così ha bisogno di essere ascoltata e
direi vissuta in prima persona per intenderne tutta
la portata, ha bisogno di trovare adesione piena
per poterne cogliere il magma incandescente che vi
scorre e per poterne assaggiare le valenze umane e
culturali.
A un certo punto Michela scrive: “Mi capirai /
quando sarò lontana dal mondo / e mi
chiameranno solitudini / a farmi casa nel
silenzio?”. È questa l’esigenza del silenzio, o
presuppone altro? È questa e presuppone anche
l’individuazione di una possibilità per poter vivere
il silenzio (che è sempre vivo, come dice
D’Annunzio) nella pienezza dei suoi riscontri
segreti?
Un lirismo che non svicola in sfumature astratte,
ma che ferma la sua attenzione sui risvolti
esistenziali, com’è nella tradizione che va da
Leopardi a Goethe a Rilke.
Zanarella e Strinati sono coscienti di possedere le
qualità per inseguire il Mistero, per non
soccombere agli astratti furori e per non morire
dentro le dissolvenze delle attese inutili. Ecco
perché queste poesie sanno di pane casareccio e di
vino buono pur essendo nate nel fuoco ardente e
lampeggiante di un crogiolo di vita che ci riporta
agli imperanti sfaldamenti del secolo, quelli che ha
interpretato Fernando Pessoa, ma anche a Milosh,
Herbert e la Cvetaeva. Non sono citazioni a caso,
sono riferimenti di elezione, non per forza rinvii di
affiliazione, e ciò dimostra quanto lavoro, a volte
estenuante, sta dentro la costruzione de L’esigenza
del silenzio, che è anche implicito giudizio sulla
decadenza attuale dei valori fondamentali e sulla
perdita di identità.
Ma un altro aspetto vorrei sottolineare di questi
versi così densi e pieni di amarezza e anche di una
certa gioia fragrante e limpidamente vissuta come
traguardo del senso del vivere. Insomma, Michela
e Fabio compiono un viaggio insieme e ne danno
un resoconto non attendibile, fuori dalla verità
comune. Perché nelle loro parole c’è la verità di un
cielo che si è specchiato senza cercare la
deflagrazione. La metafora per fare intendere la
catena di metafore sottese in ogni pagina, il fluire
limpido e a volte magmatico dei pensieri e delle
emozioni, lo sforzo per poter entrare nell’invisibile
e trarne ragioni ineluttabili. Non è questo del resto
il compito dei poeti? Non è quello di squarciare
veli e di entrare nella magia di insondabili chimere
per offrire poi la dovizia di nuovi cammini?
Quante anime abbiamo dentro
cementate a noi
come alle pareti della vita.
Anime candide anime sporche
che ci fanno assomigliare a montagne verdi
o a marciapiedi vuoti nel buio della sera.
La mia la riconosco appena
perché non so da dove sale la notte
o dove la luce va in preghiera.
Gli occhi mi dicono
che forse è identica ad un cancello
che già ho aperto,
un cancello di nuvole e metallo
che ho lasciato al silenzio
prima di andare altrove.
Michela Zanarella
Michela Zanarella è nata a Cittadella (PD) nel
1980. Dal 2007 vive e lavora a Roma.
Ha pubblicato le seguenti raccolte di poesia:
Credo (2006), Risvegli (2008), Vita, infinito,
paradisi (2009), Sensualità (2011), Meditazioni al
femminile (2012), L’estetica dell’oltre 2013), Le
identità del cielo ( 2013) Tragicamente rosso (2015)
Le parole accanto (2017). In Romania è uscita in
edizione bilingue la raccolta Imensele coincidente
(2015).
È inclusa nell’antologia Diramazioni urbane
(2016), a cura di Anna Maria Curci. Autrice di libri
di narrativa e testi per il teatro, è redattrice di
Periodico italiano Magazine e Laici.it.
Le sue poesie sono state tradotte in inglese,
francese, arabo, spagnolo, rumeno, serbo, greco,
portoghese, hindi e giapponese.
Ha ottenuto il Creativity Prize al Premio
Internazionale Naji Naaman’ 2016. È ambasciatrice
per la cultura e rappresenta l’Italia in Libano per la
Fondazione Naji Naaman.
È alla direzione della Writers Capital
International Foundation.
Socio corrispondente dell’Accademia Cosentina,
fondata nel 1511 da Aulo Giano Parrasio.
Si occupa di relazioni internazionali per EMUI
EuroMed University.
Fabio Strinati
Poeta, scrittore e compositore nasce a San
Severino Marche il 19/01/1983 e vive ad
Esanatoglia, un paesino della provincia di
Macerata nelle Marche.
Molto importante per la sua formazione,
l’incontro con il pianista Fabrizio Ottaviucci.
Ottaviucci è conosciuto soprattutto per la sua
attività di interprete della musica contemporanea,
per le sue prestigiose e durature collaborazioni con
maestri del calibro di Markus Stockhausen e
Stefano Scodanibbio, per le sue interpretazioni di
Scelsi, Stockhausen, Cage, Riley e molti altri
ancora. Partecipa a diverse edizioni di “Itinerari
D’Ascolto”, manifestazione di musica
contemporanea organizzata da Fabrizio Ottaviucci,
come interprete e compositore.
Strinati è presente in diverse riviste ed antologie
letterarie.
Da ricordare Il Segnale, rivista letteraria fondata
a Milano dal poeta Lelio Scanavini. La rivista
culturale Odissea, diretta da Angelo Gaccione, Il
giornale indipendente della letteratura e della
cultura nazionale ed Internazionale Contemporary
Literary Horizon, la rivista di scrittura d’arte
Pioggia Obliqua, la rivista “La Presenza Di Èrato”,
la revista Philos de Literatura da Unia Latina,
L’EstroVerso, Fucine Letterarie, La Rivista
Intelligente, aminAMundi, EreticaMente, Il
Filorosso, Diacritica, la rivista Euterpe, Il Foglio
Letterario, Versante Ripido.
**Versi estratti dall’opera con il consenso dell’Autore.