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Su individualismo e Oltre (Giovanna Mulas)

Caspar_David_Friedrich_Wanderer-235x300.jpg“Ora i nostri stracci sono i più laceri, il nostro jazz il più triste,i nostri poveri i più poveri…”, Scrive l’amico Jack Hirschman.
Ho il ricordo infantile di un uccellino morto, sul ciglio della strada. Corpo martoriato, invaso dai parassiti. Eppure la morte, spogliatolo di ogni dignità, lo rendeva grande, etereo ed eterno come un Re in esilio: guerriero che aveva perduto la sua battaglia fondamentale, ché l’ ultima.
Lì, a lasciare che l’orrore della realtà parlasse del suo orrore, deriso dalla vita mentre il Tutto attorno, indifferente, si affollava di erbe e fiori nuovi, all’attenti della primavera.
Mondo-sistema creato per deridere il più debole, divorarlo, trasformare in eroismo il banale.
Mi capita spesso di pensare a quell’uccellino ed i suoi parassiti. Al mondo sistema.
La vittimizzazione di un popolo si costruisce col tempo e la storia.
E’ come una cipolla coi suoi strati: il primo e’ rappresentato dall’impedire un lavoro e di conseguenza il cibo, quindi la dignita’, fino ad arrivare al nucleo della cipolla: l’annullamento dell’uomo in quanto tale, la sua distruzione.
Penso che esista un limite, al dolore di ogni uomo. Dopo, nell’Oltre, forse la pazzia. Credo, penso che si debba insegnare ai nostri figli a
camminare fino al confine della Terra.
Penso pure che noi, per primi e fisiologicamente, dobbiamo apprenderne il confine, metabolizzarlo, non temerlo.
Non temere un volo, il salto, ovunque esso ci porti.
E ritengo che un cambio radicale, nell’Uomo di Oggi e Sempre, sia possibile con l’arte, la cultura dell’unita’, educazione contro l’individualismo, la guerra: tutto cio’ che e’ sinonimo di violenza.
Per Madosini Latozi Mpahleni, la mia Mama nera, la divinità suprema è il Grande Albero che si fa Arte, Poesia: “Siamo tutti parte del Grande
Albero, e dalla posizione che occupiamo mai riusciremo a vederne ogni angolo. Potremo immaginare ma mai vederli tutti nella loro totalità.
Questo serve per l’Arte: non si potrà mai vederla ma la si potrà immaginare e vivere, ascoltare attraverso gli altri che ascoltano noi.”.
Nelle tribu’ africane non esiste il ‘cercare di essere meglio di’. Si pensi proprio alla musica e ai suoi strumenti. Il capo tribu’ da un pezzo di canna ricava tante parti uguali quanti sono gli abitanti
della tribu’. Ognuno di loro potra’ suonare soltanto una nota e sempre la stessa che, sola, apparira’ sgraziata: un lungo -o intermittente-,
insensato fischio… ma unita alle note degli altri membri della tribu’, quel fischio creera’ la melodia. Tutti loro saranno uguali davanti alla musica, creandola.
Tutti uguali davanti a tutti.
Nessuno di loro potrebbe vivere, senza gli altri.
Liberarci da quell’ autoreferenzialita’, dall’ambizione inoculata nell’Uomo alla sua nascita e proprio da un Sistema che continua a volerlo numero, Cosa, Non Pensiero, Non Essere…questa, vedo come sfida quotidiana.
Un lavorare all’albero, tornare a quei rami che ne fanno parte: tutti uguali, tutti Uno…”

Giovanna Mulas per Ufficio Stampa Isola Nera

Leggi tutto dal blog Ufficiale:
http://giovannamulas.baab.it/2013/03/07/su-individualismo-e-oltre/

*Foto quadro
“Il viandante sul mare di nebbia” di Caspar David Friedrich liberamente postata dalla Redazione e tratta da: http://www.thefrontpage.it/2011/02/06/un-uomo-solo-al-comando-e-le-penne-siciliane/

Girolamo Melis scrive all’Uomo -Papa-…

Il voto di Castità. 
Il vuoto di Carità.  

(9 settembre 2012)

Da quanto tempo desidero parlarti, Maestro, dell’abbrutimento della “Castità”! A te, non ad altri. Dal fondo della mia incompetenza dottrinaria e dal dubbio della mia felice condizione giudaico-cristiana. A te come Papa Cristiano, Benedetto XVI. A te come Sapiente, Joseph Ratzinger. A te per l’antica Sapienza e per la moderna benedizione ricevuta dagli ultimi Maestri, Martin Heidegger e Romano Guardini su tutti. 
Ti voglio parlare della Castità. Del suo senso “mitico” e della sua insensatezza odierna. No, del suo senso mitico avrei da dire solo ciò che entrambi sappiamo, e che ai lettori parrebbe soltanto un vuoto e dotto esercizio di cultura storica. Ti parlo invece dell’insensatezza della Castità oggi: o meglio, della sua devastante ossessione. Della sua irreparabile vanificazione nel Sacerdozio. Castità è sacrificio. Sacrificio della Carne? Sacrificio della mondità? O “manifesto storico” contro la storia e il tempo degli Uomini, erèttisi contro l’Assoluto? Dunque una misura centrale del “relativismo”? Dunque una forma biblica del rigetto dei falsi Idoli? Sacrificio della Carne? Ma non è forse vero che la “carne” è Corpo Sacro? Non è forse nel Corpus Jesus che avviene lo scambio tra Dio e l’Uomo? 
Dove voglio arrivare? Come posso non perdermi nella demenziale dialettica? Voglio arrivare a Cristo. Al suo sconvolgente messaggio agli Apostoli. E siccome sto parlando a Te, Fratello Joseph, devo moderarmi nello sproloquio. Che cosa ha chiesto Cristo agli Apostoli? Ha chiesto “castità” o Dono? Ha chiesto loro di predicare la punizione della Carne o di rivoluzionare la Vita del Mondo donando la Fede, la Carità, la Speranza? Sappiamo entrambi che in duemila anni gli uomini hanno messo in bocca a Gesù Cristo tutte le parole e le intenzioni che a loro facevano e fanno più comodo. Ma quando noi pensiamo “Gesù Cristo” non confondiamo il Gesù che mena calci ai banchi del mercato col Gesù che abbraccia il malato, il reietto. Non li confondiamo poiché è la stessa Persona. Ma noi non potremo mai mettere in bocca a Gesù le Parole, l’Esortazione, l’Ordine di reprimere – nel Giovanni, nel Luca, nel Matteo di questo modesto avvìo del Terzo Millennio – la propria Carne, concentrando il loro intero Corpo nell’ossessionante autonegazione del non vedere miliardi di immagini e offerte di carni e corpi nudi esposti nella macelleria dei media, del non ascoltare miliardi di messaggi orientati a consumare, ad essere consumati dal linguaggio delle carni, dell’immaginario della sessualità e della sua stessa ridicolizzazione nella pornologìa, nella pornografìa. 
Ricordi, Fratello Joseph, le parole con le quali il grande Maestro Heidegger risponde all’illusione di Junger? “Sulla linea”, risponde, non… “oltre la linea”. Siamo sulla linea. Siamo nel mondo. Siamo nel Dasein. Che facciamo? Interroghiamoci, è meglio. Ma come può il misero giovane, vecchio, adulto Sacerdote, interrogare il mondo? Se gli Uomini, separati dal Linguaggio del “Sein”, sono cementificati dalle loro stesse macchinazioni? Che facciamo? Diciamo al Sacerdote: “Cristo ti ordina di sacrificarti”? O gli diciamo: “Cristo ti ama. Perciò ti dona il privilegio di fare doni”? L’ho scritto – con l’impudenza del Fratello – nel titolo di questa Lettera: “Voto di Castità”. “Vuoto di Carità”. E tu sai bene, sì, molto più profondamente e dolorosamente di me, che cosa vuol dire questo slogan, seppure intraducibile nella tua Lingua Tedesca. Può un Corpo obeso di mondo e serrato nella propria prigione, aprire le porte al Fratello? Al passante? Allo sconosciuto? Al nemico? All’indifferente? Sacrificare la carne non vuol dire forse erigere templi e altari all’Idolo ossessionante del mondo post-moderno: il Consumo?! Come può il povero Parroco liberarsi della propria condizione di povero Uomo, se il suo diurno e notturno pensare – oh, di più!, sentire, percepire, assaporare, appetire – è drammaticamente ossessionato dalla Condanna? E come può – sotto la minaccia della Condanna – aprire la porta di casa, anzi: non chiuderla mai, aprire il cuore, tenere felicemente desta la sua apostolica missione in pulsione di Carità!? 
 Obeso di Carne com’è.

**Foto e scritto liberamente tratti dal journal dell’Amico del Dinanimismo Girolamo Melis: http://girolamo.melis.it/2013/02/fratello-joseph-ti-scrissi-questa.html

Di Giovanna Mulas: Quell’insenatura…

giovanna mulas estratto,lughe de chele,dinanimismoQuell’insenatura: bocca di leone estesa dalle pendici rocciose, digradanti ad est, e i voli di sommi gabbiani, ciondolanti e pigri, rollanti su nuvolepietre, Fico d’India svettanti tra i ciuffi di mirto e il canto continuo di cicale in amore. L’odore era dolceamaro, inconfondibile ed indimenticabile, tale da saggiarlo con l’olfatto e portartelo appresso, chiuso nella mente pure lontano e comunque e sempre così da sentirlo accanto e solo tuo ad ogni soffio di maestrale. Le barche come gusci alzavano le vele prima dell’affacciarsi del sole, salutavano i voli sparsi e il guizzo dei pesci scivolando costanti e meste per una bella distanza dalla riva, non so dirvi a quanto, e urlavano con l’ululare dei pescatori che gettavano le reti. Noi bambini, spesso, scrutavamo affascinati le partenze degli Ulisse e avevamo un rito per augurare loro una buona pesca: tutti, in cerchio, giravamo fino a che le barche scomparivano
all’orizzonte e giravamo con le braccia alzate al cielo, verso Dio, i visi ancora pieni di sonno ma bruciati dal sole, sillabando frasi senza capo né coda. Alla fine, mentre le ultime lucciole coraggiose ma già in affanno spengevano le proprie luci in omaggio a quella dell’aurora, madre, colta nel suo apogeo; saltavamo tutti assieme per crollare sulla sabbia all’indietro, sussultando dalle risa. Ho sempre
pensato che un pezzo di vita, un alito d’anima d’ogni pescatore si staccasse da lui, quando la sua barca per un qualunque motivo andava distrutta. Era come maciullare una gamba o tagliare un braccio al cristiano di turno; la sua stessa ragione era chiusa in quel guscio, nelle vele dapprima meste eppoi erette forti, vigorose, possenti,
gravide di Eolo. Perdere la propria barca, per quei poveri Cristi d’acqua salata, voleva dire perdere la dignità, cognizione dell’esistenza. E chi non capiva questo non avrebbe mai potuto comprendere il mare sardo e quel fascino pagano, sentirlo orgogliosamente palpitare e vibrare nella propria fibra. Partiva dal golfo strabico, rammento, il mio mare per adagiarsi in amplessi lenti
di spume colla rena che placcava, invadeva, empiva. Giuseppe sfidava il vento in silenzio, ed i silenzi infiniti e pieni di muti segreti del mater pelago amante e figlio e padrone; accalcato come un lupo tra gli scogli assaporava i tormenti ed i sali, i soleluna, le voci.
Perché il mare ha le voci, sapete; perché, anche se non tutti lo sentono, il mare a volte grida e ti chiama a sé, forse perché si sente solo o forse semplicemente perché, nella sua grandezza, vuole apparire ancora più grande e potente, ed allora, di tanto in tanto, s’inghiotte un agnello di passaggio. È il suo modus vivendi. Una volta rischiò
anche Giuseppe di venirne ingollato, ma qualcuno lo impedì; un bue marino chissà di dove e pronto comunque a staccarlo da un Nettuno Nessuno affamato. Per infinite notti Giuseppe rammentò la presa vigorosa dell’uomo ai suoi capelli, lo strattonare nelle acque agitate a mulinello, il buio eppoi il riaffiorare alla vita ed alla flebile luce della notte, quel faccione giallo e immenso ch’era la luna lì,
stampato sul firmamento, ed il cuore e ancora la voce del mare e il suo bisbiglio: “stavolta non ci sono riuscito, ad acchiapparti, ma domani…”.

*estratto da ‘Lughe de Chelu (e jenna de bentu)’, G.Mulas,
autobiografia romanzata, 2003

Leggi dal Blog Ufficiale:
http://giovannamulas.baab.it/2013/03/03/quellinsenatura/

**Ricevuto direttamente da: Giovanna Mulas per Ufficio Stampa Isola Nera

***Immagine ( Copyright photo: ©Ente Norvegese per il Turismo ) postata dalla redazione e liberamente tratta da: http://www.turismo.it/notizie/offerte-lastminute/norvegia-fiordi/

Giovanna Mulas: “oggi il popolo pretende ritorno alla piazza sempre stata sua”

Il tempo finito di un Centrosinistra mai Stato

di

Giovanna Mulas

giovanna mulas,dinanimismo,pezzo,blog,ineditoDobbiamo renderci conto che il cambio e’ necessario:
l’ acquiescenza della comodita’, l’afrodisiaco del potere quindi la corruzione, la pieta’ nel senso cristiano del termine, che aborro come nichilista, la divisione ineguale dei beni, la sopravvalutazione e la mancanza di autocritica sono serviti soltanto a creare altri muri tra popolo e popolo che, disperato, confluisce nella rete di chi, ad urlare democrazia, illude di sovranita’ innocua, da ordinaria amministrazione.
Dobbiamo renderci conto che le vie di mezzo, se ad oggi sono riuscite a plagiare le menti di ingenui o benpensanti di un’ aspirante sinistra salottiera, da ni o non saprei, da strumenti a fiato dai quali penzola infausta coda di shakespeariana memoria; oggi non bastano piu’ : oggi il popolo pretende ritorno alla piazza sempre stata sua, oggi il popolo ha gridato e da anni grida inascoltato il suo Verbo, e solo il suo, e noi non possiamo girare la testa da altra parte, abbandonando questa nostra Italia allo sfascio totale al quale e’ stata predisposta, destinata.

Arrivati all’orlo del precipizio si possono fare solo due cose: o ci si butta di sotto o si frena in tempo consegnandosi al nemico, che’ una libertà individuale non può concepirsi senza sicurezza economica ed indipendenza. Il tempo di questo centrosinistra e’ scaduto, amici miei, centrosinistra mai davvero stato e (…)

*Leggi tutto dal Blog ufficiale di Giovanna Mulas:

http://giovannamulas.baab.it/2013/02/27/il-tempo-finito-di-un-centrosinistra-mai-stato/

**Ricevuto direttamente da Uff. stampa Isola Nera ( per Giovanna Mulas ).

***Foto Monaci Buddisti postata dalla redazione e liberamente tratta da: http://www.metaforum.it/archivio/2008/showthreadae48.html?t=1863

Dono ( in versi ) di Carlos Sanchez…

 

“Dono”
di
Carlos Sanchez

untitled.pngCi sfugge ci sfugge
ci sfugge
il domani è una malattia
la malattia del domani.
Qui ora
prima che esploda il kamikaze
prima che deflagri l’universo
prima che il mistero si faccia a pezzi
senza avere corpo per pentirci.
Ci sfugge ci sfugge.
Apri le mani ed il cuore
apri questa vita indivisibile
unica
apri le porte e le finestre
prima che ci sfugga.

Folignano
14 luglio 2010

 


 

Dono

Se nos escapa se nos escapa
se nos escapa
el mañana es una enfermedad
la enfermedad del mañana.
Aquí ahora
antes que explote el kamikaze
antes que reviente el universo
antes que el misterio se haga pedazos
y no tengamos cuerpo para arrepentirnos.
Se nos escapa se nos escapa.
Abre las manos y el corazón
abre esta vida indivisible
única
abre las puertas y las ventanas
antes que se nos escape.

Folignano
14 luglio 2010

 

**Foto e Versi ricevuti direttamente dall’Autore Tramite social network

Roberto Guerra ed il suo Futurismo ( made in Ferrara ) sbarcano in Sardegna


 

Da Marinetti a Guerra: sguardo sul Futurismo ( Articolo di Tigellio Sebis pubblicato su la “Nuova Sardegna” e segnalato da “asino rosso” da cui segue l’estratto )

ALES. «I futuristi, nel loro campo, nel campo della cultura, sono rivoluzionari; in questo campo, come opera creativa, è probabile che la classe operaia non riuscirà per molto tempo a fare di più…

ALES. «I futuristi, nel loro campo, nel campo della cultura, sono rivoluzionari; in questo campo, come opera creativa, è probabile che la classe operaia non riuscirà per molto tempo a fare di più di quanto hanno fatto i futuristi». Questo era il pensiero di Antonio Gramsci sul movimento artistico e culturale italiano del XX secolo, che ha poi influenzato tutta l’arte d’avanguardia del Novecento italiano, che ebbe nel Marinetti il suo idealista e vate, la sua punta di diamante. Un giudizio per certi versi sorprendente su un movimento culturale e artistico molto distante dalle posizioni gramsciane.
Ecco così che la Biblioteca Gramsciana Onlus, in collaborazione con l’associazione Fitzcarraldo e la Nur, società per servizi culturali, in occasione del 104° anniversario della pubblicazione del Manifesto Futurista domani pomeriggio alle 19, presso il Museo Cinematografico (ex stalla caserma carabinieri) manderà in scena la videopresentazione di “Futurismo per la nuova umanità” di Roby Guerra.
Roby Guerra, con tutta probabilità ritornerà ad Ales nel mese di giugno in compagnia di quello….
….

Lezioni da Cani…

 

*C’era una volta un cane…

 

Quella che vi racconto è una storia, una storia come tante, semplice ma non banale.

Come ogni storia che si rispetti, così inizia:

C’era una volta…

Non un re, né una regina.

Non un principe, né un cavaliere.

Non c’erano storie fantastiche e nemmeno grandi imprese ma…

… C’era una volta un cane, un cane di nome Playa.

Nulla di strano, solo un cane che, come spesso accade, cercava d’impartire lezioni di umanità al proprio padrone; un  burbero, solitario e testardo individuo che un bel giorno decise, nonostante i suoi centomila difetti, di lasciarsi guidare dal suo fedele compagno il quale, preso da un raptus di follia canina all’ennesima potenza, in un pomeriggio di primavera esordì dicendo: “ caro amico, prendi carta e penna e scrivi. Ho un paio di cose da dirti!”.

Il padrone, senza farsi troppe domande, eseguì l’ordine e tutto quello che fu detto, oggi,  qui,

 viene “fedelmente” riportato:

1)      “Diffida sempre dagli umani, ma senza esagerare. Ci sono tantissimi pezzi di “pipì” ( ndr. Con il termine pipì  la Playa indicava anche la cacca perché quell’imbecille del suo padrone non aveva mai fatto una distinzione chiara tra le scorie liquide e quelle solide.) però, tra tutta questa pipì, qualcuno ancora si salva e lo puoi riconoscere annusandogli i piedi, se puzzano e se le scarpe sono abbastanza sporche e se non le tira subito indietro, quasi come se fossero d’oro e di cristallo, allora, di quell’umano  lì, ci si può fidare.

2)      Diffida senza esagerare degli umani … ma questo vale solo se sono più alti di un metro e trenta, o se hanno la barba, o se hanno già le tette. Perché,  se non si verifica almeno una di queste tre condizioni, è molto probabile che ti trovi dinanzi ad un essere umano non ancora divenuto “cacca” ( ndr. Così il suo padrone chiamava tutte le cose sporche che non dovevano essere né annusate né, tantomeno, leccate. ) quindi leccalo, abbraccialo, bacialo e, soprattutto, difendilo da quegli umani già trasformati. Gli umani non cacca ( ndr. I bambini ) sono gli umani del futuro e, anche se la percentuale di quelli che si trasformeranno in cacca è molto elevata, qualcuno si salverà e magari si trasformerà in un umano dai piedi sporchi, pertanto, preventivamente e nel dubbio, è giusto rispettarli tutti, almeno fino a quando non avrai la sicurezza che si siano già trasformati in umani cacca.

3)      Ringhia ed abbaia, qualora tu lo ritenga opportuno, ma non ricorrere mai alla violenza, né quella morale né quella fisica. La violenza gratuita è propria delle bestie umane. Non appartiene a noi animali.

4)      Sii leale anche quando credi che chi ti sta dinanzi non lo merita. Solo così potrai salvarti dalla cattiveria e dalla pochezza d’animo.

5)      Ritagliati angoli di cuore dove custodire i tuoi ricordi preziosi. Proprio come buche profonde scavate nella terra per nascondere ossi prelibati da tirar fuori all’occorrenza.

6)      Non abbaiare ( anzi palare ) a sproposito.

Cazzo!!!

Ogni tanto fermati ad ascoltare anche chi, come me, non sa parlare la tua stessa lingua ma ha comunque qualche cosa da dirti.

7)      Sii fiero di te stesso e quando cammini scodinzola, ma non fare in modo che la tua fierezza sfoci nell’arroganza e nella superbia. Queste ultime due “qualità” sono proprie del genere umano. Anzi, degli umani cacca… quindi… stanne alla larga.

8)      Quando per strada incontri un essere più debole di te, non terrorizzarlo, scodinzola, leccalo e sorridi. Far prevalere la propria forza su  chi è più debole non è un comportamento  da supereroi ma da vigliacchi.

9)      Vivi ogni giorno come se fosse l’ultimo. Gioisci per ogni osso che ti viene donato, per ogni sorriso che ti viene rivolto, per ogni carezza che ti viene regalata; insomma, sii felice anche quando agli occhi degli altri non ce n’è motivo. La tua vita è solo tua… quindi… vivila come meglio credi.

Ed ora, scusami, ma mi sento un po’ imbecille nel  parlare la vostra lingua, pertanto:

BAU!!!”

 

*Scritto da Zairo Ferrante, sotto gentile dettatura di: PLAYA ( nella foto )

**Tratto da Girolamo Melis Journal (anteprima in apocalypse Bau ): http://girolamo.melis.it/2013/02/esclusiva-mondiale-playa-bau-insegna-al.html

 

 

 

Pellicanolibri aperta il 24 febbraio per E/LEGGIAMO

376578_340582179360972_1663780754_n.jpgInformiamo tutti i Lettori del nostro blog ( specie quelli di Roma e dintorni ) che la libreria “Pellicanolibri” ha aderito con piacere all’iniziativa E/LEGGIAMO promossa dal Forum del Libro:
 
“Chiediamo a chi si candida per governare il Paese un impegno concreto a operare nella prossima legislatura a favore del libro e della lettura”.
Per fare ciò la libreria Pellicanolibri, Via Gattico 3/5, 00166 Roma -Casalotti- rimarrà aperta domenica 24 febbraio (dalle 10:00 alle 13:00 e dalle 16:00 alle 19:00).
 
In libreria potrete trovare anche il documento “5 punti per far crescere l’Italia che legge”, che sarà inviato assieme alle adesioni raccolte, al Presidente della Repubblica, ai Presidenti e ai Capigruppo di Camera e Senato, al nuovo Governo.
 
Vi accoglieranno i poeti Beppe Costa e Stefania Battistella.
 

**Cumonicato ricevuto direttamente da Beppe Costa e Stefania Battistelli.


***Foto postata dalla Redazione e liberamente tratta da: https://www.facebook.com/PellicanolibriRoma?ref=ts&fref=ts

GIOVANNA MULAS: prossimi incontri!!!

524674_365578393539834_381565637_n.jpg“…Esistono ferite, Fiore Mio, che mai si rimargineranno, lo so. Ma un angelo e’ sempre un angelo, anche con le ali spezzate. Non sarà facile la vita perché si ha a che fare col resto del mondo; non siamo solo noi, il mondo. E il mondo non è clemente. Non sempre per cattiveria, sono la morale e i falsi pregiudizi a dare un nome (…)”.

(‘Lettera ad una Figlia’. Leggi il pezzo dal Blog Ufficiale:
http://giovannamulas.baab.it/2013/02/12/un-angelo-e-un-angelo-anche-con-le-ali-spezzate/

 

Giovanna Mulas: incontri culturali – Aggiornamenti Blog Ufficiale

il 14 febbraio, al Palalixius di Lanusei, reading contro la violenza
sulla donna, per l’iniziativa internazionale ‘One Billion Rising’.
Durante l’evento si alterneranno diversi artisti, con letture o danze
a tema. La maratona culturale prendera’ il via alle h. 16.30.
Ulteriori info alla Biblioteca ‘Angelino Usai’, Lanusei (dott.ssa
Loredana Rosa).

17 febbraio reading al Teatro di Tortoli’ per ‘Il Coraggio delle
Donne’, evento fondato e diretto dalla scrittrice Margherita Musella, per il Caffe’ Letterario La Rosa dei Venti (Arbatax).
Ricordiamo la preziosa collaborazione di, nell’ordine: Anna P. Alves, Luisa Carracoi, Susanna Cortini, Simonetta Delussu, Nena Fenu, Veronica Lai, Mirella Loi, Marinella Mascia, Daniela Melis, Natalina Mulas, tiziana Murino, virginia Murru, Gonaria Nieddu, Francesca Pischedda oltre alla stessa Margherita Musella. Musiche di Alex Burati, accompagnato dalla voce di Susanne Ritcher.

Tutti gli appuntamenti culturali dal Blog ufficiale:
http://giovannamulas.baab.it/2012/10/05/appuntamenti-culturali-dautunno/

**COMUNICATO STAMPA ED ESTRATTO RICEVUTO DIRETTAMENTE DA : Ufficio Stampa Isola Nera per Giovanna Mulas

La poesia di Carlos Sanchez… come una “porta” aperta.

 

“Nei versi di Carlos Sanchez cresce la Poesia, come nella terra fertile cosparsa di semi crescono germogli verdi che daranno spighe e che sazieranno corpi. Così, forse ora o forse domani, queste parole sazieranno Anime, indicheranno la strada da seguire e sottolinearanno che quella strada era sempre stata lì senza che nessuno l’avesse mai notata prima.”

Zairo Ferrante (2012)

 

*La porta

di Carlos Sanchez

*Dal libro “Tutto scorre come un fiume”
Ed. Lìbrati – Ascoli Piceno, 2012


3666654171.gif.jpg*Si
tante volte ho bussato
a quella porta
con i pugni
con i piedi
con il corpo
e nessuno apriva.
Aspettai con fermezza
a che quella porta si aprisse
feci calcoli
che dopo non servirono
progetti
che non servirono
tornai a bussare
con i pugni
con i piedi
con il corpo.
E passarono i giorni
i mesi
gli anni
sperando che qualcuno
aprisse quella porta.
Quella porta non aveva chiave.
Quella porta era aperta.

La puerta

Si
tantas veces he golpeado
a esa puerta
con los puños
con los pies
con el cuerpo
y nadie abría.
Esperé con entereza
a que esa puerta se abriera
hice cálculos
que después no sirvieron
proyectos
que después no sirvieron
volví a golpear
con los puños
con los pies
con el cuerpo.
Y pasaron los días
los meses
los años
esperando que alguien
abriera esa puerta.
Esa puerta no tenía llave.
Esa puerta estaba abierta.

*Versi ricevuti direttamente dall’Autore tramite social network.

**Per info sul libro: http://e-bookdinanimismo.myblog.it/archive/2012/12/27/tutto-scorre-come-un-fiume-il-nuovo-libro-di-carlos-sanchez.html

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