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“Finalmente il vaccino”: quadro&versi di Antonio Fiore e Zairo Ferrante

“Finalmente il vaccino”

quadro&versi

di

Antonio Fiore Ufagrà e Zairo Ferrante

 

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Tempesta infinita

s’agita tra gli uni

e gli altri, inermi.

Barche alla deriva

crollano gli uomini

scorrono sul mare

bare rosse e bianche.

Pallide storie si fanno

confuse al meriggio.

Gomitolo di colore

nel caotico rumore

d’una stanza chiusa.

Sfiancato dalla disperazione

sul balcone della vita, seduto

s’arrende pure il più forte.

Poi luce, bagliore, un lampo.

Punto all’orizzonte, via via

sempre più grande, speranza

giunge ai viandanti stanchi.

Un nuovo inizio, riparte,

daccapo voltola il mondo.

*Quadro: Antonio Fiore Ufagrà – “Finalmente il vaccino”, 2021, acrilico e plexiglass su faesite, cm. 35 x 45.

**Versi: Zairo Ferrante – “Finalmente il vaccino”, 2021 – liberamente ispirati dal quadro di Antonio Fiore Ufagrà.

21 Marzo 2021: Giornata Mondiale della Poesia, con Dante Alighieri per e con le Donne.

0004BE4F-dante-e-beatrice-henry-holiday-1883-walker-art-galleryIl dinanimismo, per La giornata Mondiale della Poesia nell’anno del settecentenario della morte di Dante Alighieri, ha deciso di omaggiare la Donna proprio con i versi dell’immenso Poeta fiorentino.

Chi ama e rispetta la Poesia, ama e rispetta anche le Donne. La Poesia è Donna:

De gli occhi de la mia donna si move

De gli occhi de la mia donna si move
un lume sì gentil che, dove appare,
si veggion cose ch’uom non pò ritrare
per loro altezza e per lor esser nove:

e de’ suoi razzi sovra ‘l meo cor piove
tanta paura, che mi fa tremare
e dicer: “Qui non voglio mai tornare”;
ma poscia perdo tutte le mie prove:

e tornomi colà dov’io son vinto,
riconfortando gli occhi paurusi,
che sentier prima questo gran valore.

Quando son giunto, lasso!, ed e’ son chiusi;
lo disio che li mena quivi è stinto:
però proveggia a lo mio stato Amore.

Da Rime

*Quadro: Dante e Beatrice. Henry Holiday, 1883, Walker Art Gallery; postato dalla redazione e liberamnete tratto da: https://culture.globalist.it/letture/2017/11/25/dante-e-beatrice-quando-la-bellezza-diventa-una-ferita-2015399.html

Mar 29, 2019 - Senza categoria    No Comments

Rapsodia di primavera – versi di Maria Pellino

Rapsodia di primavera

di 

Maria Pellino

gustav-klimt-italian-garden-landscapeEsplodono riverberi di luce
a coronare l’universo d’intensità,
mentre il cielo terso
ammanta d’azzurro il firmamento con le sue arcate,
un’orchestra d’anime che coglie in volo melodie in libertà.
Sorridono di gemme gli anfratti cupi,
rami spogli che il vento onora del suo amore.

Laddove il cuore consola ogni sguardo e
l’attimo rinasce nel suo infinito movimento,
lì si ode una musica d’ eterno, vivido intreccio di assoli,
rapsodia di primavera.

*Versi ricevuti direttamente dall’Autrice

**Quadro “Gustav Klimt, Giardino italiano, 1913” postato dalla redazione del blog e liberamente tratto da:https://lasottilelineadombra.com/2018/04/05/5-quadri-primavera-artisti-famosi/ 

Inedito di Zairo Ferrante: SCILLA E CARIDDI: IL VUOTO

In attesa che la mia piccola odissea contemporanea di sogni, di amori e di barbarie” trovi una casa, condivido con Voi, in anteprima, questo inedito :

SCILLA E CARIDDI: IL VUOTO

800px-SCHEDR_LunNochFili d’argento si tessono sullo specchio

dell’acqua baciata da un soffio di luna.

Placide acque si scorgono a prua frattanto

che figli di un Dio minore s’ammassano

e spingono e sperano e piangono.

Beffardi sorridono i porci acclamati dal volgo

perfino Poseido, attonito, di spalle si volta.

Nessuno li ascolta, si sbattono porte,

come tombe di morte si serrano i porti.

E intanto s’espande il fragore del nulla,

dilaga il boato del vuoto, inutili voci

di bimbi e di madri, ignoti fratelli

nel cupo giaciglio si perdono e muoiono

inghiottiti in silenzio da Scilla e Cariddi.

ZF (Copyright© Zairo Ferrante)

*Quadro “Luna notturna a Napoli” di Sil’vestr Feodosievič Ščedrin, postato dalla redazione e liberamente tratto da: https://it.wikipedia.org/wiki/Sil%27vestr_Feodosievi%C4%8D_%C5%A0%C4%8Dedrin

Amore e natura umana: pensieri a 4 mani di M. A. Molinari e M. Gallazzi

AMORE FINTO

Di 

Maurizio Alberto Molinari e Mariangela Gallazzi

Pubblicato il 27 maggio 2013 sul blog “Ieri… oggi… la vita continua”

Gerard_FrancoisPascalSimon-Cupid_Psyche_endPenso. Ho un amore, un amore grande:

la persona con cui vivo.

 

Ogni incanto un senso.

 

Un giorno, apro gli occhi,

mi accorgo di quello

che non voglio vedere,

che esiste,

che c’è!

 

Silenzio, ogni silenzio vive crudo.

 

Lui, tutto quanto è legato a lui,

è finto.

Tutto costruito sul mio bisogno di amore.

 

L’arcobaleno non sceglie le sfumature.

 

Il sogno della principessa nel castello che crolla,

con lui dentro .

 

Il sonno non basta.

 

Lui, i suoi finti bisogni, quelle false necessità di cure…  

 

Dedico tempo al vento.

 

Per far fronte a tutto ciò, io mi umilio.

In banca  supplico per avere altri soldi.

 

Nemmeno la preghiera ospita abbastanza il dolore.

 

Il pacco viveri della Parrocchia per potere mangiare!

 

Cibo senza sostanza.

 

Quante persone mi hanno visto in questi miseri panni.

 

Nonostante i miei dubbi,

il castello di bugie

era costruito molto bene,

lo difendevo, poverino!

 

Amore senza distanza.

 

Sembra impossibile che solo oggi io comprenda.

Tutto il tempo passato con lui,

 l’ unico ricordo

il suo continuo bisogno di soldi.

 

Denaro sperato, denaro stracciato.

 

Gioco di carte truccate,unico vincitore lui.

 

Oggi che il gioco è terminato, cerco di capire.

 

La mente scopre il sapore del torpore.

 

Una casa e qualcuno che, rientrando, mi aspettasse.

 

Aveva anche detto: ”Tu non sarai mai capace di stare da sola”

 

Ogni istante sono ieri, ogni giorno sono domani.

 

Invece – vedi? – ti ho dimostrato che ho saputo fare quel passaggio “STARE DA SOLA. SCAPPARE DA TE”

 

Fuggire non sempre è morire…

*  Scritto ricevuto direttamente dall’Autrice tramite social network.

**Quadro “Amore e Psiche” di François Gérard … postato dalla redazione e liberamente tratto da https://it.wikipedia.org/wiki/Amore_e_Psiche_(G%C3%A9rard)

L’uomo che vorrei essere – nuovi versi di Giancarlo Fattori per il dinanimismo.

L’UOMO CHE VORREI ESSERE
di 
Giancarlo Fattori
Magritte_1050_crL’uomo che vorrei essere
si toglie di dosso gli abiti
e sfida ogni possibilità,
non teme di porsi fragile
nel flusso d’un fiume labile
e accoglie in cuore le diversità.
L’uomo che vorrei essere
del despota ha riposto il camice
ripudia ogni carnefice
e lascia scorrere la vita in sé,
non possiede e non compete
non vuol prevaricare gli uomini
non obbedisce e non domina
e dialoga col mondo e i suoi perché.
L’uomo che vorrei essere
affronta il tempo in stile libero
s’abbandona alla vertigine
alle emozioni s’abbandona
e lascia a un altro uomo un sorso in più,
seduce e resta naturale
è bello come un temporale
si dipinge di stupore e ardore
di mutare strada ha l’ardire
e non rinuncia mai a un cielo blu.
 
*Versi ricevuti direttamente da (giancarlo fattori 2018)

Il dinanimismo: versi di fine estate con Fernanda Pivano e Claude Monet

FERNANDA PIVANO – Morte di una stagione

CLAUDE-MONET-End-of-Summer-1890-91Piovve tutta la notte
Sulle memorie dell’estate.
Al buio uscimmo
Entro un tuonare lugubre di pietre
Fermi sull’argine reggemmo lanterne
A esplorare il pericolo dei ponti.
All’alba pallidi vedemmo le rondini
Sui fili fradice immote
Spiare cenni arcani di partenza
E le specchiavamo sulla terra
Le fontane dai volti disfatti.

Pivano nasce in una famiglia che lei definiva vittoriana a Genova il 18 luglio 1917, da Riccardo Newton Pivano e Mary Smallwood, una donna di origini scozzesi. Ha un fratello maggiore, Franco.

La sua formazione avviene a Torino dove nel 1929 si trasferisce con la famiglia. Frequenta il liceo classico Massimo d’Azeglio dove ha come compagno di classe in quarta e quinta ginnasio Primo Levi e come supplente di Italiano Cesare Pavese. Pivano e Levi non vengono ammessi agli orali dell’esame di maturità perché i loro temi per lo scritto sono giudicati “Non idonei”. Nel 1938 Pavese le porta quattro libri in inglese che segnarono il suo destino di scrittrice e traduttrice, facendola appassionare alla Letteratura statunitense: Addio alle armi di Ernest Hemingway – che tradusse clandestinamente in lingua italiana –, Foglie d’erba di Walt Whitman, Antologia di Spoon River di Edgar Lee Masters e l’autobiografia di Sherwood Anderson.

… continua: https://it.wikipedia.org/wiki/Fernanda_Pivano

*Quadro: CLAUDE MONET-End of Summer-1890-91 postato dalla redazione del blog e liberamente tratto da: http://www.pausacaffeblog.it/wp/2015/07/estate-arte.html

JEANNE di Giancarlo Fattori, scritta al Pere Lachaise, Parigi, sulla tomba di Jeanne e Amedeo Modigliani

modigliani-450-344x590Ti ho osservata adagiarti
sopra tetti spioventi
come se tu fossi il gelo del
Nord
nelle notti di pioggia
mi rimani vicina
e il tuo respiro s’incolla al
mio
tu sei come l’ombra
che ora fugge per strada
e quell’ombra è il mio
riflesso
il mio pianto dipinge
il tuo corpo sul muro
per riempire il vuoto che c’è
la strada si bagna
dei tuoi occhi socchiusi
la notte risplende
d’un triste tormento
il mio dolore
è di avere scordato
che per poco noi siamo
stati qui
 
*Ricevuto direttamente dall’Autore Giancarlo Fattori, scritta al Pere Lachaise, Parigi, sulla tomba di Jeanne e Amedeo Modigliani.
 

 

Mag 16, 2018 - Senza categoria    No Comments

Miranda Baccini e la solitudine ( della Poesia ) sulle pagine del dinanimismo.

Solitudine
di
Miranda Baccini
Marco-Josto-AgusIl silenzio mi avvolge.
Solo il fruscio del vento
sembra bisbigliare parole.
La tua voce mi giunge
da lontano,dal profondo
della tua anima.
Attraversando i cieli
come aquila è venuta
a risvegliare ricordi.
Parole dolci e amare
si rincorrono come
in un gioco.
Il silenzio diventa
folla vociante
nella mia testa.
I pensieri si accavallano
come marosi e schiumando
infrangono l’oblio.
Di nuovo odo il fruscio
del vento.
A gradini salgo 
verso il cielo lentamente
trattenendo il respiro
Là dove il silenzio
è musica.
*Versi ricevuti direttamente dall’Autrice.

“Carla e un maglione slabbrato” di Fausta Dumano

37.533_ph_web”pronto Carla, sei  Roma? Ah scusa l’orario, ma tu oggi vedi PAOLO? Mi servirebbe un favore, solo tu puoi”.

Angela continua a parlare , senza dare il tempo a Carla di fiatare. “Ci vediamo alle nove a Termini, ti lascio le chiavi di casa di Paolo”.

Incredibile universo, pensa Carla, quelle chiavi di casa trenta anni fa erano mie, ai tempi dell’università vivevo con Paolo in quella casa, poi colpa mia, colpa tua ,colpa sua, colpa nostra, il solito ritornello… ci siamo lasciati . Con Paolo oggi siamo amici, così come con Angela, Siamo tornati tutti single, loro e pure io. Ma maledizione, di tutto il pianeta ,proprio io?

Un saluto veloce con Angela, il tempo di un caffè nero bollente, poi di corsa da Paolo. Manifestazione contro la legge Fornero ”Paolo devo darti una cosa. Dopo, si pranza insieme noi due, oggi hai impegni?”

Paolo la prende per mano, come se dietro l’ angolo ci fossero gli anni 70, nel vederli mano nella mano qualcuno pensa ad un ritorno di fiamma .

”Ho le tue chiavi di casa ,stamattina Angela…”.

“Allora compriamo del cannonau e si mangia li ”

……Mai tornare sui luoghi del delitto, Paolo in quella casa ha lasciato la storia ferma, tutto come un tempo, persino quel poster con il loro scatto immortalato da TANO D’AMICO, quelli della foto famosa erano loro.

In un cassetto  Paolo ha conservato i brandelli della loro storia, foto, lettere sbiadite, ops… anche quel maglione slabbrato che lei usava dopo l’ amore.

Cannonau, un ricordo, cannonau, un bacio, no non posso – dice lei – forse nel mondo fuori una nuova storia mi aspetta, sono confusa.

E nella confusione mentale due storie si intrecciano, da un lato Paolo, il passato sfuggito, dall’ altro  Filippo, un presente giovane con incognite.

Single bigama – ride Elisa – appena Carla le racconta la confusione.

Con Filippo sto bene, mi nutre di sesso e cultura, ma non posso legarlo a me, merita una donna più giovane, magari un figlio. Con Paolo mi nutro del passato, di come saremo invecchiati insieme, di come sarei stata felice se l’ avessi sposato, se non mi fossi intrappolata nel delirio che ho vissuto con l’ uomo chiamato marito da cui sono rimasta schiacciata nelle aule di un tribunale.

Con Paolo il sesso è nel ricordo del maglione slabbrato, confusa certo nelle emozioni, un cuore con le cicatrici.

Corre da Filippo, lui l’ aspetta con la moto a piazza Flaminio, un salto al chiosco dei libri usati, la loro droga, in moto fa freddo, ma lei sente caldo, poi quella casa che parla di lei, del suo disordine mentale, sta per dire ”meriteresti una storia più ordinata”… ma pinot, una sigaretta, un altro pinot e si ritrovano abbracciati in quel letto che sa di loro.

Si addormenta stremata ”non ho più l’ età per tutte queste emozioni ”. Si sveglia per ritrovarsi in un nuovo gioco di corpi intrecciati, manda un sms a Paolo ”non dovevi farmi fuggire 30 anni fa, provo tenerezza per quel maglione slabbrato, conservalo, forse un giorno…”.

*Scritto ricevuto direttamente dall’Autrice.

*Foto quadro  “Jeanne Hébuterne with Yellow Sweater”di Amedeo Modigliani, postato dalla redazione e liberamente tratto da:  https://www.guggenheim.org/artwork/2972

 

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