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“L’estremismo” di Girolamo Melis. – guardando le stelle in quel lontano 2012 –

200px_Si_L_on_Chestov_noong_1927All’estremo dell’orizzonte terrestre, all’estremo della notte da cui traggono la luce, le stelle del mattino parlano a quelli di noi che hanno destino d’ascolto, il linguaggio della superfluità, della gratuità: il linguaggio estremo per la nostra cultura della convenienza, della funzione, dell’utile. E nella sua opera “estrema” – appunto, Il limite dell’utile – Georges Bataille ci parla dell’utile supremo, la Gloria. Il “per niente”, il “per non essere restituito”, ricambiato, il dono per donare… “dono” senza mano che porge, potlach originario, puro, pre-economico. Non il “per-dono”, il terrificante umano che Jacques Derrida ci presenta come la negazione del Grande, del Sacro. La bellezza, lo sguardo, il “celeste”, la gloria, il “dono-per-niente: questo è l’estremismo. Ciò che è estremo, ai limiti, al di qua dell’orizzonte, eppure – come il raggio verde espresso da rare e sublimi condizioni del cielo al tramonto – dell’oltre cui è chiamata la speranza. (E pensare che la tecnica, la concettualità, dunque la storia, l’economia, la politica, le leggi, perfino la scienza – abbandonata dal pensiero filosofico-matematico – tutto, tutto il nostro mondo del progresso ha inscritto il concetto stesso di estremismo – oltre alla parola – nel Male.) Eppure lo sguardo ci dice: All’estremo del linguaggio corrente, è la Poesia. All’estremo del convenzionale, è il pensare il non-pensato. All’estremo dell’indifferenza, è il prendersi cura. All’estremo del disprezzo, è l’amicizia. All’estremo del nulla, è l’amore. All’estremo dell’ottuso, è lo spalancato. All’estremo dell’ovvio, è Dio. E all’estremo di ciò che è situabile agli estremi? Come possiamo chiamare tutto questo “al di qua”? Voglio dire: tutto ciò che la geografia appena disegnata da me indica come un “tutto” di ovvio-ottuso-nulla-disprezzo-indifferenza-convenzionale-corrente, identificabile come il “tutto-comune”, dunque il mondo dell’umanità, come si nomina, come chiama se stesso, come si definisce? E come può non concordare sull’eccentricità se non addirittura sulla “alterità” di Dio, dello spalancato, dell’amore, dell’amicizia, del prendersi cura, del non-pensato, della poesia? E tuttavia non lo fa, poiché a tutti questi enti attribuisce certamente significati, dunque realtà diverse, se non opposte, al Tutto che abbiamo rappresentato come estremo. E non vedendo, non si offrono sacrifici a Dio, non si sceglie di porre la propria condizione-dimora nello spalancato, di morire per amore, di oblare se stessi per amicizia, di prendersi cura al limite della cura di sé, di tenere per valore il non-pensato, di perdere la propria vita quotidiana nel poetico. All’estremo è il rischio, il bando, l’insensato, il nemico del Nulla: Dio.

 Girolamo Melis 
**Foto: Lev Sestov

Si chiamano emozioni… di Girolamo Melis

Schermata 2017-08-02 alle 23.32.07Eravamo un Popolo.
Eravamo Medici e la Democrazia ci ha ridotti a Operatori Sanitari. Eravamo Spazzini e la Democrazia ci ha ridotti a Operatori Ecologici. Eravamo Costruttori e la Democrazia ci ha ridotti ad SubAppaltatori. Eravamo Poveri e la Democrazia ci ha ridotti a Miserabili. Eravamo Artigiani e la Democrazia ci ha ridotti a Suicidi. Eravamo Vecchi e la Democrazia ci ha ridotti a Anziani/Terza Età. Eravamo Padre e Madre e la Democrazia ci vuole ridurre a Genitore Uno e Genitore Due. Eravamo Morti e la Democrazia ci ha ridotti a Senza Vita. Eravamo Puttane e la Democrazia ci ha ridotte a Operatrici del Sesso. Eravamo Italiani e la Democrazia ci ha ridotti a It’alièni.

A Roma sì.
Ora sei qui a Roma. Stai per entrare in qualche Chiesa, in qualche Millennio da scoprire ma… scopri che la gente per la strada, invece di andare dove deve andare… sì, ci va ma… ti guarda. Magari ti salutano. Ma dove sei capitato? Decidi di fermarti qualche giorno senza entrare  nemmeno in un Museo e ti accorgi che gli abitanti di
questa città hanno delle facce al posto delle maschere. E che lavorano. Sì, con quell’aria di campioni mondiali del tirare a campare, sono lavoratori implacabili. Questa non te l’aspettavi, vero? Peccato. E allora, già che ci sei, sta’ attento a quella frasetta che si dice solo a Roma… Hai  presente quando a Milano si dice: “E’ impossibile!” e a Londra si dice: “It’s impossible!”? Ecco qui, difronte ad un ostacolo della Madonna, ad un problema che
improvvisamente sempra insolubile… un Romano ti guarda e ti fa: “Se po’ ffà”.
A Roma sì, se po’ ffà.

La Gloria.
Da una Lettera di Platone al tiranno Dioniso: “…se tu onori me, la gloria sarà di entrambi; se io onoro te, entrambi ne avremo vergogna. Su questo argomento abbiamo detto abbastanza.”

…CONTINUA SU: http://www.girolamomelis.it/2017/08/si-chiamano-emozioni-volte-rispondono.html

Girolamo Melis rilegge la Divina Commedia e ci regala un girone… forse nuovo o forse… chissà

Schermata 2015-09-17 alle 14.47.11 (1)… UN ANNO E MEZZO FA’ VIRGILIO MI ACCOMPAGNO’ AL “GIRONE DEGLI IPOCRITI”…

Voi non ci crederete ma sono ancora tutti lì, ve ne sono entrati altri e… Dunque non è cambiato niente?
Oh sì, il puzzo e il marcio scatarattano ormai nelle nostre case, nelle nostre vite……. CONTINUA A LEGGERE SU: http://www.girolamomelis.it/search?updated-max=2015-09-18T11:11:00%2B02:00&max-results=10

CRETINO.IT: uno dei libri segreti di Girolamo Melis

“Cretino.it” fa parte dei 7 libri segreti scritti da Girolamo Melis, io ho avuto la fortuna di leggerlo e ho deciso, all’insaputa dell’Autore, di regalarvene una piccola parte… custoditela con cura.

ZF

downloadPresentazione*

 

*La cui lettura è inutile

più o meno come la lettura

di qualsiasi Presentazione.

Règolati.

 

 

Il Cretino.it cretineggia. La sua potenza è infallibile. Nessuno può difendersi e tantomeno immunizzarsi dall’azione del Cretino.it. Anche perché il Cretino.it agisce nella più apparente immobilità. 

Il Cretino.it ha la faccia da Cretino. Qualcuno sostiene che il Cretino, prima di svelarlo, vada frequentato: cioè non sarebbe possibile riconoscerlo a prima vista. Chi pensa questo è, assai probabilmente, un Cretino. Poiché non vedere il Cretino nell’istante stesso in cui si incrocia il suo sguardo, è segno di contagio avvenuto.

Anzi, il Cretino è riconoscibile anche senza vederlo in faccia. Oggi come ieri, il Cretino si riconosce dagli abiti che indossa, da come li indossa, da come si pettina, da come cammina e incede. Insomma, si riconosce anche da dietro, da sotto e dai lati.

Inutile dire che il Cretino si riconosce anche a distanza: per esempio dalla lettera che ti scrive, o perfino da un appunto scritto anonimamente su un pezzo di carta.

Dicevamo: il Cretino.it. E la Cretina.it? Non è sottinteso. Certo, la Cretina.it esiste eccome. Ne esistono milioni, ma non lo si può considerare un “genere femminile”. Diciamo così, e poi non ci torneremo più: è quasi impossibile trovare una Cretina Femmina in quanto Femmina. I milioni di Cretine-Donne esistenti, lo sono per emulazione, quindi per identificazione al genere maschile. 

Insomma la Cretineria è Maschio: riguarda la Femmina in tutti i casi in cui la Femmina è stata contaminata dalla cultura maschile e, pur fingendo di essere Femmina, si comporta come Maschio, cioè come Cretino.

Una precisazione: molte volte il Cretino.it non è una “persona”, o meglio non è riconoscibile da un corpo o dai pezzi di carne che lo compongono.

Per carità, stiamo attenti! In milioni di casi il Cretino.it sta dietro, sotto, a monte, a lato dell’Essere Umano. Spesso è un suo manufatto, un’opera, un rutto.

Insomma una Cosa o una Parola manifestamente riconoscibili come Cretine.it sono autentiche inconfondibili creazioni del Cretino.it.

MA…

Coraggio. So che state per essere messi a dura prova. Sì, perché il Cretino.it è talvolta – così talvolta da essere una quantità di volte incalcolabile – il nome che si dà ad un Sapiente… Cioè a uno che ha il dono di Dio di non somigliare a niente di ciò che dovrebbe essere fatto e a nessuno di chi dovrebbe fare qualcosa,  secondo le regole ferree del Cretino.it… Dunque, è mai possibile che Cretino.it sia la qualifica o il cassetto dentro cui un vero Cretino.it situa – chiamandolo Cretino – uno che non solo non è Cretino né Cretino.it ma è così diverso e malmesso da non prendere nemmeno in considerazione l’idea di passare per Cretino.it per rendersi la vita un po’ meno complicata?

Eh, come direbbe lo scrivano di queste pagine… so cazzi! E siccome so’ cazzi, ci siamo ben guardati dal volerli far sembrare Pensieri.

In parole random, ci siamo lasciati invadere, sfiorare, pungere, pizzicare, scopare, suonare, scazzottare, sedurre ogni volta, ogni istante, ogni zac, dal primo Cretino.it di passaggio.

E non ci siamo permessi di togliere a Te, Lettore (almeno fin che reggerai), la libidine di piazzare il Cretino.it nel primo cassetto che ti trovi a portata di mano.

Che Dio Tassista.

*Scopri di più su Girolamo Melis al seguente link: http://www.girolamomelis.it/

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