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VERSI DALLA CALIFORNIA di UTE MARGARET SAINE

E’ con immenso piacere che ricevo e pubblico i versi  della Poetessa e critica letteraria californiana Ute Margaret Saine, inaugurando così una nuova sezione del dinanimismo: “COLLABORAZIONI OLTRE CONFINE”.

Spazio dedicato ad accogliere le opere di autori/collaboratori stranieri.

Buona Lettura

Zairo Ferrante

MADO%20MUNC%20SPERIAMO.jpgGeografie (tratta dall’inizio di ABC)

 

Muovimi, spingimi

fammi raggiungere

terre e mari estremi

toccar della mano

il cielo promesso

 

Sei tu che mi muovi

e mossa fluisco

per fiumi di

conosciuti e

ignoti paesi

per le geografie

del tuo cuore

di tua anima

la mia terra 

promessa

 

Ute Margaret Saine è nata a Norimberga, Germania ed abita nel sud della California.

Dopo essersi laureata alla Yale University, ha insegnato lingua e letteratura spagnola e francese.

Scrive poesie, racconti ed è critica letteraria in varie lingue. Sogna in cinque lingue e traduce poesie da ed in tutte cinque. Ha rivestito la carica di presidentessa del PEN CLUB di Orange County (California) scrivendo molte lettere ai governi in difesa dei diritti di scrittori perseguitati ed in prigione (come per Orhan Pamuk). I suoi libri sono: Bodyscapes (1995), Words of Art (2001), Ungeschicktes Kind (Bimba maldestra, di prossima pubblicazione in Germania) e The Five Senses: 100 Erotic Poems in Alphabetical Order e ha pubblicato 4 libri di haiku in 5 lingue.

 

**Quadro: “Madonna” di Edward Munch

VERSI DI GIROLAMO MELIS

Di seguito sono lieto ed onorato di proporvi degli splendidi versi di Girolamo Melis tratti, grazie alla sua spledida e rara disponibilità di cui io ho “avidamente” approfittato, dal suo de-chirico1.jpggiornale on-line http://girolamo.melis.it/.

ZF

VINCERE di Girolamo Melis

Tu che non sai camminare
mi fai sentire sacco
tu che non sai vedere
mi fori le palpebre
e tu che non sai parlare
m’inchiodi la lingua
e tu che hai braccia inerti
mi fai monco
tu che ora mi guardi ora ti nascondi
mi risvegli
e allora ti rendo gambe e sguardi
e idee e abbracci e pugni
e mi vien’anche voglia
di farti la cianchetta
e tirarti i capelli
e rotolarmi avvinghiato a te
sul primo pianerottolo
e toccarti il culo
e fare l’amore
sotto l’ombrellate dei normali.

Girolamo Melis è nato a San Quirico d’Orcia, Siena. Vive dove può, abitualmente in più posti. Nato lettore, è diventato scrittore. Tuttavia, mena vanto di tutto il suo leggere e non di tutto il suo scrivere. Perciò non ama parlare dei suoi libri (i librini) né dei suoi testi pubblicati ovunque, né del suo lavoro di progettualità strategica nel Marketing e nella Formazione dei Giovani.

Dietro le sue spalle sono appesi tre cartelli. Nel primo c’è una frase di B. Brecht, che dice: «Poiché dalla parte della Ragione tutti i posti erano occupati, mi sono seduto dalla parte del Torto». Nel secondo cartello c’è una frase di M. Heidegger, che dice: «L’uomo si comporta come se fosse il creatore e il padrone del Linguaggio, mentre invece è il Linguaggio che rimane il signore dell’uomo. Quando questo rapporto di sovranità si rovescia, l’uomo si inventa strane macchinazioni». Nel terzo cartello c’è una frase di Joseph Ratzinger, ora Papa Benedetto XVI, che dice: «La Verità non è determinabile da un voto di maggioranza».

*Biografia tratta da: http://www.iomiprendocuradite.com/

**Quadro di: Giorgio De chirico


COLLABORATORI DEL DINANIMISMO

2955_1088341601601_1018269871_30292956_7451374_n.jpgSINTESI E DETTAGLIO di Lara Aversano

Croci di fango,
muti sguardi di terrore.
L’ipocrita che parla e dice.

Tra le croci, fuori dalle croci.
Per le strade,
dentro le case,
nell’immaginazione
di chi sa e non sa
chi sei o non sei,
cosa desideri e cosa provi.

E’ delirio.
E’ chaos senza principio.

Per tutto ciò che osservo
e nuoce al cuore. Mi spiace.

Due mila dimensioni,
pensieri, osservazioni,
continue crisi, continui perché.

La vita è bella.
La vita è brutta.
La vita è tanto.

Scrivo, leggo, studio.
Mi chiedo. Rifletto.

Giorni di gioia.
Giorni di lacrime.

A volte trovo il perché
a volte nemmeno questo.

Sono la mia distruzione.
Sono la mia risoluzione.
La sintesi di me stessa e il dettaglio.

*Quadro dell’artista romana Liliana Ummarino http://www.artarvalia.it/dblog/

Collaboratori e sostenitori del dinanimismo

41013_148537815167854_100000349098153_316691_1627905_n.jpgMia dolce amante.

pubblicata da Carofalo Vincenzo il giorno sabato 28 agosto 2010 alle ore 12.14 in contemporanea con l’opera alla vostra destra.

 

Come sono belli i tuoi occhi

questa sera al chiarore

della luna disinteressata,

sembrano due gocce di rugiada

allegri come la pioggia.

Rannicchiato ai tuoi piedi

sento l’odore di donna 

che alita del tuo profumo,

e baci e carezze senza fine

accompagnano i miei minuti felici.

Mia dolce amante, sappiami amare,

bellezza che cammini sul mio sentiero,

diavolo o sirena che sei

non mi importa, sei come uno

spirito vagante che geme nel mio affanno.

Ascolta il valzer di questo zingaro

sotto questo cielo luminoso di stelle,

pare un trasporto di tamburi

che si leva dalla mia anima

nella speranza di non piangere

più l’atroce angoscia

di un dispodico destino.

Come sono belli i tuoi capelli castani

sotto questo cielo scuro e rinnovato,

come è bella questa serata

che assapora il tuo seno rotondo

ed io muto abbraccio l’orizzonte.

Vorrei continuare a stendermi

sotto qust’albero

e perdermi con il tuo ricordo.

 Carofalo Vincenzo

POESIA INEDITA

75646_1705163158245_1512999216_1696975_1312723_n.jpgGuardami negli occhi: di Salvatore Fittipaldi

Foto di Irene Fittipaldi

cosa ti dirò che tu già non sai

quando te lo dirò: quando ti dirò

quello che ti dirà l’anima mia:

quando ti dirò tutto di me

guardami negli occhi:

sotto questa luna in apogeo

di me ti dirò l’indicibile e il mai detto:

ti dirò quello che solo a te dirò

così come solo il cuore sa capire:

Traduzione di Giovanna La Franca

 Look in my eyes: by Salvatore Fittipaldi

will tell you what you already do not know when I’ll tell you:
When you say what you say my soul:
when you say everything about me look in my eyes:
under the moon in this heyday of me you tell the untold
and never said I will tell you only what you say
as only the heart can understand:

Traduzione ricevuta dall’Autore

what will I tell you that you already don’t know
when I tell it to you: when I tell you
what my soul will tell you:
when I tell you everything about me
look into my eyes:
under this moon in heyday
I’ll tell you the unspeakable of me and the never told:
I’ll tell you what I’ll only tell you
as only the heart can understand:

Versi dei collaboratori del dinanimismo

 

sogno.jpgESSENZA di Marco Nuzzo


Disincontrarti su stati piani
entrando tue tridimensioni
tangendoti invalicabili labbra,
affrontandoti nella retina,
in sicuro slancio di sguardi
colpisco e mi ritiro
vinto dall’isteria
che brama luce soffusa,
grandangolo sei
di tonificate attese
inespresse in essere;
processandomi i pensieri
tradisci ombre insicure,
paure forse,
aleggianti tra i fantasmi,
coltivate in mezzo agli occhi,
ma emozioni,
e sei vino e sei essenza,
scaldi i miei tramonti
poi null’altro serve.

 Quadro:“Sogno causato dal volo di un’ape attorno a una melagrana, un attimo prima del risveglio” di S. Dalì 

versi dinanimisti e collaboratori

 

ultima-cena-tintoretto-part.jpgTAVOLE IMBANDITE D’ARAGOSTE

-di Adriana Scanferla



Ben ammansito e docile

pulsa il cuore del popolo

L’animo religioso ubbidiente

annichilito ed estraneo

alla sua stessa terra


E ciechi gli occhi

incernierata la mente

Repressi gli istinti

sublimati in virtù


Esonda

suadente propaganda


In altri tempi ben più sanguigni

fu roboante enfasi gloriosa

ammorbatrice di trincee


Tavole imbandite d’aragoste

fiumi di coca e denari di Giuda


I Proci hanno usurpato la casa di Ulisse

stupidi fantocci senza decenza

a cui le stesse madri rifiutano il parto


Nella memoria contadina

il tavolo di legno scagliato

e il sacro pane da affettare col coltello

Intorno alla mensa una preghiera, una croce

Le tante ore passate

a trasformare la terra in pane

e il pane in amore.

Quadro: “Ultima Cena” del Tintoretto

 

VERSI DI UNA LETTRICE

Riportiamo di seguito i versi di un’assidua e giovanissima lettrice di questo blog con l’augurio, per lei, che questo possa essere solo l’inizio della sua fatica e con la speranza, per il dinanimismo e per la Poesia, che questo possa essere d’esempio per altri giovani lettori volenterosi.

vortici.jpgIl dipinto che cambia: ieri oggi domani

di LARA AVERSANO

Vortice blu:
olio su una tela già stanca,
alla ricerca di un disegno
al quale aggrapparsi.
Volano questi spazi
come nuvole d’inchiostro
che vive, che è sangue.
Così si ritrovano a tremare
gocce di colore rosso,
posate tra girandole:
la ricerca dell’Assoluto,
dell’ Infinito e del suo
esatto opposto.

Musica appare tra
spirali verdi azzurre.
Il sottofondo del dubbio
da scrutare ad occhi sgranati.
Le stelle viste come
sfere verdi e lucenti:
il surreale che mai è banale.
La contemplazione, per capire
dove ti possa portare il tuo inconscio,
cosa desidera e cosa vede, cosa sarà
della strada che sta percorrendo.

la finestra, intanto, si affaccia sulla città.

Vagano i vagabondi senza più meta,
solo una strada interrotta.
Poi gruppi di giovani in cerca di sentieri
che li possano salvare dal vuoto.

La città dorme,
le luci di San Francisco
adesso sono ombre.
Caramellati marciapiedi calpestati
da ogni sorta d’uomo
ora sono cubici deserti grigi.
Luna si vede spuntar fuori dalle nubi
e tu lo sai: stanno per piangere.

Davanti alla vetrata di una casa
il volto d’una bimba spicca
per la sua pallida carnagione
e dietro a lei la madre
le insengna il cielo; così piccina
la fanciulla s’appresta curiosa
ad indicar le stelle.

….

Alla tela immaginaria
aggiungi un omino stilizzato
e solennemente solitario
e così t’accorgi che il dipinto
lo sta portando verso una meta precisa,
passo a passo verso l’alba che mai
così lontana è stata ..
ma avrai tempo per raggiugerla.

Vortice bianco, olio su tela,
volano le api vicino agli alveari.

 

 



*Quadro: “Vortici” dell’artista Carmelo Scuderi liberamente tratto on-line da: http://www.morpheusweb.it/html/varie/about/quadri.asp
**Ricordiamo, inoltre, che Lara Aversano è anche su Facebook

LA poetica dinanimista

 

L’ANIMA DEL LETTORE PER SALVARE LA POESIA

di

Zairo Ferrante

 

cometa.jpgSpesso mi sono soffermato a tracciare le linee che, in qualità di “scrittore di versi”, avevo deciso di seguire.

Vi ho parlato spesso di una poesia semplice, di una poesia fatta per la gente e con la gente.

Ho professato un’arte che si sforzasse, in ogni modo, di andare in contro al lettore ma, pur non rinnegando questi concetti, aggiungo oggi un altro tassello a questo puzzle.

Il pezzo mancante è il lettore, il quale deve sforzarsi di aprire la propria mente alla poesia e di aprire la propria anima al poeta.

Infatti, è impensabile chiedere a quest’ultimo di svalutare la propria opera rendendola pienamente comprensibile a tutti, è impossibile chiedere all’artista di snaturare completamente la sua arte e di sacrificare le sue gioie ed i suoi dolori in nome di una chiarezza che potrebbe uccidere la poesia trasformandola in prosa.

Ecco perché, con questi pochi righi, chiedo l’impegno del lettore affinché, con gioia ed eventualmente sacrificio, cerchi di proiettare la propria anima sui versi in modo da non vanificare la fatica del poeta ed in modo da salvare, insieme, tutto quello che chiamiamo, e spero continueremo a chiamare, poesia.

In conclusione, quasi a voler immortalare quanto detto, ecco che vi dono degli splendidi versi del Poeta e Maestro *Beppe Costa ( http://beppe-costa.blogspot.com/ ).

Ringraziandolo sinceramente per le sue splendide ed importanti parole che hanno, letteralmente, aperto la mia mente e che spero aver interpretato correttamente.


*Cammino fra polveri e macerie
guardo colori e braci
affascinato e stordito
cerco di capire cosa accada
cosa mai sia accaduto
sempre
nei giorni e nei millenni
Se ascolto mi sforzo tento di sentire
mi fermo fra esplosioni e rumori
guardo mi ostino ad ascoltare
nette le voci si alzano
raccontano spiegano si spezzano
masse e solitudini
amori e guerre

Le sento adesso
chiare
sono le voci dei poeti

*Versi Tratti da:http://www.opposto.net/

Poesia di Adriana Scanferla

 

99-un_parco_a_Berlino.jpgMENTRE BERLINO FELICE DANZAVA

di Adriana Scanferla

 

Scaturisco da te primavera

primizia di corolle che ammiccano

tra filamenti d’erba verde

Trasmigrata di terra in terra

fu la mia anima bambina

ma sempre l’intimo pensiero

mi fu fedele compagno di viaggio

L’anima chiedeva chiarezza

mentre il dubbio si insinuava feroce

 

Ho percorso quel tratto di storia

che strappò vincoli rafforzati

di casta e frantumò docilità di figlie

Noi insofferenti al mondo adulto

ci agghindavamo di fiori felici

e tuniche svolazzanti lambivano

i nostri impudichi piedi scalzi

 

Al ritmo del liberato canto oscillava

la Storia dell’uguaglianza e della pietà

Il futuro ci ammaliava con lampi

accecanti di bagliore e di speranza

Figli di povera gente e di signori

seduti insieme allo stesso desco

operai con studenti le nottate intere

per poi dividere all’alba il destino

 

Abbiamo azzardato troppo oltre

nella speranza del mondo nuovo

mentre Berlino felice danzava

strappato il velo di muro dagli occhi

Oh, misera illusione di chi solo allora

si affacciava alla luce del giorno!

 

Il dio denaro rese impotente

ogni umano religioso sentimento

e quando l’ira annebbiò la ragione

altri muri di sangue si alzarono

per meglio dividere e odiare

Dalle macerie di straziati grattacieli

resi tumuli di odio sbucarono

carri armati di pace e mitraglie

e cavalli di frisia e stampelle

 

Genia divina devastatrice

dominatrice della natura spenta

Dove si sono persi i nostri passi

allegri e i nostri canti di speranza?

Per leggere la biografia di Adriana Scanferla: http://e-bookdinanimismo.myblog.it/archive/2010/06/14/versi-di-adriana-scanferla.html

Quadro: “un parco a Berlino” del pittore Stubing Robert: http://www.quantarte.com/

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