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Il Dinanimismo presenta Tre poesie di Fabio Amato – Accademia del terzo millennio –

Noi

297774_256835074341582_842137_nSiderali frammenti,

giallo sbiadito

dei ricordi,

microscopici

filamenti di tempo,

i nostri ricordi.

 

Incomunicabilità

Piangere dentro,

sentire la lama

piagare l’anima,

linguaggio incomprensibile

i nostri silenzi,

le nostre fughe

lungo scogli sommersi,

le emozioni soffocate

nell’oblio

dell’umano peregrinare.

Forse questo siamo:

puntini di luce

nella notte.

 

Alzheimer

Scende la notte

Mentre chiuso

Nel tuo mondo

L’anima cerca

Il riannodare del tempo.

Come da prisma

Rifrangente i colori

Riaffiorano i ricordi

Di una vita.

 

Implodere

Implodere! Perché implodere?

Perché  chiudere il cuore

Nella fredda stanza

Non rischiarata dal sole!

Intorno tutto muta

E colora d’intensa emozione,

mentre un raggio

chiede d’entrare

a sciogliere il profondo gelo

che da tempo rende vana

ogni speranza d’amare.

Fabio Amato nasce a Milano il 14 marzo 1964. Si laurea in pedagogia nel 1989 e intraprende la professione di educatore nel 1991.

Comincia a scrivere le prime poesie nel 2000,inizialmente legate a tematiche sociali o paesaggistiche in seguito la sua voce si fa intimista.,dando spazio alle emozioni.

Dal 2010 è vicepresidente dell’Accademia del terzo millennio,associazione culturale di Milano.

Partecipa a diversi premi e ottiene numerosi riconoscimenti. Ottiene menzioni d’onore in Australia .

Pubblica 2 libri di poesie Falene nel 2006 con la casa editrice Otma Edizioni di Milano,pubblicazione che è giunta alla sesta ristampa. Nel 2008 sempre con Otma pubblica Solo l’Amore. Questo 2 libro è stato presentato a Milano dal famoso attore e cabarettista Roberto Brivio(famoso negli anni 60 come membro del gruppo i Gufi). Brivio scrive dell’Autore:”Al poeta Fabio Amato e non scherzo se dico poeta. Il fatto di ricordarmi nel fraseggio Marinetti, Palazzeschi ed altri grandi come Ungaretti,lo pone tra loro con merito…”.

Amato ha preso parte a vari premi come membro di giuria e collabora con giornali on line come mi-lorenteggio.com. E’in redazione nella rivista A,U.P.I. albo ufficiale di poeti e pittori. Ha creato il premio Sacra Famiglia dedicato alla fondazione che si occupa di persone disabili e si trova a Cesano Boscone(Mi) ed è presidente di giuria permanente del premio.

Nel 2011 dà alle stampe il terzo libro Lunula.

Nel 2014 esce per la Magi editore di Patti Centauri e nel 2015 Innocenti sempre Magi editore.

**Versi e foto ricevuti direttamente dall’Autore tramite e-mail.

Scenari ( Poetici )Passivi… di Giancarlo Fattori ( http://scenaripassivi.blogspot.it/ )

A SYLVIA PLATH
di
Giancarlo Fattori
11_splat_150E lentamente scorre sulla chioma platinata,

la fulgida veggenza della tua scarna vita,

il silenzio tuo di donna rotta, frastornata,

la cicatrice fulgida d’eterna tua ferita:

l’amore risvegliasti, tra i punti di sutura,

dell’uomo dai taglienti tratti d’un asceta.

E accarezzò il tuo volto, di bianca velatura.

 

I bambini metti a letto, oh piccola mia Sylvia,

che riposino sui campi maturi d’innocenza,

che sognino di sogni e intrecci di mangrovia:

che tu ci sia o no, non fa molta differenza.

Getta via i veleni, la corda, la pistola,

i semi d’una vita che è verosimiglianza:

l’ansia non la plachi, se non scrivi una parola.

 

Potremmo prolungare a piacimento, questa notte,

scriver versi audaci alla tetra genitrice

tenendoci per mano, a scalare alte vette:

una donna, quando è sola, non è detto sia infelice.

E il corpo mio carnale, come turgida scultura,

dalle ceneri rinato d’una splendida fenice,

si adagia sul tuo corpo letterario, di scrittura.

 

*Versi ricevuti direttamente dall’Autore ©2014

**Foto postata dalla redazione del blog e liberamente tratta da: http://www.poets.org/poetsorg/poet/sylvia-plath

Saggio di Marco Nuzzo

Se non puoi essere un poeta sii la poesia (David Carradine) – di Marco Nuzzo

 

Cosa c’è di più bello, di più liberatorio, se non scoprire la vera essenza di sé stessi, di quell’animale goliardico, autonomo e straordinario qual è l’essere veri, la somma delle proprie coscienze vissute strizzando la vita all’ultima goccia, tracannandola e ubriacandosi del proprio sentirsi vivi?

Allora perché continuiamo a mostrare le nostre miserabili maschere, evidenziandoci impettiti come se un palo nel culo ci trapassasse il colon da parte a parte come folgore che muore cervicale?

A che vi serve l’aver vissuto, l’aver respirato, se non avete assaporato l’ebbrezza, la paura che fa venire la pelle d’oca, la rabbia e l’amore allo stremo del vostro desiderio, quando tutti vi dicono di lasciar perdere, di non farvi coinvolgere dalle situazioni, dai sentimenti… chi sono costoro? automi forse? sono capaci di mandare in esilio le proprie sensazioni evitando così di sentire? Non penso.

 

Lao Tsu, il creatore del Tao Te Ching, evidenzia la necessità di restare morbidi come bambini, mai duri, mai impettiti. Un neonato quando ha fame piange e lo fa con tutte le sue forze, piange di santa ragione e se ne frega di tutto e di tutti proprio perché privo dei condizionamenti mentali cui verrà sottoposto da grande e nel tempo. Da adulti siamo incapaci di esprimere ciò che abbiamo dentro nei modi del neonato, sfruttando dunque tutta la nostra rabbia, tutto il nostro “volere” per ottenere, al fine di smascherare pian piano quella parte esagitata dentro di noi che ci farebbe tornare fanciulli, che ci farebbe tornare ai primordi, al nostro essere primitivi fruitori delle nostre passioni.

 

Parlando di Lao Tsu non posso non riportarvi l’esperienza delle arti marziali. Molti di voi si domanderanno cosa hanno a che vedere le arti marziali con la poesia o con la morbidezza. Ve lo spiego. Abbiamo detto che Lao Tsu, creatore del Tao Te Ching, nonché capostipite del Taoismo, evidenzia il concetto di morbidezza, ma perché? Semplicemente perché il morbido riesce a battere il duro; è un concetto difficile da comprendere, detto così, ma pensateci un momento: un albero, battuto dalla bufera, sarà estirpato, perché duro; un filo d’erba allo stesso modo, violentato dalla bufera, si piegherà, tuttavia resterà in vita, con le radici ben salde nella terra. Questo concetto viene ripreso nelle arti marziali per battere un avversario più forte (duro) fisicamente. Tuttavia il concetto di “morbido” nelle arti marziali non si ferma qui. Nasce il concetto di fa jing, ossia la forza esplosiva generata dal corpo. Per generare questa forza che si esprime come un colpo di frusta, un’onda, è necessario restare rilassati, è necessario essere naturali. L’effetto è devastante, spesso mortale. Il modo rilassato di generare fa jing è Poesia.

 

Se riuscirete a comprendere questo concetto avrete la chiave che aprirà porte inesplorate del vostro essere. Mantenere la calma fermenterà il vostro sapere, riuscirete quindi a valutare in modo chiaro e senza inutili filtri le varie situazioni. Mentalmente tutto diverrà chiaro.

 

David Carradine, attore di una fortunata serie dal titolo “Kung fu”, nonché maestro di Tai Chi e Qi Gong scrive: “se non puoi essere un poeta sii la poesia”. La frase si commenta da sé. Non tutti possiamo essere poeti, non tutti possiamo essere scrittori o uomini di scienza o matematici o chicchessia. Siamo tutti diversi e questo è bello, tuttavia possiamo essere tutti Poesia, proprio guardandoci dentro, proprio esplorando sempre più nel profondo ciò che di noi stessi è bellezza interiore, sincronizzandoci con l’esteriore bellezza di un’alba, di un tramonto, di un giorno di pioggia o di sole o di una notte stellata. Possiamo essere il meglio di qualunque cosa siamo, tanto per citare M. L. King, possiamo essere fa jing, forza esplosiva, possiamo essere Poesia, possiamo liberare i nostri sogni e renderli realtà esportandole all’esterno, facendo risuonare le nostre corde con quelle di altri per simpatia.

 

Toglietevi quella maschera, imparate a ricostruire il vostro vero essere, non inibitevi di fronte alla pazzia, siate pazzi, siate quel che pensate… volete gridare? fatelo! volete ballare sotto la pioggia? nessuno vi può fermare! volete gioire del vostro delirio di onnipotente pazzia? fregatevene di ciò che diranno, anzi, coinvolgeteli, suonatevi insieme in profondi accordi!

 

Siate illegali, rozzi… siate Poeti.

 

 

Marco Nuzzo: SITO

Versi dal Venezuela

shapeimage_2.pngPermettimi…. di Noris Roberts


Permettimi dolce amore essere l’aurora che nel desiderio di sentire è

ciò che sento

Le risate dei geranei nel tuo alito

I tuoi costanti pensieri


Permettimi di essere la musa della tua immaginazione

Il fuogo, la parola santa

la canzone inaspettata


Permettini, in questo sentimento arido, di essere la poesia, i fiori di iris, il

santuario che germoglia nelle labbra di una donna e niente altro


Offrimi Febbraio come nostro cielo

Offrimi Febbraio per dirti quanto ti amo.


E’ difficile non amarti!

©Noris Roberts – trad. di Raffaella Vittori

Noris Roberts
Nata a Puerto La Cruz, Venezuela.
Avvocato di professione. Dottorato in Diritto Commerciale e Civile. Laureata presso l’Università Santa Maria, Caracas, Venezuela.
A nove anni sentì forte l’inclinazione per le arti, specialmente per la letteratura, il balletto e la pittura.

“La mia ansia nel nutrirmi sempre di più mi spinse a curiosare tra la pittura senza comunque tralasciare le mie principali passioni: la scrittura e il balletto.
Come scrittrice scoprì la meraviglia di far arrivare agli altri ciò che significa per me vivere.

La parola, come veicolo, mi rende più facile l’esprimere ciò che a volte non si dice, o non si vuole menzionare.

In ogni parola che scrivo immagino intensamente l’amore, il dolore, la fede, la speranza.

Molte delle mie poesie sono strate tradotte in altre lingue e pubblicate in diverse riviste letterarie e sono stata invitata in diverse antologie poetiche.
Ambasciatrice universale per la pace in Venezuela.

Attualmente esercito la mia professione di avvocato civilista.”
Versi e biografia ricevuti dalla stessa Autrice: SITO PERSONALE