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Il Dinanimismo segnala Joe Natta… il cantautore della Poesia.

image019Joe Natta, poliedrico cantautore lucchese, ha da qualche tempo lanciato un interessantissimo progetto dal titolo “Musica e Poesia”.

L’idea, volta a promuovere e diffondere Poesia in modo libero e gratuito, risulta essere completamente in linea con la filosofia del movimento Dinanimista.

Come riportato nel sito nello stesso Autore: “Dopo vari mesi di ricerche ho deciso di rendere omaggio ai grandi poeti di ieri e di oggi musicandone le poesie che più mi hanno colpito. La considero una riscoperta musicale volta a far conoscere, grazie alle canzoni, quegli autori che hanno fatto la storia della poesia e che vale davvero la pena leggere, perché capaci di regalarci le più svariate emozioni.

Perdersi fra le parole e i versi è una cosa bellissima quanto preziosa e allora perché non unire anche la musica?

Sono già state pubblicate poesie di famosi autori internazionali e degli italiani Cesare Pavese, Gabriele D’Annunzio, Giosuè Carducci, Olindo Guerrini, Alda Merini, Guido Gozzano, Alessandro Manzoni, Giuseppe Ungaretti e altri.

Ogni 3 giorni farò uscire una canzone sul mio CANALE YOUTUBE che si andrà ad aggiungere a quelle già pubblicate così che quella singolare mescolanza di passione e sentimento che viene fuori dalla musica e dalla poesia arrivi a più persone possibili, nella speranza di avvicinarle a questo fantastico mondo fatto di parole ed emozioni.

Fra i poeti che ho scelto di musicare cito Lope De Vega, Garcia Lorca, Percy Bysshe Shelley, Emily Dickinson, ma soprattutto gli italiani Vincenzo Cardarelli, Mario Luzi, Carlo Betocchi, Giorgio Caproni, Alfonso Gatto, Maria Luisa Spaziani,  Ugo Foscolo, Aldo Palazzeschi, Dante Alighieri, Iginio Ugo Tarchetti, Sergio Corazzini, Arrigo Boito, Dino Campana, Umberto Saba, Eugenio Montale, Salvatore Quasimodo, Valentino Zeichen, Giosuè Carducci, Vittorio Sereni, Gianni Rodari, Marino Moretti, Giacomo Leopardi, Antonia Pozzi, Primo Levi, Giovanni Pascoli e tantissimi altri.

    Una cosa che tengo a precisare è che tutte le canzoni pubblicate, e quelle che lo saranno, sono rigorosamente ascoltabili

in modo GRATUITO tramite YouTube, senza passare da negozi virtuali o piattaforme di musica streaming.

Anche il canale stesso non ha pubblicità e non è affiliato a nessuna partnership.

Questo progetto è un invito alla riscoperta della lettura, alla bella poesia, la cultura non ha prezzo e non vorrei mai lucrarci sopra, l’immaginazione e la fantasia devono rimanere patrimonio di tutti, sempre e comunque. Per finire godetevi queste bellissime poesie, con la speranza che la trasformazione in canzone sia di vostro gradimento.

Joe Natta…” CONTINUA SU: http://www.joenatta.com/musica_poesia_joenatta.htm

 

image009Joe Natta è un Cantautore che dal 2002 colleziona sorrisi regalando buonumore.

Vive a Ponte a Moriano in provincia di Lucca, ha al suo attivo 36 album ufficiali e moltissimi videoclip e concerti.

Autore e compositore SIAE, inizia la sua attività artistica alternando canzoni demenziali ad altre più ironiche e serie, scenette esclusivamente comiche ed altri lavori in cui, in modo ironico, cerca di sensibilizzare la gente su temi importanticome la violenza sugli animali, il precariato, la donazione di sangue, la rivalutazione del territorio locale, la solidarietà, la lettura, i poeti del passato e molto altro.

Nel 2017 abbandona definitivamente il genere demenziale per dedicarsi ad altri progetti musicali, in primis la realizzazione di molti album cantautorati che teneva dentro al famigerato “cassetto” da tempo.

Nel 2011 da vita al progetto musicale “Leggende Lucchesi” dedicato interamente alla riscoperta delle leggende e della tradizione orale di Lucca, della Garfagnana, della Versilia e a personaggi e storie legate al Folclore e alla cultura toscana.

Nel 2015 inizia un altro progetto musicale dedicato alla festa di Halloween con canzoni e videoclip in tema.

In uno di questi video compare il papà degli Zombi, il maestro George A. Romero.

Nel 2018 inizia un nuovo progetto dedicato alla riscoperta di grandi Poeti di ieri e di oggi musicandone le poesie che più lo hanno emozionato.

Fervente sostenitore della musica creativa NON fa “Cover” ne quantomeno “TRIBUTI” di alcun genere, solo brani originali.

Particolare curioso e simpatico è stata la presenza di Nonna Rolanda, nonna paterna di Joe, che ha recitato nei suoi corti e cantato alcune delle sue canzoni.

Un fenomeno multimediale davvero originale che ha conquistato il cuore degli internauti e che continua a farlo anche dopo la sua scomparsa avvenuta nel 2007.

Nonna Rolanda viene ricordata da Joe in una canzone dal titolo “Canzone per Nonna Rolanda”

Joe Natta sostiene EMERGENCY, UNICEF, WWF, AIL, AIRC, ANDARE OLTRE SI PUO’, LIBERA, LEGAMBIENTE e  AMREF e la donazione del sangue, ADORA LEGGERE, scrivere, il cinema in ogni sua forma (soprattutto quello di genere), la musica beat anni ‘60 e non guarda la televisione.

Continua su: http://www.joenatta.com/homepage.htm

Consigli di lettura dal Dinanimismo: il poeta Roberto Pazzi (Ferrara).

1024px-RobertoPazziIl Pazzi Poeta (ma anche Scrittore e Giornalista) è un Narratore visionario che continua imperterrito a frugare tra e nelle cose, alla ricerca del non-visibile. 

Versi che, come lame, squarciano il quotidiano per raggiungere la vera essenza delle cose, delle persone e delle situazioni. Piccole perle seminate tra le pieghe dei giorni, che continuano a scorrere inesorabili.

Zairo Ferrante

Di Seguito alcuni versi di Roberto Pazzi liberamente tratti da: http://www.italian-poetry.org/roberto-pazzi/

Il mio niente
Oggi verrei a casa tua,
farei questo lungo viaggio
solo per infilare questi versi
nella fessura sotto la porta,
non potrei rompere
il divieto di rivederci.
Niente, vorrei dirti,
solo questo niente.
Fu detto già tutto.
Da quando ci siamo separati
sopravviviamo,
siamo la rovina di quel tempo.
Ma questo mio niente dopo di te
mi sostiene e si rafforza,
cresce bene con gli anni,
si fa grande, muta la voce,
non vuole più stare con me,
esce sempre più spesso
a cercare altro niente,
inutilmente bello come fui.
I nostri occhi han fissato il sole,
non guardano più,
ricordano di aver visto.
A che servirebbe rivederti ?
Perderei il mio niente.
Di tutte le cose che potevo fare
ho sempre scelto una sola,
monco di troppe vite non fatte
tu sei il Niente che mi ha scelto.
E ti appartengo sempre.

Il treno ritarda
Il treno delle quindici e cinquantasei
partirà in ritardo, di venti minuti,
qualcuno stasera in una stazione
sotto i colli Euganei,
bestemmierà l’attesa,
qualcuno invece grazie al ritardo,
prima del Po,
riuscirà a prenderlo, quel treno,
e salirà trafelato e contento.

Per molti amati prima dei trent’anni
sono già defunto,
non li rivedrò mai più.
Per molti che mi vedranno fragile
vecchio non sono ancora nato,
devo ancora spuntare all’orizzonte.

Per altri, e sono i più,
non c’è nessuna linea,
nessuno orario da consultare.
Quel non essere per loro
è già la mia eternità.

Roberto Pazzi: Poeta, Scrittore e Giornalista.

Vive a Ferrara; nella città emiliana ha fondato nel 2014 la scuola di scrittura creativa Itaca, patrocinata dal Comune di Ferrara.

Ha frequentato il Liceo Ariosto della sua città poi si è laureato in lettere classiche a Bologna con Luciano Anceschi e una tesi in estetica sulla poetica di Umberto Saba). Dopo tre anni di docenza ad Urbino,ha insegnato nella scuola superiore e nell’università a Ferrara[1]antropologia culturale e filosofia della storia e a Urbino sociologia dell’arte e della letteratura.

Tradotto in molte lingue, ha esordito in poesia con una silloge apparsa sulla rivista Arte e poesia nel 1970, prefata da Vittorio Sereni. […] Dopo dodici anni di collaborazione esclusiva al Corriere della Sera, è opinionista di QN Quotidiano Nazionale (Il Giorno, Il Resto del Carlino, La Nazione) e all’estero è collaboratore di The New York Times. Leggi tutto su (+ fonte foto): https://it.wikipedia.org/wiki/Roberto_Pazzi#Biografia 

http://www.roberto-pazzi.it/roberto-pazzi/

L’Alveare e il Dinanimismo insieme all’Aquara Music Fest per assegnare il “Premio della critica Fioravante Serraino” …

AMFL’associazione Culturale L’Alveare (organizzatrice dell’Aquara Music Fest) e il movimento poetico-artistico Dinanimista, collaboreranno insieme  all’assegnazione del “Premio della critica Fioravante Serraino” durante il contest musicale che si svolgerà il prossimo 16 e 17 agosto ad Aquara.

La giuria critica, che assegnerà il premio per il miglior testo, sarà composta da:

I premi del Contest Musicale Fioravante Serraino sono i seguenti:
§Premio Aquara Music Fest– alla band o al solista decretato vincitore del Contest Musicale dalla giuria tecnica verrà finanziato un progetto artistico relativo alla propria attività musicale per un ammontare pari a Euro 500,00.
§Premio della critica Fioravante Serraino– la giuria L’Alveare/Dinanimismo assegnerà il premio della critica Fioravante Serraino per il miglior testo tra le band finaliste al Contest Musicale. Il premio è così intitolato in memoria del membro fondatore e anima dell’Associazione Culturale L’Alveare, Fioravante Serraino. Al vincitore di questa sezione verrà finanziato un progetto artistico relativo alla propria attività musicale per un ammontare pari a Euro 500,00.
§Premio Partecipazione– tutti i gruppi finalisti riceveranno gratuitamente un Videoclip a cura della CineFrame Productiondi brano a scelta dalle band, per un valore pari a Euro 300,00.
I partecipanti alla fase finale del concorso avranno uno sconto del 50%alle MasterClass che si terranno la mattina del 17 agosto. Tutti i gruppi finalisti riceveranno a titolo gratuito il Premio Partecipazione insieme a un book fotografico.

Rita Stanzione sulle pagine del dinanimismo – “Infervorare l’Ombra”

Infervorare l’Ombra

Rita Stanzione

 

309a3Se l’implicare un gesto

è muta voce in graffio

assolvo l’orizzonte

in gemito, mia sponda unica

 

sorgi dentro me

daga di sole

per un gocciare aspro

 

e non sia calco, materiale:

ché mi comprenda un lume esiguo

 

e d’Ombra, lì assopirmi.

 

Nota bio-bibliografica

Rita Stanzione, nata a Pagani e vissuta un periodo a Milano, risiede attualmente a Roccapiemonte (SA). Docente, con alla base una formazione pedagogica, completata da studi in campo scientifico. Si dedica alla scrittura perché non vada perso il pensiero, per comunicare, per sperimentare, perché convinta che non sia stato già tutto raccontato. Oltre che di poesie, è autrice di haiku, altri componimenti simili e brevi racconti. Molti suoi testi sono presenti in siti e riviste di letteratura nazionali e internazionali (anche tradotti in altre lingue). Collabora con il Movimento letterario UniDiversità di Bologna, quale autrice della Collana viola e della rivista tematica bimestrale Quaderni. Ha avuto importanti riconoscimenti in concorsi letterari. Fa parte, insieme ad altri autori, del blog di poesia Comelacquasuisassi. Ha fatto parte della giuria, e tuttora continua l’esperienza, in premi letterari nazionali. Ha all’attivo più raccolte di poesie: L’inchiostro è un fermento di macchie in cerca d’asilo, Libreria Editrice Urso – marzo 2012; Spazio del sognare liquido ed. Rupe Mutevole collana Heroides – maggio 2012; Versi ri-versi, Carta e Penna editore – novembre 2012; Per non sentire freddo, ebook Editrice gds Diffusione Autori – dicembre 2012; È a chiazze la mia bella stagione, Libreria Editrice Urso – marzo 2013; In cerca di noi, Collana Viola dell’Associazione Culturale UniDiversità – dicembre 2016; Canti di carta, Fara Editore – febbraio 2017; Di ogni sfumatura, Libreria Editrice Urso – marzo 2017; Grammi di ciglia e luminescenze 60 Haiku, Vitale Edizioni – agosto 2017.

*Versi ricevuti direttamente dall’Autrice tramite social network

** Quadro – “Poveri in riva al mare” (1903) – Picasso – postato dalla redazione e liberamente tratto da: http://anni20parigi.blogspot.com/2013/03/jules-pascin-costitui-sicuramente-una.html

Tracce di sé – aforismi di Maria Pellino

 

53685662_10213680098857450_8588463771859550208_n1. Spesso l’idea che gli altri hanno di te è opposta alle tue intenzioni.
2. L’invidia è un intoppo che capita a tutti, anche sotto la falsa forma di un sorriso avvenente.

3. Il vuoto ha il sordido senso dell’insensatezza verace.
4. Allenati ad amare chi è facilmente odiabile.

5. I falsi amici si defileranno in tempo di tempesta, ma li ritroverai al tuo fianco
quando la quiete ti coglierà. Di sicuro ti lisceranno il pelo se dovessi acquisire prestigio socialmente.

6. L’amico è tale se accoglie il tuo modo d’essere in silenzio,
compensando il suo, con un lauto tornaconto d’affetto.
7. Siamo la sostanza di ciò che l’anima riflette negli occhi e medita nel pensiero.
8. L’uomo è l’attore della vita così come la vita è il palcoscenico di un atto anacronistico.

9. Siamo marionette che maldestramente strepitano con i fili tirati da mani distaccate dal cuore.

50962666_10213485169784345_8344828578013118464_n10. Al richiamo della luna, presagio e monito di un destino da avverarsi.
11. Ciò che suscita stupore e meraviglia è tutto quello che penetra l’anima di
bellezza, zampilli di mistero dove il divino si lascia cogliere.
12. La memoria è un fattore di muta intelligenza. Ciò che la fa gridare è l’impatto istantaneo di una reazione incontaminata dal sapere.

13. Distaccatevi dalla morale comune, se volete conoscere voi stessi, deponete le armi del pregiudizio.

 

 

Pellino Maria lavora come educatrice. Ama autori classici della letteratura, la poesia e la forma breve qual’è l’aforisma. Autrice di oltre trecento aforismi, di poesie dal 2013. Ha ottenuto diversi riconoscimenti quali due primi premi al concorso “Scrittori ed Artisti del nuovo Rinascimento”, menzione di merito per monologo teatrale e per poesia con immagine al concorso dell’Accademia mondiale della poesia. Ha ottenuto un premio speciale stampa. Dal 2013 ha partecipato ad altri importanti e prestigiosi concorsi sia nazionali che internazionali ed europei giungendo sempre in finale. Ottenuto il riconoscimento come una delle Autrici del Nuovo Rinascimento. Ha ottenuto diploma di merito, menzioni d’onore, premio della giuria, Premio arte e cultura 2018 in vari concorsi . Diploma d’onore con menzione d’encomio al concorso prestigioso Michelangelo Buonarroti. Due volte finalista della sezione aforismi al Premio nazionale di Filosofia 2015 e 2019.

*Aforismi ricevuti direttamente dall’Autrice tramite e-mail.

WHEN YOU SEE VENUS Margaret Saine – il Dinanimismo pubblica i versi della Poetessa Californiana

WHEN YOU SEE VENUS

Margaret Saine

 

Was Venus more beautiful

Than you are?    Amy Lowell

venus3On Venus and Mars, Lowell

Saw concentric ridges,

Spokes of the canal system

On an inhabited planet

 

Lowell set the telescope on the

Tiniest aperture to reduce the

Venus glare, thus mimicking

An ophthalmoscope

 

Like the Percival of myth

He erred, what he really saw

Was his own eyeball

Mirrored in the telescope

 

Lowell briefly recanted in 1902

Reiterated in 1903, not knowing

The retina showed the vessels

Of his high blood pressure

 

Flagstaff, four middling years

I visited the Observatory once

Never saw Venus

Never looked into my eyes

 

The epigraph is by the American poet Amy Lowell, 1874-1925, sister of the astronomer Percival Lowell, 1855-1916. Both are relatives of poet Robert Lowell, 1917-1977.

 

 

 

QUANDO TU VEDI VENERE

– Traduzione –

Margaret Saine

 

                        Was Venus more beautiful

                        Than you are?

                        Era Venere piú bella

                        Che te?    Amy Lowell

Su Venere e Marte, Lowell

Vedeva creste concentriche

I raggi di un sistema di canali

Di un pianeta abitato

 

Lowell settò il telescopio sulla

piú piccola apertura per ridurre

il bagliore di Venere, imitando così

Un oftalmoscopio

 

Come il “Percival” del mito

Sbagliò, ciò che vide realmente

Era il suo globo oculare

Riflesso nel telescopio

 

Lowell brevemente ritrattò in 1902

Riaffermò in 1903, non sapendo

Che guardava i vasi sanguigni

per la sua pressione alta

 

Flagstaff, quattro anni mediocri

visitai l’Osservatorio una volta

Mai vidi Venere

Mai mi vidi negli occhi

L’epigrafe è della poetessa americana Amy Lowell, 1874-1925, sorella dell’astronomo Percival Lowell, 1855-1916. Ambidue sono parenti del poeta Robert Lowell, 1917-1977.

Margaret Saine è nata in Germania, ma vive nei pressi di Los Angeles.  Dopo la  laurea a Yale ha insegnato lingue e letterature Spagnola e Francese. Sogna, scrive e traduce Poesie in cinque lingue. I suoi libri sono “Bodyscapes”  (1995); “Words of Art” (2001); “Lit Angels” (2016); “Gardens of the World” (2018) e “A Book of Travel. Poems” (2019). In Germania ha pubblicato “Memorie d’infanzia” e quattro sillogi. In Italia, invece, è uscita con due volumi  di “Paesaggi che respirano”. E’ autrice anche di cinque libri di haiku, che scrive a diario fin dal 2008.  Altri suoi lavori inediti sono in attesa di pubblicazione.

*Versi ricevuti direttamente dall’Autrice.

**Immagine di Venere postata dalla redazione e liberamente tratta da: https://www.focus.it/scienza/spazio/mai-vista-cosi-venere-nelle-foto-di-akatsuki

Carlos Sanchez ci segnala ( con traduzione in spagnolo) “Pietà per la nazione” di L. Ferlinghetti.

Lawrence Ferlinghetti 

“Pietà per la nazione”

300px-Fuga_di_Enea_da_Troia_-_BarocciPietà per la nazione i cui uomini sono pecore
e i cui pastori sono guide cattive
Pietà per la nazione i cui leader sono bugiardi
i cui saggi sono messi a tacere
e i cui fanatici frequentano le onde della radio
Pietà per la nazione che non alza la propria voce
tranne che per lodare i conquistatori
e acclamare i prepotenti come eroi
e che aspira a comandare il mondo
con la forza e la tortura
Pietà per la nazione che non conosce
nessun’altra lingua se non la propria
nessun’ altra cultura se non la propria
Pietà per la nazione il cui fiato è danaro
e che dorme il sonno di quelli
con la pancia troppo piena
Pietà per la nazione – oh, pietà per gli uomini
che permettono che i propri diritti siano erosi
e le proprie libertà spazzate via
Patria mia, lacrime di te
dolce terra di libertà!

“Piedad por la nación”

Piedad por la nación cuyos hombres son ovejas
y cuyos pastores son malos guías
Piedad por la nación cuyo líder son mentirosos
cuyos sabios son puestos a callar
y cuyos fanáticos frecuentan las ondas de la radio
Piedad por la nación que no levanta la misma voz
excepto que para alabar a los conquistadores
y aclamar a los prepotente como héroes
y qué aspira a gobernar el mundo
con la fuerza y la tortura
Piedad por la nación que no conoce
ninguna otra lengua sino la propia
ninguna otra cultura sino la propia
Piedad por la nación cuyo aliento es el dinero
y qué duerme el sueño de aquéllos
con la barriga demasiado llena
Piedad por la nación – oh, piedad para los hombres
qué permiten que los propios derechos sean erosionados
y las propias libertades barridas
¡Mi patria, lágrimas por ti
dulce tierra de libertad!

*Versi e traduzione in spagnolo ricevuti dal poeta argentino Carlos Sanchez tramite social network.

*Quadro “Fuga di Enea da Troia” di Federico Barocci -1598- postata dalla Redazione del blog e liberamente tratta da: https://it.wikipedia.org/wiki/Fuga_di_Enea_da_Troia

Dinanimismo 2009-2019: 10 anni di poesia…riproponiamo la prima ufficializzazione critica del movimento (Roby Guerra, 2010).

Dinanimismo e Neofuturismo letterario

di Roby Guerra – 2010 –

da “Controcultura, le Guide Super Eva”

Dinanimismo: 2010 verso una nuova letteratura futurista

profile_676971_1437979822Dopo il centenario futurista, tempo di software, dopo gli hardware del rilancio ufficiale del movimento: naturalmente, è più appropriato parlare di rilanci, per la peculiarità polifonica, aperta, oltre ogni ismo, d’ora in poi, solo segni, griffe, vettori relativi ma significativi, del futurismo dell’era di Internet.

Antonio Saccoccio (Netfuturismo), Riccardo Campa e Stefano Vaj (Transumanisti), Graziano Cecchini (FTM Azione Futurista), Paolo Ruffilli, Futurguerra, e Giovanni Tuzet (Neofuturismo), Valerio Zekkini (Futurismo postcontemporaneo), Luigi Tallarico, Antonio Fiore e Giorgio Di Genova (Futurismo Oggi…), Daniele Schinasi (il cosiddetto Neofuturismo visivo), Baldo Savonari (il cosiddetto Terzo Futurismo), Sandro Battisti e Marco Milani (Connettivisti) i link, nomi, promotori, artisti e critici in Italia, nei fatti, i background, l’organizzazione, qualità e competenza, documentate e facilmente verificabili, on e off line…

Le navicelle (post)futuriste scientificamente e storicamente oggi autorevoli, accreditabili che attestano, aggiornata, la continuità e-o la discontinuità futurista, di Marinetti e il cosiddetto Futurismo Storico (Primo, secondo o Terzo che sia, secondo certa storiografia, ammirevole ed eroica.., ma anche attardata e poco aggiornata):

Nomi e personalità, come si può notare, anche ultracelebri, provenienti dalla storia stessa della poetica d’avanguardia italiana, postGruppo 63 persino, come Ruffilli; futuristi doc del secondo novecento stesso, come Fiore e Futurguerra (già appunto del giro di Enzo Benedetto di Futurismo Oggi), all’epoca, anni 80/90, giovani o giovanissimi. Fino al futurismo anche mediatico e spettacolare di Rosso Trevi, quello culturale-scientifico di Campa.. Fino ai giovani Netfuturisti di Saccoccio, i più celebri nel web, ora sempre più anche off line, dopo numerose iniziative e eventi molto rilevanti (supportati anche dalla nipote di Marinetti, storica d’arte, Francesca Barbi).

Ad essi vanno aggiunti, ovvio, storici e critici d’area futurista, non artisti, ma che da decenni hanno istigato la rinascita del Futurismo: ovvero Claudia Salaris, Alberto Bertoni, Fausto Curi, Giordano Bruno Guerri, lo stesso -almeno parzialmente-Achille Bonito Oliva , Vittorio Sgarbi, Giovanni Lista e altri (oltre agli stessi Tallarico e Di Genova).

Ulteriormente, ora si diceva, è tempo di software: di sottomenu operativi, pur nello stile ormai condiviso o quasi del Nuovo Futurismo del duemila, come arte totale, secondo, poi, le previsioni dello stesso Marinetti, nonché nel secondo novecento di Adriano Spatola (ad esempio), tra i neoavanguardisti o lo stesso Andrea Zanzotto, di estetica tecnologica (qua anche un certo Barilli), di azioni futuriste o neofuturiste o netfuturiste, multimediali, elettroniche.

Va da sé, sottomenu anche specifici alla poesia o alla pittura o alla scultura o alla letteratura o alla musica, al teatro, insomma ai medium “storici”, “convenzionali”, sono dal punto di vista dell’informazione e della comunicazione importanti. Se il vettore condiviso di tutti i futurismi attuali è, ripetiamo, certa estetica letteralmente cibernetica, elettronica, o persino filosofia umanista-scientifica, non tutto è circoscrivibile all’arte elettronica o alla futurologia come scienza umana.

Se non altro perchè nei fatti, alcuni futuristi contemporanei parlano e producono ancora poesie o letteratura ad esempio: lo stesso Francesco Grisi (ex Futurismo Oggi anche lui di Benedetto), poi precocemente scomparso, era oltre che critico e scrittore futurista, anche poeta, come evidenziato proprio recentemente in un evento del centenario a lui dedicato.

Lo stesso Futurguerra, pur già prossimo a poesia neovanguardistica, visiva o sonora e videopoetica (con Fiori della Scienza assieme al videomaker Franco Ferioli, partecipò a una delle ultime edizioni della rassegna U-Tape del prestigioso Centro Video Arte di Ferrara, metà anni ottanta), esordì come poeta puro a inizio anni ‘80, con tanto di Manifesto neofuturista fondamentalmente letterario (Microchip!), come tale continuò fino al duemila e tutt’oggi, pur debordato a livello saggistico e d’arte elettronica, parla ancora di poesia…

Finalmente, all’orizzonte, già sono individuabili, spesso interfacciati, proprio nuovi scrittori, letterati , poeti giovani che si richiamano o attraversano il futurismo come letteratura, chi più chi meno, aggiornandolo, rivendicando anche nuovi loghi,a volte del tutto autonomi, come soprattutto i più noti di tutti, i connettivisti scrittori di fantascienza, oltre appunto a Futurguerra e al giro neofuturista di Ferrara, i vari Filippo Landini, Maurizio Ganzaroli, Sylvia Forty, Lamberto Donegà e lo stesso Giovanni Tuzet, oltre, almeno affini, agli stessi Eugenio Squarcia, Alex Gezzi, Riccardo Roversi, Emilio Diedo.

Oltre al giovane Zairo Ferrante e il suo gruppo Dinanimista (ad esempio la poetessa Barbara Cannetti), anche connesso con i neofuturisti ferraresi, di cui dopo, proprio per la particolare valenza archetipica su tutta la questione da rilanciare proprio come primo logo sottomenu letterario neofuturista ottimale, postcentenario.

I connettivisti, figli del web e del cyberpunk, fungono già come matrice per la scrittura appunto doc fantascientifica come linguaggio e immaginario tecnologico.

I Neofuturisti letterati di Ferrara si differenziano per la reinvenzione specifica della parola nell’era elettronica, in ottiche squisitamente sperimentali, insomma, tra la letteratura storica futurista e le news delle neo/post avanguardia del secondo novecento.

Tuzet in particolare sia come poeta, diversi volumi, sia come saggista, tra cui “A Regola d’Arte”, uno dei saggi più importanti sulla poetica e la letteratura futurista degli ultimi anni, sia come critico in diverse riviste o aree autorevoli italiane, come Poesia, Atelier, Pendragon…., con il suo logo di certa Poesia Logica, appare già fondamentale punto di riferimento, oltre appunto alla poetica visionaria/elettronica, oppure psicolinguistica e lacaniana, rispettivamente dei meno giovani Futurguerra e lo stesso Lamberto Donegà, a suo tempo con la rivista Poeticamente (sempre a Ferrara), promotori ante litteram del neofuturismo del duemila.

Ulteriormente, dopo Internet, ecco il futuro, l’avvenire allo stato nascente, già colmo di prove letterarie… scientifiche. Come sempre, anche in prospettiva, ecco spiccare i Netfuturisti di Saccoccio, lo stesso Giorgetti. Se qua siamo già persino in certo senso,oltre l’arte e l’artista, nel cuore postletterario postpoetico, Netfuturismo è anche Net-Letteratura.

Sia a livello di divenire teorico proprio nel web con la rete specifica netfuturista, sia soprattutto Saccoccio nella sua peculiarità di “Scienziato della Parola dopo il Web” (quindi in parole classiche come critico o storico letterario, anche off line sia ben chiaro con saggi contributi e manifesti anche poetico totali… fondamentali).

E, tra i Netfuturisti, più nello specifico, Saccoccio, infatti è anche poeta visivo (mix appunto tra Marinetti, i Paroliberi,, Govoni, Belloli, eccetera sino ancora al postGruppo63, postGruppo70, Zanzotto, Spatola, ecc., si vedano appunto diversi manifesti. E su scia simile, tra parole in libertà e poetica visiva lo stesso giovane talento NetBalla (Gianluigi Ballarani). Oltre alla più “classica”, di formazione umanistica, Maria Serena Peterlin, gli stessi Stefano Balice, Marco Raimondo, a livello critico Paolo Ciccioli, Elisabetta Mattia, Giulio Morera.

Oppure, e ora tracciamo certa mappa ovvio provvisoria, più peculiare come sottomenu proprio letterario, nel duemila nove, supportati anche da ebook pertinenti, focalizzati attrono all’editing neofuturista on line, Futurist Editions (curato dai neofuturisti di Ferrara in sinergia anche con Rosso Trevi) ecco nuovi scrittori che almeno attraversano il futurismo.

Il giro di Gian Luca D’Aquino, Manuela Vio, Claudio Braggio e altri, tra echi minimalisti, surrealisti, modernisti… o alla Wilde anche (tra Alessandria e Venezia) , la stessa scrittrice sarda Lorena Melis, echi anche simbolisti, il giovanissimo anche neoscapigliato Gidantka (Roma).

E, infine, e da questa news, la griffa link che suggeriamo, criticamente lanciamo come primo logo ufficiale della nuova specifica poetica e letteratura, parola futurista , ovvero il Dinanimismo del giovane talentuoso e dinamico.., scrittore salerinitano (ora in Emilia) Zairo Ferrante, già autore di alcuni libri e saggi autorevoli (cartacei e ebook), interfacciato con i neofuturisti di Ferrara e i transumanisti stessi. Ferrante, narra appunto del Dinanimisno, come divenire dell’Anima nell’era del computer.

16632_105674819445731_100000096404624_145868_1191639_nCome primo link ufficiale per la nuova parola e scrittura futurista, quel che si esalta è proprio la trasmutazione annunciata dell’ Anima nell’era del computer e della scienza, per così dire, finalmente oltre certa new age… ostilità ancora crociana… dei letterati italiani rispetto al mondocomputer.

Anzi, Ferrante, amplificando e soprattutto sperimentando nella parola e nelle elaborazioni teoriche, l’Anima non come compensazione, ma come X factor creativo e fondamentale sottostante lo stesso spirito scientifico e le sue infinite potenzialità finanche postumane, ha azzerato ogni querelle umanista obsoleta: dice sì al mondo nel suo divenire, senza perdere più tempo con troppi No da gamberi! 

In tale amplificazione Ferrante e il suo gruppo ormai, decine e decine di dinanimisti on line, ha codificiato, rilanciato le intuizioni stesse strettamente letterarie di Futuguerra, Donegà e Tuzet e altri, soprattutto al passo proprio con gli orizzonti desiderati alti e celebri dello stesso Enzensberger, lo stesso Barthes e – in Italia- tra non molti-, del solito forever young Paolo Ruffilli, oltre a Campa e ai già citati Spatola, Barilli, Zanzotto, e lo stesso giovane geniale Saccoccio

La parola al termine della scrittura, o dopo il suo grado zero, infine, si riconnette finalmente e consapevolmente nel Dinanimismo letterario all’archetipo: da dove viene anche il Futurismo e da dove si è moltiplicato ed espanso. Ferrante e i dinanimisti non a caso con riferimenti espliciti a certa psicanalisi futuribile (paradosso di paradosso) di Jung, Marie Louis Von Franz, James Hillman,riscoprono certa matrice postromantica della parola futurista, a suo tempo sorprendentemente intuita da un certo Francesco Flora, dai netfuturisti stessi, in altra articolazione più globale totale, con riferimento a Bergson.

Matrice aspaziale, ormai, eppure, in quanto Fare Anima (e Fare Poesia…) nel duemila, fondamentale.
Perciò, ecco il Dinanimismo, brevettato dallo scrittore Zairo Ferrante, come primo logo ufficiale (e virtuale, ovvio, incanto e dis-incanto i futuristi o futuribili contemporanei!) di certa nuova specifica letteratura o poetica neofuturista o futuribile nascente.

*Foto 1: Roberto Guerra, scrittore, poeta e critico letterario.

**Foto 2: Logo del Dinanimismo

Il dinanimismo rende omaggio a Serraino Fioravante, il Poeta silenzioso.

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Serraino Fioravante o semplicemente Fiore, un Maestro a trecentosessanta gradi per molti, un Confidente e un Amico per altri, un Faro culturale e un punto di riferimento per tutta la comunità di Aquara (SA). 

Un Uomo sempre fedele a sé stesso, Personalità poliedrica e socialmente impegnata. Custode di leggende e saperi dai più dimenticati.

Un vero “Architetto del pensiero”, abile a leggere, comprendere e collocare – nello spazio e nel tempo – uomini e cose.

Un “Gigante della parola”, sia scritta sia parlata, sia usata come arma sia come carezza.

Un raro Filosofo, in grado di far parlare pietre, angoli, vicoli e gradini.

Un Poeta silenzioso capace di respirare profumi e colori.

Un Sorriso e un Cuore gentili.

Un Compagno la cui assenza contribuirà sicuramente a rendere il mondo un posto meno bello.

ZF

44575381_10217897433530862_5282152347730968576_nLettera di Serraino Fioravante, Estratta da: “158” libro sui Comuni della Provincia di Salerno, scritto da Enzo Landolfi, “Printart Edizioni”

“Caro Lucido.
Mi scrivi che devo raggiungerti a Milano dove ora si deve e si può ricostruire l’Italia. 
Ma io voglio farlo qui, da Aquara. Dove si resta e non si resiste. Perché si resiste ad una minaccia e si resta per una bellezza. Difatti se guardo, finalmente libero, oltre la siepe e la torre antica ecco che subito si impone la poesia: immersi in una luce tiepida e familiare i contorni delle cose appaiono talmente nitidi e pacificati che vorrei ti giungessero come il volume sentimentale di una distanza. Qui i mattini sono una spremuta di sensi, i pomeriggi somigliano ad una dorata eternità, le sere incendiate dal tramonto della marina restituiscono serenità al riposo, e in cielo virgole di rondini futuriste tracciano un’audace e commovente grammatica del cuore. 
Qui anche la parola è viva, essa torna schietta e temeraria, incisa nella corteccia, in profondità di succhi, dai giuramenti degli amanti. La mia patria è il dialetto aquarese; grazie ad esso nominiamo le cose per la prima volta nella vertigine della loro fioritura, a sgomento sacro di uno stupore, a sedimento di un passaggio di tempo e di uno stato d’animo. 
Qui ogni dolore è un giunco, ogni inquietudine un lieve frangersi di onde lontane. 
Qui deponiamo il lutto e le vanità erranti e ci sciogliamo, individui superflui, nel vicinato, nella piazza come in un abbraccio di madre. 
Qui i deserti della mia vita verranno sempre dalle acque di queste fontane. Voglio invecchiare con il tempo del campanile e delle stagioni; essere ciclo che custodisce il seme e prepara il frutto, come fa questa terra che non tradisce chi la rispetta, potente e forte e saggia di radici; visionaria di ali, amante di ogni forestiero e di ogni orizzonte, tollerante e ricca del suo donare. Voglio fermarmi con i vecchi sui passetti, ascoltare le loro consegne, sentirne il lievito, come dai forni incendiati a rosa il profumo del pane e vedere aggiungersi al loro viso di faticosa dolcezza un’altra ruga di tenerezza. Voglio aggiungere un ramo al falò di Natale e bruciare in piazza Carnevale; stordirmi del mosto nelle cantine e fare l’alba nei frantoi aspettando l’olio nuovo. Voglio andare al fiume d’estate e d’inverno raccogliere la neve dai tetti per fare il sorbetto col vino cotto; ammirare come Nerone gli incendi dell’autunno e vedere quello che fa il miglior vento di primavera con le gonne a fiori delle ragazze. Voglio illuminarmi delle lucciole nei campi e della luna negli orti e sui tetti; andare per more e sedermi “‘mbieri” (ai piedi) a la croce fino a diventare sedimento di tutta questa geologia del cuore. Voglio accompagnare i nostri morti verso il futuro, baciare spose, litigare con gli amici ed averne cura, interrogarmi nelle notti con troppe stelle e nei giorni arresi alla pioggia. Nel giorno di festa voglio svegliarmi col colpo scuro del fuochista, seguire la banda durante la questua, portare il Santo in processione, sentirmi elemento chimico di una alchimia e consumarmi d’amore per tutto questo, per questo piccolo mondo antico che conosce la seduzione della vita, che non immagina una speranza ma lavora con il sole per stanarla. 
Come vedi la città non basta; il somigliare agli altri non basta, se non avrai conosciuto, più saggio più esperto più ricco dopo il viaggio, un Itaca a cui ritornare. 
La nostra Itaca, Aquara. 
Che San Lucido ti custodisca e ti protegga da ogni spaesamento. 
Ti saluto con tutta l’amicizia complice ed accelerata con la quale abbiamo divorato la nostra infanzia. Eravamo bellissimi.”

Fiore Serraino

*Foto di Serraino Fioravante postate dalla Redazione del blog e liberamente tratte da: ( Ass. Culturale l’ortica https://www.facebook.com/ortica.assculturale/ )

 

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