Sorridi alla vita di Fausta Dumano… per un S. Valentino fortunato :)
Venerdì 27 gennaio, 17 minuti alle 8 Carla esce dal bar con un pacchetto di sigarette, deve salire in auto, l’aspetta la sua collega, la “Annamaria”, avere una collega di ”sostegno” fa sempre bene, soprattutto a Carla, sempre trasognata, sempre innamorata di qualcuno, di qualcosa. Chissà cosa deve aver visto riflesso per terra, per inciamparsi in un dislivello e trovarsi stessa per terra sull’asfalto, quasi volesse violentarlo per la potenza dell’urto. Frazione di un attimo, che resta scolpito più di un attimo. Frenata dall’urlo di un autista. Fermata fuori programma. Silenzio tombale,Carla intravede una scritta ”Francesca, santa fratta”. Si alza, guarda i suoi leggins, neanche uno strappo, neanche un graffio, solo 17 minuti alle otto, sorridi alla vita, invece di correre verso la prima ora killer a scuola, sarebbe potuta approdare al cimiero, nella migliore delle ipotesi al reparto ortopedia. La collega la guarda ”meno male che non era venerdì 17” L’ autista ”le gatte hanno sette vite, tu oggi te ne sei giocata una” Ringraziare SANTA FRATTA, mi sembra il minino. A scuola scopre che trattasi di Fontana fratta, vicino SANTA FRANCESCA, territorio di Veroli. Ci sarà un segno del turbinio combinatorio, a SAN VALENTINO l’appuntamento sarà a fontana fratta per scrivere un san valentino dark, intanto sorride alla vita, effetti collaterali l’autista le sembra il fascinoso OMAR SHARIF. Dell’ urto violento non le resta traccia, oggi l’amore è un cavaliere gentile, lei che scrive sempre storie con il sangue delle donne, oggi non ha lasciato neanche una stilla di sangue sull’asfalto.
Come dietro l’angolo… di Fausta Dumano l’Insognata
Carla apre facebook , trova una richiesta di amicizia e un messaggio ”Scusami Ariel, hai tutto il diritto di non rispondere”…Rimane un attimo perplessa , quel nome lo usava negli anni 70 , la chiamava così , poi era sparito come un clandestino, l’ aveva cercato , ma nessuno lo aveva più visto .Con molto distacco accetta l’ amicizia ,lui stesso è perplesso che lei abbia accettato ,Cominciano a chattarsi, a raccontarsi , bilanci, fallimenti, sogni e speranze,all’ improvviso sembrano tornati in un film in bianco e nero al 77.Lui era un giovane artista , lei una studentessa li aveva uniti un sogno , cambiare il mondo Lui era il più grande , era il maestro in politica e in amore , lei era l’ allieva ,La musa, la decima musa , che ispirava la sua arte, si scrivevano tante lettere .Poi lui era scomparso nel nulla.lei l’ aveva pianto, l’ aveva immaginato nelle file della clandestinità, immaginato chiuso nei covi .L’ aveva cercato in ogni dove ….Ogni sera la chat ricordava quel film , lei spingeva per uscire dal virtuale .lui temeva che nel reale potesse non scattare quella formula chimica che nel 77 li aveva attratti , avrebbe voluto restare nella chat a sognare , a fantasticare come sarebbe stata la vita con lei, se non fosse sparito . POI UN GIORNO lui le propone ”vieni alla mostra dei cento pittori a piazza Farnese, mi troverai tra i cento pittori, riconoscerai tra le tante tele , quella di Ariel, tu ragazzina che con i capelli al vento ti interrogavi perché nel mio cielo le nuvole sono di diversi colori .Mia moglie non viene mai a cercarmi di mattina ”Sul 64 Carla prova smarrimento, le sembra di non ricordare la strada per piazza Farnese, ogni donna che vede le sembra la moglie , che lo segue , Mentre cammina squilla il cellulare ”Ariel dove sei???LEI ”Dietro l’ angolo sto attraversando 40 anni ,c’è tanta polizia, sirene, autoambulanze , per un attimo ho avuto la sensazione di incontrare un corteo , che si separa , ho sentito l’ odore dei lacrimogeni , ma dio mio cosa è questo sparo ??Pronto, rispondi, parla …..”Carla arriva trafelata ,Piazza Farnese è transennata , un artista tra i tanti le dice ”Una donna ha ucciso un uomo ” Si collega in rete, tempi moderni ”Sconosciute ancora il movente della donna che ha ucciso un artista in piazza FARNESE ,la donna prima di sparare ha sfregiato una tela raffigurante un cielo pieno di nuvole colorate e il corpo di una fanciulla con i capelli al vento ”Apre il suo profilo facebook e scrive ”40 anni dopo come dietro l’ angolo ci sono le sirene della polizia ,il film in bianco e nero ha interrotto la pellicola”
*Scritto ricevuto direttamente dall’Autrice
***Immagine tratta dalla rete
La provocazione stilistica di Fausta Dumano: L’artista querulo, quello inutile, giocando con le parole di Rocco Zani
Una sigaretta, pensa Carla ,serve ad allentare un po ‘ la tensione, il dietro le quinte in certi incontri alle mostre serve a respirare, Carla è cresciuta tra gli odori e i sapori dei colori, anche prima tra gli artisti circolava un odore di pettegolezzo geloso, ma oggi in certi artisti respiri il lezzo maleodorante dell’ invidia, Il clima era meno acido, lei cerca di tirarsi fuori dalle diatribe -Fumo di pall mall, arriva lui , il Maestro, che gioca con abilità con le parole, della pittura, i maestri si riconoscono, indossano la giacca dell’ umiltà, hanno un dono sconosciuto ai più,in un ‘ epoca in cui la modestia sparisce al primo vagito. Carla da sempre raccoglie le parole che il maestro semina , ogni volta ingravida la sua mente. Lei è perennemente incinta, a volte è una gravidanza gemellare, perché lui apre più piste, più sentieri di ricerca. Lo riconosce da lontano, anche al buio sa sentire silenziosa la sua presenza. Anche senza parlare, con gli sguardi sanno decifrare le parole non dette, lui sa leggere il silenzio delle parole bianche, lei sa ascoltare anche i puntini di sospensione. Un ‘ armonia costruita nel tempo, lei è sempre l’ allieva, anche quando percorrere autonomamente nuovi sentieri, nessun figlio verrà alla luce senza l’ intervento assenso del maestro. In sala parto durante il travaglio si accorge che sovente ci sono le virgolette , sta citando delle parole prese in prestito da lui,dal maestro. La sigaretta è interrotta dall’arrivo di un artista, uno di quegli artisti che sono saliti da soli sopra il piedistallo, senza che altri ne sapessero in realtà l’ esistenza.Pochi attimi prima Carla ne aveva evitato un altro di quelli dio mi ha fatto a sua immagine e somiglianza. Si intromette tra loro, quelli che si sentono dio, hanno questa prerogativa , cercano di attirare subito l’ attenzione su di loro, usano tutte le armi chimiche a disposizione, passano in mezzo ai gruppi ,parlano a voce alta da soli al cellulare con improbabili galleristi ”Da quando tempo, vieni alla mia mostra venerdì?” Il maestro ”di pomeriggio?dio:”no , la mattina”, il maestro ”la mattina lavoro ”dio:”ho i miei seguaci , Carla pensa che con il termine seguaci indichi i figli piccoli da inseguire nella mostra, invece dio chiarisce ”mi copiano, seguono le mie lezioni e mi copiano, vincono pure i premi, mi copiano, solo che io faccio le cose grandi grandi ”Il maestro” non vi ho presentato, lei è Carla scrive di arte ”dio :”scrive come tanti , il mondo è pieno di gente che scrive d’arte ”La loro conoscenza è morta, appena cominciata …… dio va via, camminando sulle acque della sua onnipotenza. Carla e il maestro ridono all’unisono. Il cerchio si allarga, arrivano altri amici, la Elena ”ve la ridete”, il maestro ”di gente strana ne va in giro” Elena allora ”ah con Carla si fanno sempre incontri strani”……………..”Veramente, dice il maestro, è innocente, sono sempre più convinto, continua il maestro che ci sia l’artista inerte, l’ inutile e l’ equilibrista.”Carla spiegati ” Il maestro comincia allora a tratteggiare le tipologie dei volti e delle maschere inutili . Mentre il maestro parla davanti agli occhi di Carla si materializzarono prima l’ artista ”querulo” si introduce con fare distratto e con il codazzo di famigliari, scivola annoiato tra le tele altrui, commentando con occhi lividi il disappunto per artisti che inseguono utopie troppo lontane dalle sue , è l’ epicentro statico del sapere e ogni diversità dalla sua arte gli arreca disturbo psico visivo . L’ artista querulo cita un curriculum esagerato, noto soltanto a lui, diffidente attraversa il corridoio immaginario, le sue opere sono state collocate nella periferie estrema, strepita furioso contro tutto e tutti, Urla che mai più parteciperà ad una stupida rassegna d’ arte, nulla lo può consolare, neanche la moglie con occhi spenti, che tenta di rammentare quale sia stata se mai c’ è stata la prima volta del marito artista ”Spostati Carla, sta arrivando l’ artista inerte, è quello che per cercarlo non ti serve il cerca persone per trovarlo, lui sta li immobile, serafico di fronte alle sue opere come se una colla ne impedisse il movimento …Adesso invece andiamo da loro, sono dei grandi, la loro grandezza è l’ umiltà, si mettono in discussione, sono pronti ad imparare, sono dei maestri …cARLA sorride, ”sono andata in rete pensa di dio c’è un solo articolo, l’ ho scritto io tempo fa, in quel periodo che davo fiato ad ogni granello di sabbia, pensando che fosse l’ universo ”Sbagliando si cresce, bisogna imparare dagli errori, un Cuba libre ”
*Scritto ricevuto direttamente dall’Autrice.
**Immagine postata dalla redazione e liberamente tratta da:https://it.wikipedia.org/wiki/Cuba_libre
Il dinanimismo augura Buon 2014 con le parole di Carlos Sanchez…
Buon Anno a Tutti – Buen Año a Todos – 2014
Al cominciar dell’anno si è soliti sorridere al domani come un esorcismo inevitabile di riti ancestrali dei quali la vera essenza si è perduta. Dalla finestra constatavo il vuoto che aveva lasciato quella illusoria invocazione nelle strade del quartiere addormentato la metafora del tempo era sospesa tra le nuvole da dove si affacciavano visi di angeli invecchiati. Stai sognando di nuovo ad occhi aperti col cuore volto ad una possibilità di fuga mi dissi nella desolazione di un pensiero antico. Cerco un senso a quel sorriso che fa voltare pagina e nell’intento i miei occhi sembrano illuminarsi il sangue che stagnava riprende a fluire. E la speranza si rivela in tutte le sue forme.
Al comenzar el año Al comenzar el año es costumbre sonreír al mañana como una exorcismo inevitable de ritos ancestrales de los cuales se ha perdido la verdadera esencia. Por la ventana comprobaba el vacío que había dejado esta ilusoria invocación en las calles del barrio dormido la metáfora del tiempo estaba suspendida en las nubes por donde asomaban rostros de ángeles envejecidos. Nuevamente estás soñando con los ojos abiertos con el corazón abierto a una línea de fuga me dije en la desolación de un pensamiento antiguo. Busco un sentido a esa sonrisa de voltear página y en ese intento parecen iluminarse mis ojos la sangre estañada en su natural fluir. Y la esperanza se revela en todas sus formas.
*GUERRA E PACE di: Carlos Sanchez… scritto ricevuto direttamente dall’Autore tramite social network.
**Foto postata dalla redazione del blog e liberamente tratta da: http://www.angelibuoni.it/
I mestieri di Carlos Sanchez
Los oficios
Un buen zapatero protege sus herramientas y trata con sabiduría los cueros un buen panadero prepara sus ingredientes y pone el horno a su temperatura un buen poeta trabaja sus palabras afila su experiencia de vida abre la jaula de sus pájaros vuela con ellos y con las cosas que sabe en un cielo solitario sus pies siguen a tierra en el mundo que le toca vivir. Paga la boleta de la luz el teléfono trafica en la cocina pero vuela sin pies para no perder el sentido de la realidad descubre las cosas que nunca se ha dicho y busca compartirlas respetando el ritmo no siempre con buenos resultados. A veces se maravilla de sus descubrimientos a veces se calla por puro respeto. Le gusta reconocer la naturalidad de su oficio no se siente privilegiado admira a sus colegas ama a sus maestros pero sus alas pequeñas no le impiden caminar.
I mestieri
Un buon calzolaio protegge i suoi attrezzi e tratta con saggezza i cuoi un buon panettiere prepara i suoi ingredienti e mette il forno alla sua temperatura un buon poeta lavora le sue parole affila la sua esperienza di vita apre la gabbia dei suoi uccelli vola con loro e con le cose che sa in un cielo solitario i suoi piedi rimangono a terra nel mondo che gli tocca vivere. Paga la bolletta della luce il telefono traffica nella cucina ma vola senza piedi per non perdere il senso della realtà scopre le cose che non si è detto mai e cerca di condividerli rispettando il ritmo non sempre con buoni risultati. A volte si meraviglia delle sue scoperte a volte tace per rispetto. Gli piace riconoscere la naturalità del suo mestiere non si sente privilegiato ammira i suoi colleghi ama i suoi maestri ma le sue ali piccole non gli impediscono di camminare.
GUERRA E PACE
*Scritto ricevuto direttamente da Carlos Sanchez tramite social network
**Foto del Rilke postata dalla Redazione e liberamente tratta da:http://www.lindro.it/societa/societa-news/societa-news-italia/2013-07-04/90088-langelo-custode-di-rainer-maria-rilke
“Il pianto di un’Isola” di Giovanna Mulas
IL PIANTO DI UN’ ISOLA
di
Giovanna Mulas
“…L’immensa onda di acqua e detriti giunse, in un rombo furioso, a ingoiare terra e cristiani
Ssssssssssssiiiiiissooscriistianooooooos… .
Passò la notte e passò un giorno di pioggia, prima dell’arrivo deisoccorsi, passarono ancora due notti prima che Elvira potesse rivedere ciò che restava della sua casa e della terra d’intorno. E Mama de sa Suferentzia cadde in ginocchio sul deserto di fango, pietre e legni, non un cadavere da piangere, e strappò il fazzoletto dai capelli e i capelli li strappò a ciocche e le ciocche le affidò al fango perché potesse inghiottirle come i figli suoi, e a Iddio ché potesse serbarle, battè i pugni sul cuore e allargò le braccia, crocifissa, il volto alto al cielo, sempre fiero, non una lacrima, non un sospiro, né più un urlo suo echeggiò. E così rimase, e rimase. E rimase. “
( Giovanna Mulas, Estratto da ‘Mater Doloris’, romanzo, 2002 )
http://giovannamulas.baab.it/2013/11/20/mama-de-sa-suferentzia/ In questi casi sappiamo quanto le parole possano essere inutili, perfino dannose, ma si desidera comunque esprimere la vicinanza alle famiglie duramente colpite dall’alluvione. Dopo la disperazione, solo dopo, che vengano rabbia e domande: perché il cedimento di una struttura e di chi le responsabilità, perché disabili e allettati lasciati soli, il perché dei soccorsi in ritardo o dei Non soccorsi. Ma ora solo rispetto, e pianto.
PREMIO SIRMIONE LUGANA ARTE & CULTURA 2013
Il prestigioso Premio Internazionale Arte e Cultura Sirmione Lugana 2013 e’ stato assegnato a Giovanna Mulas. Nella ristretta rosa dei candidati al Premio erano presenti, con la Mulas, l’attrice di teatro Lina Sastri, il cantautore Roberto Vecchioni, la cantante lirica Cecilia Gasdia, l’archeologo e scrittore Valerio Massimo Manfredi, lo scrittore Mauro Corona, la Poetessa Alda Merini (in memoria).
“Riservato ad artisti”, scrive la causale della Giuria, “… che nel panorama nazionale siano riferimento non solo sotto il ristretto punto di vista artistico ma che con la loro personalità, impegno sociale e artistico, la loro creatività, lascino in continuazione impronte indelebili nel patrimonio culturale del nostro paese, diventandone essi stessi patrimonio.”.
L’annuncio ufficiale dell’assegnazione del Premio avverra’ il 23 c.m., in occasione della premiazione del Concorso Letterario Sirmione Lugana – CircumnavigArte.
Il Premio della Critica verrà consegnato alla Mulas durante serata a Tema.
*Articolo ricevuto direttamente da Ufficio stampa Isola Nera per Giovanna Mulas
**Foto postata dalla Redazione del blog e liberamente tratta da: http://www.parmaonline.info/notizie/2013/11/20/sardegna-allerta-meteo-dopo-lalluvione_45300
Il Pánta rhêi (πάντα ῥεῖ ) di Carlos Sanchez…
DIO E’ MORTO? PROGRES E LA VOCE ECCITATA DELLE DEBUTTANTI IN LETTERATURA di Giovanna Mulas
DIO E’ MORTO?
PROGRES E LA VOCE ECCITATA DELLE DEBUTTANTI IN LETTERATURA
di Giovanna Mulas
Da sempre tollero poco l’esagitata ambizione, il soffio venefico sulla realtà, la seduzione del nulla, quel desiderare, ‘aspirare a’ che minimizza l’intellettualità dell’uomo. Da quando sfioro la menopausa poi, rivelo meno pazienza, non amo regalare pubblicità a chi non ne
merita. E da sempre ho preferito sottrarmi, con conoscenza illuminata da istinto primordiale, agli abusi della ragione. Insomma mi chiedo, dall’alto di questo mio carro di buone intenzioni -e anche stoltamente, saltuariamente scivolandone- come si può concedere troppo alla stoltezza, in questo nostro Oggi dove l’umanità corre verso la rovina a causa di ‘idealità’ contrarie alla vita. Umanità paurosa, e la paura è la vera maledizione dell’uomo… non è la fame che provoca la rivoluzione, ma il fatto che al gregge, mangiando, è venuto l’appetito. Popolo stanco dell’istinto, soddisfatto di sé e solo per
sé, in infiacchimento morale, isteria, senza scopo, da telecomando. E’ lapalissiano che quando un popolo tramonta, quando avvisa dileguarsi definitivamente ogni fiducia nel domani, quando radica nella coscienza
la sottomissione e l’ integrità del sottomesso come condizione primaria di sussistenza, quando il popolo presenta un’involuzione fisiologica, allora anche il Pastore di turno deve mutare. Il Mago degli Oppressi può farsi donna, che reggendo se stessa regge destini:
metafora di madre protettiva diventa sorniona, umile, moraleggia, esorta all’amore per l’amico ed il nemico, è una costruita cosmopolita con ansia da prestazione. Pure mi domando come rifaccia capolino, tra le righe, quella storica stupidità insita nella passione, con la quale
si congiura per annientare la passione stessa: la cura è la
castrazione, la disciplina di ogni idea. Solo castrando, si divinizza.
Vero è che mai, come oggi, si è attentato in modo così evidente alle conquiste della civiltà: democrazia, libertà, giustizia. Coi media controllati dall’imperialismo statunitense e dal sionismo israeliano, complici di crimini, di colpi di Stato, di rapina contro i popoli e le nazioni indipendenti, di artifici e inganni. Media a costruire
opinioni favorevoli anche ad una guerra; capaci di renderla, dopo aver conquistato l’opinione del Gregge, un evento banale. Tramite la stessa tipologia dei giornalini succitati, apprendiamo di ProgReS…
Leggi il pezzo da Giovanna Mulas, il Blog ufficiale:
*Articolo ricevuto direttamente da Ufficio Stampa Isola Nera per Giovanna Mulas.
**Foto di Girolamo Savonarola, postata dalla redazione del blog e liberamente tratta da: http://commons.wikimedia.org/wiki/File:Girolamo_Savonarola_statue_-_Ferrara,_Italy.JPG
CI CHIEDANO SCUSA, di Giovanna Mulas
Ma come pure Euripide ricorda, certe rane hanno due lingue: con una dicono il vero, con l’altra ciò che ritengono opportuno secondo la circostanza.
Si dice che i Sileni di Alcibiade fossero delle immaginette sacre fatte in modo da poter essere aperte e dispiegate. Da chiuse riproducevano l’immagine di un flautista, comicamente deforme, da aperte rivelavano la perfetta immagine divina.
La saggezza paradossale di certi gracidii continua a rivelarmi dei Sileni… al contrario.
Chiedeteci scusa.
Per certi spifferi -fastidiosi quanto le vespe sulla spaghettata di ferragosto- che arrivano costanti da oltre confine grazie a un pifferaio magico per il quale l’Italia, buona buona, dovrebbe solo fare i compiti a casa… .”
http://giovannamulas.blogspot.it/2012/05/ci-chiedano-scusa.html