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Su “Italian Poetry” la I parte dell’antologia “La Peste”

Italian Poetry . org pubblica

LA PESTE

Antologia di poesie sul coronavirus – Prima parte

italian-poetry-logoUna raccolta di poesie interamente incentrata sull’attuale pandemia.

In questa prima parte è possibile leggere i versi di:

Franca Alaimo, Pierluigi Ambrosini, Lucianna Argentino, Giancarlo Baroni, Raffaella Bettiol, Franco Buffoni, Corrado Calabrò, Anna Maria Carpi, Carmelo Consoli, Fabio Dainotti, Francesco Dalessandro, Renzia D’Incà, Annamaria Ferramosca, Zairo Ferrante, Lucia Gaddo, Gianfranco Jacobellis, Renato Minore, Maria Grazia Nigi, Paolo Ottaviani, Paola Parolin, Nicola Romano, Andrea Rompianesi, Pierangela Rossi, Paolo Ruffilli, Irene Santori, Evaristo Seghetta, Antonio Spagnuolo, Claudia Manuela Turco, Stefano Vitale, Stefano Zangheri

Per leggere gratuitamente l’antologia: http://www.italian-poetry.org/2021/01/16/la-peste-antologia-di-poesie-sul-covid-prima-parte/

E-Book Vitaldo Conte: Dioniso Legami Lussuria Futurista (Tiemme digitali)

41PBohzbQ2L15 settembre 1994-2020:  in questi giorni ricorre l’anniversario di Moana Pozzi, la celebre attrice (e speciale)principessa del porno italiano: speciale per- a suo tempo-  avere bucato anche i media televisivi per le caratteristiche insolite e affascinanti, sorta di Bella Addormenta a  occhi letteralmente aperti…  Ma non solo un outsider del cinema porno, capace di avere valicato le frontiere settoriali  e in genere volgari del genere:  Vitaldo Conte, artista e noto critico d’arte delle ultime avanguardie (Docente di Belle Arti a Catania e Roma), uno degli ultimi futuristi,  ha appena pubblicato on line, proprio per questo 15 settembre 2020, l’ebook Dioniso Legami Lussuria Futurista (Tiemme Digitali)  in cui si analizza la figura di Moana persino come pornofuturista, proprio come filo d’Arianna che parte dal Dio caro a Nietzsche fino al marchese De  Sade passando, ad esempio per la futurista Valentine de Saint Point  fino a Moana Pozzi (e altre figure perturbanti dell’Eros, anche Valentina di Crepax. In tempi di distanziamento sociale (per il noto virus) per via squisitamente- sia ben chiaro immaginale–  questo eBook di Conte è  un messaggio culturale  fuori dal coro e di speranza, un inno alla libertà delle donne  e si avvale anche di contributi di un altro noto teorico dell’arte  Carmelo Strano e del neofuturista Roberto Guerra, testi  su Moana Pozzi).
Cosi’ scrive e dice Conte:
 
L’ebook esce in coincidenza con la data di morte di lei (15 settembre 1994).
“Roberto Guerra, visionario autore trans-futurista, “vede” una traslazione erotico-virtuale tra la futurista Valentine e Moana (Pozzi) che indica come possibile erede. Per lui «La futurista Valentine de Saint-Point, amazzone e scrittrice, è per le donne del futuro – cioè oggi – bambola infinitamente più viva, animata e libera di tutto il femminismo virile e matriarcale contemporaneo».
A questa ipotesi di Porno-Futurismo appartiene la mia figurazione che ho espresso su ‘Fyinpaper’ per mezzo della narrazione fantastica della pulsione: quella di Valentine che si “collega” con la Valentina disegnata da Guido Crepax. Scrivo: “Qui il Porno diviene possibilità di creazione immaginale, liberandosi dall’imperativo di dover essere oggetto consumistico per l’eccitazione sessuale. Le sue figurazioni desideranti di donne e di bambole ricercano Dioniso nei legami della Lussuria che diviene mistica d’amore”.
Vitaldo Conte
 
D- Vitaldo, la pulsione è spesso evocata nella tua scrittura teorica e narrativa, in passato hai perfino redatto un suo possibile manifesto. È presente anche nel creare performativo, soprattutto attraverso il tuo avatar Vitaldix con i suoi voli-poema dedicati al Futurismo. La pulsione, nei tuoi racconti fantastici, dialoga spesso con Valentine de Saint-Point, l’autrice del manifesto futurista della Lussuria. Questi argomenti sono presenti nell’ebook. Dacci qualche informazione sul manifesto e su Vitaldix.
R- In una serata «di bicchiere semivuoto, abbiamo buttato giù, d’istinto controllato, un Manifesto della Pulsione» rammenta Carmelo Strano con cui ho scritto questo testo nel 2009 a Catania: “Pulsione contro la depressione economica e psichica. Contro l’appiattimento di ogni sorta e origine. (…). Arte pulsionale contro l’arte stracca, esasperatamente analitica e ripetitiva”.
Vitaldix nasce da me (nel solstizio d’estate 2009) per una mia esigenza di sconfinamento della teoria nell’arte-azione. Il primo evento è a Nettuno: un volo-poema nel cielo per celebrare il centenario del Futurismo con una rosa rossa in bocca. Nella sua identità di “corpo narrante” concorrono le T Rose, compagne di avventure di arte-vita nei suoi risvolti visivi e sonori.
VIDEO  …  MOANA FUTURPUNK (2009)https://youtu.be/IjhxwM7mECE
                   VALENTINE MOANA (2017)  https://youtu.be/PskyXqx9Kk4

Il senso del bello nell’era “social” (…da Botticelli a Chiara Ferragni): versi di Zairo Ferrante

La Venere Social
di
Zairo Ferrante
CatturaLa venere rinasce
eclissi o luna nuova
un’era social, questa
di finti e vuoti Botticelli.
Resiste ancora la bellezza
soltanto confondendosi
nella stanza degli specchi
tra like, instagram e fotofiltri.
Ai barbari poco importa
del tempo amaro e
di tutto il resto.
Scivola questo fiume
menti e cuori
spesso disinteressati.
Eppur ci salverà ancora,
come un tempo antico,
il bello che mai muore.
Zairo Ferrante 09/2020 – inedito-

“Le cose del mondo” (ed. Mondadori): Paolo Ruffilli, il poeta del vero tra e per gli uomini.

“Le cose del mondo”

Paolo Ruffilli

(collana “Lo Specchio”Mondadori)

– Recensione di Zairo Ferrante –


9962381Paolo Ruffilli, nel suo ultimo libro “Le cose del mondo”, edito da Mondadori nella storica e prestigiosa collana “Lo specchio”, ci regala  pagine di poesia assoluta.

Un progetto articolato, nel quale la fatica e l’impegno del Poeta si palesano verso dopo verso.

Nella prefazione della stessa opera, confezionata in modo impeccabile da un altro grande Maestro della poesia contemporanea ( ndr. Maurizio Cucchi), si legge che ci troviamo di fronte ad “… un’avventura poetica ed esistenziale che prende il via con la metafora del viaggio e degli incontri che il viaggio offre, della quotidianità onirica e a volte sgradevole di chi comunque si trova «straniero tra la gente»…” e “…Ruffilli si muove a diretto contatto con gli oggetti di cui si popola la vita, e che si impregnano del nostro passaggio, trovando il senso non banale della loro presenza, si tratti del cappello o del bicchiere, della barca o di un diario…”.

CatturaEd è, a mio avviso, proprio questo il miracolo compiuto dal Poeta, che in punta di piedi -anzi di penna -, partendo dal particolare, da oggetti semplici e quotidiani, giunge a spalancare le porte dell’infinito, accompagnando il lettore in una dimensione parallela.

Un luogo lontano ma allo stesso tempo vicinissimo, dove l’intima essenza di ognuno si mescola con il profumo del Tutto, dando vita ad un’affascinante danza fatta di ricordi, speranze e propositi che, pur se a volte intrisi di dolore e tristezza, riescono sempre ad aprire la mente e scaldare l’anima.

Una miriade di storie narrate alla maniera di Ruffilli, ossia cantate in poesia.

Un libro da leggere per ritrovare se stessi ed i propri affetti nelle cose del mondo.

ZF

tacco*Dalla prefazione del libro

Nel suo percorso poetico, Paolo Ruffilli ha praticato strade diverse, sempre confermandosi in una coerente, limpida solidità di pronuncia pur nella varietà di tematiche e argomenti. Questo libro Le cose del mondo (Mondadori) permette di seguirne il cammino per un arco di tempo pressoché quarantennale, trattandosi di un’opera unitaria composta a partire dagli anni Settanta, un ampio work in progress arricchitosi nel tempo. Un’avventura poetica ed esistenziale che prende il via con la metafora del viaggio e degli incontri che il viaggio offre, della quotidianità onirica e a volte sgradevole di chi comunque si trova «straniero tra la gente». Fino al ritorno, dal quale riparte la meditazione turbata sul senso delle cose e della vita, nelle incertezze e negli equivoci degli umani rapporti, tra vuoto, amore e violenza, mentre felicità «sempre si confonde / con la dissolvenza». Nel capitolo che dà titolo al libro, Ruffilli si muove a diretto contatto con gli oggetti di cui si popola la vita, e che si impregnano del nostro passaggio, trovando il senso non banale della loro presenza, si tratti del cappello o del bicchiere, della barca o di un diario. La sua fitta narrazione è affascinante, minuziosa, affabilissima, una sorta di insolito canzoniere dedicato a una realtà tanto essenziale nel vissuto quanto raramente indagata, come in queste pagine, con la concretezza maniacale dell’osservatore sensibile. Del poeta, appunto, che perlustra oltre la semplice superficie delle cose, e che qui prosegue con apparente orizzontalità il suo viaggio in un “atlante anatomico”, dedicandosi alla bocca o alla caviglia come al cuore o al cervello, non senza ironia delicata, producendosi nell’esercizio acuto e antiretorico di un corpo a corpo con il corpo stesso. Nella sezione conclusiva, infine, il poeta pesca nelle profondità e negli anfratti del dire, nella formidabile, paradossale e «visionaria immaginosa verità» della parola, alla quale chiede risposte, ben sapendo, nella sua saggezza, che troppi interrogativi rimarranno inesorabilmente aperti.

Maurizio Cucchi

Paolo Ruffilli (Rieti 1949) è presente nelle maggiori antologie degli ultimi decenni. Tra i suoi libri di poesia: Piccola colazione (1987), Diario di Normandia (1990), Camera oscura (1992), Nuvole (1995), La gioia e il lutto (2001), Le stanze del cielo (2008), Affari di cuore (2011), Natura morta (2012), Variazioni sul tema (2014). Traduttore e curatore di classici italiani e inglesi, è anche autore di narrativa e saggistica. Il suo sito è www.paoloruffilli.it

*Per acquisto anche in versione e-book: https://www.lafeltrinelli.it/libri/paolo-ruffilli/cose-mondo/9788804715801?zanpid=27673183C250197299&zanpid=2658351237510337536&gclid=EAIaIQobChMIrdbT1ZWu5wIVGed3Ch1jFwuvEAQYASABEgINWPD_BwE&awc=9507_1580485066_c21eb3483207ebaef516084483b101c1

Mentre nel mondo ancora si combatte e si muore di guerra, arrivano Natale 2019 e il “nuovo” 2020

Il dinanimismo ripudia la guerra e, con Ungaretti e Trilussa, augura a tutti i suoi lettori un sereno Natale 2019 e uno splendido 2020!!!

Natale

di

Giuseppe Ungaretti 

c7784ceb1300484492e36cbd78c3f1de_18Non ho voglia
di tuffarmi
in un gomitolo
di strade

Ho tanta
stanchezza
sulle spalle

Lasciatemi così
come una
cosa
posata
in un
angolo
e dimenticata

Qui
non si sente
altro
che il caldo buono

Sto
con le quattro
capriole
di fumo
del focolare

 

 

” Natale di Guerra”

di

Trilussa

Ammalapena che s’è fatto giorno

la prima luce è entrata ne la stalla

e er Bambinello s’è guardato attorno.

– Che freddo, mamma mia! Chi m’aripara?

Che freddo, mamma mia! Chi m’ariscalla?

– Fijo, la legna è diventata rara

e costa troppo cara pé compralla…

– E l’asinello mio dov’è finito?

– Trasporta la mitraja

sur campo de battaja: è requisito.

– Er bove? – Puro quello

fu mannato ar macello.

– Ma li Re maggi arriveno? – E’ impossibile

perchè nun c’è la stella che li guida;

la stella nun vò uscì: poco se fida

pè paura de quarche dirigibbile… –

Er Bambinello ha chiesto: – Indove stanno

tutti li campagnoli che l’altr’anno

portaveno la robba ne la grotta?

Nun c’è neppure un sacco de polenta,

nemmeno una frocella de ricotta…

– Fijo, li campagnoli stanno in guerra

tutti ar campo e combatteno. La mano

che seminava er grano

e che serviva pè vangaà la terra

adesso viè addoprata unicamente

per ammazzà la gente…

Guarda, laggiù, li lampi

de li bombardamenti!

Li senti, Dio ce campi,

li quattrocentoventi

che spaccheno li campi? –

Ner dì così la Madre der Signore

s’è stretta er fijo ar core

e s’è asciugata l’occhi co’ le fasce.

Una lagrima amara per chi nasce,

una lagrima dòrce per chi more.

*Foto postata dalla redazione del blog e liberamente tratta da: https://www.quotedbusiness.com/thm-18-strategie-regole/paese-157-yemen/art-2576-economia-di-guerra-oltre-230-mila-vittime-entro-il-2019

Giu 8, 2019 - Senza categoria    No Comments

Vivere in dignità… essenza stessa della Vita – Riflessioni sulla “vicenda Noa” della scrittrice (già candidata al Nobel per la Letteratura) Giovanna Mulas.

70412Tempo fa, nell’incipit di un manifesto del Dinanimismo, riportavo le splendide parole della Prof.ssa Mulas: “Già vivere in dignità e controcorrente, oggi, è Arte”

A distanza di 10 anni, il problema sembra essere lo stesso e la domanda che mi (Vi) pongo è: vivere in dignità può rappresentare l’essenza stessa del vivere?

Di seguito riporto una recente riflessione della scrittrice Sarda ricevuta tramite social network (https://www.facebook.com/giovanna.mulas.58?__tn__=%2CdlC-R-R&eid=ARBcSy3KSrz_CN_IXX-bT9i_0GywbZGE-gLKwp8kL6HX5v_-7c0xPVV9S3M2LDcXI7uEqGzZ3iI4rAx-&hc_ref=ARS81Hrj58KEaRBl-qzHHzC6aH88z96H8Ja64Crz67RmmBCnFhfBdxgiAOdTSPBP-Wk).

Buona lettura.

ZF

Eutanasia per ‘vivere’ davvero?. Non scegliamo di nascere ma sì possiamo e dovremmo, da uomini liberi, poter scegliere Quando e Come morire?.
Chi davvero può decidere cosa è degno per noi e cosa non lo è, se non noi stessi?.
Ancora, dignità vuole dire farsi violentare senza reagire?, insisto.
In un mirabile articolo di Annalisa Grandi per il ‘Corriere della Sera’, si apprende la storia della diciassettenne Noa, che a dicembre aveva raccontato ai media olandesi di aver provato a contattare una clinica per il fine vita all’ Aja. E di averlo fatto senza dirlo ai genitori e ai suoi fratelli, contrari alla decisione. Domenica ad Arnhem, in Olanda, col supporto dei medici di una clinica specializzata, e con sua madre accanto, Noa è stata sottoposta all’ eutanasia.
Noa era stata molestata da bambina e violentata a 14 anni. Anoressia, disturbo da stress post traumatico, la depressione l’avevano accompagnata negli anni a seguire. Finché Noa aveva deciso di denunciare al mondo il suo vissuto, anche tramite una dolorosa autobiografia.
“Voglio provare ad aiutare altri giovani come me…”, sosteneva, “Visto che in Olanda non esistono strutture o cliniche per ragazzi con questo tipo di problemi”.
Il suo addio l’ha dato con un post su Instagram: “Finalmente la battaglia è terminata”.
Noa, figlia di noi tutti, apre la porta a diverse considerazioni su abuso e vita (come non definire la sua stessa morte un femminicidio?. Uccisa dalla violenza subita, più che dalla eutanasia voluta), quindi ad ulteriore dibattito mai chiuso, forte e sempre attuale: eutanasia si, eutanasia no?
Certamente occorre il cambio del paradigma: è migliore quella Società -quel Mondo- dove, tramite la cultura, vanno a generarsi condizioni di autentica scelta. Dove non s’impone una visione del mondo alla Persona in grado d’intendere e di volere, ma la si fa comprendere e criticare costruttivamente quindi accettare o rifiutare; poco c’importa, ma deve importare il rispetto verso l’individuo.
Lavorare costruttivamente già dalle classi primarie, lavorare sulle madri degli uomini che saranno e, in questo, dono alla donna potente responsabilità civile.
Ma solo Uomini liberi sono in grado di formarne altri.

Giovanna Mulas

*Immagine: “Giuditta e Oloferne” – Caravaggio – postato dalla redazione e liberamente tratta da https://www.expedia.it/explore/opere-caravaggio-i-15-dipinti-piu-belli

Dinanimismo 2009-2019: 10 anni di poesia…riproponiamo la prima ufficializzazione critica del movimento (Roby Guerra, 2010).

Dinanimismo e Neofuturismo letterario

di Roby Guerra – 2010 –

da “Controcultura, le Guide Super Eva”

Dinanimismo: 2010 verso una nuova letteratura futurista

profile_676971_1437979822Dopo il centenario futurista, tempo di software, dopo gli hardware del rilancio ufficiale del movimento: naturalmente, è più appropriato parlare di rilanci, per la peculiarità polifonica, aperta, oltre ogni ismo, d’ora in poi, solo segni, griffe, vettori relativi ma significativi, del futurismo dell’era di Internet.

Antonio Saccoccio (Netfuturismo), Riccardo Campa e Stefano Vaj (Transumanisti), Graziano Cecchini (FTM Azione Futurista), Paolo Ruffilli, Futurguerra, e Giovanni Tuzet (Neofuturismo), Valerio Zekkini (Futurismo postcontemporaneo), Luigi Tallarico, Antonio Fiore e Giorgio Di Genova (Futurismo Oggi…), Daniele Schinasi (il cosiddetto Neofuturismo visivo), Baldo Savonari (il cosiddetto Terzo Futurismo), Sandro Battisti e Marco Milani (Connettivisti) i link, nomi, promotori, artisti e critici in Italia, nei fatti, i background, l’organizzazione, qualità e competenza, documentate e facilmente verificabili, on e off line…

Le navicelle (post)futuriste scientificamente e storicamente oggi autorevoli, accreditabili che attestano, aggiornata, la continuità e-o la discontinuità futurista, di Marinetti e il cosiddetto Futurismo Storico (Primo, secondo o Terzo che sia, secondo certa storiografia, ammirevole ed eroica.., ma anche attardata e poco aggiornata):

Nomi e personalità, come si può notare, anche ultracelebri, provenienti dalla storia stessa della poetica d’avanguardia italiana, postGruppo 63 persino, come Ruffilli; futuristi doc del secondo novecento stesso, come Fiore e Futurguerra (già appunto del giro di Enzo Benedetto di Futurismo Oggi), all’epoca, anni 80/90, giovani o giovanissimi. Fino al futurismo anche mediatico e spettacolare di Rosso Trevi, quello culturale-scientifico di Campa.. Fino ai giovani Netfuturisti di Saccoccio, i più celebri nel web, ora sempre più anche off line, dopo numerose iniziative e eventi molto rilevanti (supportati anche dalla nipote di Marinetti, storica d’arte, Francesca Barbi).

Ad essi vanno aggiunti, ovvio, storici e critici d’area futurista, non artisti, ma che da decenni hanno istigato la rinascita del Futurismo: ovvero Claudia Salaris, Alberto Bertoni, Fausto Curi, Giordano Bruno Guerri, lo stesso -almeno parzialmente-Achille Bonito Oliva , Vittorio Sgarbi, Giovanni Lista e altri (oltre agli stessi Tallarico e Di Genova).

Ulteriormente, ora si diceva, è tempo di software: di sottomenu operativi, pur nello stile ormai condiviso o quasi del Nuovo Futurismo del duemila, come arte totale, secondo, poi, le previsioni dello stesso Marinetti, nonché nel secondo novecento di Adriano Spatola (ad esempio), tra i neoavanguardisti o lo stesso Andrea Zanzotto, di estetica tecnologica (qua anche un certo Barilli), di azioni futuriste o neofuturiste o netfuturiste, multimediali, elettroniche.

Va da sé, sottomenu anche specifici alla poesia o alla pittura o alla scultura o alla letteratura o alla musica, al teatro, insomma ai medium “storici”, “convenzionali”, sono dal punto di vista dell’informazione e della comunicazione importanti. Se il vettore condiviso di tutti i futurismi attuali è, ripetiamo, certa estetica letteralmente cibernetica, elettronica, o persino filosofia umanista-scientifica, non tutto è circoscrivibile all’arte elettronica o alla futurologia come scienza umana.

Se non altro perchè nei fatti, alcuni futuristi contemporanei parlano e producono ancora poesie o letteratura ad esempio: lo stesso Francesco Grisi (ex Futurismo Oggi anche lui di Benedetto), poi precocemente scomparso, era oltre che critico e scrittore futurista, anche poeta, come evidenziato proprio recentemente in un evento del centenario a lui dedicato.

Lo stesso Futurguerra, pur già prossimo a poesia neovanguardistica, visiva o sonora e videopoetica (con Fiori della Scienza assieme al videomaker Franco Ferioli, partecipò a una delle ultime edizioni della rassegna U-Tape del prestigioso Centro Video Arte di Ferrara, metà anni ottanta), esordì come poeta puro a inizio anni ‘80, con tanto di Manifesto neofuturista fondamentalmente letterario (Microchip!), come tale continuò fino al duemila e tutt’oggi, pur debordato a livello saggistico e d’arte elettronica, parla ancora di poesia…

Finalmente, all’orizzonte, già sono individuabili, spesso interfacciati, proprio nuovi scrittori, letterati , poeti giovani che si richiamano o attraversano il futurismo come letteratura, chi più chi meno, aggiornandolo, rivendicando anche nuovi loghi,a volte del tutto autonomi, come soprattutto i più noti di tutti, i connettivisti scrittori di fantascienza, oltre appunto a Futurguerra e al giro neofuturista di Ferrara, i vari Filippo Landini, Maurizio Ganzaroli, Sylvia Forty, Lamberto Donegà e lo stesso Giovanni Tuzet, oltre, almeno affini, agli stessi Eugenio Squarcia, Alex Gezzi, Riccardo Roversi, Emilio Diedo.

Oltre al giovane Zairo Ferrante e il suo gruppo Dinanimista (ad esempio la poetessa Barbara Cannetti), anche connesso con i neofuturisti ferraresi, di cui dopo, proprio per la particolare valenza archetipica su tutta la questione da rilanciare proprio come primo logo sottomenu letterario neofuturista ottimale, postcentenario.

I connettivisti, figli del web e del cyberpunk, fungono già come matrice per la scrittura appunto doc fantascientifica come linguaggio e immaginario tecnologico.

I Neofuturisti letterati di Ferrara si differenziano per la reinvenzione specifica della parola nell’era elettronica, in ottiche squisitamente sperimentali, insomma, tra la letteratura storica futurista e le news delle neo/post avanguardia del secondo novecento.

Tuzet in particolare sia come poeta, diversi volumi, sia come saggista, tra cui “A Regola d’Arte”, uno dei saggi più importanti sulla poetica e la letteratura futurista degli ultimi anni, sia come critico in diverse riviste o aree autorevoli italiane, come Poesia, Atelier, Pendragon…., con il suo logo di certa Poesia Logica, appare già fondamentale punto di riferimento, oltre appunto alla poetica visionaria/elettronica, oppure psicolinguistica e lacaniana, rispettivamente dei meno giovani Futurguerra e lo stesso Lamberto Donegà, a suo tempo con la rivista Poeticamente (sempre a Ferrara), promotori ante litteram del neofuturismo del duemila.

Ulteriormente, dopo Internet, ecco il futuro, l’avvenire allo stato nascente, già colmo di prove letterarie… scientifiche. Come sempre, anche in prospettiva, ecco spiccare i Netfuturisti di Saccoccio, lo stesso Giorgetti. Se qua siamo già persino in certo senso,oltre l’arte e l’artista, nel cuore postletterario postpoetico, Netfuturismo è anche Net-Letteratura.

Sia a livello di divenire teorico proprio nel web con la rete specifica netfuturista, sia soprattutto Saccoccio nella sua peculiarità di “Scienziato della Parola dopo il Web” (quindi in parole classiche come critico o storico letterario, anche off line sia ben chiaro con saggi contributi e manifesti anche poetico totali… fondamentali).

E, tra i Netfuturisti, più nello specifico, Saccoccio, infatti è anche poeta visivo (mix appunto tra Marinetti, i Paroliberi,, Govoni, Belloli, eccetera sino ancora al postGruppo63, postGruppo70, Zanzotto, Spatola, ecc., si vedano appunto diversi manifesti. E su scia simile, tra parole in libertà e poetica visiva lo stesso giovane talento NetBalla (Gianluigi Ballarani). Oltre alla più “classica”, di formazione umanistica, Maria Serena Peterlin, gli stessi Stefano Balice, Marco Raimondo, a livello critico Paolo Ciccioli, Elisabetta Mattia, Giulio Morera.

Oppure, e ora tracciamo certa mappa ovvio provvisoria, più peculiare come sottomenu proprio letterario, nel duemila nove, supportati anche da ebook pertinenti, focalizzati attrono all’editing neofuturista on line, Futurist Editions (curato dai neofuturisti di Ferrara in sinergia anche con Rosso Trevi) ecco nuovi scrittori che almeno attraversano il futurismo.

Il giro di Gian Luca D’Aquino, Manuela Vio, Claudio Braggio e altri, tra echi minimalisti, surrealisti, modernisti… o alla Wilde anche (tra Alessandria e Venezia) , la stessa scrittrice sarda Lorena Melis, echi anche simbolisti, il giovanissimo anche neoscapigliato Gidantka (Roma).

E, infine, e da questa news, la griffa link che suggeriamo, criticamente lanciamo come primo logo ufficiale della nuova specifica poetica e letteratura, parola futurista , ovvero il Dinanimismo del giovane talentuoso e dinamico.., scrittore salerinitano (ora in Emilia) Zairo Ferrante, già autore di alcuni libri e saggi autorevoli (cartacei e ebook), interfacciato con i neofuturisti di Ferrara e i transumanisti stessi. Ferrante, narra appunto del Dinanimisno, come divenire dell’Anima nell’era del computer.

16632_105674819445731_100000096404624_145868_1191639_nCome primo link ufficiale per la nuova parola e scrittura futurista, quel che si esalta è proprio la trasmutazione annunciata dell’ Anima nell’era del computer e della scienza, per così dire, finalmente oltre certa new age… ostilità ancora crociana… dei letterati italiani rispetto al mondocomputer.

Anzi, Ferrante, amplificando e soprattutto sperimentando nella parola e nelle elaborazioni teoriche, l’Anima non come compensazione, ma come X factor creativo e fondamentale sottostante lo stesso spirito scientifico e le sue infinite potenzialità finanche postumane, ha azzerato ogni querelle umanista obsoleta: dice sì al mondo nel suo divenire, senza perdere più tempo con troppi No da gamberi! 

In tale amplificazione Ferrante e il suo gruppo ormai, decine e decine di dinanimisti on line, ha codificiato, rilanciato le intuizioni stesse strettamente letterarie di Futuguerra, Donegà e Tuzet e altri, soprattutto al passo proprio con gli orizzonti desiderati alti e celebri dello stesso Enzensberger, lo stesso Barthes e – in Italia- tra non molti-, del solito forever young Paolo Ruffilli, oltre a Campa e ai già citati Spatola, Barilli, Zanzotto, e lo stesso giovane geniale Saccoccio

La parola al termine della scrittura, o dopo il suo grado zero, infine, si riconnette finalmente e consapevolmente nel Dinanimismo letterario all’archetipo: da dove viene anche il Futurismo e da dove si è moltiplicato ed espanso. Ferrante e i dinanimisti non a caso con riferimenti espliciti a certa psicanalisi futuribile (paradosso di paradosso) di Jung, Marie Louis Von Franz, James Hillman,riscoprono certa matrice postromantica della parola futurista, a suo tempo sorprendentemente intuita da un certo Francesco Flora, dai netfuturisti stessi, in altra articolazione più globale totale, con riferimento a Bergson.

Matrice aspaziale, ormai, eppure, in quanto Fare Anima (e Fare Poesia…) nel duemila, fondamentale.
Perciò, ecco il Dinanimismo, brevettato dallo scrittore Zairo Ferrante, come primo logo ufficiale (e virtuale, ovvio, incanto e dis-incanto i futuristi o futuribili contemporanei!) di certa nuova specifica letteratura o poetica neofuturista o futuribile nascente.

*Foto 1: Roberto Guerra, scrittore, poeta e critico letterario.

**Foto 2: Logo del Dinanimismo

I nuovi versi e le “vecchie” radici di Maria Pellino sulle pagine del dinanimismo

Mi  estraneo

di

Maria Pellino

 

f_0816Mi estraneo per ricercare le mie radici

che il tempo e la  fatica hanno reso fievoli e dure.

Non si sono esse mai distaccate

dal valore della vita

che reduce si è conficcata nel mio fianco

come scheggia di dolore.

Sia pure in vetta, la discesa agli inferi è stata facile

avendo assaporato l’affievolirsi

di un ideale non troppo influente.

In tal tempo d’inerzia è svanito l’oro dei figli

ed un’ora più triste si consuma.

*Versi ricevuti direttamente dall’Autrice.

*Quadro “le Radici” – dicono sia l’ultima opera di Vincent Van Gogh – postato dalla redazione e liberamente tratto da: http://www.controappuntoblog.org/2015/10/17/vincent-e-theo-le-radici/

Versi e Arte di Giancarlo Fattori

LA DANZA DELLA LUCE 7.jpg«UN UOMO SONO IO, SU QUESTI SENTIERI»

Un uomo sono io, su questi sentieri
dove visioni di stupore antico
negli occhi si specchiano, come cristalli
sbreccati dal tempo.

E i profumi, sulla floreale pelle
che dalla brezza viene accarezzata,
s’insidiano in pace e rumore,
e, dallo stupore, rimango senza fiato.

Creatura di sabbia sono io, di splendore
e granuli bagnati, che la pioggia, suadente,
piange da ogni nube, nel cielo appesa,
soltanto una luna arcana, una sanguinante anima.

Non vi è altro per me che un sole rosso,
la luce nuova che riflette sulla strada,
e ogni suono avanza, di pietra in pietra,
scavando con le mani, con il cuore.

E l’uomo che io sono rimane nello scrigno
che ogni sogno cela, con i relitti della vita lasciata,
liberando il sangue che di nuovo si scolora
nel luccicar della stella che imbianca il mio vespro.

Giancarlo Fattori, Maggio 2011

*Versi e Dipinto Digitale ( La danza della luce ): ricevuti direttamente dall’Autore