Giovanna Mulas: appunti di un viaggio di mezza estate!!!

 

Canarie e i Figli della Luna (aggiornamenti dal blog ufficiale)

di

Giovanna Mulas

“Penso che in parecchi conosciate la cerimonia del the saharaui.                                                                    

Per diverse notti di stelle accese e fino alle tre, le quattro del mattino, ho avuto le donne saharaui e i loro bambini gioiosi, urlanti –figli della luna, li ho chiamati-, davanti alla finestra, tra l’oceano atlantico furioso sempre e comunque, gruppi di gabbiani ciondolanti ed una sabbia grossa, nera, interrotta da palme alte e dune madri. Sono avvezzi a dormire durante il giorno i saharaui, per sopportare meglio le temperature del deserto. Ebbene, queste donne nascoste dai veli è difficile guardarle strappando il mio di velo, quello del pregiudizio, delle feroci impennate femministe. D’istinto penso a quel “…povera musa senza poeta / povero corpo senza investimento / povera donna senza nessuno che la sogni”, di Cristina P.Rossi. Non reggo la visione di una castrazione forzata imposta alla donna, di qualunque tipologia. Eppure, le saharaui, sanno un tempo di altra dimensione, dove tutto scorre lento, lontano da orologi e calendari, legato a stagioni, avvenimenti. Laddove la pioggia rappresenta, come nelle Canarie, benedizione che edifica e non distrugge, si può ascoltare qualcuno dire io sono nato durante le pellegrinazioni all’Est, o nell’anno della caduta del pozzo di Anayim.

Così si regala un nome al nostro tempo di occidentali distratti, nella mitologia saharaui. I saharaui non coltivano la foglia verde quanto, amano ripetere, la cerimonia che l’accompagna e che sotto vari aspetti collego al passaggio del mate argentino di mano in mano, di stessa bombilla, cannuccia, in segno di fiducia e amicizia. La cerimonia del the consiste in tre ronde che rappresentano i cicli dell’esistenza. Il primo sorso è amaro come la vita, il secondo dolce come l’amore, il terzo è soave, dicono, come la morte. Nel sahara una discussione che non si svolge attorno al the sarà poco feconda, formale, meno ispiratrice, spiega il poeta Limam Boicha. E’ un sortilegio, quel rituale che trascende al mero atto di bere il the: il gusto riempie l’aria fondendosi col lebjur, l’incenso, si espande in bocca e il dialogo nasce come spuma, le emozioni fluiscono.

L’alba canariense, preciosa, velata di bruma, ci saluta dalle spalle dell’isola di Tenerife, allungandosi su colline dolci, oceano e ancora oceano, su un’architettura affascinante, di chiara influenza portoghese, di legno intarsiato nelle balconate, pietra grezza e ceramica. Le Canarie sono terre aride ma ospitali, odorano di magia e rabbia repressa come la mia Sardegna. Segnate storicamente da invasioni aliene, ferite dalla crisi economica mondiale, patria di gruppi indipendentisti che alternano esperienze di teatro sociale alla radio comunitaria, in resistenza, da sempre, contro uno Stato padrone. La vita nelle isole, cosmopolite, si svolge lenta, violentata dal turismo di massa. Rappresenta una cerimonia del the saharaui: quel gusto ti esplode in bocca, ti affratella alla spuma dell’oceano, quindi al mondo stesso.

Con Samir, Antonio, Isa, Juan Carlos, Susi e gli altri amici poeti mangiamo papas con mojo picon, formaggio di capra, pescado, quel platano fritto che adoro, introvabile in Italia. Ridiamo amari…”

 

Continua a leggere il pezzo dal blog ufficiale: http://giovannamulas.baab.it/2012/09/23/canarie-e-i-figli-della-luna/

*Estratto ricevuto direttamente da Giovanna Mulas http://giovannamulas.baab.it/

**Immagine liberamente postata dalla redazione di questo blog e tratta da: http://it.paperblog.com/il-te-nel-deserto-e-una-tazza-piena-di-sabbia-e-stordimento-quella-che-bertolucci-ci-ha-offerto-543247/

Giovanna Mulas: appunti di un viaggio di mezza estate!!!ultima modifica: 2012-09-23T19:36:32+02:00da zairo-ferrante
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