Sierra Nevada di Giovanna Mulas (estratto da ‘Nocturno Oltre Confine’, diario di viaggio in Colombia. Di prossima uscita.)

ciudad_perdida_lost_city_sierra_nevada_santa_marta_colombia111-300x199.jpgNella hall veniamo fermati da due indigeni della Sierra Nevada. Lui è piccolo di statura, pallido, con la barba, la schiena curva. I capelli chiari, raccolti a coda di cavallo, ha in mano il tradizionale poporo. Lei più alta e snella, pelle olivastra e labbra sottili, tratti affilati, scarni. Ha occhi di cerbiatta all’erta, capelli neri lucidi, fluenti. Ogni qualvolta il compagno apre bocca lei abbassa gli occhi, zittisce rispettosa. Do ad entrambi una cinquantina d’anni circa, vestono con tunica e gonna lunga di cotone lei, tunica e pantalone lui. Gli abiti sono ricamati a mano, in quel bianco totale che appartiene al loro costume tradizionale. Borsa multicolore, a tracolla. Non padroneggiano pienamente la lingua spagnola, il loro idioma è l’Aruhako, una delle lingue derivate dal Chibcha. Si presentano come due compagni del partito comunista della Sierra Nevada. Con calma raccontano che oggi nella Sierra Nevada di Santa Marta sopravvivono i discendenti dei Tayrona, quattro etnie differenti ma imparentate fra di loro. Nel nord, vicino al mare vivono i Wiwa. All’interno vivono i Kogui, gli Arzario nelle vicinanze della città perduta dei Tayrona, chiamata Teyuna. Nel sud della Sierra invece, vivono gli Arhuakos, che si definiscono Ika. Isabel estrae dalla borsa un pc portatile, lo mette in funzione, inserisce un cd-rom. Il video riguarda riti tribali, la natura della Sierra divorata lentamente dalle costruzioni dellostraniero, dal turismo, dal commercio. Isabel e Clodomiro si confessano disperati: l’esercito e i paramilitari sono appostati da tempo sulla montagna ad accerchiare, controllare le tribù. Los compañeros temono che prima o poi le tribù vengano decimate, affinché i soldati possano impossessarsi di ciò che appartiene storicamente agli indigeni.
“…Per il governo colombiano tutto è interesse economico. Ha affidato ad imprese multinazionali progetti di infrastrutture, con tutto il danno culturale e ambientale che ne deriva…”, dice Clodomiro. S’infila una foglia di coca in bocca, mastica lentamente. Passa il bolo all’interno della guancia destra, continua a parlare. “…La Sierra Nevada di Santa Marta è un massiccio immenso, che si estende su un’area di circa 18.000 km quadrati, nel nord, nei dipartimenti di Magdalena, Cesar e La Guajira. Le cime piu alte della Sierra e di tutta la Colombia sono il picco Colón e il picco Bolivar.
Nella Sierra Nevada di Santa Marta ha vissuto l’uomo sin da tempi remoti…i primi insediamenti umani risalgono a dodicimila anni fa. Pastrana, Uribe e Santos hanno reso la Sierra una località alla moda. Uribe, durante una delle innumerevoli visite, convocò uno dei suoi primi Consigli Comunitari in Nabusimake, più tardi inaugurò il primo paese talanquera: Gunmak, dove, accolto con tutti gli onori dalla tribù, venne vestito con un sacro mantello arhuaca… .
Eppure, i programmi alimentari promossi dagli Stati Uniti mirano ad un cambio radicale dell’agricoltura e dell’alimentazione tradizionale delle tribù della Sierra Nevada: si punta alla produzione di caffè, cacao e legna da fuoco, portando lentamente alla scomparsa della coca. Il vero problema è l’identità culturale e la sopravvivenza di chi come noi, tradizionalmente, ha sempre riverito la pianta come sacra. Togliendo la coca, si sta distruggendo lo spirito stesso del popolo. Il passato ci mostra che tutte le visite presidenziali non sono gesti di amicizia come qualcuno può pensare, ma un piano macabro: l’applicazione di una politica nella quale solo i grandi capitali trovano riscontro. Il governo colombiano, d’accordo col piano imperialista statunitense, ha avviato progetti come el Puerto Multiproposito di Dibulla, la Represa de Rancheria e un porto carbonifero che va costruendosi lentamente e nel silenzio del mondo.
Si trovano in un territorio che gli indigeni considerano sacro…si cementifica sfruttando la bellezza incontaminata della natura locale… si sta puntando alla colonizzazione degli indigeni.
In questo momento possiamo solo urlare per difenderci.”.
In Colombia vivono 87 popoli indigeni identificati che parlano 64 lingue amerindie. Questi sono i gruppi umani più vulnerabili alla violenza e ai suoi effetti interni: secondo cifre ufficiali, approssimatamente il 2% del totale dei desplazados del paese appartiene a una etnia indigena (…).

Leggi dal Blog ufficiale:
http://giovannamulas.blogspot.it/2012/03/sierra-nevada-estratto-nocturno-oltre.html

*Foto liberamente tratta da: http://www.uniquecolombia.com/destinos/santa-marta/ciudad-perdida/

Sierra Nevada di Giovanna Mulas (estratto da ‘Nocturno Oltre Confine’, diario di viaggio in Colombia. Di prossima uscita.)ultima modifica: 2012-03-17T11:04:06+01:00da zairo-ferrante
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