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Poesie di Natale… per un attimo di riflessione… Auguri dal Dinanimismo!!!

buon-nataleIl Dinanimismo augura a Tutti i suoi Lettori un sereno Natale e uno strepitoso 2017…

 … torneremo a ri-leggerci ed a ri-scoprirci l’8 gennaio 2017

Alla vigilia di Natale
di

Bertolt Brecht

Oggi siamo seduti, alla vigilia di Natale,
noi, gente misera,
in una gelida stanzetta,
il vento corre fuori, il vento entra.
Vieni, buon Signore Gesù, da noi,
volgi lo sguardo:
perché tu ci sei davvero necessario.

di salvatore Il presepe

Quasimodo

Natale. Guardo il presepe scolpito
dove sono i pastori appena giunti
alla povera stalla di Betlemme.

Anche i Re Magi nelle lunghe vesti
salutano il potente Re del mondo.

Pace nella finzione e nel silenzio
delle figure in legno ed ecco i vecchi
del villaggio e la stalla che risplende
e l’asinello di colore azzurro.

 Natale

di

G. Ungaretti

Non ho voglia di tuffarmi
in un gomitolo di strade
Ho tanta stanchezza
sulle spalle

Lasciatemi così
come una cosa posata
in un angolo
e dimenticata

Qui non si sente altro
che il caldo buono

Sto con le quattro capriole
di fumo del focolare.

I Magi

di

Gabriele D’Annunzio

Una luce vermiglia
risplende nella pia
notte e si spande via
per miglia e miglia e miglia.
O nova meraviglia!
O fiore di Maria!
Passa la melodia
e la terra s’ingiglia.
Cantano tra il fischiare
del vento per le forre,
i biondi angeli in coro;
ed ecco Baldassarre
Gaspare e Melchiorre,
con mirra, incenso ed oro.

*Immagine quadro di Adolphe William Bouguereau (1825-1905),Il canto degli angeli (1881) -Museum at Forest Lawn Memorial-Park, Glendale, California… postato dalla Redazione del Blog e liberamente tratto da: http://langolodeisogni.altervista.org/natale/arte/prova.html

Il dinanimismo Augura a tutti i Lettori un sereno Natale e uno splendido 2016… con Giuseppe Ungaretti e Cafiero Filippelli

6NATALE

di Giuseppe Ungaretti

Non ho voglia
di tuffarmi
in un gomitolo
di strade

Ho tanta
stanchezza
sulle spalle

Lasciatemi così
come una
cosa
posata
in un
angolo
e dimenticata

Qui
non si sente
altro
che il caldo buono

Sto
con le quattro
capriole
di fumo
del focolare

Napoli, il 26 dicembre 1916

**IMMAGINE QUADRO DI CAFIERO FILIPPELLI POSTATA DALLA REDAZIONE E LIBERAMENTE TRATTA DA: http://www.artealivorno.it/filippelli/

La coperta di stelle e poesia del Poeta argentino…Carlos Sanchez

cielo-stellato-2Le stelle possono aspettare

di

Carlos Sanchez

Tento di mettere ordine 
di non esagerare con gli errori 
di rispettare il ritmo 
che è la sua anima.
Sanguina ogni tanto una rosa 
vola un viso 
nell’aria quieta 
un ricordo millepiedi 
cammina per il muro 
una visione di orgasmo.
Pattina per il corridoio 
un bambino angosciato 
si dondola un’amaca vuota
tossisce l’orologio nell’angolo 
si disfa la montagna.
Ci sono uccelli che volano 
poiché non c’è libertà.
Ma come lei vive nella casa 
legge con me il giornale 
i libri di storia 
mi presta i suoi occhi e le sue parole 
mi aiuta a vedere 
stimola i miei pensieri 
che coincidono quasi sempre 
non posso lasciarla da parte 
ritornare alla rosa 
che sanguina 
al volto di quella donna
che non ha saputo invecchiare 
come noi 
per questo motivo 
di comune accordo 
diamo voce 
al pane semplice 
alla quotidianità 
che irradia anche poesia.

Folignano, 2014 

Las estrellas pueden esperar

Trato de poner orden
de no exagerar con los errores
de respetar el ritmo
que es su alma.
Sangra cada tanto una rosa
vuela un rostro
en el aire quieto
un recuerdo ciempiés
camina por el muro
una visión de orgasmo.
Patina por el pasillo
un niño acongojado
se hamaca una hamaca vacía 
tose el reloj en el ángulo
se deshace la montaña.
Hay pájaros que vuelan
ya que no hay libertad.
Pero como ella vive en la casa
lee conmigo el periódico
los libros de historia
me presta sus ojos y sus palabras
me ayuda a ver
estimula mis pensamientos
que casi siempre coinciden
no puedo dejarla de lado
volver a la rosa
que sangra
a el rostro de esa mujer
que no ha sabido envejecer
como nosotros
por eso 
de común acuerdo 
damos voz
al pan simple
a la cotidianidad
que también irradia poesía. 

*Folignano, 2014 – Versi ricevuti direttamente dall’Autore tramite social-network

**Foto postata dalla redazione e liberamente tratta da: http://www.meteoweb.eu/2014/05/sciame-meteore-dal-24-maggio-terra-nel-flusso-detriti-cometa-209plinear/281566/

 

Il Dinanimismo augura a tutti i suoi Lettori uno splendido Natale e un meraviglioso 2014…

“NATALE DI SECONDA MANO”

una canzone di Francesco De Gregori

20110326_lampedusa-barconeOggi è tempo d’incendi, organizziamo presepi

Dalle stelle tu scendi e ci senti e ci vedi

Addormentati in panchina o indaffarati a far niente

Ed il freddo che arriva, ci brucia e ci spegne

Non c’è nessun segreto, nessuna novità

Non c’è nessun mistero, nessuna natività

Io ti regalo una foglia da masticare col pane

E tu una busta di vino per passare la fame

Sior capitano aiutaci a attraversare

questo mare contro mano

Sior capitano, da destra o da sinistra non veniamo

e questa notte non abbiamo

Governo e parlamento non abbiamo e ragione

Ragione o sentimento non conosciamo

e quando capita ci arrangiamo

E ci arrangiamo

Con documenti di seconda mano

Con documenti di seconda mano

 

Oggi è tempo d’attesa, organizziamo qualcosa

Mentre balla sul marciapiede, la vita in rosa

Che ci guarda e sorride e non ci tocca mai

Ultimi di tutto il mondo, piccoli fiammiferai

Non c’è nessun perdono in tutta questa pietà

Non c’è nessun calore, nessuna elettricità

E oggi parlano i cani per sentirsi più buoni

Intorno al nostro fuoco cantano canzoni

Sior capitano aiutaci a attraversare

questo mare contro mano

Sior capitano, da destra o da sinistra non veniamo

e questa notte non abbiamo

Governo e parlamento non abbiamo e ragione

Ragione o sentimento non conosciamo

e quando capita ci arrangiamo

E ci arrangiamo

Con documenti di seconda mano

Con documenti di seconda mano

*Testo canzone postato dalla Redazione del blog e liberamente tratto da: http://www.angolotesti.it/F/testi_canzoni_francesco_de_gregori_125/testo_canzone_natale_di_seconda_mano_7283.html

**Foto postata dalla Redazione del blog e liberamente tratta da: http://www.ilmessaggero.it/home_initalia/primopiano/lampedusa_travolta_in_arrivo_altri_mille_frattini_soldi_ue_a_rimpatriati_no_di_bossi/notizie/143222.shtml

Riflessioni Natalizie di: Adriana Scanferla

 

la_piccola_fiammiferaia.jpgC’era una zingarella di 17 anni vagava  per le strade di Busto Arsizio in questo periodo natalizio , sporca e malvestita chiedeva la carità con in braccio il suo piccolo bimbo tremante di freddo.

Il pensiero mi corre alla “Piccola Fiammiferaia”.

 Degli angeli travestiti da Vigili urbani le si sono avvicinati per recarle quella carità che lei cercava, un posto sereno e caldo dove poter allevare il suo piccino.

C’era un povero bambino appena nato, forse  strappato alla madre e gettato come uno straccio  in un cassonetto  in mezzo agli abiti usati raccolti per farne carità ai poveri.

Miracolosamente, due angeli sudamericani, giunti in Italia ,chissà come,  chissà perché,quel giorno di buon mattino hanno deciso che quel cassonetto andava vuotato.

E ancora una volta il Bambino è rinato.

A volte però, anche in questo periodo di bontà gli angeli sono distratti, si incantano a guardare le vetrine e dimenticano i retrobottega, dove si lavora sodo altrimenti….quella è la porta.

Purtroppo non per tutti sarà un Natale sereno, troppi i morti sul lavoro,  tanti i morti sulle strade.

In molte famiglie al pranzo di Natale ci saranno   posti vuoti a tavola, non ci sono abbastanza angeli per occuparli tutti.

A chi ha bisogno d’aiuto e a chi è capace di donarlo

Buon Natale  

 

Adriana Scanferla

*Scritto ricevuto direttamente dall’Autrice.

**Foto: “la piccola fiammiferaia” postata liberamente dalla redazione e tratta da: http://christmas4ever.altervista.org/favole.htm

 

PICCOLA FAVOLA NATALIZIA…

 

IL MIO NATALE PRIMA DELLA CRISI.

 piccola favola vecchia

 di

 Zairo Ferrante

 

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E’ arrivata l’ora e… occorre, rigorosamente, scrivere e parlare del Natale.

Dovrei parlarvi della famosa bontà natalizia. A Natale lo si sa. Si è tutti più buoni.

Dovrei scrivere che tutta questa bontà è solo falsa ipocrisia e, per essere davvero cool, dovrei rinnegare questo gioioso stato d’animo e dire che io preferisco essere un grande “stronzo”, guerrafondaio, privo di qualsiasi ideale.

Così facendo, sicuramente, sarei uno “scrittore” alternativo, degno di tale nome e non uniformato alla massa.

E invece no.

Io amo il Natale. A Natale mi sento più bbbuono ( rigorosamente con la tripla “b” per risvegliare il mio essere campano ). E sono fierissimo di questo mio buonismo.

Mi ricordo del mio Natale, quando la crisi non esisteva o – almeno – non la si sentiva per strada. L’aria dicembrina era pervasa da un odore agro-dolce. Il dolce era dato dal fuoco di camini mescolato a carne e castagne abbrustolite. L’acro – invece – era dato dalla polvere da sparo scoppiata.

No, non la polvere da sparo di fucili, mitra e cannoni!

Erano i petardi ad esplodere. E io ero davvero felice quando sentivo il botto.

Con 500 lire riuscivo a comprare dieci raudi o – in alternatava – venti mini ciccioli.

Con dieci raudi riempivo – ma piena zeppa – una delle due tasche del mio giaccone.

Un giaccone rigorosamente verde, con colletto di velluto blu.

L’altra tasca serviva per la “miccetta”. La miccetta costava 150 lire e durava almeno tre/quattro giorni.

Erano davvero dispettose quelle miccette. Alle volte ti rosicchiavano completamente la fodera della tasca. Altre volte, invece, gli svedesi si staccavano dalla stecca di legno e s’accendevano da soli.

Morale della favola: la tasca si bucava, le Mamme lo scoprivano, ed ecco che erano “mazzate”.

Certo, erano mazzate d’amore e… alla fine si era lo stesso felici.

In fondo, cosa desiderare di più.

Avevi i petardi, sentivi i botti, la scuola era chiusa e, soprattutto, arrivava Natale e, se “avevi fatto il bravo” ( ma poi mi chiedo quale bambino all’epoca era realmente cattivo? ), potevi sperare in un regalo che giungeva direttamente da – udite!!! udite!!! – Babbo Natale.

Perché si. Babbo Natale esisteva eccome.

 

Oggi, invece, c’è la crisi.

E la crisi va esorcizzata come si deve.

Ecco che: i petardi sono stati sostituiti dagli smartphone, al posto delle miccette ci sono gli ipood, le tasche non si bucano più, i botti sono stati sostituiti dai bassi, sparati rigorosamente a palla, degli happy hour e nella tasca di dietro si è aggiunto un bel portafogli carico di biglietti rossi e con una carta d’identità che ci ricorda una data.

Nato il: 25 – 12 – 1996.

Ma non importa, tanto il prosecco glielo daranno ugualmente e senza sperare in Babbo Natale.

Bastano i soldi.

Insomma, forse i tempi son cambiati, ma io per fortuna il mio presepio l’ho fatto anche quest’anno.

E ora mi godo Benino, quel poverissimo pastore che dorme beato, ignaro di tutto.

Mi commuovo.

Mi fermo a pensare.

Concludo che, alla fine, le crisi ci sono sempre state e, in un modo o in altro, si sono sempre risolte. In fondo pure Benino… mica era ricco!

M’interrogo.

E la domanda non è più “chissà se ne usciremo” ma “ chissà come ne usciremo e, soprattutto, cosa diventeremo”… ma intanto, chissenefrega.

Tra meno di un mese è Natale e… Benino, lo stesso continua a dormire beato.

 

ZF

4-12-2011

* Foto liberamente tratta da: http://www.angolodonne.it/5719/scusa%E2%80%A6%E2%80%A6-una-parola-cosi-piccola-ma-difficile-nel-dirla/