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Dedicato ai giovani che si sentono vecchi o, forse, ai Vecchi che sono giovani…

Èvita i Vecchi di Girolamo Melis…
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Èvita quelle carogne dei vecchi.
Èvita i vecchi che i guai se li tirano. 
Èvita i vecchi che quando passano sulle strisce devono sempre alzare le mani per spiegarti che stanno per passare. 
Èvita i vecchi che invece di fare versi potrebbero sbrigarsi. 
Èvita i vecchi che fanno quelle facce sempre incazzate invece di ringraziare che non li stendi sotto il motorino. 
Èvita i vecchi che invece di tenere la bocca chiusa ridono con quelle dentiere che si ritrovano. 
Èvita i vecchi che, non contenti di aver rotto i coglioni per sessant’anni, vogliono arrivare a cento. 
Èvita i vecchi che non parlano per farti sentire in colpa. 
Èvita i vecchi che dicono quelle frasi lunghe che non finiscono mai. 
Èvita i vecchi che o non si capisce quello che pensano o ti fanno dimenticare quel che volevi dire. 
Èvita i vecchi che portano sfiga, ma non ce la fanno a reggerla da soli e la fanno cadere da tutte le parti. 
Èvita i vecchi che non fanno un cazzo dalla mattina alla sera e occupano sempre i meglio posti sul tram, sul bus e sui treni. 
Èvita i vecchi che, con la scusa di essere timidi, guardano sempre il culo delle ragazze. 
Èvita i vecchi che, a differenza degli orologi, non diventano mai antichi e non aumentano di valore. 
Èvita i vecchi che alzano l’età media della popolazione e ci fanno fare brutta figura all’estero. 
Èvita i vecchi che non sanno nemmeno cosa vuol dire sms. 
Èvita i vecchi che sono ancora lì a leccare i francobolli. 
Èvita i vecchi che sono ancora lì a lamentarsi per quella loro pensione di merda, invece di darla a noi. 
Èvita i vecchi che per la strada si fermano all’improvviso, tu gli vai addosso ed è colpa tua. 
Èvita i vecchi che, invece delle polo Lacoste, portano quelle magliette a righine, come se già non si capisse che sono vecchi. 
Èvita i vecchi che sono ancora lì a menarla con gli Anni Sessanta. 
Èvita i vecchi che passano il tempo alle ASL a discutere se è meglio l’artrite del Vecchio A o la cateratta del Vecchio B. 
Èvita i vecchi che guidano le Mercedes. 
Èvita i vecchi albesi che guidano-in folle col cappello in testa. 
Èvita i vecchi che si piazzano davanti alla TV per ore e consumano la corrente. 
Èvita i vecchi che vogliono tanto bene ai bambini. E allora? 
Èvita i vecchi che sono fissati con la minestra. Èvita i vecchi che sono tutti ammiratori di Gerri Scotti, alzano la audience e noi dobbiamo averlo tra le palle da decenni.
Èvita i vecchi che hanno sparso la voce di saper raccontare le favole ai bambini ma si addormentano prima loro. 
Èvita i vecchi che da giovani erano molto meglio di noi e non si accorgono di come sono conciati. 
Èvita i vecchi che prima almeno si mettevano in quattro intorno a un tavolino del bar a giocare a scopa con quattro bianchini, e ora stanno lì ognuno per conto suo, occupano quattro tavolini e non consumano un cazzo. 
Èvita i vecchi che si piazzano lì con la Gazzetta dello Sport in mano e non la mollano per ore 
Èvita i vecchi che ora non si ubriacano più in pubblico, lo fanno di nascosto in casa e non servono nemmeno a farsi pigliare per il culo. 
Èvita i vecchi che appena mangiato si addormentano e non aiutano nemmeno a sparecchiare. 
Èvita i vecchi che stanno svegli tutta la notte e fanno casino nei corridoi. 
Èvita i vecchi che ti guardano fisso come se si aspettassero sempre qualcosa o che se non si aspettassero più niente. 
Èvita i vecchi che sono specialisti a farti sentire una merda. 
Èvita i vecchi che quando cerchi di scippargli la borsa dalle mani mica la mollano, e gli viene una forza micidiale che sei costretto a staccargli un braccio, e allora cascano per terra, si fanno male, tutti intorno si agitano, la polizia ti prende e ci rimetti sempre tu.
 Èvita i vecchi che saltellano, caracollano, si danno quel tono dinamico per non far capire che non si reggono in piedi. 
Èvita i vecchi che prima erano tutti di destra e ora sono tutti di sinistra.
 Èvita i vecchi che non guardano in faccia nessuno e muoiono. 
Èvita i vecchi che muoiono e ti lasciano lì come una merda proprio mentre stavi per dirgli “ti voglio bene”.

**TRATTO DAL JOURNAL DI GIROLAMO MELIS ( già Giovane Amico del dinanimismo ): http://girolamo.melis.it/2013/05/evita-i-vecchi.html

PROSSIMAMENTE Dài: Giovani & Vecchi S.p.A. Perché il futuro è oggi.

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Sei curioso di sapere cos’è questo “Dài !” !?… allora non perdere tempo, scoprilo: http://girolamo.melis.it/2012/04/prossimamente-dai.html

IL VECCHIO DEL BOSCO

Il vecchio del bosco
accasciato
ed il vento
le lecca, le lecca
le mani
di verde vestite
nell’ora del vespro.
Sta fermo il vecchio
nel bosco.
Il giorno è finito.
Lui s’alza la giacca
e l’aiuta la brezza,
la brezza, la brezza.
E si fa dolce riparo
per uccelli assonnati.
La notte è vicina
nel bosco! nel bosco! nel bosco!

Zaìro Ferrante
I bisbigli di un’anima muta
CSA Editrice, 2011