Tagged with " premio nobel"

“L’illusione del successo” (ndr… e forse la morte del talento ) di Giovanna Mulas

859px-Gustave_Léonard_de_Jonghe_Der_Liebesbrief_1867Il ‘successo’ come oggi s’intende, costruito a tavolino, legato a mera apparizione mediatica quindi al guadagno (e non importa che il mostrarsi significhi decadimento in una scala morale, uccisione della dignità umana.
Ma oggi ha ancora senso parlare di dignità?) 

rimane pura illusione, destinata a stordirSi e stordire un pubblico già inebetito. 
Ogni seria divagazione non è concessa.
Eppure, il pubblico è leone alla fame: alla lunga fiuta la bugia, e fagocita all’istante; lunedì ama il vitello d’oro, martedì, al primo cedimento del falso mito, è pronto a fonderlo e senza indugio. A cagare in testa, come le colombe, alla magnifica statua eretta in pieno centro. Come è giusto che sia del resto, per quanti riempiono portafoglio e pancia di sterile ambizione.
Camminare a pieni scalzi, di solo talento, volontà e conoscenza; un buon riferimento per le generazioni che verranno. Davvero, si avverte nella gente un forte, forte bisogno di purezza, una richiesta di ascolto disinteressato e lo vedo come un buon segno, nel cammino in questa società che ci vive. Il bisogno porta alla ricerca, a domandarsi un Perché, a non fermarsi ad una sola verità, quella normalmente presentata preconfezionata, pronta. Già domandarsi un altro Perché manifesta il volersi affacciare, perlomeno il tentare di uscire dalla caverna; premio, prima o poi, il sole.

CONTINUA SU: https://giovannamulasufficiale.blogspot.it/2017/10/l-illusione-del-successo.html

Dal blog di Giovanna Mulas: La distrazione delle Masse: come distinguere il vero dal falso?

18222642_772326909612678_1401549447733042492_nConcretamente: un uomo può dirsi ‘libero’ quando ha libero accesso a cibo e bevande, vestiario, un tetto sotto il quale dormire, sanità, istruzione, un lavoro degno. 

Quando ha libero accesso a un’informazione non falsata, di parte.

Oggi in quanti possono dirsi ‘liberi’? La maggior parte delle spiegazioni di uno Stato non in grado di garantire vita degna a un Uomo continuano a rappresentare, per me, giustificazioni. Voglio ricordarti che principio del controllo sociale è la strategia della distrazione: si devia l’attenzione del pubblico dai problemi importanti e dalle modifiche decise dalle élite politiche ed economiche (Fmi, Banca Mondiale, Ocse, Wto, banche centrali) tramite la tecnica ‘del diluvio’ o inondazioni di continue ‘distrazioni’, di informazioni insignificanti. Per dirla allaTimsit: “…Mantenere il pubblico occupato, occupato, occupato, senza nessun tempo per pensare, di ritorno alla fattoria come gli altri animali”. Principale fonte finanziaria dei partiti politici di ogni tendenza nella maggior parte dei paesi, le élite economiche, di fatto, hanno già stabilito la fine della democrazia: sono al di sopra delle leggi e del potere politico, il potere di uno Stato è ridotto ad una dimensione nazionale.

C’è da dire che la democrazia in Italia è scomparsa quando è andato al governo Mario Monti, designato dai burocrati seduti a Bruxelles, non da elettori. Puro autoritarismo neo-feudale; puntiamo alla distruzione delle democrazie in Europa, le terribili conseguenze sono dittature.

La nostra esistenza oggi ci priva del tempo di capire, studiare e attivarci contro la barbarie del Potere, ci toglie l’autostima per essere liberi pensatori. La paralisi odierna delle masse occidentali, frutto di 35 anni di “esistenza commerciale” e “cultura della visibilità massmediatica”, ha eroso la psiche collettiva; è fenomeno che vede la luce negli anni ’70: la nostra è umanità in addormentamento oppiaceo. La più grave minaccia alla capacità di organizzazione collettiva contro i poteri.

Dicevamo su La strategia della distrazione… è anche indispensabile per impedire al pubblico d’interessarsi alle conoscenze essenziali nell’area della scienza, l’economia, la psicologia, la neurobiologia, la cibernetica. Il pubblico è stordito, frastornato: la sua attenzione è deviata dai veri problemi sociali, imprigionata da temi senza vera importanza; un telegiornale contiene al massimo 2 o 3 minuti di vera informazione, il resto è costituito da soggetti da rivista, servizi aneddotici, reality show del quotidiano.

Precarietà del lavoro e mantenimento di un alto livello di disoccupazione, intrattenuti tramite decentramento e mondializzazione del mercato del lavoro aumentano la pressione economica sui lavoratori, costretti ad accettare qualsiasi stipendio o condizione di lavoro.

Qualche povero sognatore continua a rimanere convinto che la libertà quindi la verità si faranno comunque strada e senza la nostra personale esposizione. Ma non è così…no. La verità riesce a imporsi nella misura in cui noi la imponiamo; la vittoria della ragione non può essere che la vittoria di coloro che ragionano.

La liberazione è un atto storico, attuata da condizioni storiche, dallo stato dell’industria, del commercio, dell’agricoltura, delle relazioni.
(…) Consideriamo il fatto che una Letteratura apartitica non esiste, così come non esiste un’ Arte apartitica: dichiara ciò chi sostiene comunque il più forte e il più forte mai vorrà consapevolezza e riflessione nella massa: la riflessione, la conoscenza dei propri diritti porta lo schiavo a rompere le catene, porta al dissotterramento della realtà, porta alla ribellione verso le ingiustizie.

…CONTINUA SU: https://giovannamulasufficiale.blogspot.it/2014/10/la-distrazione-delle-masse-come.html?spref=fb

 

Mo Yan Premio Nobel per la Letteratura 2012… dal *blog di poesia rai news 24

L’accademia svedese ha assegnato a Mo Yan il premio Nobel per la Letteratura 2012.

Mo Yan, il cui nome significa “Colui che non vuole parlare” è il più importante autore cinese. “Con il suo
realismo allucinatorio”, si legge nella motivazione della giuria della Reale Accademia di Svezia, “forgia racconti popolari, di storia e contemporanei”.
Mo Yan, originario di Gaomi nella provincia dello Shandong, nasce il 17 febbraio 1955 da una famiglia numerosa di contadini poveri e, dopo aver terminato i cinque anni delle scuole elementari, smette di studiare.

Mo Yan da bambino fa il pastore, porta al pascolo mucche e pecore e i suoi rapporti con questi animali sono più frequenti di quelli con le persone, ma proprio questa attività, gli conferisce una profonda conoscenza della natura. Nel febbraio del 1976 abbandona il paese natale e inizia a lavorare per un giornale fino a laurearsi alla Facoltà di Letteratura dell’Istituto Artistico dell’Esercito di Liberazione Popolare. Inizia a pubblicare romanzi nel 1981.

…*continua sul blog di Poesia di rai news24 diretto da Luigia Sorrentino: http://poesia.blog.rainews24.it/2012/10/11/mon-yan-premio-nobel-per-la-letteratura-2012/

*La notizia è stata postata liberamente dalla Redazione del dinanimismo.

**Foto di Mo Yan tratta liberamente dal sopracitato blog.