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Giovanna Mulas: Estratto da InFrAmmentos (di me), autobiografico.

191768023_1888529484659076_3283686870485905141_n(…) Rivedo una Giò di cinque anni, in quel paese tra montagna e mare. E’ in casa dei nonni paterni e rovista, approfittando del desiderio di pace di nonna e zie, nei cassetti scarni, dove la fanno da padrone fazzoletti ripiegati in quattro e i santini, minuscole medaglie della Vergine, boccioli passiti di rosa e corredi senza tempo o nome, quei merletti bianchi odorosi di amido e naftalina. La bambina, tra una carezza ai gatti del vicolo e saltelli annoiati, attende il ritorno dalle campagne dello zio esperto cacciatore. E l’uomo finalmente arriva: con pernici e quaglie porta un corpicino di lepre; vera fortuna, si dice in casa, per la povera gente. Lo poggia sull’unico tavolo della dimora, affinché venga pulito e preparato per il pranzo.
Rammento confusamente che salii sulla poltrona dell’adorata nonna (una donnona cieca nell’ultimo periodo della sua vita; mi ripeteva che la cecità era una sua precisa scelta, stanca com’era di vedere le cattiverie degli uomini), sotto la cui lunga gonna da entroterra sardo amavo nascondermi,
e presi a consolare il leprotto per la sua cattura.
L’avevo raccolto piano (“Strano che si faccia toccare così…lo lascerò dormire così potrò accarezzarlo ancora e ancora e lui dormirà meglio perché capirà tutto il bene che gli voglio”), eppoi stretto al petto. Si racconta che ingoiai le strette, storte scale di vecchio legno, nove ne ricordo, per fuggire a nascondermi sotto l’alto letto dei nonni, il corpicino inanime cullato tra le braccia. E così venni trovata varie ore dopo, non saprei dirvi quante, imbellettata dal sangue del povero leprotto che continuavo a stringere convinta che, prima o poi, col potere di carezze e baci sarei riuscita a risvegliare da un sonno che, effettivamente, stava durando troppo anche per i miei gusti
(Forse il leprotto vuole farmi un dispetto).
Quando mi dissero che la bestiola era morta e con la morte, “…Giovanna, figlia mia, non c’è davvero nulla da fare…”, piansi a calde lacrime l’ingiustizia che mio zio aveva compiuto contro un innocente; quindi la bugia di un Amore in grado di poter tutto, nel mondo.
Non volli lavarmi dal sangue fino a sera e a nulla servirono i rimbrotti di nonna e zii, uno schiaffo di mia madre. Mi rifiutai di mangiare: piansi rabbiosa contro qualcosa e senza sapere davvero cosa; comunque colpevole di permettere la morte di un indifeso, innocuo leprotto.
E a lungo non rivolsi la parola allo zio Giuseppe, il cacciatore.
Oggi rido di questo aneddoto; forte emblema o forse profezia, preludio di ciò che, poi, sono diventata con la maturità: sovente pronta a combattere, a ‘insanguinarmi’ anche per le cause già perse.
Rabbia e pianto: il primo passo necessario a capire il mondo (…).
*Estratto da InFrAmmentos (di me), autobiografico: https://www.facebook.com/giovanna.mulas.58/posts/1888519461326745 .
(Ritratto di mio marito, Gabriel impaglione)

La scrittrice Giovanna Mulas ambasciatrice per l’Italia per la “Nobile missione al servizio del benessere dell’umanità”.

21762850_848902805288421_1805980409293537237_oALLA SCRITTRICE ED AMICA DEL DINANIMISMO GIOVANNA MULAS E’ STATO CONFERITO L’INCARICO DI AMBASCIATRICE ITALIANA NEL MONDO DALL’ASEC (Istituzione Filosofica e Filantropica Internazionale).

Di seguito riportiamo la versione integrale della lettera scritta dalla stessa Mulas e pubblicata sulla sua official page di Facebook https://www.facebook.com/giovanna.mulas.58 .

Sono commossa…commossa. Ricevo comunicazione ufficiale dal Dottor M. Nzengui B. Arnaud, Dipartimento Filantropia dell’organizzazione internazionale ASEC di Brazzaville, Capitale della Repubblica del Congo, di essere stata onorata con l’incarico di ambasciatrice per l’Italia per la “Nobile missione al servizio del benessere dell’umanità”. L’ASEC, Istituzione Filosofica e Filantropica, opera a livello internazionale, come dichiara il Presidente Dr M. Nzengui B. Arnaud, con la profonda responsabilità di organizzare, nel mondo, diverse attività di risveglio di coscienza delle masse, per la Pace, per il Benessere dell’Umanità.
Sono stati insigniti dell’Onoreficenza, nell’ordine: Franck Tag Ndayi Lumwanga, M.Made-S.Kimonou, Mercit Couchelh Mouanou Bouity, Tandrece Gastorel Mouanda Ngouma.
Einstein ebbe a dichiarare: “Non ho idea di quali armi serviranno per combattere la terza Guerra Mondiale, ma la quarta sarà combattuta coi bastoni e con le pietre.”.
La Storia non è servita, Fratelli e Amici: le morti, il dolore immenso provocato dalle guerre di uomini su altri uomini (solo l’uomo è in grado di alzare muri per separarsi, ‘dividersi’ dai suoi simili, laddove confini e muri non esistono),  guerre dove nessuno vince e tutti, comunque, perdono…. .
Nel profondo oscurantismo attuale, in una ignoranza costruita attraverso decenni di informazione deviata (historia ad usum delphini) risulta fondamentale lavorare, uniti, ognuno tramite la propria professionalità, nel creare coscienza quindi conoscenza, nel sensibilizzare le Masse a ciò che sarà e, soprattutto, perché ‘sarà’:  per la sete di potere, per la vanità insita in ogni uomo e su cui dobbiamo limarCi, per limare.
Buona Opera, Fratelli di Cammino.

Giu 8, 2019 - Senza categoria    No Comments

Vivere in dignità… essenza stessa della Vita – Riflessioni sulla “vicenda Noa” della scrittrice (già candidata al Nobel per la Letteratura) Giovanna Mulas.

70412Tempo fa, nell’incipit di un manifesto del Dinanimismo, riportavo le splendide parole della Prof.ssa Mulas: “Già vivere in dignità e controcorrente, oggi, è Arte”

A distanza di 10 anni, il problema sembra essere lo stesso e la domanda che mi (Vi) pongo è: vivere in dignità può rappresentare l’essenza stessa del vivere?

Di seguito riporto una recente riflessione della scrittrice Sarda ricevuta tramite social network (https://www.facebook.com/giovanna.mulas.58?__tn__=%2CdlC-R-R&eid=ARBcSy3KSrz_CN_IXX-bT9i_0GywbZGE-gLKwp8kL6HX5v_-7c0xPVV9S3M2LDcXI7uEqGzZ3iI4rAx-&hc_ref=ARS81Hrj58KEaRBl-qzHHzC6aH88z96H8Ja64Crz67RmmBCnFhfBdxgiAOdTSPBP-Wk).

Buona lettura.

ZF

Eutanasia per ‘vivere’ davvero?. Non scegliamo di nascere ma sì possiamo e dovremmo, da uomini liberi, poter scegliere Quando e Come morire?.
Chi davvero può decidere cosa è degno per noi e cosa non lo è, se non noi stessi?.
Ancora, dignità vuole dire farsi violentare senza reagire?, insisto.
In un mirabile articolo di Annalisa Grandi per il ‘Corriere della Sera’, si apprende la storia della diciassettenne Noa, che a dicembre aveva raccontato ai media olandesi di aver provato a contattare una clinica per il fine vita all’ Aja. E di averlo fatto senza dirlo ai genitori e ai suoi fratelli, contrari alla decisione. Domenica ad Arnhem, in Olanda, col supporto dei medici di una clinica specializzata, e con sua madre accanto, Noa è stata sottoposta all’ eutanasia.
Noa era stata molestata da bambina e violentata a 14 anni. Anoressia, disturbo da stress post traumatico, la depressione l’avevano accompagnata negli anni a seguire. Finché Noa aveva deciso di denunciare al mondo il suo vissuto, anche tramite una dolorosa autobiografia.
“Voglio provare ad aiutare altri giovani come me…”, sosteneva, “Visto che in Olanda non esistono strutture o cliniche per ragazzi con questo tipo di problemi”.
Il suo addio l’ha dato con un post su Instagram: “Finalmente la battaglia è terminata”.
Noa, figlia di noi tutti, apre la porta a diverse considerazioni su abuso e vita (come non definire la sua stessa morte un femminicidio?. Uccisa dalla violenza subita, più che dalla eutanasia voluta), quindi ad ulteriore dibattito mai chiuso, forte e sempre attuale: eutanasia si, eutanasia no?
Certamente occorre il cambio del paradigma: è migliore quella Società -quel Mondo- dove, tramite la cultura, vanno a generarsi condizioni di autentica scelta. Dove non s’impone una visione del mondo alla Persona in grado d’intendere e di volere, ma la si fa comprendere e criticare costruttivamente quindi accettare o rifiutare; poco c’importa, ma deve importare il rispetto verso l’individuo.
Lavorare costruttivamente già dalle classi primarie, lavorare sulle madri degli uomini che saranno e, in questo, dono alla donna potente responsabilità civile.
Ma solo Uomini liberi sono in grado di formarne altri.

Giovanna Mulas

*Immagine: “Giuditta e Oloferne” – Caravaggio – postato dalla redazione e liberamente tratta da https://www.expedia.it/explore/opere-caravaggio-i-15-dipinti-piu-belli

DIO E’ MORTO? PROGRES E LA VOCE ECCITATA DELLE DEBUTTANTI IN LETTERATURA di Giovanna Mulas

800px-Girolamo_Savonarola_statue_-_Ferrara,_Italy.jpgDIO E’ MORTO?
PROGRES E LA VOCE ECCITATA DELLE DEBUTTANTI IN LETTERATURA

di Giovanna Mulas

Da sempre tollero poco l’esagitata ambizione, il soffio venefico sulla realtà, la seduzione del nulla, quel desiderare, ‘aspirare a’ che minimizza l’intellettualità dell’uomo. Da quando sfioro la menopausa poi, rivelo meno pazienza, non amo regalare pubblicità a chi non ne
merita. E da sempre ho preferito sottrarmi, con conoscenza illuminata da istinto primordiale, agli abusi della ragione. Insomma mi chiedo, dall’alto di questo mio carro di buone intenzioni -e anche stoltamente, saltuariamente scivolandone- come si può concedere troppo alla stoltezza, in questo nostro Oggi dove l’umanità corre verso la rovina a causa di ‘idealità’ contrarie alla vita. Umanità paurosa, e la paura è la vera maledizione dell’uomo… non è la fame che provoca la rivoluzione, ma il fatto che al gregge, mangiando, è venuto l’appetito. Popolo stanco dell’istinto, soddisfatto di sé e solo per
sé, in infiacchimento morale, isteria, senza scopo, da telecomando. E’ lapalissiano che quando un popolo tramonta, quando avvisa dileguarsi definitivamente ogni fiducia nel domani, quando radica nella coscienza
la sottomissione e l’ integrità del sottomesso come condizione primaria di sussistenza, quando il popolo presenta un’involuzione fisiologica, allora anche il Pastore di turno deve mutare. Il Mago degli Oppressi può farsi donna, che reggendo se stessa regge destini:
metafora di madre protettiva diventa sorniona, umile, moraleggia, esorta all’amore per l’amico ed il nemico, è una costruita cosmopolita con ansia da prestazione. Pure mi domando come rifaccia capolino, tra le righe, quella storica stupidità insita nella passione, con la quale
si congiura per annientare la passione stessa: la cura è la
castrazione, la disciplina di ogni idea. Solo castrando, si divinizza.
Vero è che mai, come oggi, si è attentato in modo così evidente alle conquiste della civiltà: democrazia, libertà, giustizia. Coi media controllati dall’imperialismo statunitense e dal sionismo israeliano, complici di crimini, di colpi di Stato, di rapina contro i popoli e le nazioni indipendenti, di artifici e inganni. Media a costruire
opinioni favorevoli anche ad una guerra; capaci di renderla, dopo aver conquistato l’opinione del Gregge, un evento banale. Tramite la stessa tipologia dei giornalini succitati, apprendiamo di ProgReS

Leggi il pezzo da Giovanna Mulas, il Blog ufficiale:

http://giovannamulas.baab.it/2013/08/30/dio-morto-progres-leccitata-voce-delle-debuttanti-letteratura/

*Articolo ricevuto direttamente da Ufficio Stampa Isola Nera per Giovanna Mulas.

**Foto di Girolamo Savonarola, postata dalla redazione del blog e liberamente tratta da: http://commons.wikimedia.org/wiki/File:Girolamo_Savonarola_statue_-_Ferrara,_Italy.JPG