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Il cantautore Alberto Bertoli: i luoghi come cura dell’Anima. (… di Zairo Ferrante)

Aquara_notteKevin Lynch, noto architetto statunitense, in una sua personale definizione, affermava che “Un luogo è dotato di qualità quando, in qualche modo appropriato alla persona e alla sua cultura, rende l’individuo consapevole dell’appartenza ad una comunità, della propria storia, dello svolgersi della vita, e dell’universo spazio-temporale che racchiude tutto ciò”. 

Il prendere consapevolezza di questo nostro essere e appartenere, come spesso ripeto, equivale a ricongiungerci con la nostra intima essenza, con il nostro sentire più profondo, con la nostra Anima.

Perciò, il luoghi, “quelli dotati di qualità”, sono inevitabilmente quelli capaci di parlare alla nostra Anima; quelli in grado di mostrarci il nostro esistere nel mondo e nell’Universo.

Un luogo non può essere soltanto un “spazio”, un banale “contenitore”.

I luoghi, quelli veri, quelli dell’Anima, sono un concentrato di suoni, di colori, di profumi e di volti in grado di trasmetterci un dono preziosissimo: la “consapevolezza dell’appartenenza”.

Tutto questo è ben chiaro al cantautore emiliano Alberto Bertoli che, nel suo brano “Meridione mon amour”, ha saputo fondere suoni e parole, riuscendo a donarci il vero senso del viaggio e del luogo.

Un posto, culturalmente e fisicamente lontano, che abita nei giorni. Una meta che rischiara. Volti, profumi e sapori -dolci ed ingenui – di “fichi rubati” e di vino bevuto che ci fanno riscoprire le nostre radici più profonde, con un tremito al cuore.

Questo è il luogo dell’anima che Bertoli, in punta di piedi e con sonorità dal sapore country-folk, ci ha regalato nel suo brano.

Una felice e rara scoperta che ho deciso di condividere con voi.

Un poesia da leggere ma che fortunatamente si può anche ascoltare.

Zairo Ferrante

133863026_3575515655900425_8779861548892524694_nEstratto da “Meridione mon amour” di ALBERTO BERTOLI

album “STELLE” (2020)

In un posto lontano

dentro a un giorno Cilentano

un paese schiude gli occhi piano, piano.

Dalla Bruma di collina

mentre il giorno s’incammina

qualche cosa ha rischiarato la mattina.

C’è un cartello che porta su un titolo

Venditore di sogni in città

organizza la festa del secolo

Cosi bella che la gente tornerà

Luminarie di festa risplendono

il paese oramai è un abat-jour

gente allegra che balla la musica

di questo meridione mon amour.

Il patrono è contento

e la luna per l’evento Brilla chiara

i monti Alburni del Cilento.

La fontana sembra pazza

agitata e ormai paonazza

Sgorga vino per la gente nella piazza.

I bambini che ridono complici

san di fichi rubati più in là

chi si abbuffa dei piatti più tipici

chi di bancarelle e di curiosità.

Luminarie di festa risplendono

il paese oramai è un abat-jour

gente allegra che balla la musica

di questo meridione mon amour.

Chi se n’è andato allora oggi se ne tornerà

e colmerà quel vuoto nello spirito

dagli olmi hanno imparato

le radici stanno qua e

il cuore lo ricorda con un tremito.

Luminarie di festa risplendono

il paese oramai è un abat-jour

gente allegra che balla la musica
di questo meridione mon amour.

*Per ascoltare il brano: VIDEO YouTube

** Foto 1: Aquara (SA) di Notte – liberamente tratta da https://it.wikipedia.org/wiki/Aquara

*** Foto 2: Alberto Bertoli – liberamente tratta da https://www.facebook.com/Albertoli

“Tu musica” versi di Maria Pellino con quadro Vasilij Kandinskij

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Tu musica

di 

Maria Pellino

Dell’eterno tu

zampillo travolgente

impronta percettibile dell’universo racchiuso in un sogno

cogli

ricolmi  orizzonti di infinito lustro

e moti ritmati.

Puro artista.

L’ incanto precipuo spazia l’oltre.

Si svela a me un pensiero zelante

lo inseguo ed inizio a danzare sinuosamente.

Dispersa ritrovo il sentiero dell’anima.

Avverto l’ abbraccio di una melodia che mi avvolge

in lontananza scorgo l’arcobaleno di note

e tutto si riempie.

Maria Pellino – amore e amicizia in versi – sulle pagine del Dinanimismo

Al mio amico

Klimt-Musica-IVersai, amico, lacrime per te, forse poche.
Ti pensai risoluto nell’anima a seguir la scia
che dal cielo vibra nel vuoto.
Come eterea polvere mi sentii avvolta
e cosparsa del tuo affetto,
sollevata di gioia per averti ritrovato
in un attimo di respiro.

Non sarò mai

Vorrei amare come una melodia ama la sua canzone

con le note districate al suo cospetto.
Vorrei essere la nota stonata
di una canzone maledetta.
Nel vuoto amerei
pause ed interludi.
Non sarò mai musica,
per nessuna canzone.

*Versi ricevuti direttamente dall’Autrice.

**Quadro Gustav Klimt: La Musica I (1895) postato dalla redazione del blog e liberamente tratto da: http://cultura.biografieonline.it/musica-i-klimt/

Poesia della musica… note ai margini di un LP di Giancarlo Fattori.

unnamedQuella del 1981 fu, per me, l’estate più bella della mia gioventù. Decine di persone conosciute, atmosfere di festa e di gioia, esperienze lisergiche, amorazzi, tanta musica. L’ultima sera di vacanza ci trovammo tutti insieme sulla spiaggia: un falò, la birra, le sigarette, i fuochi d’artificio, un paio di chitarre. E all’improvviso una sottile malinconia, uno struggimento intenso, un lungo silenzio. Solo il rumore delle onde del mare. Qualcuno intonò Music is love, e presto divenne un mantra cantato da tutti. Nessuno voleva che quella notte finisse. Ecco, per me questo capolavoro di Crosby rimarrà per sempre legato a quel ricordo, ma non è solo per questo che mi piace, che lo considero, obiettivamente, un lavoro straordinario. In un certo qual modo è un disco che nasconde in sé il sentore di una profezia. Crosby si circonda di amici (Stills, Nash, Young, la Mitchell, la Slicks, Kaukonen, Garcia) e canta il tramonto dell’Utopia in cui erano appena passati, forse consapevoli che le cose stavano ormai cambiando (col senno di poi, il festival di Woodstock avrebbe segnato il capolinea di una stagione straordinaria per creatività, per ideali fortemente creduti, per fragilità e innocente incoscienza). Il tramonto già raffigurato in copertina segna una linea di confine tra il bello del prima e le oscure ombre del dopo. Così ecco una manciata di canzoni, tutte bellissime, tutte splendidamente suonate e cantate, più simili a mantra spirituali e a vortici psichedelici, immersi in un’atmosfera tra sogno, nostalgia, visione cosmica. Il risultato è proprio come quel falò sulla spiaggia, con la consapevolezza che le cose stanno volgendo al termine, mentre altre (magari la gioventù, col suo carico di miserie e splendori) stanno scivolando dalle dita come sabbia. Come quando, a festa finita, le luci si spengono, ma c’è sempre un manipolo di amici che rimane aggrappato all’ultimo bicchiere, all’ultima conversazione, all’ultima canzone, semplicemente perchè non vuole tornare a casa. Inevitabile che ci sia, tra i solchi di questo disco, una immensa tristezza, uno struggimento che non ha nome, ma che può, persino, inumidire gli occhi. Poi gli anni passano, inesorabili. Magari li vivi anche bene, e la tua maturità è all’insegna di progetti realizzati, di un quotidiano vissuto sempre con curiosità, impegno. Solo che ogni tanto ti volti, guardi indietro, e rivedi quell’immagine, ormai cristallizzata, a cui dai valenze e significati che probabilmente, col tempo, si sono anche modificati (o sopravvalutati, o mitizzati, o che altro). Rivedi le tue linee d’ombra, anche quelle in cui ti sei imbattuto crescendo. E scopri che ogni volta il disco di Crosby era lì, ad accompagnarti. Orgogliosamente vintage, e al tempo stesso eterno, moderno, indispensabile. 

*Testo ricevuto direttamente dall’Autore.

ELIANA FARINON e la sua emozionante interpretazione di: “Ti scrivo” – versi di Zairo Ferrante liberamente ispirati dall’omonimo componimento di G.Allevi –

 versione n° 1:

*VIDEO TRATTO DA: http://www.youtube.com/watch?v=gTrKVD_nE5k


versione n° 2: http://www.youtube.com/watch?v=y8w9i8JQAzA

 

untitled.pngELIANA FARINON LAZZARINO:

la trovi al seguente link http://www.trovalavoce.it/ita/88-farinoneliana.html

ma di seguito puoi scoprire qualcosa in più su di Lei…

Curriculum

 

Dizione e recitazione a Vicenza con Renato Stanisci.
Seminari, laboratori, teatro amatoriale a Vicenza e Torino.

Lavori realizzati

 
Conduzione radiofonica per dieci anni – quattro ore in diretta – cinque giorni la settimana. Redazione e lettura notiziari, rubriche, programmi con ospiti, realizzazione spot pubblicitari, intrattenimento.

Collaborazioni

 
Spot e comunicati radiofonici. Voce narrante in documentari, doppiaggio.
Reading di poesia. Presentazione eventi, figurazioni speciali.
Ho preparato un paio di giornalisti migliorando l’efficacia della loro comunicazione.
 

Caratteri

 
Dialetto veneto.
Canto.

 

– Parole Nate da Note – “Ti scrivo” di Zairo Ferrante liberamente ispirata dalla Musica di Giovanni Allevi

zairo ferrante,versi,inediti,parole,musica,ti scrivo,giovanni allevi*TI SCRIVO

inedito

di

Zairo Ferrante

( ATTENZIONE!!! Prima di leggere avvia il video che trovi alla fine del post )

 

Ti scrivo, ora dolcemente in silenzio,

mentre parto da solo su strade folte, di foglie,

che verdi smeraldo sventolano

– fazzoletti in stazioni affollate –


e io ti scrivo, ora.


E ti accarezzo piano, quando il sole

bacia il seno di donne distese da secoli

su letti di grano, ancor belle, e dolci, e leggere.

 

Io ti scrivo, adesso.


Quando il vento spinge batuffoli di cotone

grandi come case, palazzi e torri a mezz’aria,

sospese nell’azzurro velo di un ricordo.


Io, per questo, qui ti scrivo.

 

E sfioro forte dadi bianchi e neri

come acqua che scivola su facce giovani

e fresche, brillando alla luce d’un tramonto.

E son stelle calde e rosse, queste note che

danzano alla luna, ormai quasi alta nel cielo

a scandire le ore che sono passate, mentre

io, folle corridore felice, ti (de)scrivevo

e i secoli trascorsi disperatamente a cercarti

prima ch’io d’improvviso t’incontrassi.

 

Ed ecco… volando negli anfratti della mia testa,

disteso su volteggianti gabbiani che virano acuti

bagnati dalla rugiada che cade tiepida dal mare al cielo,

io ancora ti scrivo e ti dico…:“adesso dormi,

che domani è già con noi”, mentre con la mano,

che brancola e s’aggrappa dolce alla vita,

calo il sipario, zitto e geloso perfino

di questa notte che per qualche ora ancora

avida, tra le sue braccia, t’accoglierà cullandoti.

 

Zairo Ferrante

 

13 Luglio 2013

 

 

 

*Versi liberamente ispirati da “ Ti scrivo”, brano composto dal Maestro Giovanni Allevi – album: No Concept ( 2005, Ricordi ) – di seguito ascolta brano –

**Versi tratti da: http://zairoferrante.xoom.it/virgiliowizard/poesie-di-zairo?SESSd6972d0e1a61b1b336f558b230c178a2=692f6071b8d07a10f620bc3f2dee5615


VIDEOPOESIA – da e di – Carlos Sanchez!!!

 

Percorsi e disguidi

di

Carlos Sanchez

Cammina tra gli alberi addormentati
un getto d’acqua opaca
forma nuvole di cenere
e nella voliera del bosco
funghi e crisalidi
muoiono e si trasformano
sulla terra sterile.
Un libro chiuso
reclinato su un tronco ferito
parla nel silenzio
nello strepitio di insetti ed uccelli.
Nella profondità
i fiumi sotterranei si incrociano
perforano e sognano
in lontananza grida la città
grida un mare ripetitivo
sulla spiaggia oziosa
l’orizzonte si affanna
nel non essere raggiunto
da gabbiani affamati
da canoe selvagge
da balene morte.
Gli alberi non si svegliano
si vestono e svestono
fra notti ed albe.

*segnalazione ricevuta direttamente dal poeta Carlos Sanchez tramite social-network.

Lug 29, 2012 - AZIONI DINANIMISTE    No Comments

Dedicata a chi pensa che il successo raggiunto e il potere ottenuto siano gli unici obiettivi di una vita:

ilmarchesedelgrillo1.jpgUN ALTRO GIORNO E’ ANDATO

di Francesco Guccini

E un altro giorno è andato, la sua musica ha finito,
quanto tempo è ormai passato e passerà?
Le orchestre di motori ne accompagnano i sospiri:
l’ oggi dove è andato l’ ieri se ne andrà.
Se guardi nelle tasche della sera
ritrovi le ore che conosci già,
ma il riso dei minuti cambia in pianto ormai
e il tempo andato non ritroverai…

Giornate senza senso, come un mare senza vento,
come perle di collane di tristezza…
Le porte dell’estate dall’ inverno son bagnate:
fugge un cane come la tua giovinezza.
Negli angoli di casa cerchi il mondo,
nei libri e nei poeti cerchi te,
ma il tuo poeta muore e l’ alba non vedrà
e dove corra il tempo chi lo sa?

Nel sole dei cortili i tuoi fantasmi giovanili
corron dietro a delle Silvie beffeggianti,
si è spenta la fontana, si è ossidata la campana:
perchè adesso ridi al gioco degli amanti?
Sei pronto per gettarti sulle strade,
l’ inutile bagaglio hai dentro in te,
ma temi il sole e l’ acqua prima o poi cadrà
e il tempo andato non ritornerà…

Professionisti acuti, fra i sorrisi ed i saluti,
ironizzano i tuoi dubbi sulla vita,
le madri dei tuoi amori sognan trepide dottori,
ti rinfacciano una crisi non chiarita:
la sfera di cristallo si è offuscata
e l’ aquilone tuo non vola più,
nemmeno il dubbio resta nei pensieri tuoi
e il tempo passa e fermalo se puoi…

Se i giorni ti han chiamato tu hai risposto da svogliato,
il sorriso degli specchi è già finito,
nei vicoli e sui muri quel buffone che tu eri
è rimasto solo a pianger divertito.
Nel seme al vento afferri la fortuna,
al rosso saggio chiedi i tuoi perchè,
vorresti alzarti in cielo a urlare chi sei tu,
ma il tempo passa e non ritorna più…

E un altro giorno è andato, la sua musica ha finito,
quanto tempo è ormai passato e passerà!
Tu canti nella strada frasi a cui nessuno bada,
il domani come tutto se ne andrà:
ti guardi nelle mani e stringi il vuoto,
se guardi nelle tasche troverai
gli spiccioli che ieri non avevi, ma
il tempo andato non ritornerà,
il tempo andato non ritornerà,
il tempo andato non ritornerà…

*Testo postato dalla Redazione del dinanimismo e liberamente tratto da: http://angolotesti.leonardo.it/F/testi_canzoni_francesco_guccini_1655/testo_canzone_un_altro_giorno_e_andato_42881.html

Il Prof. Vecchioni dà lezioni di “dinanimismo” al festival di Sanremo 2011

kenya002_s.jpgQui, tra i link del dinanimismo, si lotta per una nuova Poetica, si combatte per la poesia della gente. Si cerca d’esortare i Poeti, affinchè “costruiscano” versi per l’Uomo, parole che lo costringano a riflettere e che lo sospingano verso il cambiamento. Sono convinto che le cose possono cambiare anche, se non soprattutto, con la forza della “Voce”. La voce di un popolo che è ancora in grado di farsi delle domande. Forse sono un illuso, ma poco importa, perchè sono sicuro di non essere il solo. Ecco che in tale contesto mi sembra doveroso sottolineare la grande Poesia che il Prof. Roberto Vecchioni ha presentato al festival di Sanremo 2011. Una canzone coraggiosa, parole che costringono a riflettere e che donano  speranza per il futuro. Una vera opera umanistica. Una grande dichiarazione d’amore verso l’Uomo e il suo pensiero. Probabilmente Vecchioni non lo sa ancora (e forse non lo saprà mai) ma, dopo questo capolavoro, nel mio cuore Lui è già dinanimista.

Perchè il suo è anche il mio sogno, quello di “difendere questa umanità restasse un solo Uomo”.

Perchè la sua è anche la mia speranza, “Che questa maledetta notte dovrà pur finire, perché la riempiremo noi da qui di musica e di parole”.

E tutto questo, miei cari Amici, cortesemente, “chiamatelo ancora Amore”.

Zairo Ferrante

*****

*Testo Roberto Vecchioni Chiamami ancora amore

E per la barca che è volata in cielo
che i bimbi ancora stavano a giocare
che gli avrei regalato il mare intero
pur di vedermeli arrivare;
per il poeta che non può cantare
per l’operaio che non ha più il suo lavoro
per chi ha vent’anni e se ne sta a morire
in un deserton come in un porcile
e per tutti i ragazzi e le ragazze
che difendono un libro, un libro vero
così belli a gridare nelle piazze
perché stanno uccidendo il pensiero;
per il bastardo che sta sempre al sole
per il vigliacco che nasconde il cuore
per la nostra memoria gettata al vento
da questi signori del dolore
Chiamami ancora amore
Chiamami sempre amore
Che questa maledetta notte
dovrà pur finire,
perché la riempiremo noi da qui
di musica e di parole;
Chiamami ancora amore
Chiamami sempre amore
In questo disperato sogno
tra il silenzio e il tuono
difendi questa umanità
anche restasse un solo uomo
Chiamami ancora amore
Chiamami ancora amore
Chiamami sempre amore
Perché le idee sono come farfalle
che non puoi togliergli le ali
perché le idee sono come le stelle
che non le spengono i temporali
perché le idee sono voci di madre
che credevano di avere perso,
e sono come il sorriso di Dio
in questo sputo di universo
Chiamami ancora amore
Chiamami sempre amore
Che questa maledetta notte
dovrà pur finire,
perché la riempiremo noi da qui
di musica e parole;
Chiamami ancora amore
Chiamami sempre amore
Continua a scrivere la vita
tra il silenzio e il tuono
difendi questa umanità
che è così vera in ogni uomo
Chiamami ancora amore
Chiamami ancora amore
Chiamami sempre amore
Chiamami ancora amore
Chiamami sempre amore
Che questa maledetta notte
dovrà pur finire,
perché la riempiremo noi da qui
di musica e parole;
Chiamami ancora amore
Chiamami sempre amore
In questo disperato sogno
tra il silenzio e il tuono
difendi questa umanità
anche restasse un solo uomo
Chiamami ancora amore
Chiamami ancora amore
Chiamami sempre amore
Perché noi siamo amore.

*Testo tratto da: http://www.sdamy.com/roberto-vecchioni-chiamami-ancora-amore-sanremo-2011-13871.html

**foto tratta da: http://www.vecchioni.it/roberto/biografia/

 

 

M.G. Farina e Mariella Nava spiegano Mariella Nava e la sua Poesia

nava4_html_696ce362.gifINTERVISTA A MARIELLA NAVA

della Filosofa MARIA GIOVANNA FARINA

Il dinanimismo, movimento-casa d’Arte e Poesia, di seguito ripropone l’intervista ad una Poetessa dei nostri giorni con l’intento di esaltare il bello, l’arte e l’Essere Donna.

ZF

“Anche nella nostra epoca, un po’ dimentica delle belle maniere, lei sa dare un modello di cultura ed eleganza. L’intervista mi ha dato la possibilità di conoscere qualcosa di più: dietro le parole che canta e che scrive anche per altri famosi interpreti c’è una donna che pensa, si interroga e scrive mettendo in atto quella ricerca che è tipica del procedimento filosofico. In ognuno di noi c’è un piccolo filosofo da nutrire, possiamo dire che lei sia riuscita a farlo crescere. Mariella senza ostentazione, ma con classe ed eleganza, mostra al mondo che il femminile, come categoria dell’essere ma anche come femminilità che a lei non manca di certo, è un aspetto da coltivare con pazienza e determinazione: per ricordare, non solo alle donne, quanto conti il contenuto. La parte femminile presente in ogni persona favorisce lo scrivere: banalmente la scrittura è femmina.

È quella capacità di trasferire i pensieri, le emozioni, i sogni….in scrittura

D. “Non facciamo quello che vogliamo e tuttavia siamo responsabili di quel che siamo (Sartre)” Questo è l’incipit della tua canzone Un treno (tratta da Dentro una rosa 2007). Che cosa è la libertà? Come dici nel testo “Siamo viaggiatori in eterno cammino”, è difficile prendere il treno giusto?

R. Quanta umanità si sarà interrogata su questo pensiero!….Cos’è la libertà? Dove comincia, dove finisce, dove la si serve, dove la si tradisce. Qual è l’esatta misura della stessa perché sia applicata senza contraddizioni del suo stesso essere. Io so che per me la libertà è onestà, è rispetto, è buon senso, è sapere che quello che sento io è uguale e identico a quello che sentono tutti gli altri e, se non è giusto che sia fatta a me qualsiasi cosa di negativo, devo fare di tutto, devo adoperarmi, perché non sia fatta a nessuno. E’ tolleranza, è vivere insieme in armonia con le regole di una natura meno istintiva e più razionale, perché dovrebbe essere questa, la nostra peculiarità: il poter controllare gli istinti con la ragione ed il pensiero.

Ogni forma di organizzazione cosiddetta sociale e civile, dovrebbe partire da questa riflessione. Solo la ragione può renderci saggi e non c’è libertà senza saggezza. Una volta si teneva agli anziani, erano loro i portatori di saggezza, non li si parcheggiava in attesa di morire nelle case di riposo, perché da loro si doveva imparare l’esperienza e la strada per essere migliori, più cauti, più pazienti. Adesso si spende parte della nostra vita a correre senza ascoltare prima, e senza consegnare niente a nessuno poi, e  la fine è essere rinchiusi, abbandonati lì,  senza insegnare quel che si è imparato a nostre spese. La vera decodifica, la vera lettura del senso di quel correre la si capisce troppo tardi. Una società che non rispetta ogni fase e tempo del nostro vivere, non è abbastanza matura per essere libera.

Ed è difficile che sappia individuare il treno che descrivo………per salirci e viaggiarci su

D. Che cosa rappresenta per te la scrittura?

R.  “La scrittura è un modo di parlare senza essere interrotti”, come diceva Renard.

Per me è anche un modo di entrare negli altri senza dover bussare. Se qualcuno ti ascolta ti ha già aperto la porta, se qualcuno si ferma o si sofferma a raccogliere il tuo scrivere, ti ha già fatto accomodare sul suo salotto. Sta già interloquendo con te. Ti sta già dando parte del suo tempo, della sua vita, si sta già fidando di te. Probabilmente si sta trovando nelle tue parole e si sta specchiando.

Scrivere è specchiare. Ecco. E’ far sentire qualcuno meno solo. Scrivere è incontrare. E poi scripta manent, dicevano i latini. Scrivere è per sempre. Resta. Scrivere è tramandare. Scrivere è il pensare di adesso, è il leggere di domani, forse anche il capire di dopodomani…”

CONTINUA SULLA RIVISTA: “L’Accento di Socrate”

Sito ufficiale dell’Artista: Mariella Nava