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Dal blog della scrittrice Giovanna Mulas… manifesto contro l’ipocrisia.

MULASFOTO2L’Arte, prima di tutto, richiede purezza interiore, rocciosa autocritica, disciplina. Penso che questi dettagli debbano anticipare persino lo stesso talento, comunque fondamentale. Sono convinta che l’Artista sia o debba essere la sua Arte: non credo al farabutto che “scrive toccante poesia” o alla Diva Fiorata che “dipinge esaltanti Figure” quando non vissute: quanti non vivono con poesia e amore l’Umanità Tutta, non li credo capaci di esprimere particolari sensazioni, semplicemente perché non in grado di farsene specchio e tramite. 
Se c’è qualcosa che poco sopporto apertamente –e confesso di aver reagito anche con malagrazia, durante la mia vita, davanti a Elementi e situazioni ambigue- 
è l’ipocrisia in ogni sua forma; quella falsa umiltà che, in realtà, mi odora di vanità e illusione lontano un miglio. Sono capace di troncare rapporti pure consolidati se e quando odoro malafede, compromesso: in questo, purtroppo o per fortuna, disconosco le mezze misure. Mi è capitato di piangere su amicizie spezzate ma, per principio, non voltarmi indietro; al contrario domandarmi in continuazione come mai, quella e in quel preciso momento di vita, era stata scambiata da me per un’amicizia disinteressata. In effetti i discorsi da fare sarebbero tanti; cause e giustificazioni certamente fuori tempo massimo come pure fuori luogo Qui ed Ora. Il classico,platonico errore di identificazione; opinione vera, fino a che non riceve una smentita. Del resto, per l’uomo comune che si ferma candidamente all’apparenza delle cose tramite il suo peculiare punto di vista, diverse verità visibili, uguali eppure opposte tra loro, non fanno LA verità (unica); o meglio, la verità dovrebbe apparire allo scomparire delle esteriori… …[ CONTINUA] http://giovannamulasufficiale.blogspot.it/2016/06/ipocrisia-o-verita.html 

Transhumanist Art In Italy, manifesto di Giancarla Parisi… firmato da numerosi Artisti e Uomini di Cultura

10556498_672017056245328_5587769349244344044_nLa nota affermazione di Marinetti sul disprezzo delle donne contenuta nel suo manifesto futurista, che in qualità di donna di primo acchito potrebbe lasciarmi attonita e disgustata, è in realtà solo figlia del suo tempo. Fortunatamente disponiamo anche di un punto di vista femminile sul futurismo: leggendo attentamente il coevo testo della Valentine de Saint-Point, autrice del Manifesto della Lussuria e del Manifesto della donna futurista, si comprende che egli non si riferiva tanto al genere femminile in toto, bensì a quel femminino molle, femminista e degenerativo trasversale ad ambo i sessi e ritenuto antipatriottico, antieroico, non attivista, pacifista e buonista, affatto adatto al “virile” progetto rivoluzionario futurista.  Quello che Valentine cercava di esprimere con le parole, un’artista idealmente a me molto vicina, Tamara de Lempicka, lo esprimeva egregiamente con i suoi tratti di pennello.Contemporaneamente, dall’altra parte del mondo e su basi ideologicamente contrapposte, Frida Kahlo esprimeva potentemente, attraverso le sue stigmate, l’archetipa sofferta energia femminile alla luce dei nuovi tempi.
Il prototipo di entrambe queste eroiche e “virili” protagoniste del XX secolo era Artemisia Gentileschi, la prima pittrice donna che realmente influenzò la storia della pittura del diciassettesimo secolo, contro ogni stereotipo oscurantista del ruolo femminile. Sempre dal futuro anteriore o ancora. Ora, nel XXI secolo, (quando tutti dovevamo avere macchine volanti) la condizione femminile non è poi così diversa da quella della Roma papalina della fine del Cinquecento: solo poche donne hanno il coraggio e l’onestà intellettuale di ribellarsi al vigente status quo ed esprimere se stesse e la propria vera natura femminile, anche usando il proprio corpo in risposta a quella etichettatura banale e bassamente sessista che oramai da secoli pesa su di noi. Artiste come l’Abramovic, la Vita-More, la Anderson, Madonna e pochissime altre ne sono testimonianza pulsante. Per quanto mi riguarda, io stessa, attraverso le mie opere transfuturiste, voglio generare nello spettatore un impulso elettrico che riaccenda quell’encefalogramma piatto tipico di gran parte dell’attuale umanità, risvegliando anche solo per un istante la coscienza di quelle poche emozioni che da sempre hanno distinto l’essere umano dagli animali e ultimamente anche dalle nascenti macchine pensanti. Che cosa è quindi il transumanesimo artistico, almeno in Italia, dopo ormai quasi 30 anni di transumanesimo internazionale, una decina dalle nostre parti, e dopo il ritorno del futurismo, conclamato dalla grande retrospettiva al Guggenheim del 2014 (a cura di Vivien Green.  L’ arte transumanista in Italia è attualmente operativa in alcuni percorsi complementari e sul piano concettuale fa ovviamente riferimento al Transumanesimo italiano e al neo futurismo o futurismo contemporaneo. Basti citare i vari Riccardo Campa, Stefano Vaj, Roberto Guerra, Antonio Saccoccio, Vitaldo Conte, Sandro Giovannini, Graziano Cecchini, Luca Siniscalco, Maria Antonietta Pinna (quasi tutti anche artisti o scrittori con una notevole pubblicistica editoriale di alto livello), che evidenziano la stessa sinergia contemporanea futurismo-transumanesimo… Stefano Vaj l’ha dichiarato anche in una intervista su hPLus magazine, Guerra l’ha scritto in diversi suoi saggi; Saccoccio, Guerra e Cecchini sono persino stati ospiti a Transvision 2010, il congresso internazionale transumanista. Cecchini è attivo nell’arte contemporanea pura d’avanguardia, prossimo sia alla Street Art che alla cosmopittura neorinascimentale, erede del dinamismo boccioniano e dell’aeropittura storica. La mia arte (contemporanea e strettamente Visual) si estende dalla nuova tradizione al digitale stesso: fonde la classica e antica tecnica pittorica dell’olio su tela ed esprime pienamente quel concetto di principio proattivo perfettamente in linea con le teorizzazioni dell’ artista multimediale Natasha Vita-More (madre dell’ arte transumanista internazionale) e spiritualmente espresse dalle performances artistiche di Marina Abramovic. Si potrebbe anche dire che musicalmente le mie opere amano le atmosfere acustico-tecnologiche della stessa Laurie Anderson. La mia pittura esprima anche una certa inquietante sensualità: per me non è un plusvalore volutamente aggiunto, ma semplicemente un riflesso inconscio della mia interiorità. Quello che faccio è profondamente ispirato alla mia esperienza lavorativa nel campo dell’industrial design e della modellazione matematica 3D, quindi ognuno può interpretarlo autonomamente, in base alla propria esperienza estetica. Infine, negli ultimi lavori, esposti nelle mostre Transhuman Woman e Omegalfa (nel 2013 e nel 2014), intendo esprimere quel misto di speranza e paura tipica degli “ultimi giorni dell’impero”, quando tutti, più o meno consapevolmente, stanno traghettando attraverso quel periglioso tratto di mare che conduce verso una nuova e misteriosa epoca della nostra storia, che per la prima volta potrebbe diventare finalmente transumana, sperando altresì che non diventi inumana.
 
Giancarla Parisi, Pittrice, Torino

VERSIONE ORIGINALE SAGGIO SETTEMBRE 2009

 

 

***Alcuni dei seguenti saggi di Zairo Ferrante sono stati inseriti, in versione modificata e/o corretta, ne “I bisbigli di un’anima muta”.

Libro del medesimo autore, edito da  CSA EDITRICE   (2011).

 

“DINaNIMISMO E POESIA INTESA COME DINaNIMA”

 

 

35369_138328736191550_100000432743504_291431_4148116_n.jpgSento la forte necessità di chiarire ulteriormente il significato dei concetti, da me espressi, di Dinanimismo (movimento poetico rivoluzionario delle anime) e di Poesia intesa come Dinanima onde evitare che il mio, continuo, parlare di “movimento poetico” possa essere frainteso o scambiato per un atto di presunzione.

Tranquillizzo tutti!

Non ho ha la pretesa di stravolgere la Poesia ed infangare chi abilmente scrive da anni per professione, sia perché nutro immensa stima nei confronti di Questi, sia perché non credo di esserne capace e per età e per cultura.

Il termine “movimento” deve essere inteso come una “quasi provocazione”  volta a far riflettere sul perché si assiste, specialmente da parte dei più giovani, ad un allontanamento dalla Poesia ritenuta sempre più spesso, una forma di scrittura incomprensibile o addirittura vecchia e fuori moda.

Ovviamente non ritengo possedere una risposta assoluta o inopinabile; ma quello che ho pensato è stato ingenuamente che forse non è stato l’uomo ad allontanarsi dalla poesia ma il contrario.

Ho pensato che, da alcuni anni a questa parte, il fare Poesia si sia allontanato dal fare immagine non riuscendo più neanche a “fare Anima”.

(A tal proposito, riporto le parole di James Hillman rilasciate in una Sua intervista tanto illuminante da divenire uno splendido saggio edito da BUR “Il piacere di pensare” conversazione con Silvia Ronchey  …I grandi epici, e anche i poeti di oggi non usano astrazioni. Cercano di esprimere il mondo interiore con immagini e suoni molto precisi e concreti. I nostri sogni non dicono <<paura>> o <<sesso>>. Nei sogni incontriamo eventi e immagini…..  Ciò che la psiche fa per prima cosa è presentare la sua interiorità nei sogni….non in parole, non in concetti, non in sentimenti: in immagini! Quindi se l’attività primaria e congenita della psiche è  <<fare-immagine>>, poiesis in greco, allora la psicologia deve essere prima di tutto uno studio dell’immaginazione…”)

Ecco che il mio parlare di “DinAnimismo” vuole essere un’esortazione a ritornare ad una Poesia capace di smuovere le anime servendosi, semmai, di parole semplici ed immagini immediate in grado di mettere il lettore in condizione di raggiungere, con la fatica dell’immaginazione e della riflessione, la “personale emozione”.

Poesia che adotti un linguaggio consono a quello dell’anima.

Non parole come serenità e tranquillità ma il “naufragare dolce” Leopardiano.

Non la parola Amore, ma immagini di gioia, fatica, difficoltà, ansia, etc. che unite danno una precisa sensazione, quella che l’anima definisce Amore.

Poesia  come fedele Cicerone, che accompagnandoci lungo la strada più ardua e difficile, ci conduca alla riscoperta dell’anima interiore ed esteriore fondendole in un’unica e dolce musica.

Ovviamente questa non è cosa semplice, e riconosco che non sempre sia facile per il Poeta  creare una Poesia o addirittura un intero libro fatto di “immagini pure”,  quindi quello che auspico è un “semplice tendere” della Poesia verso l’anima, da me definita come “Dinanima”, in modo da suscitare nell’animale-uomo l’interesse e soprattutto il piacere nel metabolizzare l’immagine e sviluppare l’emozione.

Contrastando, in questo modo, quella superficialità che sempre più frequentemente usiamo nell’approcciarci agli avvenimenti quotidiani che si susseguono nella nostra vita.

É un poco come  mangiare un piatto pronto da riscaldare al microonde o mangiare un piatto che ci siamo, con fatica, preparati con le nostre mani partendo dai singoli ingredienti  consigliatici da un amico.

Credo che solo in quest’ultimo caso si possa riscoprire il vero piacere del cibo e del mangiare.

Detto questo mi auguro che sia stato felice nello spiegarmi e spero vivamente che le mie parole vengano prese per quello che sono:  riflessioni di un ventiseienne innamorato della Poesia.

Inoltre auspico che queste poche riga possano far riflettere anche Coloro (ed immagino siano tanti) che non condividono il mio modesto pensiero, forse per Loro poco poetico ma almeno ingenuamente sentito.

 

Zairo ferrante

 

**Quadro di:  NICOLA VILLANO 

MANIFESTO DINANIMISTA

 

POESIA COME MADRE BUONA DEL MONDO

(manifesto dinanimista per una centralità della Poesia)

di Zairo Ferrante

 

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“Già vivere in dignità e controcorrente, oggi, è Arte”.

Queste sono le parole della scrittrice Giovanna Mulas, che da qualche tempo, come goccia sulla roccia, stanno “scavando” nella mia anima.

Vivere controcorrente è già arte, ma forse anche vivere l’arte è già essere controcorrente!

Ecco che, in “contrapposizione” a tutti quelli che continuano a relegare la sublime Arte in un angolo facendola diventare materia d’élite, io con questi pochi righi, voglio reclamare l’importanza della Poesia e per l’uomo e, soprattutto, per la società.

Poesia come arte del cercare, Poesia come voce dell’anima, Poesia come arma contro la banalità e la superficialità.

Alla domanda che cos’è per te la Poesia, io rispondo: “la poesia esiste ed è la Madre buona di tutte le cose del Mondo”.

Infatti una Mamma attenta che conosce bene tutti i propri figli, è in grado di andare oltre i loro abiti dismessi macchiati d’erba, oltre il grasso di bicicletta che dipinge i loro volti ed è, soprattutto, in grado di perdonare i comuni ed innocenti pasticci dei suoi figli buoni per arrivare, così, in fondo al loro animo e tirar fuori quello che di buono e puro vi si racchiude.

Affinché questo possa essere d’esempio per gli altri fratelli che vogliono imparare e percorrere la giusta via.

Così anche la poesia è in grado di raggiungere l’essenza di tutte le cose del mondo, superando la barriera dell’apparenza ed esaltando quello che di buono vi è nascosto.

Affinché l’umanità possa avere un piccolo sentiero ben tracciato.

Di per contro, un Madre amorevole che vuole il bene dei propri figli, mai si sognerebbe di esaltare le qualità del figlio cattivo, se non per monito nei confronti degli altri affinché non seguano la stessa sua smarrita strada.

Proprio come la Poesia, che mai si sognerebbe di cantare ed onorare il brutto delle cose o l’atto criminale, gratuito e non eroico se non per condannarlo.

E qualora si verificasse il contrario di quanto appena detto, certamente gli uomini giusti non parlerebbero più di poeta e poesia ma di perverso e perversione.

Quindi la Poesia, proprio come una dolce Madre, non può che essere amata dai “figli buoni” che la considerano una guida verso il vero e verso il bello e non può che essere temuta dai “figli cattivi” che, invece, la considerano giudice ed arma pronta a smascherarli, condannarli ed eventualmente punirli.

Inoltre, se si è figlio buono, non occorre necessariamente capire quello che una buona Mamma (o Poesia) vuole dire; spesso basta solo saperla ascoltare lasciandosi per mano accompagnare.

ZF

**Quadro “Maternità” dell’artista Vincenzo Carofalo

MICROCHIP (MANIFESTO) NEOFUTURISTA

1983 – MICROCHIP (MANIFESTO) NEOFUTURISTA
di Roberto Guerra



* da Roberto Guerra, Fiori della Scienza, Poesie, Thc Polimedia, Ferrara
** poi in Opere Futuriste Complete (Nomade Psichico, 2000)
***poi in Futurismo: Manifesti Scientifici (Este Edition, 2008, libri on line)
“La morale futurista difende l’uomo dalla decomposizione determinata dalla lentezza, dall’analisi, dal ricordo e dall’abitudine. L’energia nuova centuplicata dalla velocità dominerà il tempo e lo spazio”


FILIPPO TOMMASO MARINETTI

L’era cibernetica suggerisce una co-scienza cibernetica: la tecnofantasia futurista suggerisce un rapporto vivente con l’estetica della realtà. L’era della scienza suggerisce la dissoluzione organica di religione e mito, nonché la valorizzazione delle intuizioni presenti in tali sistemi di comprensione umana storicamente superati. Politicamente, il capitalismo industriale (pre-cibernetico) e il comunismo sono incompatibili con la natura scientifica dell’uomo: perché entrambi sono l’esatta negazione della libertà umana. Il problema, a rigor di logica, non è quale chiesa scegliere, ma come vivere nel rispetto del principio di realtà, deducibile dall’etica della conoscenza scientifica (Jacques Monod), dalla psicoanalisi di Freud, dall’umanesimo marxista, dalle avanguardie artistiche, dall’Illuminismo… dei nostri antenati di Parigi e… Atene, dalla semiotica dei massmediologi critici. Al di là del bene e del male, c’è l’aurora del nuovo mondo, ma anche le tenebre del vecchio: da cui il cinismo dell’impotenza… La paura irrazionale contemporanea delle macchine è l’ultima fuga dalla libertà della nostra società industriale, ancora inquinata di religione.


NOI TRASFORMIAMO IL ’68 PERDENTE IN UN COMPUTER VINCENTE!

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