Tagged with " internazionale"

Il Dinanimismo presenta il Poeta albanese Agron Shele. The “Dinanimismo” presents the Albanian poet Agron Shele.

Agron Shele (2)Agron Shele è nato il 07.10.1972, a Leskaj-Përmet (Albania), dove, dopo aver terminato gli studi superiori, si è laureato all’Università. Appassionato di letteratura fin dalla tenera età ha deciso di seguire questo percorso che, con il passare del tempo, sarebbe diventato il motivo conduttore della sua vita verso un responsabile sviluppo intellettuale.

Le sue principali creazioni letterarie sono: i romanzi Hapat e Klarës (I passi di Clara), Përtej perdes gri (Oltre la tenda grigia) e Imazh i rremë (Falsa immagine); il volume poetico Pasazh i pafaj (Passaggio innocente); la raccolta di saggi Ngjyrime Universale. ESE-I (Sfumature Universali. Saggi-I). Inoltre, è co-autore e curatore di due Antologie Internazionali: Korsi e hapur -1 (Corsia libera -1), Pegasiada dhe Korsi e hapur -2 (Pegasiada e Corsia libera -2), ATUNIS -2018, ATUNIS – 2019.

È membro della Lega degli Scrittori Albanesi, dell’Associazione Internazionale degli Scrittori e Artisti (IWA)  con sede in Ohaio (U.S.A) e della Società Mondiale dei Poeti (WPS). È coordinatore direttivo della Galassia Poetica “ATUNIS”.

La sua prosa e la sua poesia hanno destato l’attenzione della critica letteraria per la tematica psicosociale e la creatività innovativa, ma anche per l’elevato messaggio artistico e il talento individuale. Di conseguenza, ha pubblicato in diversi giornali, riviste letterarie nazionali e internazionali e varie antologie internazionali: Almanak 2008, 2014, 2016, World Poetry Yearbook 2009 – 2013, The Second Genesis, ecc.

Ha ricevuto istruzioni su progettazione, leadership e management con il sostegno di varie fondazioni internazionali come: REC, USAID, PNUD, UNICEF, ecc., al fine di una partecipazione attiva nella società civile albanese. È Presidente di due Associazioni “ Giovani e ragazzi” e “L’Ambiente comune”…. vedi: https://sq.wikipedia.org/wiki/Agron_Shele

 

1-            Ritornato dalle leggende

 

Quel fragore che viene dall’agitarsi del mare,

è il suo dolore

e la furia per le tempeste

sbattute tra le rocce,

che non trovarono la via di fuga

nel giorno dell’attesa,

disperso nel mantello trascinato strisciando

tra le radune deserte

e le ultime grida dei gabbiani sulle navi dimenticate.

 

Questo mare sussurra voci sconosciute,

la rabbia degli Dei

che le corone gettarono via per le lacrime delle ninfe

marmorizzate oggi in statue

promemorie della luce della vita

scritte in papiri dimezzati

e il ritorno della leggenda rinata.

 

Questo mare nasconde grandi burrasche

impronte e passi sublimi

verso il sorriso sospeso

nell’amarezza dell’aria

in serate mistiche

dove una mano si allungava verso sogni improvvisi,

il respiro trasformato in lunghe chiome di vento

risvegliato al frantumarsi delle stelle

e della meteorite bruciata nell’eterno,

impressa

nel profondo dell’anima.

 

2-            Candida luce

 

Candida luce,

levata tra le acque della mia anima

errante sulle ali degli uccelli in volo

come un tempo…

riflesso della vita risvegliata in subbuglio

come oggi…

rapita da limpidi versi ribellati.

 

Candida speranza,

Splendore della vita, inesauribile colorito

Tela estesa di colori scintillanti

bella

come i sogni delle notti senza ritorno

lampo,

di stella fiammante, ardente.

 

Candida parola,

elevata alle sedi più alti del pensiero

incisa sugli antichi oracoli di fiducia

versata

tra le onde delle muse, nella vena poetica

locata,

in ardenti orizzonti occidentali.

 

Candida vita,

specchio in frantumi di destini incrociati

mare profondo di afflizioni sottratte

come la neve…

sciolta ai primi raggi inquieti

come la foglia…

smarrita al fremito d’autunno.

 

3- Autunno a Tirana

 

Autunno,

nella Tirana che si perde in un baleno,

tra le bollicine allungate su vetri cristallini,

tra le panchine abbandonate dal trambusto

tra gli alberi spogli fino all’oblio.

 

 

Autunno,

e ritorno di lacrime in momenti di riflessione,

persi tra ricordi di vecchi amori,

ritorno doloroso delle anime fragili

pagina ingiallita del mio diario.

 

Autunno,

nella Tirana dai passi di un tempo

e della panchina rivestita sempre di verde,

dell’ultimo bicchiere versato su rilievi,

frammenti di labbra, cieli d’amore.

 

 

Autunno

e nostalgia dei tempi passati,

per lo splendore della luce nell’anima candida,

per la vita scivolata in abissi di riflessioni,

per la foglia abbandonata tra le rovine.

 

Autunno

e tracce in ogni battito di cuore

per lei… per qualcun’altro… per l’amore,

dei tempi a venire bussata rumorosa

… e dell’autunno pentagramma malinconico.

 

4-            Ti ho atteso … 

 

Ti ho atteso

quando all’autunno lacrimarono  gli occhi

per la caduta  dell’ultima foglia

nel grigiore del cielo spezzato dalle nuvole

e nei crepuscoli arrivati in anticipo

qui nel parco ormai dimenticato

sulla panchina rimasta sola, come un eremita.

 

Ti ho atteso

con i fiocchi bianchi della  neve,

nella danza di migliaia farfalle bianche,

che sfioravano leggermente la mia anima

e si scioglievano tra i ricordi lontani,

là nel marciapiede dei nostri passi

tracce nel tempo …,trasformate in tristezza.

 

Ti ho atteso

nel giardino illuminato dalla luna

e il bagliore della  luce vaga

apparsa così, come Monna Lisa

scesa dolcemente  nel mondo dei sogni

nelle tarde sere giunte all’improvviso attaccata al destino, nella punta di una stella.

 

Ti ho atteso

sul letto di un onda tormentata dal trambusto e dei suoni che si spezzano nell’arco del violino

nel colore rosso di un quadro di pittura

versato dalle sommità come un dolore nelle vene

vibrando così forte e allontanato come ombra tra gli orizzonti nascosti rimasti al tramonto.

 

5-            Eternità

 

Un  ritratto,

sovrapposto a frammenti di vita

nei confini orientali la ramificazione della genesi

rigenerata

in altri cieli,

dove i rami, sincronizzati alla tempesta senza suoni

si estendono al dolore

in silenzio

senza il loro soffio urlante,

spogli e abbandonati

dal raggio spezzato del sole.

 

Un miraggio

che divide i colori del tempo,

in infiniti riflessi,

del subconscio nascosto

dentro l’ultimo poro,

dove le radici si diramano tra i solchi dell’anima,

assorbendo il liquido  che scorre  impetuoso nelle vene

…alla più estrema particella

della visione della luce

che raggiunge la dimensione semi-vedente,

dei sensi inesistenti

dell’oltre memoria.

 

Un ritorno

dai cancelli abbandonati

dimenticati a se stessi,

in un velo di nebbia

che circonda il mondo

indossato da scheletriche ombre

eternamente vaganti

verso l’incomprensibile partenza

e il nuovo giorno in tempeste di rinascita.

 Traduzione italiana a cura di Dr. Albana Alia & Juljana Mehmeti

 

*Versi ricevuti direttamente dall’Autore tramite e-mail

 

 

 

 

 

 

 

Settembre Francese… versi/dono di Laura Mucelli

alfonso-palma__Autunno-nel-bosco_g.jpgSeptembre

A l’angle de la maison
le soleil éclabousse le toit
et lentement se déverse
sur la terre odorante de mousse
tiède comme un corps de femme
Tous les verts s’entremêlent
denses et obscurs sur les bois
qui contiennent
aériens et lumineux sur les prés
qui s’étendent
Tout respire la maturité
généreuse et fertile
assouvie jusqu’au moindre pli
Tout est imprégné
de lente solitude apaisée
qui s’achemine pour hiberner
Même les cloches tintent
sucrées et frêles
dans l’atmosphère moite
La nuit descend
comme un voile vaporeux
sur les derniers chants des oiseaux
qui modulent sans froisser
la quiétude de mon âme
Mes yeux se perdent
dans cette infinie langueur
constellée de ciel ouvert
Je vis exactement
au pays de mes songes
l’unique paysage
qui m’abreuve de ses mystères
mon Nord
aux portes des Brumes.

Settembre

All’angolo della casa
il sole inzacchera il tetto
e lentamente si riversa
sulla terra odorosa di muschio
tiepida come un corpo di donna
Tutti i verdi si mischiano
densi ed oscuri sui boschi
che contengono
leggeri e luminosi sui prati
che si estendono
Tutto respira la maturità
generosa e fertile
saziata fino alla minima piega
Tutto è impregnato
di lenta solitudine sopita
che si incammina per ibernare
Anche le campane tintinnano
zuccherate e fragili
nell’atmosfera umidiccia
La notte scende
come un velo vaporoso
sugli ultimi canti degli uccelli
che modulano senza sgualcire
la quiete della mia anima
I miei occhi si perdono
in questo infinito languore
costellato di cielo aperto
Vivo esattamente
nel paese dei miei sogni
l’unico paesaggio
che mi abbevera dei suoi misteri
il mio Nord
alle porte delle Nebbie.

Provvidenza (Laura Mucelli Klemm) en effluves d’Automne 03-09-2011
Tous droits réservés,tutti i diritti riservati

 

*Versi ricevuti dalla stessa Autrice

*Quadro ” Autunno nel Bosco ” di Alfonso Palma postato spontaneamente dalla Redazione e tratto da:

http://www.ioarte.org/artisti/alfonso-palma/opere/Autunno-nel-bosco/

VERSI DI BEPPE COSTA

Beppe_costa.jpgAmore e Dio di Beppe Costa

Certo avrei voluto fossi Dio
se avesse saputo che molti soffrono l’amore
avrei creato come l’universo
le coppie eterne
le coppie senza fine
ad ogni innamorato la donna giusta
ad ogni donna un uomo senza frusta.
Ma Dio e, certo per distrarci,
e dare giustificazione anche all’inferno,
ha sbagliato pure in questo:
l’amore non è eterno

*Versi gentilmente concessi, dietro richiesta, dallo stesso Autore

Beppe Costa (pseudonimo di Concetto Costa) (Catania, 25 agosto 1941) è un poeta, scrittore ed editore italiano.

Vittoriano Esposito descrive Costa come l’ultimo autore post-romantico e neo-romantico: la continua ricerca (impossibile) di un amore puro, nella sua anima più intima, e la lotta contro il consumismo ed il profondo senso anti-sociale della cultura moderna, auspica, quasi in maniera visionaria nell’arco della sua produzione poetica, il momento in cui l’uomo riuscirà a vivere senza rubare / a vivere senza odiare / a vivere senza ammazzare….BIOGRAFIA CONTINUA SU WIKIPEDIA

Versi in collaborazione dalla FRANCIA

68230_129899980405223_100001556645462_185039_1468471_n.jpgGueule noire
di Laura  Mucelli Klemm
Trente ans de ta vie
sous la terre
comme un ver
à extraire l’énergie
de demain pour les frères
Camarades jusqu’au sang
tous solidaires en enfer
quand la vie ne tient
qu’à un souffle, une étincelle
qui enflamme la poussière
à la vitesse de l’éclair
Tu contrôles ta lampe
le regard miné
l’angoisse permanente
d’être muré
sans revoir le ciel
Je t’ai vu souvent
le regard lourd
toi qui a vu brûler
des compagnons
impuissant
devant la fatalité
en revenant
de ces chapelles ardentes
où brillaient les flammes
de leur âme évanouie
dans le trou
Et chaque jour avec courage
tu redescendais par la cage
dans les veines ensanglantées
pour y puiser l’or noir
Et chaque jour était une victoire
quand tu pouvais
revoir le bleu de l’horizon
après avoir débarrassé
ton corps
de toutes ces crasses
moites et obscures
pour rejoindre ton foyer
avec encore un peu de charbon
pour souligner
l’éclat de tes yeux
Trente ans de ta vie
pas un de plus
tu connaissais
le prix de l’existence.

Laura Mucelli Klemm PROVVIDENZA 20-11-2010 (tous droits réservés)


Dédié à mon Père Ovidio MUCELLI, à son labeur et à sa vaillante carrière
ainsi qu’à mon frère, à mon époux
et à tous les mineurs de fond.
Publié en ce 24 novembre 2010 à sa mémoire que j’honore depuis trois ans à présent.
Tu me manques papa, je ne t’oublie pas, je te l’avais promis.♥

Minatore ( Gueule noire)

Trenta anni della tua vita
sotto la terra
come un verme
per estrarre l’energia
di domani per i fratelli
Compagni fino a tributo di sangue
tutti solidari in inferno
quando la vita è sospesa
a un soffio,una scintilla
che infiamma la polvere
colla velocità del lampo
Controlli la tua lampada
lo sguardo minato
l’angoscia continua
di essere murato
senza rivedere il cielo
Ti ho visto spesso
lo sguardo grave
tu che hai visto bruciare
lavoratori
impotente
davanti alla fatalità
quando tornavi
da quelle camere ardenti
dove brillavano le fiamme
della loro anima svanita
nella buca
E ogni giorno con coraggio
ridiscendevi colla gabbia
nelle vene insanguinate
per attingerne l’oro nero
E ogni giorno era una vittoria
quando potevi
rivedere l’azzurro dell’orizzonte
dopo aver liberato
il tuo corpo
di tutti questi sudiciumi
madidi e oscuri
per raggiungere il tuo focolare
con ancora un po’ di carbone
per sottolineare
il bagliore dei tuoi occhi
Trenta anni della tua vita
non più di uno
conoscevi
il prezzo dell’esistenza.

Laura Mucelli Klemm PROVVIDENZA 20-11-2010 (tutti i diritti riservati)


Dedicato a mio Padre Ovidio MUCELLI,al suo lavoro,alla sua fatica e alla sua valorosa carriera
e ugualmente a mio fratello,a mio marito
e ad ogni minatore di fondo.
Pubblicato in questo 24 novembre 2010 alla sua memoria che onoro da tre anni ora.
Mi manchi papà,non ti scordo,te l’avevo promesso.♥