Tagged with " donne"

– Giovanna Mulas – Amiche mie, Sorelle di cammini: soltanto e sempre siate; e gridate, gridate quanto Siete.

31189813_957630014415699_1358964388195231092_nPregiudizi duri a morire e donne divise in scomparti: o sante o puttane. 
Una donna è maestra nel nascondere i lividi del dolore; del resto ci viene insegnato già durante l’infanzia: assistere senza lamentarsi, curare, proteggere, pregare e amare, soprattutto amare e poco importa se non veniamo ricambiate. E’ quella bambola sempre bellissima (‘bellissima’ nel comune, imposto, sentire), bionda e anoressica e rosa che ci viene regalata al primo Natale, a segnare il nostro cammino nella vita. Perfetta, infinita fatina senza pretese, senza parola, senza ragione. Silente, esiste senza disturbare, tuttavia pronta all’ascolto, a prendere e tenere dentro il mondo, lo stesso partorito da una Dea Madre e temuta Natura; comunque femmina. Ecco, questa bambola devi apprendere a lavarla e pettinarla, vestirla e magari anche truccarla, profumarla, farla passeggiare felice tra le boutique del centro. Riporla nel suo astuccio, ma non prima di averle insegnato ciò che ogni brava donnina deve saper fare: tramandare alle altre donnine il pettinare e accudire e amare, o non saranno buone madri, meritevoli mogli.
Lo stupore o meglio, l’orrore nasce, in noi o in chi ci circonda, quando non riusciamo più a mandare avanti il travestimento imposto, quando lo specchio ci riflette senza conoscerci davvero.
Dal momento in cui inizia a pensare, alla donna viene sollecitato in un modo o nell’altro, pure da parte delle stesse donne, di ‘curarsi’ dalla voglia di vivere, e gridare.
Ci viene detto che siamo stanche, che siamo diverse, che dovremmo curarci; nonostante non tutte, si sa, siano destinate a sopportare a lungo lo schiacciare della propria anima, lo schiacciarsi.
E la maschera cade, finalmente si rompe per liberare quel passero con le ali di aquila.
Amiche mie, Sorelle di cammini: soltanto e sempre siate; e gridate, gridate quanto Siete.
Volate alto, nonostante passeri.

*Scritto e foto liberamente tratte dalla pagina FB ufficiale di Giovanna Mulas: https://www.facebook.com/photo.php?fbid=979110372267663&set=a.310123652499675.1073741826.100005061284078&type=3&theater

Lettera al Dinanimismo di Daniela Schiarini

FUTURISTI DEL FUTURO,

come la poesia diventa un tappeto volante…

 

340px-Vasnetsov_samoletEra il Gennaio del 2010 quando inizia col Dinanimismo il mio viaggio poetico nel web e da allora è stato un crescendo di emozioni in versi e prosa condivisa anche qui, con Zairo Ferrante.

Un anno fa la mia prima opera cartacea, “tr@ Schermo & Anim@”, oggi acquistabile in contrassegno tramite spedizione al prezzo di euro 15,70, richiedibile all’autrice.

Appassionata dei moti dell’anima, inizio il mio viaggio virtuale e inizio a raccontarlo e a raccontare il mondo di Facebook in chiave poetica, come finora non si è mai fatto.

Quanto lo schermo di un pc può imprigionare l’anima di chi è dall’altra parte?

Quanto, invece, può lo schermo favorire la liberazione dell’anima dalle sue prigioni, trasformando il mezzo meccanico in tela di pittore, sulla quale esprimere i propri colori?

Attraverso la storia d’amore e di amicizia tra un poeta e una poetessa che comunicano solo attraverso lo schermo del pc, io dimostro nella mia opera che l’anima è inarrestabile e capace di vivere forti passioni anche e solo attraverso la mera poesia.

E intanto che tra un verso e un capoverso in questo primo anno dalla pubblicazione, avvenuta nel Novembre del 2012, io presento il mio libro in diversi eventi artistici e intanto che la mia opera viene premiata col Premio alla Cultura in occasione del Festival del Cinema di Orta di Atella (Ce),

mi sovviene l’idea, certamente ispirata, di proporre un progetto gratuito alla Casa Circondariale Femminile di Pozzuoli (Na).

Dalle prigioni del web alle prigioni vere: nasce OLTRE LE PRIGIONI DELL’ANIMA

( il mio progetto poetico approvato dal Tribunale di Napoli e considerato “di sostegno e recupero delle detenute”, per il quale ricevo un permesso di 12 mesi, tempo nel quale svolgere le mie attività creative chiaramente legate alla poesia).

La mia poesia nel carcere, come mezzo per offrire un nuovo orizzonte alle detenute affinché la loro anima potesse volare Oltre, affinché da ognuna (anche la più analfabeta) potesse nascere versi fatti anche di dolore, capaci però di condurre Oltre le prigioni materiali.

Il miracolo poetico c’è stato e verrà raccontato in un’opera alla quale sto lavorando, sperando questa volta di ricevere il sostegno di una valida casa editrice.

Oggi sono fermamente convinta che la poesia può anche all’Inferno donare un soffio di respiro e da lì nascere per colorare il buio delle celle dimenticate.

Nei prossimi mesi conto di realizzare un evento conclusivo nel teatro all’interno della Casa Circondariale, nel quale si darà elogio in musica e recita ai versi, scritti senza metrica se non quella del cuore dalle detenute che hanno partecipato al mio Laboratorio di Poesia.

Un breve assaggio inedito al mio caro Dinanimismo, che continua a seguire i miei passi discreti, timidi, nascosti perchè sia Arte e sia Amore…sempre.

 

Dal mio diario di bordo:

“Ormai siamo in tante, ormai decolliamo… Ormai anche chi non partecipa al corso di poesia mi conosce tramite i racconti delle “mie”, che tornano in cella leggiadre.

Mi accosto appena alle sbarre di una cella e una detenuta mi chiede: “Siete la poetessa?” e mi dice che sono meglio di una psicologa, perché “si vede dalla faccia che voi avete pazienza …e dolcezza! Appena mi tolgono l’isolamento, vengo. Qua quasi tutte ci pigliamo la terapia.”

Dopo 5 mesi di Laboratorio poetico è’ iniziata la rivoluzione, ma non quella dei cucchiai contro le sbarre, quella dell’anima… perchè ognuna di noi è una poesia, anche la “mia” piccola ex prostituta africana, che ringrazia Dio di essere ancora viva.

………….

Chiudo con un frammento di una lettera ricevuta oggi, 11 Novembre 2013:

“…Sei la persona che mi ha fatto conoscere che ognuno di noi ha un’anima e un cuore che può dare tanto agli altri.

Ti scrivo perché tu mi dimostri forza e coraggio e hai una pazienza non indifferente. Ti ammiro quando mi dici non mollare perché la speranza e l’anima è l’ultima a morire!

Ti voglio bene,

dalla tua M……”

Non smettiamo di credere che andare Oltre è possibile, che liberare la nostra anima è possibile, che le prigioni spesso sono illusorie e che la Poesia può condurci ovunque noi desideriamo.

Con affetto non virtuale,

Daniela Schiarini: danyschyibero.it

**Foto postata dalla Redazione del blog e liberamente tratta da:http://it.wikipedia.org/wiki/Tappeto_volante

 

FIRMA ANCHE TU: Manifesto di Resistenza della Cultura per la Vita

Manifesto di Resistenza della Cultura per la Vita
( Firma e fai firmare: al fianco dei minatori, dei cassaintegrati, Uomini e Donne in resistenza )
Giovanna Mulas

 

Affinché l’ autentico intellettualismo etico, cultore di un moderno valore umanistico secondo cui l’agire morale è possibile soltanto in quanto si conosca e si razionalizzi il bene mediante l’intelletto;
tramite il presente Manifesto di Resistenza della Cultura Per la Vita vada a testimoniare sostegno coerente, costante al fianco dei minatori, dei cassaintegrati, Uomini e Donne in resistenza, Cittadini italiani provati nella loro dignità e privati della stessa, in un’ Italia da allarme sociale dove undici milioni di persone vivono in vergognosa povertà.
Una nazione che nel 2013, secondo la Banca d’Italia, supererà l’ undici per cento del tasso di disoccupazione stroncando, per lo più, l‘avvenire produttivo di giovani e donne.
Un’ Italia dove cultura ed arte muoiono in silenzio, dove affonda la stessa identità.
E mentre l’ indigenza mette in ginocchio una popolazione stordita, impreparata al peggio,
nell’assenza di un’informazione libera da condizionamenti,
Governo e partiti proseguono scandalosi, coesi, nel non privarsi di antichi privilegi, nel sostenere quella politica bancaria perversa, già scritta:
ai poveri si aggiungono e si aggiungeranno nuovi poveri, i ricchi si fanno più ricchi ché le possibilità di guidare, governare dal politico, culturale e territoriale, rappresentano porta aperta per quelle istituzioni-Stato che vivono nella e della corruzione.
E’ necessario pensare a modelli diversi di società rispetto al capitalismo, da sempre peggior nemico dell’Uomo: partorisce guerre, individualismo, egoismo. Non è accettabile che, ad oggi, multinazionali e pochi paesi prevarichino sull’Umanità, tentando di conquistare l’egemonia sul mondo.
L’Umanità deve e può lottare per cambiare la situazione sociale ed ecologica del pianeta.
La realtà stessa, la prevaricazione fisiologica e storica del potere, il dominio sul più debole hanno trasportato il popolo nelle vie della risposta spesso violenta, non sempre voluta.
L’asfissiante situazione attuale deriva da una formattazione decennale inconscia sfociata in una generale tolleranza, nella rassegnazione, nel fatalismo acritico.
Da un modo perverso di esercitare proibizioni nell’essere umano, dal persuaderlo affinché durante tutta le sua vita non vada a rompere –e neppure ci pensi- gli schemi prestabiliti, imposti.
Dalla mancanza di un’informazione libera dai condizionamenti dei singoli gruppi di potere.
La vittimizzazione di un popolo si costruisce col tempo e la storia. E’ una cipolla coi suoi strati: il primo è rappresentato dall’impedire un lavoro e di conseguenza il cibo, quindi la dignità, fino ad arrivare al nucleo della cipolla: l’annullamento dell’uomo in quanto tale, la sua distruzione.
TU SEI se consumi, TU SEI se produci. Se crolli lasci di funzionare per il sistema. Se non consumi e non produci non esisti, o meglio: il sistema fa si che tu senta di non esistere. In base a questi crismi è inutile vivere senza esistere o almeno, esistere secondo il concetto imposto di esistenza.
In Italia, oggi, ogni singolo è chiamato sul ring da personaggio, a ricostruire, modellare, migliorarsi e migliorare.
E’ in questo contesto che urge la necessità del ritorno alle piazze simbolo del risorgimento del popolo, il Popolo Mondo. Piazze che mai hanno smesso di appartenere al popolo se non quando il popolo stesso le ha dimenticate, distratto dal nichilismo, da tutto ciò che comporta l’imperialismo.
Un cambio radicale è possibile con l’arte quindi la cultura, per una società dove la Comunità sarà protagonista per un cambio nella coscienza sociale, per la rottura delle catene dei dogma.
Non potremo e non dovremo dare riposo alla nostra coscienza, alla nostra intelligenza fino a quando sapremo un solo uomo nel sopruso, nel degrado iniquo e non voluto.
Un cambiamento è possibile; c’è da camminare e costruire un’ autocoscienza necessaria alla critica costante sulla e della realtà, che tenda la mano ai movimenti sociali in opposizione alla guerra, l’ingiustizia, alla disuguaglianza sociale.
Fragile uomo che solo una goccia d’acqua basta ad ucciderlo…l’unica sua dignità sta nel pensiero, nella conoscenza,
nel diritto di Essere.
 
 
Solo una ragione naturalmente libera, e vera, non è soggetta a nulla ché al Nulla è superiore:
Qui, ora, un Manifesto di Resistenza per la Cultura della Vita.


 
 
Il nostro Basta! per gli operai, i cassaintegrati e le loro famiglie, per i nostri figli, per i cervelli in fuga, per il domani:
 
 insieme è necessario, insieme è Futuro.

 
 
Abbiamo bisogno anche di Te!
 
Firma e fai firmare l’adesione al Manifesto
( nome, cognome, città di provenienza, professione )

 
invia i tuoi dati a: mulasgiovanna@ymail.com
 
 
Ti aspettiamo.

 
 
Giovanna Mulas
  (Seguono Le Firme)

 
 

Dal Blog Ufficiale:
 
http://giovannamulas.baab.it/2012/09/02/manifesto-di-resistenza-della-cultura-per-la-vita-al-fianco-dei-minatori-dei-cassaintegrati-di-uomini-e-donne-in-resistenza/

**LETTERA-PETIZIONE RICEVUTA DIRETTAMENTE DALLA SCRITTRICE GIOVANNA MULAS.