Tagged with " cassaintegrati"

FIRMA ANCHE TU: Manifesto di Resistenza della Cultura per la Vita

Manifesto di Resistenza della Cultura per la Vita
( Firma e fai firmare: al fianco dei minatori, dei cassaintegrati, Uomini e Donne in resistenza )
Giovanna Mulas

 

Affinché l’ autentico intellettualismo etico, cultore di un moderno valore umanistico secondo cui l’agire morale è possibile soltanto in quanto si conosca e si razionalizzi il bene mediante l’intelletto;
tramite il presente Manifesto di Resistenza della Cultura Per la Vita vada a testimoniare sostegno coerente, costante al fianco dei minatori, dei cassaintegrati, Uomini e Donne in resistenza, Cittadini italiani provati nella loro dignità e privati della stessa, in un’ Italia da allarme sociale dove undici milioni di persone vivono in vergognosa povertà.
Una nazione che nel 2013, secondo la Banca d’Italia, supererà l’ undici per cento del tasso di disoccupazione stroncando, per lo più, l‘avvenire produttivo di giovani e donne.
Un’ Italia dove cultura ed arte muoiono in silenzio, dove affonda la stessa identità.
E mentre l’ indigenza mette in ginocchio una popolazione stordita, impreparata al peggio,
nell’assenza di un’informazione libera da condizionamenti,
Governo e partiti proseguono scandalosi, coesi, nel non privarsi di antichi privilegi, nel sostenere quella politica bancaria perversa, già scritta:
ai poveri si aggiungono e si aggiungeranno nuovi poveri, i ricchi si fanno più ricchi ché le possibilità di guidare, governare dal politico, culturale e territoriale, rappresentano porta aperta per quelle istituzioni-Stato che vivono nella e della corruzione.
E’ necessario pensare a modelli diversi di società rispetto al capitalismo, da sempre peggior nemico dell’Uomo: partorisce guerre, individualismo, egoismo. Non è accettabile che, ad oggi, multinazionali e pochi paesi prevarichino sull’Umanità, tentando di conquistare l’egemonia sul mondo.
L’Umanità deve e può lottare per cambiare la situazione sociale ed ecologica del pianeta.
La realtà stessa, la prevaricazione fisiologica e storica del potere, il dominio sul più debole hanno trasportato il popolo nelle vie della risposta spesso violenta, non sempre voluta.
L’asfissiante situazione attuale deriva da una formattazione decennale inconscia sfociata in una generale tolleranza, nella rassegnazione, nel fatalismo acritico.
Da un modo perverso di esercitare proibizioni nell’essere umano, dal persuaderlo affinché durante tutta le sua vita non vada a rompere –e neppure ci pensi- gli schemi prestabiliti, imposti.
Dalla mancanza di un’informazione libera dai condizionamenti dei singoli gruppi di potere.
La vittimizzazione di un popolo si costruisce col tempo e la storia. E’ una cipolla coi suoi strati: il primo è rappresentato dall’impedire un lavoro e di conseguenza il cibo, quindi la dignità, fino ad arrivare al nucleo della cipolla: l’annullamento dell’uomo in quanto tale, la sua distruzione.
TU SEI se consumi, TU SEI se produci. Se crolli lasci di funzionare per il sistema. Se non consumi e non produci non esisti, o meglio: il sistema fa si che tu senta di non esistere. In base a questi crismi è inutile vivere senza esistere o almeno, esistere secondo il concetto imposto di esistenza.
In Italia, oggi, ogni singolo è chiamato sul ring da personaggio, a ricostruire, modellare, migliorarsi e migliorare.
E’ in questo contesto che urge la necessità del ritorno alle piazze simbolo del risorgimento del popolo, il Popolo Mondo. Piazze che mai hanno smesso di appartenere al popolo se non quando il popolo stesso le ha dimenticate, distratto dal nichilismo, da tutto ciò che comporta l’imperialismo.
Un cambio radicale è possibile con l’arte quindi la cultura, per una società dove la Comunità sarà protagonista per un cambio nella coscienza sociale, per la rottura delle catene dei dogma.
Non potremo e non dovremo dare riposo alla nostra coscienza, alla nostra intelligenza fino a quando sapremo un solo uomo nel sopruso, nel degrado iniquo e non voluto.
Un cambiamento è possibile; c’è da camminare e costruire un’ autocoscienza necessaria alla critica costante sulla e della realtà, che tenda la mano ai movimenti sociali in opposizione alla guerra, l’ingiustizia, alla disuguaglianza sociale.
Fragile uomo che solo una goccia d’acqua basta ad ucciderlo…l’unica sua dignità sta nel pensiero, nella conoscenza,
nel diritto di Essere.
 
 
Solo una ragione naturalmente libera, e vera, non è soggetta a nulla ché al Nulla è superiore:
Qui, ora, un Manifesto di Resistenza per la Cultura della Vita.


 
 
Il nostro Basta! per gli operai, i cassaintegrati e le loro famiglie, per i nostri figli, per i cervelli in fuga, per il domani:
 
 insieme è necessario, insieme è Futuro.

 
 
Abbiamo bisogno anche di Te!
 
Firma e fai firmare l’adesione al Manifesto
( nome, cognome, città di provenienza, professione )

 
invia i tuoi dati a: mulasgiovanna@ymail.com
 
 
Ti aspettiamo.

 
 
Giovanna Mulas
  (Seguono Le Firme)

 
 

Dal Blog Ufficiale:
 
http://giovannamulas.baab.it/2012/09/02/manifesto-di-resistenza-della-cultura-per-la-vita-al-fianco-dei-minatori-dei-cassaintegrati-di-uomini-e-donne-in-resistenza/

**LETTERA-PETIZIONE RICEVUTA DIRETTAMENTE DALLA SCRITTRICE GIOVANNA MULAS.

ISOLA DELL’ASINARA: LETTERA DEGLI OPERAI CASSAINTEGRATI

27225_1311478355282_1480328829_30912068_6610810_s.jpgDopo la dedica ( http://e-bookdinanimismo.myblog.it/archive/2010/07/03/giovanna-mulas-e-la-sua-battaglia.html ) della scrittrice Giovanna Mulas (candidata italiana al Nobel nel 2006) ecco la risposta degli Operai. La lettera è stata liberamente scaricata da Facebook e mi sembra giusto riproporla in questo spazio  per dare, per quanto nelle mie possibilità, un’aiuto simbolico agli amici operai, per sottolineare la loro protesta assolutamente non violenta e per ricordare a tutti gli amanti dell’arte e della poesia che l’indifferenza verso il sociale uccide l’arte, annega la poesia ed impoverisce l’anima!!! Ecco perchè, cari Lettori, vi chiedo di diffondere la seguente lettera nei modi e nei tempi a voi più congeniali e per questo infinitamente vi dico grazie.

Zairo Ferrante 

“Carissima Giovanna,

è con grande riconoscenza ed emozione che apprendiamo della tua sincera dedica, segno di un’attenzione e particolare sensibilità per la lotta che noi, da circa sei mesi ormai, portiamo avanti.
La difficile situazione in cui ci troviamo, che purtroppo non è figlia unica di questo momento dell’economia mondiale, è ulteriormente appesantita dall’indifferenza estiva dei mass media e dalla latitanza delle figure Istituzionali Regionali e Nazionali che per prime dovrebbero essere sensibili e propositive per trovare una soluzione; in questo contesto il tuo interesse, certamente dettato anche dalla tua evidente e orgogliosa Sardità, giunge quanto mai gradito.
Colgo l’occasione che ci metti a disposizione per illustrare brevemente i motivi della nostra particolare e pacifica protesta.
Vorremmo dire allora a tutti che la nostra non è la solita e drammatica protesta di operai che si ritrovano, all’improvviso e a causa della crisi internazionale, in cassa integrazione o peggio a casa senza stipendio: alla lotta classica fatta di manifestazioni, proteste più o meno pacifiche abbiamo, ad un certo punto della nostra vertenza, deciso di sostituire la lotta non violenta e per questo abbiamo prima occupato la Torre Aragonese di PortoTorres da circa sei mesi e poi auto-reclusi nell’ex carcere dell’Asinara da ormai 130 giorni; con il nostro sacrificio difendiamo l’economia di un territorio, il Nord Sardegna, di una Regione che vede l’apparato industriale sgretolarsi sotto colpi che non sempre, anzi quasi mai, hanno ragioni nella crisi globale o nel costo dell’energia. Noi difendiamo il nostro lavoro in un settore importante del tessuto produttivo nazionale, la chimica di base, settore nel quale i Paesi Europei più sviluppati hanno investito per mantenere le produzioni. La nostra lotta non tocca solo i 130 lavoratori della Vinyls di PortoTorres ma i lavoratori diretti e indiretti dell’indotto nel territorio e del ciclo del cloro a livello nazionale con gli stabilimenti di Marghera e Ravenna.
Tutto questo ha una sola causa principale: la totale, chiara mancanza del Governo di una politica industriale seria che rilanci i settori che lo stesso definisce strategici ma non muove i passi giusti per riavviare le produzioni e non perdere l’opportunità della ripresa quando la crisi sarà finita; tutto questo per difendere gli interessi di un’Azienda, l’ENI, una multinazionale che dovrebbe essere controllata al 30% dal Governo ma il quale di fatto è incapace, o peggio, non intende controllare.
In questo scenario la Sardegna pagherà il tributo più alto perché verrà poco a poco a mancare la grande industria e, per quanto ci si possa riempire la bocca con discorsi di economia basata sul turismo e l’agricoltura, nessun Paese può permettersi di basare la propria economia solo su questi settori.
Il discorso sarebbe troppo lungo, non consono alla manifestazione e non voleva essere una lezione di economia, quindi concludo cogliendo l’occasione per ringraziare te per lo spazio che ci concedi, per il premio che ci dedichi, per la vicinanza morale e la tua disponibilità che ci aiuta giorno per giorno ad andare avanti nella nostra lotta e a demolire il muro di indifferenza che i mezzi di informazione nazionale, a parte qualche eccezione, ci hanno nuovamente costruito attorno.
Permettimi di ringraziare gli oltre 130.000 sostenitori che tramite il nostro gruppo su Facebook “L’isola dei cassintegrati” e il Blog  www.isoladeicassintegrati.com ci incoraggiano ogni giorno a difendere il lavoro: loro sono il nostro piccolo, pacifico ma determinato esercito.

Pietro Curis in nome e per conto dei colleghi de

L’Isola dei cassintegrati e della Torre Aragonese di PortoTorres”

 

 

 

…Taci. Su l’uscio

de la porta non odo

rumori che dici

naturali; ma odo

suoni nuovi

che parlano gocciole e tinniti

lontani.

Ascolta. Piove

dalle nuvole grigiastre.

Piove sulle lamiere

secche e rossastre,

piove sui palazzi

metallici ed irti,

piove sui mirti

dell’insegna del bar,

sulle catene fulgenti

d’anelli accolti,

su i fusti folti

di liquidi aulenti,

piove su i nostri volti

stanchi,

piove su le nostre mani

ruvide,

su i nostri vestimenti

ingrassati,

su i tristi pensieri

che l’anima annega

serena,

su la favola bella

che ieri

t’illuse, che oggi m’illude

o padrone……

Versi tratti da “PIANGE IL CIELO”: Remix di Zairo Ferrante de “La pioggia nel pineto” di Gabriele D’annunzio