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Il cantautore Alberto Bertoli: i luoghi come cura dell’Anima. (… di Zairo Ferrante)

Aquara_notteKevin Lynch, noto architetto statunitense, in una sua personale definizione, affermava che “Un luogo è dotato di qualità quando, in qualche modo appropriato alla persona e alla sua cultura, rende l’individuo consapevole dell’appartenza ad una comunità, della propria storia, dello svolgersi della vita, e dell’universo spazio-temporale che racchiude tutto ciò”. 

Il prendere consapevolezza di questo nostro essere e appartenere, come spesso ripeto, equivale a ricongiungerci con la nostra intima essenza, con il nostro sentire più profondo, con la nostra Anima.

Perciò, il luoghi, “quelli dotati di qualità”, sono inevitabilmente quelli capaci di parlare alla nostra Anima; quelli in grado di mostrarci il nostro esistere nel mondo e nell’Universo.

Un luogo non può essere soltanto un “spazio”, un banale “contenitore”.

I luoghi, quelli veri, quelli dell’Anima, sono un concentrato di suoni, di colori, di profumi e di volti in grado di trasmetterci un dono preziosissimo: la “consapevolezza dell’appartenenza”.

Tutto questo è ben chiaro al cantautore emiliano Alberto Bertoli che, nel suo brano “Meridione mon amour”, ha saputo fondere suoni e parole, riuscendo a donarci il vero senso del viaggio e del luogo.

Un posto, culturalmente e fisicamente lontano, che abita nei giorni. Una meta che rischiara. Volti, profumi e sapori -dolci ed ingenui – di “fichi rubati” e di vino bevuto che ci fanno riscoprire le nostre radici più profonde, con un tremito al cuore.

Questo è il luogo dell’anima che Bertoli, in punta di piedi e con sonorità dal sapore country-folk, ci ha regalato nel suo brano.

Una felice e rara scoperta che ho deciso di condividere con voi.

Un poesia da leggere ma che fortunatamente si può anche ascoltare.

Zairo Ferrante

133863026_3575515655900425_8779861548892524694_nEstratto da “Meridione mon amour” di ALBERTO BERTOLI

album “STELLE” (2020)

In un posto lontano

dentro a un giorno Cilentano

un paese schiude gli occhi piano, piano.

Dalla Bruma di collina

mentre il giorno s’incammina

qualche cosa ha rischiarato la mattina.

C’è un cartello che porta su un titolo

Venditore di sogni in città

organizza la festa del secolo

Cosi bella che la gente tornerà

Luminarie di festa risplendono

il paese oramai è un abat-jour

gente allegra che balla la musica

di questo meridione mon amour.

Il patrono è contento

e la luna per l’evento Brilla chiara

i monti Alburni del Cilento.

La fontana sembra pazza

agitata e ormai paonazza

Sgorga vino per la gente nella piazza.

I bambini che ridono complici

san di fichi rubati più in là

chi si abbuffa dei piatti più tipici

chi di bancarelle e di curiosità.

Luminarie di festa risplendono

il paese oramai è un abat-jour

gente allegra che balla la musica

di questo meridione mon amour.

Chi se n’è andato allora oggi se ne tornerà

e colmerà quel vuoto nello spirito

dagli olmi hanno imparato

le radici stanno qua e

il cuore lo ricorda con un tremito.

Luminarie di festa risplendono

il paese oramai è un abat-jour

gente allegra che balla la musica
di questo meridione mon amour.

*Per ascoltare il brano: VIDEO YouTube

** Foto 1: Aquara (SA) di Notte – liberamente tratta da https://it.wikipedia.org/wiki/Aquara

*** Foto 2: Alberto Bertoli – liberamente tratta da https://www.facebook.com/Albertoli

Vincitori Premio letterario per “Agnese” IV ed. 2020 – Associazione Culturale “Sebben che siamo donne”

sebben che siamo donne

Vincitori Premio letterario per “Agnese” IV ed. 2020 – Associazione Culturale “Sebben che siamo donne”

*Bellezza

Aria di Primavera,

voglia di volare.

Come un fuoco d’artificio

il sole ci bacia.

Sentimento di libertà

che rimane dentro di me.

Voglio sentire il profumo del mare,

il respiro di un bimbo che dorme,

toccare i petali di un fiore,

ascoltare la notte che canta.

Nasce dal cuore e dalla luce,

per fare felici gli altri,

non più nuvole sospese in aria

ma tutti siamo insieme.

L’orchestra in un abbraccio

come il canto degli uccellini

è bello giocare insieme

e farsi nuovi amici!

agnese lamattina

  • Sez. A Poesia Inedita: Lucia Lo bianco ( Liriche: Amazzone, E da domani sarò donna più indurita, urla una donna nella pioggia).

 

  • Sez. B Poesia Edita: Ornella Gatti (Raccolta: Se lo sguardo è da un oblò).

 

  • Sez. C Racconto Inedito: Gabriele Andreani ( Racconto: Il coraggio di sognare).

 

  • Sez. D Narrativa edita: Antonio Luna (Romanzo: Le trè verità).

lucio marino

  • Sez. E Versi in classe “Lucio Marino”: Scuola dell’infanzia “Grazia Deledda” Bologna ( Poesia: *La bellezza – *vedi foto -).

 

  • Sez. Premio speciale Libera: Gianpaola Costabile (Romanzo: Donne Madonne).

 

 

 

 

BellezzaLa giuria ha inoltre assegnato i seguenti attestati di merito a:

  • Elisabetta Liberatore per “L’atroce rito”.
  • Pietro Catalano per “La geometria dei girasoli”.
  • Michelangelo Bartolo per “L’Afrique c’est chic”.
  • Alice Francescgìhini per “Dimmi che mi hai voluto”

LA GIURIA:

Fabio Strinati (Presidente); Milena Carducci, Nicole Martino, Zairo Ferrante, Georgia Gratsia, Marcella Lamattina.

 

 

*Bellezza: 

Partecipanti: Sezione Gialla, 25 bambini di 5 anni (Scuola dell’Infanzia “Grazia Deledda” I.C. 22 di Bologna – Via Domodossola 2 40139 Bologna)

Quante volte parlando con i bambini mi sono resa conto che il loro lessico è spesso limitato, tendono ad utilizzare un numero ridotto di parole che sono loro familiari e di uso comune. Infarciscono spesso i loro discorsi di gerghi e ripetizioni ricorrenti rendendo il linguaggio veramente povero e monotono.. Con i bambini però si può giocare, drammatizzare, creare, immaginare con le parole e divertirsi insieme ad ampliare il vocabolario dando voce alle loro emozioni. E così, un giorno, sulle note della “Sonata al chiaro di luna” di Ludwing Van Beethoven i bambini hanno cominciato a parlare della bellezza. Ne abbiamo parlato a lungo poi ho chiesto loro:- Com’è la bellezza?..Cosa fa?.. A cosa somiglia?..

Tutte le loro idee ed emozioni sono state raccolte nella poesia “Bellezza”. In allegato è presente la foto del loro elaborato.

Impariamo dai bambini ad aprirci agli altri e alla bellezza della vita.             

Insegnanti: Raffaella Serenari e Nicoletta Suzzi

**Foto in ordine di apparizione: 1) Logo “Sebben Che siamo Donne”; 2) Agnese Lamattina; 3) Lucio Marino;3) lavoro didattico – Poesia “La Bellezza”.

***Link utili: https://sebbenchesiamodonne.com/

“Le sere di Maggio” da “I bisbigli di un’anima muta” di Zairo Ferrante (CSA ed. 2012)

*LE SERE DI MAGGIO

(Ad Aquara)…

di

Zairo Ferrante

 

Aquara_notteE nel cielo il sole si spegne

come candela nel mare.

E, rubine, le nubi salutano

uno spicchio color di limone

che nel vuoto si dondola.

E nell’aria…non aspro

fumo di fiamma bagnata, ma

profumo di rose appena rinate!

E una musica coccola

le sere di maggio.

E dal faggio lontano

s’appresta la notte

a salire sospinta

dal canto smarrito

di una civetta.

Che ancora è coperto

dall’ultima corsa

di giovani rondini

che, sospese nel nulla,

si lanciano fischi.

Ed io solo seduto

sul filo di vita,

la quiete mi godo

nelle sere di maggio.

E spenti i miei occhi,

nella mente ricerco

il bottone.

La chiave nascosta

per la fine del giorno.

Con mano tremante

lo pigio in silenzio

e son mille scintille

che cadono lente.

Si chiamano stelle

che sfiorano l’erba,

che danzano dolci

nei campi di grano.

Ed ecco, in un attimo

la morte è lontana!

Ritorno bambino

vicino ai miei sogni,

ritrovo le lacrime,

e rivedo le lucciole

in quest’aria volante

delle sere di maggio.

 

*Ad Aquara mia terra ed ai suoi Figli miei Amici e Fratelli.

**Immagine Aquara tratta da: https://it.wikipedia.org/wiki/Aquara#/media/File:Aquara_notte.jpg

Set 6, 2019 - Senza categoria    No Comments

Aquara (SA)… terra di Mathias Aquarius (Fra Mattia Gibbone o Ivone di Aquara) – A cura del Dinanimismo e dell’Associazione culturale “l’Alveare” –

Aquara (SA)… terra di Mathias Aquarius (Fra Mattia Gibbone o Ivone di Aquara)

maestro di sacra teologia, gran filosofo, poeta e oratore.

 

– Il “Dinanimismo” e l’ “Associazione Culturale Alveare” alla riscoperta di Padre Mattia Ivone e di Giordano Bruno. Un viaggio tra Filosofia, Religione ed “Eresia”. –

 

Ritratto di Giordano Bruno

Ritratto di Giordano Bruno

Cattura3*Fra Mattia Ivone di Aquara, maestro di sacra teologia, gran filosofo, poeta e oratore [1591] Il p. fra Mattia Ivone di Aquara, detto per altro nome l’Aquario, maestro di teologia, decano del Collegio di dottori, fra i quali era aggregato, poeta, filosofo, oratore e gran teologo, reggente del Studio di Milano, di Roma, di Venezia, e di Napoli. L’anno 1569, fu pubblico Lettore di teologia nell’università di Torino, e nel posso di quella orò eccellentemente in lode della sacra teologia, e dedicò l’orazione a Girolamo della Rovere arcivescovo di quella città, il cui titolo è De excellentia sacra teologiae. In Napoli l’anno 1572 pubblicò un lezionario, il cui titolo è: Lectionum in primam philosophiam ut deci solet principum in neapolitano gymnasio habitum. In Roma, l’anno del giubileo 1575, pose in luce alcune lezioni addizioni e fragmenti sopra la Fisica. E l’anno 1577 fece lo stesso stampando in Roma alcune questioni. Fu definitore nel capitolo generale di Roma del 1580, e provinciale delle sua Provincia del Regno. Scrisse dottamente l’addizione sopra i dodici libri della metafisica. La formalità di S. Tommaso. Un libro delle contraddizioni fra il santo dottore ed altri teologi e filosofi. Un breve trattato della Memoria artificiale, e delle significazioni dei termini conforme alla dottrina del santo. Una postilla sopra i luoghi della sacra scrittura. Un libro della potenza dell’anima. Le lucrubazioni sopra le opere di Capreolo, migliorando assai le fatiche di quel grande uomo, le quali dedicò al pontefice Sisto V. Fondò il convento all’Ordine nella sua patria, e andò all’altra vita nel 1591, nel convento di S. Domenico di Napoli, nel quale aveva da S. Piero Martire trasferita la sua figliolanza. Parlano di lui Paolo Portario, il Piò, e Gozzeo di Ragusa.

Cattura2**Aquàrio (latinizz. Aquarius), Mattia (dei Gibboni). – Teologo domenicano (n. Aquara – m. Napoli 1591). Fu lettore di metafisica allo Studio di Napoli (15711574 e dal 1587) e maestro di teologia alla Sapienza di Roma (158287). Nelle sue opere, tra le quali le Additiones alle Quaestiones di Francesco Silvestri alla Fisica e al De anima di Aristotele (1576), si rivela fedele seguace di s. Tommaso, ma anche bene informato sulle discussioni cui i problemi più scottanti avevano via via dato luogo.

*** … Studente a Bologna nel 1558, per conto della provincia domenicana dei Regno di Napoli (Monumenta Ord. Fratrum Praed., X, p. 22), nel 1561 si trova “in conventu Mediolanensi sancti Eustorgii”, “magister pro secundo anno” (ibid., p.44); nel 1567 è “regens in conventu Sanctorum Ioannis et Pauli” a Venezia e vi sostiene dodici “conclusiones” alla presenza del legato della S. Sede presso la Repubblica veneziana, mons. Facchinetti, poi cardinale (Aquario, Super quatuor libros Sentent. I. Capreoli, IV, Annotationes, in fine); nello stesso anno sostiene ancora trenta “conclusiones … in publica Academia Thaurinensi, … cum esset ibi publicus theologus”, alla presenza del vescovo di Torino Girolamo della Rovere, poi cardinale (ibid.); in quell’occasione ebbe a discutere con l’averroista Francesco da Vimercate sull’argomento “num. intellectus viatoris possit cognoscere substantias separatas quidditative” (Aquario, Dilucidationes in XII Ubros primae philos., II, dil. III, p. 85); e a Torino nel 1569 pubblicò la prolusione al corso col titolo De excellentia sacrae theologiae; ma nello stesso anno 1569, ottenuta l’approvazione del suo “magisterium” (Monumenta, p.109), fu rimandato a Milano “regens” dello studio di S. Eustorgio; e “dum esset regens in Studio Sancti Eustorgii Mediolanensis” sostenne ancora cento “conclusiones” al capitolo generale dell’Ordine tenuto a Roma (Aquario, Super quatuor libros Sentent. I. Capreoli, loc. cit.;cfr. Monumenta, p. 111). A Milano rimase un biennio, e nel 1571 l’A. poté dare alle stampe in Napoli la prolusione al corso da lui iniziato in quello Studio, come titolare di metafisica: Lectionum in Primum Philosophiam, ut dici solet, privum in neapolitano Gimnasio habitum,auctore Frate Matthia Aquario, O. P., publico ac ordinario metaphisico (Neapoli, apud Mattheum. Cancrum, 1571).

CatturaDa questo momento la vita dell’A. trascorre tutta tra Napoli e Roma. Come lettore ordinario di metafisica nello Studio napoletano, fra il 1571 e il 1574 egli dovette trattare gli argomenti che si trovano svolti nelle Dilucidationes in XII libros primae philosophiae Aristotelis, pubblicate più tardi a Roma nel 1584. Lasciato il convento di S. Pietro Martire, del quale era “figlio”, e divenuto “figlio del convento di S. Domenico Maggiore”, egli ebbe confratello almeno per un triennio fra’ Giordano Bruno da Nola, da poco ritornato da Campagna nel Salernitano ove era stato inviato per l’ordinazione sacerdotale, e “figlio” anch’esso dello stesso convento nel quale attese allo studio della filosofia tomistica fino al 1575. Ma verosimilmente e l’A. nel corso di quell’anno dovette abbandonare in fretta Napoli, in seguito a un perentorio ordine di sfratto da parte dei vicerè spagnolo, cardinale A. de Granvelle. Il cardinale G. A. Santoro ci dà notizia di questo sfratto nella sua Autobiografia (pubblicata,da C. Cugnoni in Arch. d. R. Soc. romana di storia patria, XII [1889], p. 354). Un grave conflitto era scoppiato fra il Granvelle e l’arcivescovo di Napoli, e il viceré, “implacabile nemico della Sede Apostolica”, ne trasse profitto per “humiliare la giurisdizione ecclesiastica”. Probabilmente l’A. avrà preso partito per l’arcivescovo, e il Granvelle si sarà vendicato togliendogli la lettura nello Studio e intimandogli lo sfratto dal Regno.

Nel 1575 l’A. era sicuramente a Roma, nell’Ospizio dei domenicani di S. Maria sopra Minerva, ove datava le sue Additiones in Quaestiones de physico auditu Rev.mi P. M. Francisci Sylvestri Ferrariensis, nonché la Disputatio pulcherrima de ideis, in qua ostenditur Aristotelem non adversari Divino Platoni, aggiunta alle Additiones in Quaestiones librorum de anima dello stesso frate Francesco Silvestri da Ferrara. E a Roma le stesse Quaestiones sulla Fisica sul De anima uscirono l’anno dopo, nel 1576; ma in testa all’una e all’altra opera l’A. si fregia del titolo di “pubblico e ordinario professore di teologia e di metafisica ‘in florentissimo Studio Neapolitano'”. Con questo titolo voleva forse indicare che era stato revocato l’ordine di sfratto dal Regno intimatogli dal Granvelle, tosto che questi fu sostituito nell’ufficio di viceré, oppure che, malgrado lo sfratto, se ne riteneva legittimo detentore? Non è possibile stabilire se Giordano Bruno, fuggito da Napoli a Roma, si sia incontrato di nuovo con lui nell’Ospizio di S. Maria sopra Minerva, ove anch’egli s’era fermato.

G. Carafa, De professoribus Gymnasii Romani, II, Romae 1751, afferma (pp. 464-465) che nel 1580 l’A. era professore di teologia nello Studio romano e teologo del cardinale Santoro. Ora sappiamo che il 21 maggio 1580 l’A. si trovava effettivamente a Roma per il capitolo generale di quell’anno, e partecipò all’elezione del nuovo maestro generale dell’Ordine, fra’ Sisto Fabbri da Lucca, ma in qualità di definitore della provincia del Regno di Napoli; il che fa supporre che a Napoli egli fosse già ritornato qualche anno prima. Tuttavia è certo che a Roma l’A. dovette trattenersi almeno sino alla fine del 1580, perché nel cod. Borgiano 149 che contiene gli Errores ex libro Zohar super Pentateucum et ex libris Portae lucis et Portae iustitiae, rilevati dal dottore Marco Marino canonico regolare, si trova una nota in cui è detto che lo scritto, in vista dell’impressione mantovana, era stato presentato al p. Bellumino, “qui restituit die V Octobris 1580, et fuit consignatus R. P. magistro Sacri palatij eodem die; is autem hunc revideri fecit a magistro Matthia Aquario nostro theologo, et mihi restituit die prima Decembris 1580”.

Dai “rotuli” dell’università romana, esistenti negli originali (Arch. di Stato di Roma, Università, Pergamene, prima serie) e in copia (Busta 94), risulta che l’A. fu nominato maestro di teologia al secondo posto nel 1582 (Busta 94, f. 19); non compare invece nel “rotulo” precedente del 1576 (f. 17) e in quello successivo del 1587 (f 21). Invece “Sacrae Theologiae Magister in almae Urbis Gymnasio” era nel 1584, quando a Roma pubblicò, come abbiamo visto, le Dilucidationes sulla Metafisica. Nel 1587 egli fece sicuramente ritomo a Napoli, ove riprese l’insegnamento di questa disciplina.

Nel quinquennio che trascorse a Roma come maestro di teologia alla Sapienza egli preparò la nuova edizione dei commento del tomista francese Giovanni Capreolo alle Sentenze,che vide la luce a Venezia nel 1588-89, quando l’A. era tornato ad essere “regius atque publicus metaphysicus in almo Studio Neapolitano”.

L’opera è dedicata a Sisto V, e nella dedicatoria al papa l’A. c’informa che il titolo di “princeps thomistarum” era stato dato al Capreolo da Bernardino Tomitano e da Arcangelo Mercennario; e quest’ultimo dice suo condiscepolo, “meus condiscipulus”. Alla fine del quarto libro delle Sentenze l’A. appone questa data: “Datum Neapoli in conventu Sancti Dominici 1587, die 4 Septembris”. All’edizione del testo del Capreolo segue il volume: “R. P. F. Matthiae Aquarii, O. P., rega ac publici metaphysici in almo Studio Neapolitano Annotationes super quatuor libros Sententiarum Ioannis Capreoli adiecto quoque pulcherrimo tractatu de controversiis inter D. Thomam et caeteros theologos ac philosophos“.

L’A. morì a Napoli nel 1591 e fu sepolto nel convento di S. Domenico Maggiore.

Di tutte le opere che abbiamo ricordate, maggiore importanza per intendere la posizione dell’A. nella storia del tomismo hanno evidentemente le Additiones alle Quaestiones di Francesco Silvestri sulla Fisica, insieme alle quattro successive Disputationes, e sul De anima,cui tien dietro l’ampia Disputatio de ideis, e inoltre le Dilucidationes sui dodici libri della Metafisica e le Annotationes al Capreolo con le Controversiae inter D. Thomam st caeteros theologos ac philosophos. Fedele a S. Tonunaso, egli ne segue in generale la dottrina quale era stata interpretata dal confratello francese fra’ Giovanni Capreolo. Ma in tutti questi scritti egli tien conto anche di teologi e filosofi dissenzienti; così, per esempio, sul problema dell’immortalità dell’anima e su quello dell’unione dell’intelletto possibile al corpo umano egli si diffonde con certa ampiezza ed informazione nelle prime dieci Additiones in tertium de anima,e nella dilucidatio secunda sul testo e commento 17 del libro XII della Metafisica (c. 3,1070a 25-27),e degli averroisti ricorda Tommaso di Wilton, Giovanni di Baconthorpe e Antonio Bernardi della Mirandola, degli alessandristi il confratello Tommaso de Vio, il Pomponazzi, Simone Porzio e il loro oppositore Iacopo Antonio Marta. Del tempo passato a Venezia, ricorda Filippo Mocenigo arcivescovo di Nicosia, “amator omnium virtutum et bonarum, artiurn”, che pure poneva nell’uomo due anime. Né dimentica Giulio Castellani, suo collega nello Studio romano.

Tra le Controversiae inter D. Thomam …meritano d’essere segnalate quelle tra l’Aquinate e Averroè (pp. 137-142) e quelle anche più notevoli fra Tommaso e il carmelitano inglese Giovanni di Baconthorpe. A proposito del quale, alla fine della “praelectio” inaugurale delle Dilucidationes alla Metafisica ci dà notizia di un’opera sconosciuta dello stesso “Averroistarum princeps et Carmelitarum ordiffis decus, cuius labores in his metaphysicis libris praelo adhuc non sunt mandati, sed manuscripti servantur”.

Ultima fatica dell’A. sono le postume Formalitates iuxta doctrinam D. Thomae Aquinstis ab adm. Rever. Patre Magistro Aquario, in almo Gymnasio Neapolitano Metaphysices Publico,Professore compilatae. Nunc demum opera adm. R. P. Alphonsi de Marco Aversani, in Regio Conventu Sancti Dominici de Neapoli Baccalaureo ordinario, finitae et in lucem editae, Neapoli 1605. A quest’opera sono aggiunti un breve trattatello De memoria et reminiscentia (che con l’opuscolo d’Aristotele non ha niente a che vedere) et de memoria artificiali inve artificiosa, e un’Epitome logices. Quest’ultima è un riassunto sommario e schematico dell’ “Ars vetus”. Il primo invece è formato da poche nozioni tratte specialmente da medici e da ricette per rafforzare la memoria indebolita, nonché da scarni accenni per accrescerne il potere, che rivelano una superficiale conoscenza della ricca letteratura illustrata da Felice Tocco (Le opere latine di Giordano Bruno asposte e confrontate con le italiane, in Pubblicazioni del R. Ist. di Studi Superiori pratici e di Perfezionamento, sezione di filosofia e filologia, Firenze 1889, pp.21-101) a proposito delle opere mnemoniche del Nolano. Di qualche importanza può essere un semplice accenno alla disputa fra Tommaso de Vio e Giovanni Pico della Mirandola al capitolo generale di Ferrara nel 1494 (cfr. Quétif-Echard, Script. Ord. Praed.,II, p. 14), per il modo come il domenicano seppe tener testa all’avversario che l’aggredì con un fuoco di fila di ben cento obiezioni.

Fonti e Bibl.: Monumenta Ord. Fratrum Praed., X, Romae 1901, pp. 22, 44, 109, 111, 180, 189;

J. Quétif – J. Echard, Script. Ord. Praed., II, Luteriae Parisiorum 1721, pp. 302 a.;

G. Carafa, De professoribus Gymnasii Romani, Romae 1751, lib. II,pp. 464 s.;

G. M. Masuchelli, Gli Scrittori d’Italia, I, 2, Brescia 1753, pp. 897 s.;

G. Origlia, Istoria dello Studio di Napoli, II,Napoli 1754, pp. 53 s.;

E. Cannavale, Lo Studio di Napoli nel Rinascimento, Napoli 1895, documenti (cfr. indice onomastico);

V. Spamipanato, Vita di G. Bruno, Messina 1921, pp. III a., 154, 178, 217, 227;

Dictionn. de Théologie Catholique, I, col.1725.

BIBLIOGRAFIA MINIMA ON-LINE DALLA QUALE E’ STATO OTTENUTO QUESTO POST:

* “CATALOGO DEGLI UOMINI ILLUSTRI FIGLI DEL REAL CONVENTO DI S. DOMENICO MAGGIORE NAPOLI” … http://www.bibliotecadomenicana.it/wp-content/uploads/2018/04/Catalogo-degli-uomini-illustri-figli-del-reale-monastero-di-S.pdf

** http://www.treccani.it/enciclopedia/mattia-aquario/

***http://www.treccani.it/enciclopedia/mattia-aquario_(Dizionario-Biografico)/

“Il Dinanimismo” sostiene “l’Alveare” – Associazione Culturale –

“Il Dinanimismo” sostiene “l’Alveare” (Associazione Culturale)

e tutti gli eventi promossi dalla stessa.

A tal proposito si segnala:

“AQUARA MUSIC FEST”

61624401_301596237414348_4179179534660141056_nL’Alveare con il patrocinio del Comune di Aquara presenta Aquara Music Fest #AMF nuova manifestazione musicale che si svolgerà il prossimo 16 e 17 agosto ad Aquara. La manifestazione prevede al suo interno il Contest Musicale “Fioravante Serraino” per 8 band originali provenienti da tutta Italia, masterclass di chitarra con Luca Colombo e concerti.

La preselezione al Contest Musicale dell’Aquara Music Fest scade il 28 28 Luglio ed Finale Live con 8 finalisti è previsto per il 16 agosto.

Luca Colombo  ( prestigioso Chitarrista Italiano che vanta partecipazioni al Festival di Sanremo, Buona Domenica, Sabato Italiano, Maurizio Costanzo Show, Un disco per l’estate, Fiorello Show, Passaparola, Rockpolitik, 50 Canzonissime, X Factor, ecc. ) presiederà la giuria tecnica.

To be continued…

PER IFO: ass.culturale.alveare@gmail.com

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L’Associazione Culturale “L’Alveare” è una libera associazione con durata illimitata nel tempo e senza fini di lucro ai sensi dell’articolo 2 della legge 11 agosto 1991. Essa è registrata presso l’Ufficio del Registro di Eboli (SA) in data 21/02/2002 n° 840 serie 3 con relativo codice fiscale (91030050651). La testata giornalistica “Il Ronzìo”, il cui editore e proprietario è l’Associazione Culturale “L’Alveare”, è iscritta al n° 1130 del registro della stampa periodica del tribunale di Salerno in data 30/12/2002. “Il Ronzìo” è stato distribuito gratuitamente con una tiratura media di 1.200 copie per un totale di 11 numeri.
L’Associazione Culturale “L’Alveare” è nata nel febbraio del 2002 ed è stata attiva sul territorio fino al settembre 2007. Sin dalla fine del 2001 ha operato, nell’ambito degli scopi statutari, lungo tre direttrici fondamentali: la divulgazione, attraverso seminari e chiarimenti gratuiti forniti agli studenti di ogni ordine e grado; l’impegno sociale, facendo proprie ed estendendo battaglie sui diritti civili e concorsi di solidarietà; l’editoria, con il battesimo di una testata, “Il Ronzìo”, che è anche il “verso” ufficiale dell’associazione. Non sono mancati progetti estemporanei, dal cineforum al teatro, dalle osservazioni astronomiche alle gare podistiche del circuito regionale, dai dibattiti pubblici sulla realtà locale alle proposte di progetti per la riqualificazioni di angoli del paese, che hanno comunque consolidato l’intenzione propositiva e stimolante delle nostre iniziative.

Il dinanimismo rende omaggio a Serraino Fioravante, il Poeta silenzioso.

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Serraino Fioravante o semplicemente Fiore, un Maestro a trecentosessanta gradi per molti, un Confidente e un Amico per altri, un Faro culturale e un punto di riferimento per tutta la comunità di Aquara (SA). 

Un Uomo sempre fedele a sé stesso, Personalità poliedrica e socialmente impegnata. Custode di leggende e saperi dai più dimenticati.

Un vero “Architetto del pensiero”, abile a leggere, comprendere e collocare – nello spazio e nel tempo – uomini e cose.

Un “Gigante della parola”, sia scritta sia parlata, sia usata come arma sia come carezza.

Un raro Filosofo, in grado di far parlare pietre, angoli, vicoli e gradini.

Un Poeta silenzioso capace di respirare profumi e colori.

Un Sorriso e un Cuore gentili.

Un Compagno la cui assenza contribuirà sicuramente a rendere il mondo un posto meno bello.

ZF

44575381_10217897433530862_5282152347730968576_nLettera di Serraino Fioravante, Estratta da: “158” libro sui Comuni della Provincia di Salerno, scritto da Enzo Landolfi, “Printart Edizioni”

“Caro Lucido.
Mi scrivi che devo raggiungerti a Milano dove ora si deve e si può ricostruire l’Italia. 
Ma io voglio farlo qui, da Aquara. Dove si resta e non si resiste. Perché si resiste ad una minaccia e si resta per una bellezza. Difatti se guardo, finalmente libero, oltre la siepe e la torre antica ecco che subito si impone la poesia: immersi in una luce tiepida e familiare i contorni delle cose appaiono talmente nitidi e pacificati che vorrei ti giungessero come il volume sentimentale di una distanza. Qui i mattini sono una spremuta di sensi, i pomeriggi somigliano ad una dorata eternità, le sere incendiate dal tramonto della marina restituiscono serenità al riposo, e in cielo virgole di rondini futuriste tracciano un’audace e commovente grammatica del cuore. 
Qui anche la parola è viva, essa torna schietta e temeraria, incisa nella corteccia, in profondità di succhi, dai giuramenti degli amanti. La mia patria è il dialetto aquarese; grazie ad esso nominiamo le cose per la prima volta nella vertigine della loro fioritura, a sgomento sacro di uno stupore, a sedimento di un passaggio di tempo e di uno stato d’animo. 
Qui ogni dolore è un giunco, ogni inquietudine un lieve frangersi di onde lontane. 
Qui deponiamo il lutto e le vanità erranti e ci sciogliamo, individui superflui, nel vicinato, nella piazza come in un abbraccio di madre. 
Qui i deserti della mia vita verranno sempre dalle acque di queste fontane. Voglio invecchiare con il tempo del campanile e delle stagioni; essere ciclo che custodisce il seme e prepara il frutto, come fa questa terra che non tradisce chi la rispetta, potente e forte e saggia di radici; visionaria di ali, amante di ogni forestiero e di ogni orizzonte, tollerante e ricca del suo donare. Voglio fermarmi con i vecchi sui passetti, ascoltare le loro consegne, sentirne il lievito, come dai forni incendiati a rosa il profumo del pane e vedere aggiungersi al loro viso di faticosa dolcezza un’altra ruga di tenerezza. Voglio aggiungere un ramo al falò di Natale e bruciare in piazza Carnevale; stordirmi del mosto nelle cantine e fare l’alba nei frantoi aspettando l’olio nuovo. Voglio andare al fiume d’estate e d’inverno raccogliere la neve dai tetti per fare il sorbetto col vino cotto; ammirare come Nerone gli incendi dell’autunno e vedere quello che fa il miglior vento di primavera con le gonne a fiori delle ragazze. Voglio illuminarmi delle lucciole nei campi e della luna negli orti e sui tetti; andare per more e sedermi “‘mbieri” (ai piedi) a la croce fino a diventare sedimento di tutta questa geologia del cuore. Voglio accompagnare i nostri morti verso il futuro, baciare spose, litigare con gli amici ed averne cura, interrogarmi nelle notti con troppe stelle e nei giorni arresi alla pioggia. Nel giorno di festa voglio svegliarmi col colpo scuro del fuochista, seguire la banda durante la questua, portare il Santo in processione, sentirmi elemento chimico di una alchimia e consumarmi d’amore per tutto questo, per questo piccolo mondo antico che conosce la seduzione della vita, che non immagina una speranza ma lavora con il sole per stanarla. 
Come vedi la città non basta; il somigliare agli altri non basta, se non avrai conosciuto, più saggio più esperto più ricco dopo il viaggio, un Itaca a cui ritornare. 
La nostra Itaca, Aquara. 
Che San Lucido ti custodisca e ti protegga da ogni spaesamento. 
Ti saluto con tutta l’amicizia complice ed accelerata con la quale abbiamo divorato la nostra infanzia. Eravamo bellissimi.”

Fiore Serraino

*Foto di Serraino Fioravante postate dalla Redazione del blog e liberamente tratte da: ( Ass. Culturale l’ortica https://www.facebook.com/ortica.assculturale/ )

 

“Premio letterario per Agnese – I Ed. 2017″… di seguito il verbale della Giuria con tutti i nome dei Premiati.

 

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” Dio ci ha dato i ricordi in modo che potessimo avere le rose di giugno nel mese di dicembre”, questo è quello che affermava James Barrie,  Scrittore Scozzese,  famoso per aver creato Peter Pan .

I ricordi, proprio come le rose di un giardino che ognuno di noi deve coltivare e, in un certo senso, anche meritare.

Un giardino che deve essere necessariamente innaffiato tutti i giorni, con dedizione, con amore e, in alcuni casi, anche con “fatica”.

Questo Premio?

Acqua per la nostra memoria, linfa per una Rosa immensa.

ZF

 

La Giuria* della prima edizione del Premio Letterario Per Agnese ha concluso l’esame dei testi in concorso ed ha attribuito i seguenti premi:

Sezione A – INEDITI DI POESIA:

Primo Premio alla lirica “Rinascita” di Lelia Ranalletta

 

Sezione B – VOLUME EDITO DI POESIA:

Primo Premio al volume “Delle Madri” di Marina Minet

 

Sezione C – RACCONTO INEDITO:

Primo Premio al racconto “Lettere ad A.” di Lucido Peduto

 

Il PREMIO SPECIALE “LIBERA” viene assegnato alla lirica:

“Del tempo in cui ti ho conosciuto” di Maria Natalia Iiriti

 

Inoltre, sono stati assegnati ulteriori riconoscimenti sotto forma di attestati di merito.

 

Per la Sezione Inediti di poesia:

“La speranza di un nuovo amore” di Sergio Santoro

 

 Per la Sezione Volume edito di poesia:

“Trilogia delle ore” di Emiliano D’Angelo

“Istantanee donna” di Davide Rocco Colacrai

 

Per la Sezione Racconto inedito:

“Vincenzina” di Vespina Fortuna

“Una vita in alto mare” di Livia Di Gioia

 

*GIURIA PREMIO EDIZIONE 2017:

Comitato d’onore

Ilenia Marino

Pasquale Brenca – Sindaco di Aquara

Giovanni Caggiano – Sindaco di Caggiano

Don Antonio Calandriello – Parroco di Aquara

Antonio Marino – Direttore BCC Aquara

Enzo Landolfi – Giornalista

Giuria Tecnica

Carmen Pellegrino – Presidente (scrittrice)

Teresa Vecchi                                                                                               

Fioravante Serraino

Katiuscia Stio

Milena Carducci

Marcella Lamattina

Zairo Ferrante

info SU: https://sebbenchesiamodonne.com/verbale-di-giuria/

IL DINANIMISMO LANCIA SABETTA CON IL SUO VIDEO SU “ROSCIGNO VECCHIA”

Roscigno Vecchia La “Pompei del Novecento” immortalata dal regista e fotografo Italo Sabetta.

“Roscigno Vecchia” non è  un semplice e piccolo paese fantasma in provincia di Salerno ma un luogo dove chiunque può ritrovare la propria anima senza doverla necessariamente cercare (citazione di Zairo Ferrante)

Splendido video, realizzato dal fotografo Italo Sabetta, su Roscigno vecchia (paese fantasma in prov. di Sa) ed il suo ultimo abitante.
Il video raccoglie delle splendide e puntuali immagini che lo stesso Sabetta ha mescolato abilmente e sapientemente a parole e musica.
Il dinanimismo lo rilancia perchè il lavoro
nella sua semplicità rappresenta un vero ed immediato tuffo nell’Anima catapultanto l’osservatore in delle reltà romantico/surrealiste difficilmente ritrovabili nella quotidianeità.

ZF

La Pompei del novecento, Cosi venne chiamata Roscigno Vecchia quando agli inizi degli anni 80 fu “riscoperta” dalla stampa e divenne subito una impegnativa scommessa di recupero architettonico per il Ministero dei Beni culturali e per la Pro loco. La sua struttura è un bene culturale da salvaguardare perché rappresenta un raro esempio di complesso urbanistico sette-ottocentesco integro, mai distrutto, né saccheggiato, né alterato dallo sfruttamento commerciale: la storia del trasferimento, le lente trasformazioni delle case si possono leggere sui ruderi o sulle murature di pietra viva ancora in buono stato, sui portali, sui balconcini di ferro, sui solai in legno. Nella sostanza Roscigno Vecchia non è mai cambiata, perchè non c’è stato il tempo di modernizzarla” …..descrizione tratta dal seguente sito:  http://www.roscignovecchia.it/progetti/frmusit.htm.

 

 

VIDEO TRATTO DA: http://www.youtube.com/watch?v=rQNHkxWwu6c