Anche gli Angeli ascoltano… ( piccolo omaggio a Rilke ).
Da Beppe Costa… un Ponte
IL PONTE
DI
BEPPE COSTA
io in attesa
nessun perdente
si coprirà
d’applausi la platea
i tuoni
si muteranno in suoni
la musica
ti coprirà i seni,
le gambe e i violini
copriranno quel tetto opprimente
ch’appariva
appena un mese fa
Sarò direttore d’orchestra
“per te”
Un ponte teso
di triste memoria
a uccidere inganni
Sarà libero il tempo
tempo giusto e sano
nell’averti vicina
come fossi
unico lavoro per me
Dagli occhi
compariranno
nuvole sagge
e il cielo resterà inquieto
nel temuto abbandono
Torneremo ai libri
alle lettere
senza conti
e tempi imprevisti
d’altre assenze
Ti coprirò le mani
d’acqua libera di mare tracce
come fossi io
ad avere ucciso
quella morte che incombe
e non si rassegna
all’inganno breve
di così breve esistenza
Sarò ancora
il tuo maestro di danza
come avere
le tue chiavi di casa
e catene di fiori
per non
rivederti partire
*Per vedere il video: beppe costa:”il ponte”, musica: René Aubry, video: Stefania Battistella: https://www.youtube.com/watch?v=5uB9JEeoCrI&feature=youtu.be
**Versi pubblicati dalla redazione del blog con il consenso del Poeta Beppe Costa
Milena Petrarca: trilogia di poesie-dipinte ( Parte seconda ).
Carlos Sanchez e il suo impaccio… poetico
Questo impaccio mio
A Cecilia Sánchez
Se un’altra volta tornassi ad interrogarmi
io ti risponderò nella stessa maniera
forse farei gesti come di non capire:
ti chiederei di ripetere la domanda.
Non ho certezze da confermarti adesso
a stento una manciata di parole appassite
ordinate dall’azzardo della memoria:
rami di un bosco di alberi pietrificati.
Ho avuto una volta una vita casta per osare
che adesso certamente per nulla rimpiango
e che senza superbia tornerei a ripetere
come quel lucido poema di Kavafis;
alcuni muscoli dilatati per il fervore
in una somma di esercizi inutili
un ritratto della signora speranza
un poco assonnata fra le mie braccia.
Si rilego l’elenco pochi rispondono all’appello
le battaglie hanno prodotto infinite stragi
e se controllo le voci del bilancio
le cifre si comportano come formiche
arrampicandosi sulle toppe dell’anima.
Ti chiedo perdono per questo mio impaccio:
potresti provare a ripetere la domanda?
Di “Alta marea” Edizioni Quasar, Roma, 2005
Este empacho mío
A Cecilia Sánchez
Si otra vez volvieras a preguntarme
yo te contestaría quizás de la misma manera
haría gestos como de no entender:
te pediría que repitieras la pregunta.
No tengo certezas que confirmarte ahora
apenas un puñado de palabras mustias
ordenadas por el azar de la memoria:
ramas de un bosque de árboles petrificado.
He tenido una vez una vida casta para osar
que ahora ciertamente para nada añoro
y que sin soberbia volvería a repetir
como aquel lúcido poema de Kavafis;
algunos músculos dilatados por el fervor
en una suma de ejercicios inútiles
un retrato de la señora esperanza
un tanto adormecida entre mis brazos.
Si releo el elenco poco responden al apelo
las batallas han producido infinitos estragos
y si controlo las voces del balance
las cifras se comportan como hormigas
trepándose sobre los parches del alma.
Te pido perdón por este empacho mío:
¿podrías probar a repetir la pregunta?
De “Alta Marea” Ediciones Quasar, Roma, 2005
*Versi ricevuti direttamente dall’autore tramite social network.
CAMPAGNA POETICO-DINANIMISTA D’UGUAGLIANZA: perché il “diverso” non esiste!!!
Perché il “diverso” non esiste… è solo un’invenzione di chi, ovviamente senza averne motivo, si sente “normale”.
ZF
A ME CHE SON DI-VERSO
di Zairo Ferrante
A me che son di-verso
qualche verso mi decanto,
per sberleffo
e dis-canto del normale.
A me che sono gay
quando, solo, cerco e trovo
la carezza di un amico.
A me che sono cieco
quando, forte, chiudo gli occhi
nell’amore della Donna,
assaporando quel suo bacio.
A me che sono down
quando, perso, nell’abbraccio di mia madre
dolcemente allungo gli occhi,
che si perdon’in un sorriso.
A me che son barbone
quando, al freddo, d’una panchina
mangio pane e bevo birra.
E decanto qualche verso
a Chi semina parole
per il mondo degli Uguali.
A Chi in silenzio,
per amore del di-verso,
si vergogna del normale.
Zairo Ferrante
4-2-2011
Copyright©2011: http://zairoferrante.xoom.it/ (sito ufficiale di Zairo Ferrante)
( Tratta dal libro “I bisbigli di un’anima muta” – CSA-ed. 2011- e liberamente ispirata dalla lettura di “Io mi prendo cura di te” .Libro di Girolamo Melis e vera professione d’Amore verso il dis-uguale. )
*FOR ME WHO IS DIF-FERENT
For me who is dif-ferent
I pour me some verses,
I make grimaces
and sing-out-of normal tune.
For me who is gay
when, alone, I seek and find
the caress of a friend.
For me who is blind
when, boldly, I close my eyes
in the love of a Lady,
savoring this kiss of hers.
For me who is down
when, lost, in my mother’s embrace
I gently squeeze my eyes closed,
getting lost in a smile.
For me who has a beard
when, in the cold, on a bench
I eat bread and drink beer.
And I pour some poetry
for Whovever sows words
all over a world of Equals.
For Whoever in silence,
out of love for the dif-ferent,
is ashamed of the normal.
*Traduzione in inglese liberamente concessa dalla poetessa Californiana Ute Margaret Saine
INOLTRE, PER PARLARE SENZA DISCRIMINARE, INVITIAMO A LEGGERE UN ARTICOLO SUL BLOG DELLA GIORNALISTA VANESSA CAPPELLA: http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/07/26/siti-web-parlare-civile-il-prontuario-per-comunicare-senza-discriminare/1071829/
*Copertina di Vincere liberamente tratta da: http://www.girolamomelis.it/2011/04/eccomi-di-nuovo-davanti-te-giovanni.html