– contro la casta culturale italiana-

 

FUTURISMO POST-MARINETTI

– contro la casta culturale italiana-


Il centenario futurista, che volge al termine, dopo centinaia di eventi in Italia e all’estero, ha rivelato non soltanto la persistente attualità dell’avanguardia italiana, certo interesse sorprendente dei contemporanei, la sua continuità, dimostrata da alcuni gruppi “neofuturisti”, tutt’oggi attivissimi e persino anche interfacciati, ma anche – neppure in controluce- certa casta culturale italiana, anche nell’area futurista, che è tempo di smascherare e terminare.


Come magari suggerisce uno dei gruppi “neofuturisti” protagonisti del rilancio del Futurismo, con il volume cartaceo più importante uscito nel fatidico 2009, Divenire 3 Futurismo, (con saggi o testi degli stessi Roberto Guerra e Graziano Cecchini) a cura infatti dei Transumanisti di Riccardo Campa, Sociologo della Scienza (sede a Milano), Associazione Culturale Scientifica, sezione Italia del celebre Humanity +, la casa madre internazionale, movimento disseminato in circa 100 paesi, con illustri scienziati, intellettuali tra i suoi aderenti, (da Marvin Minsky e il fondatore Nick Bostrom a …Bruce Sterling, padre del Cyberpunk con lo stesso William Gibson..), il futurismo contemporaneo, al passo con il suo DNA autentico e originario, ha come interlocutori privilegiati proprio il mondo della scienza e la sua evoluzione tecnoscientifica. Può benissimo recidere il residuo cordone ombelicale con l’arte convenzionale e i suoi glossatori… storici o critici d’arte, criptici…, fuori sincronia con il divenire estetico stesso.


L’ambiente storico-critico ha svolto per il centenario un ruolo ambiguo, contraddittorio: importante per la divulgazione contemporanea e -suo malagrado- per il rilancio del futurismo: involontario effetto, perchè, quasi esclusivamente si è trattato di celebrazioni e archiviazioni, tranne rare eccezioni (come i transumanisti), in flagrante disInformazione e scarso aggiornamento culturale.


Dagli anni sessanta ad oggi, la continuità futurista è documentata nella cultura italiana: dopo Internet i fatti e tale continuità ulteriormente rintracciabile….Azione Futurista Roma-Ferrara(Rosso Trevi e chi scrive…), Netfuturismo, Connettivismo, Post Futurismo Oggi… Evidentemente la casta culturale italiana, anche quella d’area futurista, non naviga in Internet, oppure in malafede ignorano la continuità futurista.


Quel che sorprende non sono tanto certi storici o critici d’arte convenzionali, magari improvvisatisi a volte curatori di eventi del centenario futurista: sorprendono certi critici d’area futurista o dell’avanguardia sicuramente a conoscenza di certa continuità futurista: intellettuali neppure banali, anzi persino relativamente creativi, alcuni di loro persino a suo tempo contestati per le loro ricerche e rilancio stesso del futurismo storico, operazione encomiabile che oggettivamente sarà sempre ricordata…


Va da sé, quasi sazi, del Centenario, siccome non han detto una parola sulla continuità futurista, complici della storicizzazione generale e d’archiviazione della casta culturale italiana tout court.


Unica eccezione, tra gli storici d’area, l’eterno Luigi Tallarico, non solo da sempre promotore della continuità futurista, ma curatore di un paio di eventi centenari live (coinvolgendo anche almeno uno degli ultimi futuristi, il pittore Antonio Fiore Ufagrà) e puntualmente, autore del volume Futurismo: la Continuità.


Invece, ad esempio: Giovanni Lista, che pure collaborò attivamente nel secondo novecento, storico di grande spessore sia ben chiaro, con il gruppo sopravvissuto all’inquisizione post seconda guerra mondiale, ovvero Enzo Benedetto e nei fatti- la rivista Futurismo Oggi, attiva fino al 1993, interfacciata persino con il Moma di New York e il Centre Pompidau…, ha nell’anno del centenario poco evidenziato se non il contrario tale continuità.

Oppure, lo stesso Bonito-Oliva, padre della transvanguardia, altra mente certamente elevata: nel più importante special telvisivo sul Futurismo, il Futuro del Futurismo, trasmesso da Rai Due (Palco e Retropalco del 19 2 , alla vigilia del 20, data ufficiale di fondazione dell’avanguardia di Marinetti), dedicato ai centenari più significativi, con scansioni rapide su tali eventi, era tra i critici intervenuti, con lo stesso Giovanni Lista oltre a Giordano Bruno Guerri (quest’ultimo rara eccezione perchè sempre attento e alla storia e al suo evolversi).

Ebbene sia Lista che Bonito Oliva evidentemente non hanno mai guardato la trasmissione mandata in onda. Visto che tra i centenari era evidenziato anche uno dei pochissimi eventi centenari non solo celebrativi ma a cura di futuristi contemporanei attivi. Vale a dire il centenario di Ferrara, a cura di Azione Futurista di un certo Graziano Cecchini Rosso Trevi e il futurista ferrarese Roberto Guerra (ex Futurismo Oggi!), con la presenza stessa tra gli altri dei transumanisti Riccardo Campa e Stefano Vaj, persino via video clip Antonio Fiore e lo stesso Valerio Zekkini.


Altri storici ben noti d’area non han- per così dire- parlato! E così via.

Va da sé, siccome la conoscenza aggiornata è almeno patrimonio acquisito anche per la storia dell’arte, quale metodo di credibilità e autorevolezza, metodo scientifico, o meno, la disinformazione italiana contemporanea sul Futurismo e la sua continuità, confuta in sé, piaccia o meno, la stessa critica futurista convenzionale.


Terminiamola! Se non altro, anche, ci si permetta un vezzo ultraoggettivo uno di noi (Guerra), ha edito diversi saggi in merito, fin dal 1989 (!), lunghi o brevi, proprio anche su Futurismo Oggi, oltre ai volumi Marinetti e il Duemila e l’Immaginario Futurista del 2000, il primo appunto ristampato nel 2009 dai transumanisti. Quindi anche Guerra appartiene alla casta culturale di storici e critici d’arte (come virus ovvio!).


AZIONE FUTURISTA NEOFUTURISTI DINANIMISMO FERRARA ROMA AQUARA (SALERNO)


Roby Guerra

Graziano Cecchini

Zairo Ferrante

Maurizio Ganzaroli

– contro la casta culturale italiana-ultima modifica: 2010-01-23T14:53:00+01:00da zairo-ferrante
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