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Carlos Sanchez… segnali d’autunno

olive-moraiolo.pngSegnali

Questa brezza è di autunno
qualsiasi cosa dicano
a dispetto del sole
che stringe ancora i suoi denti.
Alcuni segni nel corpo
nella gente che ritorna.
L’olivo puntuale
ha notato il cambiamento
e matura in fretta i suoi frutti
i nidi del tetto
sono rimasti vuoti
le ocre in punte di piedi
camminano
per la campagna
per i boschi.
Così lentamente
vedo consumarsi
un altro pezzo
d’eternità.

Settembre – 2013

Señales

Esta brisa es de otoño
digan lo que digan
pese al sol
que aprieta aún sus dientes.
Algunas señales en el cuerpo
en la gente que vuelve.
El olivo puntual
ha notado el cambio
y madura de prisa sus frutos
los nidos del techo
han quedado vacíos
los ocres en puntas de pie
caminan por el campo
por los bosques.
Así lentamente
veo consumirse
otro pedazo
de eternidad.Visualizza altro

GUERRA E PACE di Carlos Sanchez.
*Versi ricevuti direttamente dall’Autore tramite social network.

Zairo Ferrante e il Dinanimismo sul primo blog di Poesia di Rai News 24 ideato e curato da Luigia Sorrentino

 

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zairo ferrante,pubblicato,rai news 24,blog poesia,rai,luigia sorrentinoAlcune poesie di  Zairo Ferrante, una sua breve biografia e l’incipit del 1° manifesto del Dinanimismo ( movimento poetico/artistico ideato dallo stesso Autore )  sono state pubblicate su “Poesia, di Luigia Sorrentino” (link RAI news 24: http://poesia.blog.rainews24.it/ ),  il primo blog di Poesia della Rai, ideato e curato dalla stessa L. Sorrentino dal gennaio 2011.

…Il blog si è in breve tempo affermato come uno dei principali mezzi di divulgazione della Poesia, della Letteratura e delle Arti in generale, in Italia e all’estero. Il primo riconoscimento di tale attività divulgativa è arrivato nel luglio del 2011, quando è stato assegnato a Luigia Sorrentino il Premio “Prata” (Premio Donna, Cultura e Comunicazione”…

L’intero articolo relativo a Zairo Ferrante può essere letto accedendo al seguente link ( Blog “Poesia di Luigia Sorrenti ” RAI news 24 – sez. La vostra Voce -: http://poesia.blog.rainews24.it/2013/08/28/la-vostra-voce-zairo-ferrante/

ELIANA FARINON e la sua emozionante interpretazione di: “Ti scrivo” – versi di Zairo Ferrante liberamente ispirati dall’omonimo componimento di G.Allevi –

 versione n° 1:

*VIDEO TRATTO DA: http://www.youtube.com/watch?v=gTrKVD_nE5k


versione n° 2: http://www.youtube.com/watch?v=y8w9i8JQAzA

 

untitled.pngELIANA FARINON LAZZARINO:

la trovi al seguente link http://www.trovalavoce.it/ita/88-farinoneliana.html

ma di seguito puoi scoprire qualcosa in più su di Lei…

Curriculum

 

Dizione e recitazione a Vicenza con Renato Stanisci.
Seminari, laboratori, teatro amatoriale a Vicenza e Torino.

Lavori realizzati

 
Conduzione radiofonica per dieci anni – quattro ore in diretta – cinque giorni la settimana. Redazione e lettura notiziari, rubriche, programmi con ospiti, realizzazione spot pubblicitari, intrattenimento.

Collaborazioni

 
Spot e comunicati radiofonici. Voce narrante in documentari, doppiaggio.
Reading di poesia. Presentazione eventi, figurazioni speciali.
Ho preparato un paio di giornalisti migliorando l’efficacia della loro comunicazione.
 

Caratteri

 
Dialetto veneto.
Canto.

 

“Memorie d’infanzia” di Carlos Sanchez…

Nessuna somiglianza

di

Carlos Sanchez

untitled.pngNacqui un 24 di dicembre
del quale conservo poca memoria
piansi il necessario
mi raccontarono
era migliore risparmiare forze
non drammatizzare
per essere in questo mondo.
Faceva caldo
appena cominciato l’estate
cantavano le cicale.
Antonio disegno un poema
in quel quaderno
adesso giallastro
che conservo.
Fu un Natale speciale
per la casa dei Sánchez
eravamo molto lontani da Betlemme
molto vicino alla stazione del treno
di Villa Pueyrredón
a Buenos Aires.

Ningún parecido

Nací un 24 de diciembre
del cual guardo poca memoria
lloré lo necesario
me contaron
era mejor ahorrar quizás
no dramatizar
por estar en este mundo.
Hacía calor
apenas comenzado el verano
cantaban las cigarras.
Antonio dibujo un poema
en ese cuaderno
ahora amarillento
que conservo.
Fue una Navidad especial
para la casa de los Sánchez
estábamos muy lejos de Belén
muy cerca de la estación del tren
de Villa Pueyrredón
en Buenos Aires.

*Versi, foto e traduzione ricevuti direttamente dall’Autore tramite Social Network.

Carlo Sanchez: “vizi ed altre virtù”

Bacco.jpgUn bicchiere di vino

di

Carlos Sanchez

Una corda senza nodo
un deserto senza sabbia
un duplicato
una palla da biliardo
che batte
una carezza senza mano
una resurrezione senza morte.
Così gli amici nuotano
nel mio bicchiere di vino.

Una copa de vino

Una cuerda sin nudo
un desierto sin arena
un duplicado
una bola de billar
que golpea
una caricia sin mano
una resurrección sin muerte.
Así los amigos nadan
en mi copa de vino.

*Versi ricevuti direttamente dall’autore tramite social network.

**Quadro “Bacco” di Caravaggio liberamente postato dalla redazione e tratto da: http://it.wikipedia.org/wiki/File:Bacco.jpg

SIGNORI, OGGI HO PERSO IL FILO

 

porta (magritte).jpgSIGNORI, OGGI HO PERSO IL FILO

di

Zairo Ferrante



 

Signori oggi, senza motivo, nel silenzio,

a voce alta, io vi dico: “ho perso il filo!”.

Sopra una nuvola color di rugiada

la strada ha trovato uno gnomo ghanese.

Uno scoiattolo rosa ha mangiato un’anguria

con un solo boccone ne ha staccato tre chili.

La parata è passata sotto la pianta di arance,

una scimmia e sbucata dal campo di prugne

sorridendo e strillando, come una mosca

ronzante, nel cielo turchino s’è tuffata spanciando.

Dalla sequoia gigante un lombrico è fuggito

quando sotto una panca una capra belante

s’è messa a gridare “viva le mamme, viva le nonne,

viva l’Italia bella come tutte le donne”.

Una talpa ruggente, avendola vista,

innervosita e infastidita, in piscina s’è buttata.

Nel frattempo, zitto zitto, un eschimese

venuto a vender cocco con gli schizzi

verdi e rossi di quell’acqua

il costume s’è inzuppato

e io disteso e senza fiato

tutto questo, per un poco, ho osservato

perdendo il filo, proprio quando,

vestito da pagliaccio come al circo con gli acrobati,

– a mio agio e pure arzillo, sembrando una bugia –

in questa vasca vera e pazza mi son catapultato.


ZF ( luglio 2013 )


*Foto quadro “La Porta” di Magritte postato liberamente dalla Radazione del blog.

**Video canzone: “Ahi Maria” di Rino Gaetano.



ELOGIO ALLE STREGHE – Giovanna Mulas (appunti, riflessioni prima di ‘Nessuno doveva Sapere, Nessuno doveva Sentire’)

giovanna mulas,attivista dinanimista,collaboratrice,estratto,edito,dinanimismo,ferrara,sardegna“Ma in Dio crede?”
“Non ho piu’ bisogno di credere.Ora so.”  (C.G.Jung)

“Uomo conosci te stesso, e conoscerai l’Universo e gli Dei che in esso dimorano”. Così e’ inciso sul frontespizio del Tempio di Delfi. Penso alle donne e non necessariamente ‘streghe’, reiette comunque e nonostante del passato e del presente, e penso ai Sileni di Alcibiade.
Si dice fossero immagini ad intaglio, fatte in modo da poter essere aperte e dispiegate. Quando erano chiuse riproducevano la simpatica immagine deforme di un flautista, aprendosi rivelavano lo splendore e
la purezza di un’immagine divina. “Avendone fatto esperienza, anche lo stolto sa”, dichiarava Omero. Gl’ impedimenti basilari per farsi un’idea della realta’ sono l’ imbarazzo e la paura che, ostentando i pericoli, distoglie dal prendere iniziative. Erasmo avrebbe scritto che la follia libera magnificamente da entrambi. Fra gli uomini si e’
in pochi ad ascoltare il suo richiamo, a comprendere per quanti altri
vantaggi riesca utile non vergognarsi e essere pronti al vivere, non sopravvivere. E del resto cosa e’ lavita degli uomini se non un gran teatro in cui diversi attori recitano la propria parte fino a che un regista (IL Gran Regista? Natura o Dio
Burlone) chiede loro di uscire dalla scena. Credo che l’augurio da fare ai nostri figli sia quello di riuscire a sottrarsi, con conoscenza illuminata da un istinto primordiale, agli abusi della ragione.
Al momento della creazione di Abbaccai, la mia strega-accabadora in ‘Nessuno doveva Sapere, Nessuno doveva Sentire’, mi chiedevo costantemente cosa poteva avvenire in una giovane vergine per non farle temere più la morte, quindi il sacro che l’accompagna. La sfida era far vivere un mito. Pure riflettevo sull’ iter che, si racconta, anticipa l’arrivo in loco dell’accabadora: quel levare ogni immagine sacra o amuleto dalla stanza del moribondo. Processando le streghe-reiette, i membri dell’Élite dominante non intendevano forse eliminare devianti o ribelli nel senso tradizionale della parola ma tentavano di rendere la comunità più omogenea, piu’ armonica: sostenevano gli ideali correnti del comportamento femminile. Una sorta di selezione della specie. Eppure, l’orientamento etico del Nuovo Testamento era opposto alla schiavitù come alla servitù troppo dura. Ogni enunciazione degli insegnamenti di Cristo sul perdono e l’amore, l’umiltà e la carita’ rappresentavano amaro rimprovero non solo di tutti i signori e padroni della terra ma anche della Chiesa stessa e dei prelati arroganti. Alexander King e Aurelio Peccei, fondatori del neo-malthusiano Club di Roma, nella prefazione al quinto rapporto al Club intitolato ‘obiettivi per l’umanità’ ’’ avvertivano: “si può
applicare la logica soltanto quando la gente e’ culturalmente preparata ad accettarne le severe necessità” (…)

Continua la lettura del pezzo dal Blog ufficiale di Giovanna Mulas:
http://giovannamulas.baab.it/2013/07/07/elogio-alle-streghe-appunti-e-riflessioni-prima-di-nessuno-doveva-saperenessuno-doveva-sentire/

*Estratto ricevuto direttamente da Ufficio stampa Isola Nera per Giovanna Mulas.

Carlos Sanchez: “Poesia è tutto quello che non si può dire al cellulare” – “Poesía es todo eso que no se puede decir al celular”

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Aggiustando la mira

di

Carlos Sanchez

Che bello non avere niente da fare
ed appoggiarsi nella s…crivania
bagnare la piuma nel calamaio
e scrivere le cose più sballate
che mi attraversano per la testa.
Che fortuna non pensare al futuro
non dilapidare i pensieri
in vecchi lamenti
in avvenimenti irreparabili.
Che bene si sente uno
afferrando ogni momento che si vive
riconoscendo questa sensazione di presente
di frutti maturi
questa unica e ultima verità.
La scoperta dell’istante
che completa la balbuzie del mio canto.
L’ora è una somma d’infiniti
la morte non ha niente da offrirmi.

Primavera 2013
Folignano City

Ajustando la mira

Qué bello no tener nada que hacer
y recostarse en el escritorio
mojar la pluma en el tintero
y escribir las cosas más disparatadas
que se me cruzan por la cabeza.
Qué suerte no pensar en el futuro
no dilapidar los pensamientos
en viejas lamentaciones
en acontecimientos irreparables.
Qué bien se siente uno
aferrando a cada momento que se vive
reconociendo esa sensación de presente
de frutos maduros
esta única y última verdad.
El descubrimiento del instante
que completa la tartamudez de mi canto.

El ahora es una suma de infinitos
la muerte no tiene nada que ofrecerme.

Versi ed immagine ricevuti direttamente tramite social network da : Carlos Sanchez

Ritratto di Famiglia… di Carlos Sanchez

Cronaca familiare

di

Carlos Sanchez

944425_4917691535378_148554035_n.jpgGrazie a questa fotografia
potresti ricostruire la festa
l’atmosfera di quel Natale.
C’è un primo piano sfocato
con brillo di bottiglie da sidro
di coppe di cristallo di Murano
piatti sparsi senza simmetria
su un tavolo forse di pino,
suggerito appena sotto i fiori
de un tovagliolo di filo di Scozia.
La zia Giulia suona il pianoforte
nostalgia di uno zio mai comparso,
nonna Maria col suo sguardo di comando
rattiene l’abbraccio dei miei nei loro valzer.
Indietro la cugina più grande
in uno dei suoi tanti smarrimenti.
Suo padre come sempre assente.
Il volto del nonno esemplare
insinua nella sua sana indifferenza
un regno di infinite scaramucce.
La zia Rosaria ostenta una creatura
nella culla delle sue braccia robuste:
Quello che appena è entrato in scena sono io
che adesso non ricorda a cosa pensassi.

In quel momento stavamo tutti
a contendersi un posto nella foto,
adesso lei è solo un pallido riflesso
un bollettino di guerra e di fantasmi.

Di “Alta Marea” Editora Quasar, Roma 2005

Crónica familiar

Por esa fotografía amarillenta
podrías reconstruir la fiesta
la atmósfera de aquella Navidad.
Hay un primer plano desenfocado
con brillos de botellas de sidra
de copas de cristal de Murano
platos esparcidos sin simetría
en una mesa seguramente de pino,
apenas insinuada bajo las flores
de un mantel de hilo de Escocia.
La tía Julia está tocando el piano
añorado un tío que nunca llegará,
la abuela María con su mirada
de expresiva alertando a las tropas,                                                                                             mis padres en un abrazo tímido
de vals. Más atrás la prima mayor
en uno de sus tantos extravíos.
Su padre como siempre ausente.
El rostro del abuelo es ejemplar
insinúa en su sana indiferencia
un reinado de infinitas escaramuzas.
La tía Rosario ostenta una criatura
en la cuna de sus brazos robustos:
ese recién entrado en escena soy yo
que no recuerda ahora en qué pensaba.


En ese entonces estábamos todos
disputándonos un lugar en la foto,
ahora ella es sólo un pálido reflejo
un boletín de guerra y de fantasmas.

**Foto e Versi ricevuti direttamente dall’Autore tramite social-network

Carlos Sanchez: A volte credo di essere alla fine: mi domando, alla fine di cosa?

Questa mia ginnastica – Esta gimnasia mía
di
Carlos Sanchez

carlos sanchez,versi,libro,poesia,dinanimismo,argentina,italiaSmarrito come un cane rauco
come una lucertola con impermeabile
transito per l’ampio viale di questa vita
senza freni né semafori verdi.
Sono un uomo moderno
informato dei contrattempi di questo mondo
vedo bruciare gli dei di cartone
ed il ruminare inesorabile della storia.
Penso che la poesia non mi giustifichi
e non riesco a spegnere questa ginnastica metafisica
con nessuna occasionale allegria.
A volte credo di essere alla fine:
mi domando, alla fine di cosa?

*Versi tratti Dal libro “La poesia, le nuvole e l’aglio”
– Librati 2009- e ricevuti direttamente dall’Autore tramite Social-Network

Esta gimnasia mía

Extraviado como un perro afónico
como un lagarto con impermeable
transito por la amplia avenida de esta vida
sin frenos ni semáforos verdes.
Soy un hombre moderno
enterado de los percances de este mundo
veo quemar los dioses de cartón
y el rumiar inexorable de la historia.
Pienso que la poesía no me justifica
y no logro apagar esta gimnasia metafísica
con ninguna ocasional alegría.
A veces creo que estoy en el final:
me pregunto, en el final de qué?

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