Nuove voci per il DinAnimismo: Miranda Baccini.
(1872) di C. Monet” postata dalla Redazione del Blog e liberamente tratta da:http://www.settemuse.it/pittori_scultori_europei/claude_monet.htm
TRATTO: http://www.girolamomelis.it/2017/12/da-odio-amore-furia-la-viva-morte.html
Il ‘successo’ come oggi s’intende, costruito a tavolino, legato a mera apparizione mediatica quindi al guadagno (e non importa che il mostrarsi significhi decadimento in una scala morale, uccisione della dignità umana.
Ma oggi ha ancora senso parlare di dignità?)
rimane pura illusione, destinata a stordirSi e stordire un pubblico già inebetito.
Ogni seria divagazione non è concessa.
Eppure, il pubblico è leone alla fame: alla lunga fiuta la bugia, e fagocita all’istante; lunedì ama il vitello d’oro, martedì, al primo cedimento del falso mito, è pronto a fonderlo e senza indugio. A cagare in testa, come le colombe, alla magnifica statua eretta in pieno centro. Come è giusto che sia del resto, per quanti riempiono portafoglio e pancia di sterile ambizione.
Camminare a pieni scalzi, di solo talento, volontà e conoscenza; un buon riferimento per le generazioni che verranno. Davvero, si avverte nella gente un forte, forte bisogno di purezza, una richiesta di ascolto disinteressato e lo vedo come un buon segno, nel cammino in questa società che ci vive. Il bisogno porta alla ricerca, a domandarsi un Perché, a non fermarsi ad una sola verità, quella normalmente presentata preconfezionata, pronta. Già domandarsi un altro Perché manifesta il volersi affacciare, perlomeno il tentare di uscire dalla caverna; premio, prima o poi, il sole.
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”…ma io ho la fortuna di trovare i fiori nella spazzatura” – dice Carla -. Cuffiette, la musica scorre, mentre cammina a piedi nudi sulla sabbia, a Sabaudia. ”Sai dire quanto amore hai dentro, un chilo di sabbia, un litro di mare, non lo sai , chissà chi avrà scritto questa canzone?” Per un istante pensa che sia del Palladini, quello che suona con la banda della Scolopendra. Il sottofondo musicale si interseca con la musica del mare ”Inventa quello che non c’è, ma se riesci a trovare quello che non c’è, allora hai qualcosa di tuo, non lasciarlo fuggire. Fermalo. Scrivilo e vivilo. Le storie sulla spiaggia non sono fatte per stare sole, da qualche parte c’è qualcuno che vive una storia, che si specchia nella tua, le orme dei piedi potrebbero intrecciarsi. Quel qualcuno non è tanto lontano da te, è l’ altra parte del racconto”. LUI cammina dalla Bufalara verso il canale fino allo ‘SCOGLIO, Carla invece parte da Torre Paola, si incanta ogni volta davanti a villa Volpi, poi prosegue, le streghe, le dune, l’oasi di kufra, il deliada, al canale torna indietro. Quando lei parte dalla Bufalara lui parte da Torre Paola. Sono anni che stanno scrivendo un romanzo a Sabaudia, ma non si intrecciano. Oggi il custode di villa Volpi, ”non scrivere altre pagine, perché non c’è niente di più riuscito di due storie che non si intrecciano. A Sabaudia sono diventato uomo, tutto mi è accaduto qui, quando mi sembra di aver afferrato un lembo di sabbia, l’immagine di una donna mi strattona, mi fa ruzzolare per terra. Ha il volto delle donne che mi hanno attraversato, devastato il corpo e ricostruito”.
Sembra una leggenda, il custode di villa Volpi mi parla di lei, un romanzo mai terminato, proprio come il mio. Per poterlo leggere bisogna unire i due stili, afferrare per un braccio il custode, come testimone, e supplicarlo: ”Raccontami!”.
“E allora non dovrei inseguirla, fermarmi ad aspettarla a villa Volpi, ma io non posso stare fermo, devo provare a trovarla per capire se i due incipit possano avere uno sviluppo.”
*Scritto ricevuto direttamente dall’Autrice.
E masticando la sabbia Carla cammina a piedi scalzi sulla sabbia, ogni volta corre tra le dune, poi fantastica di scrivere il suo best seller ambientato in quella villa che campeggia per la sua imponenza, la villa volpi, il suo sogno, diventare veramente la grande scrittrice che vive di diritti d’ autore, come recita una sentenza nel tribunale, dove è rimasta impigliata in una mattonella.
Carla della giustizia non ha più la minima fiducia, ha incontrato nel suo cammino diversi giudici che kATKA le fa solletico. Colleziona sconfitte incredibili, che suonano surreali. Cammina con l’ultima sentenza in mano, consapevole che questa storia può raccontarla solo a chi legge realmente i fogli.
Questa volta la realtà ha proprio superato la sua fervida fantasia.
I FOGLI pur portando il suo nome Carla Maini si riferiscono alle richieste di un’altra donna, che era sposata con un dentista, lei chiedeva invece all’ex marito la condivisione di spese scolastiche, di istruzione, ma le vengono respinte perché nella sentenza lei si è rivolta per le spese dentistiche ad un altro dentista. Vorrebbe conoscerlo questo ex marito dentista per farsi regalare un sorriso Durbans. La rete le consegna le immagini del suo giudice impegnato con dei giovani studenti in ”un processo farsa” un processo simulato, un gioco per spiegare che la giustizia è uguale per tutti….
Masticando la sabbia, scrive il suo commento ”nella realtà è tutto un gioco, a tua insaputa puoi diventare, in un’aula di un tribunale, l’ex moglie di un dentista, puoi ritenerti fortunata non sei finita in un altro fascicolo dove si dispone l’allontanamento del figlio, perché sei violenta ”Ciro il bagnino, che è diventato il suo psicanalista, la guarda scrivere, commenta,”sei una scrittrice troppo realista, ecco perché non diventi famosa, – Carla sorride – ( lui è l’unico che riesce a strapparle sorrisi ) “grazie dottore” – Ciro obietta – “non sono dottore”.
– Masticando la sabbia- anche io con la mia fantasia di scrittrice posso creare personaggi ,così come la realtà può farti diventare l’ attore e l’ attrice di un altro processo. Nel linguaggio giuridico solo oggi capisco perché si usa il termine attore, colui che spiega le sue ragioni, a insaputa gli attori e le attrici vagano nelle aule dei tribunali, vengono catturati da un giudice e vengono catapultati in un’altra commedia . Non scrivo tragedie greche, altrimenti ci sarebbe un finale tragico, quella che con un mitra fa una strage in un’aula del tribunale e correndo dice ”pensavo di essere sul set cinematografico sono scappata da un processo per banda armata ”.
*Racconto ricevuto direttamente dall’Autrice.
**Immagine postata dalla redazione e liberamente tratta da: https://it.wikipedia.org/wiki/The_Maiden_Heist_-_Colpo_grosso_al_museo#/media/File:The_Maiden_Heist_-_The_Lonely_Maiden.jpg
SENTIERI CHE SI SFIORANO E SI ALLONTANANO
il punto messo a fuoco era l’incendio
quello reale e quello immaginato
le radici protratte verso il cielo
i sentieri che scorrono verso me
e te e il nessun luogo e forse l’amore
scrivere è cosa facile se è di pioggia
e lo spirito dell’universo è una punteggiatura
ma non è più questo scritto di maltempo
non è il cielo né il suo aroma che si piega
è un modo di restare a osservare il vento
il raggio di luce ti sorprende alle spalle
s’irraggia nella linfa delle tue dita
lo sguardo intonato al canto di foresta
nuova irridescente di spirito errante
di cuore che batte sulla riva di un lago
e resta il disordine delle cose imparate
come attraversare strade in penombra
la mano che sboccia verso l’altra mano
il mondo che riappare verso un mondo diverso
uno spartito di fumo pietrificato e silenzio
è soltanto la mia una nota che sussulta
la frase bella decantata fra la cenere rossa
uno stormire di fogli bagnati dall’inchiostro
ti ho detto di quel sogno eh si l’ho detto
era un sogno senza gravità senza rumore
dietro il velo bianco un sorriso di luna azzurra
bello che i fuochi di una radura paion brutti
sorriso che unisce cielo e terra nell’autunno
e sulla soglia di un’aurora dischiusa ai tracciati
cicatrici che dipingono la notte come costellazioni
Giancarlo Fattori
( nel giorno delle nozze dell’amica Silvia Solari )
*Versi ricevuti direttamente dall’Autore.
**Immagine “Marc_Chagall_-_Sposa con Ventaglio” postata dalla redazione e liberamente tratta da: https://www.ameliste.it/magazine/le-tradizioni/costume/1403-il-matrimonio-rappresentato-dai-pittori
Mi estraneo
di
Maria Pellino
Mi estraneo per ricercare le mie radici
che il tempo e la fatica hanno reso fievoli e dure.
Non si sono esse mai distaccate
dal valore della vita
che reduce si è conficcata nel mio fianco
come scheggia di dolore.
Sia pure in vetta, la discesa agli inferi è stata facile
avendo assaporato l’affievolirsi
di un ideale non troppo influente.
In tal tempo d’inerzia è svanito l’oro dei figli
ed un’ora più triste si consuma.
*Versi ricevuti direttamente dall’Autrice.
SCHIAVO DI LEI
di
Fausta Dumano
Carla a piedi nudi sulla spiaggia intravede lui, prova una piacevole emozione, il ricordo, era una ragazzina con le treccine e i calzettoni, i primi amori, quelli impossibili, lui aveva già il fascino del tenebroso.
Si narrava che lo chiamassero ”lo sciupafemmine”, impossibile ricordare le avventure vere da quelle immaginarie del bel Massimo. La moglie, come tante mogli, sapeva, ma era consapevole che sempre a casa sarebbe tornato. La loro storia era scivolata come tante, tra un litigio, un broncio e un figlio.
Carla anche crescendo, le era rimasta quella passione, ma non era mai finita nel gioco ”di una botta e via”.
Una volta era salita sull’auto di lui, utilizzata come ”alcova”e caratterizzata da preservativi e fazzolettini .
Avrebbe voluto cambiarlo, trasformarlo, ma la parola fedeltà era una retta parallela che sfuggiva .
L’aveva rincontrato spesso, sorridendo all’infantile cotta. Sabaudia, estate 2017, un uomo con i primi segni del tempo sta giocando con la sabbia, una bimbetta gli si rotola addosso, si avvicina.
Incredibile è proprio lui, il bel Massimo attempato.
Basta poco per capire che quella bimbetta l’ha steso al suolo, gioca con la nipotina, senza neanche accorgersi che Carla ha ancora due tette da fantasticarci.
Salendo in auto per un passaggio in piazza, la scoperta, la macchina è un parco giochi, dal seggiolino ai giocattoli seminati in ogni dove.
I preservativi hanno ceduto il posto agli orsetti di peluche, ai fazzolettini imbevuti e profumati, non si fuma in macchina e come musica una canzoncina.
Fidati, pensa Carla, l’ unica donna che cambia un uomo, che lo rende schiavo suo, è solo la nipote.
Prova tenerezza, lei non è stata mai nipote, non ha cambiato nessun uomo, lo saluta, quella passione infantile si è chiusa nell’ estate 2017.
*Scritto ricevuto direttamente dall’Autrice.
DIPINTO OLIO, ORO E SWAROVSKI SU TELA INTITOLATO “EROS E THANATOS – L’ABBRACCIO DI RHAPSODY” MIS. 120 X 100 FIRMATO IN BASSO A DESTRA – GIANCARLA PARISI
http://www.ioricasadaste.com/1/lotto_95_stima_3_500_4_500_2_tornata_lotti_dal_92_al_112_5615235.html