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LETTERA PERSONALE DI ZAIRO FERRANTE

 

LETTERA PERSONALE AI FALSI RE-CENSORI

DI ZAIRO FERRANTE

MARGHERITA HACK 004[1].jpgMai e poi mai avrei pensato di dover scrivere queste parole, però purtroppo la buona fede , l’impegno ed i fatti, spesso non bastano ad azzittire i detrattori.

Spesso in questi mesi sono arrivate censure, accuse e critiche di ogni genere, ovviamente se le parole sono mirate a criticare la mia produzione artistica o i miei scritti le accetto volentieri e cerco di farne tesoro.

Cosa diversa è quando le critiche sono attacchi personali volti a manipolare ed in qualche modo a screditare quello che viene fatto con passione, amore ed impegno.

Ancora peggio è il cercare di “azzittire” il lavoro di una persona o di un gruppo di persone semplicemente perchè questi soggetti dicono il vero risultando così, come molte verità, scomodi.

Ma la cosa più orripilante è che questi attacchi vengono portati non sul piano artistico, ma sul piano politico, si è partiti dal dire che con i miei versi facevo politica (e questa è una cosa ancora accettabile ed in un certo senso gratificante ma comunque falsa ) fino ad arrivare a collocarmi tra le frange di estrema destra perchè vicino all’avanguardia letteraria artistica futurista.

A parte sorridere di questo luogo comune ormai rivisitato anche a livello storico, sento il dovere di riprecisare per l’ennesima volta un paio di cose, con la viva speranza che sia davvero l’ultima.

Io scrivo versi, espongo idee e pubblico notizie, non seguendo uno schema politico (rosso o nero per intenderci), ma secondo un criterio soggettivo di giusto o sbagliato.

Insomma dico e difendo quello che ritengo giusto e critico quello che ritengo sbagliato, indipendentemente dal colore politico.

Collaboro con persone non in base alla tessera che portano nel portafoglio, ma in base a quello che dicono e fanno.

Io ed, ovviamente, il mio lavoro accettiamo qualunque idea che venga manifestata nel rispetto degli altri, sempre secondo il sopracitato criterio di giusto o sbagliato.

Io, i miei collaboratori ed i miei amici facciamo, perlomeno in questa sede, arte e non ci sogniamo minimamente di mischiare una cosa tanto nobile con una tanto lurida (purtroppo è così che ultimamente è diventata), come la politica.

Però, credo anche che al di fuori di questo ambito ognuno è libero di manifestare la propria idea socio-politica, senza per questo essere emarginato o screditato sul piano artistico e credo, soprattutto, che questo debba valere anche per tutti gli illustrissimi critici che dicono di fare arte, ma che poi si ritrovano ad attaccare il colore politico!!!

Insomma mi sono letteralmente rotto “la scatola” (ed ho usato il singolare volutamente, così potete tranquillamente scegliere voi tra la destra ed la sinistra) di questi mezzucci da quattro soldi, usati per attaccare chi esprime liberamente la propria idea, tra l’altro, artistica e non politica.

Ripeto, io sono libero, giudico da uomo libero e classifico in tutta libertà le idee come giuste e sbagliate, quindi con me possono lavorare, collaborare (ovviamente sul piano artistico) e pranzare sia rossi che neri, sia milanisti che interisti, sia gialli che bianchi, senza che le loro personali idee sociali e politiche (purchè legali e rispettose dell’uomo e della società) influiscano sul nostro rapporto.

Ora per chiudere in bellezza, vi chiedo: ma secondo voi Graziano Cecchini, futurista del terzo millennio, nel suo blitz al 1°Maggio ha chiesto la tessera di un partito ai giovani presenti?

Ed inoltre, per semplificare il lavoro ai miei carissimi re-censori, in modo da evitare loro falsi voli pindarici, di seguito aggiungo un paio di informazioni su di me con la speranza che, una volta per tutte, capiscano che ogni cosa ha un suo tempo ed una sua sede e che nella vita bisogna anche arrendersi all’evidenza, se non per amore della società quanto meno per amor proprio.


Zairo Ferrante oltre ad essere: scrittore, poeta, ideatore del dinanimismo (movimento poetico artistico), simpatizzante/collaboratore del movimento (sempre artistico) futurista, studente di medicina e grande tifoso interista; è anche un ragazzo con una propria idea politica che ha sempre manifestato (ovviamente nelle sedi e nei luoghi opportuni) senza, per questo, perdere le proprie capacità critiche e la propria dignità.

A conferma di quanto detto viene di seguito riportato un pezzo di qualche anno fa, tratto dal sito ufficiale del pdci (sezione fgci) di cui lo stesso Ferrante era membro effettivo, sia  del direttivo cittadino che provinciale, della sezione di Ferrara:

MARGHERITA HACK INAUGURA LA MOSTRA SU CHE GUEVARA

(ndr. vedere foto)

La Federazione Giovanile Comunisti Italiani ha inaugurato la mostra “Il Che per immagini e parole. Rassegna su Ernesto Che Guevara” presso la sede del PdCI di Via del Turco 22/A a Ferrara. L’esposizione, che resterà aperta fino al 30 aprile prossimo (visitabile gratuitamente dal lunedì al venerdì dalle 16 alle 18), è stata illustrata da Francesca Ricci, Ferrante Zairo, Massimiliano Marzola, i quali hanno a più riprese richiamato il valore dell’impegno civile e morale di Che Guevara nella lotta contro le ingiustizie e le prevaricazioni, evidenziando al contempo l’attualità della tenacia per la difesa e la liberazione dei popoli oppressi.
Ospite d’onore del pomeriggio è stata Margherita Hack, candidata alla Camera dei Deputati per il Partito dei Comunisti Italiani, la quale ha approfittato dell’occasione per richiamare lo stato di sofferenza nel quale versa la ricerca in Italia, con una marginalità ed un precariato che aggravano una situazione, profondamente indebolita dal governo dal governo degli ultimi cinque anni. “E’ necessario – ha concluso la Hack – dare nuovo impulso alla ricerca scientifica, per far ripartire il nostro Paese, per essere competitivi, per ridare fiducia nel futuro ai nostri giovani”.


TRATTO DA: http://www.pdci-ibarruri.it/fgci1.htm

25 APRILE-1°MAGGIO

 

DESTRA O SINISTRA?

IL DINANIMISMO SCEGLIE LA STORIA

di ZAIRO FERRANTE


quarto_stato1.jpgA cavallo tra il 25 aprile (festa della liberazione) ed il 1° maggio (festa dei lavoratori) il dinanimismo ha deciso di schierarsi con la Storia.

Si proprio con la Storia, quella strana ed irrazionale stella che brilla di luce propria, quell’oggetto misterioso che se tramandato oralmente o scritto sui libri dà sempre lo stesso risultato.

Avete capito benissimo!

Parlo proprio della Storia, quella misteriosa signora che da sempre unisce donne, uomini e bambini di diversa provenienza ed estrazione sociale guidandoli verso un unico obbiettivo che si chiama Libertà.

Parole imparziali che da sempre resistono perfino alla politica che invano cerca di cambiarle, nasconderle e strumentalizzarle.

Insomma, il dinanimismo (movimento indipendente e libero) tra destra e sinistra sceglie la Storia, essere pulsante sopra le parti, guerriero che a spada tratta da sempre difende la dignità e l’anima dell’uomo, parole ferme, concetto immutabile, carte che per quanto si possano mescolare daranno sempre lo stesso risultato.

Ed ecco che, sicuro che la Storia continui a resistere e ad indicarci la strada, vi dedico questi versi dell’insuperabile Francesco De Gregori con l’augurio che la vostra Storia vi accompagni sempre, con l’augurio che la nostra storia non ci lasci mai.

La Storia

La storia siamo noi, nessuno si senta offeso,
siamo noi questo prato di aghi sotto il cielo.
La storia siamo noi, attenzione, nessuno si senta escluso.
La storia siamo noi, siamo noi queste onde nel mare,
questo rumore che rompe il silenzio,
questo silenzio così duro da masticare.
E poi ti dicono “Tutti sono uguali,
tutti rubano alla stessa maniera”.
Ma è solo un modo per convincerti
a restare chiuso dentro casa quando viene la sera.
Però la storia non si ferma davvero davanti a un portone,
la storia entra dentro le stanze, le brucia,
la storia dà torto e dà ragione.
La storia siamo noi, siamo noi che scriviamo le lettere,
siamo noi che abbiamo tutto da vincere, tutto da perdere.
E poi la gente, (perchè è la gente che fa la storia)
quando si tratta di scegliere e di andare,
te la ritrovi tutta con gli occhi aperti,
che sanno benissimo cosa fare.
Quelli che hanno letto milioni di libri
e quelli che non sanno nemmeno parlare,
ed è per questo che la storia dà i brividi,
perchè nessuno la può fermare.
La storia siamo noi, siamo noi padri e figli,

siamo noi, bella ciao, che partiamo.
La storia non ha nascondigli,
la storia non passa la mano.
La storia siamo noi, siamo noi questo piatto di grano.

L’ANIMA NEL SUO INFINITO DIVENIRE

“L’ANIMA NEL SUO INFINITO DIVENIRE”

di Liliana Ummarino

**Quadro “abstraction” della stessa Artista

abstraction liliana ummarino.JPG

IL PARADOSSO DELL’INFINITO APPLICATO ALL’ARTE:

PER QUANTO SI CERCHI DI USCIRE DALLA LOGICA DELLA RAGIONE
NON SI RIESCE    AD IMMAGINARE L’INFINITO.
LA NOSTRA MENTE,LA NOSTRA CONDIZIONE UMANA CI SPINGONO
A CONSIDERARE IL TEMPO E LO SPAZIO NELLA CONCEZIONE
DELLA DURATA DELLA NOSTRA ESISTENZA.
SOLO ATTRAVERSO LE EMOZIONI E “L’ANIMA”
CHE PRESCINDONO DALLA MATERIA DEL NOSTRO ESSERE,
SI PU0′ ACCETTARE L’IDEA DI UNA CONTINUITA’COSTANTE
CHE PRECEDA E PROLUNGHI LA VITA DI OGNI CELLULA E ATOMO
CHE COMPONE LA MATERIA DELL’UNIVERSO TANGIBILE.
ATTRAVERSO L’ISTINTO E LA FANTASIA DELLE EMOZIONI,
L’ARTISTA RIESCE A TRACCIARE UN IPOTETICO SEGMENTO
COMPIENDO UNA IPERBOLE CHE SI DISTACCA DALLA TRACCIA
CONTINUA DELL’INFINITO CREANDO UN PARADOSSO TRA UNA OPINIONE
COMUNE CHE SI RIVELA FALLACE ATTORNO AD UNA CRITICA
PONDERALE E COMPIUTA RIVELANDOSI CONTRARIA
AD OGNI RAGIONAMENTO.
DIVERSI ARTISTI CON LE LORO OPERE ASTRATTE,
INFORMALI, FIGURATIVE, CONCETTUALI, SIMBOLICHE, HANNO DATO FORMA
ALL’IDEA DELL’INFINITO INTERPRETANDONE IL MISTERO,
IL FASCINO DELL’IGNOTO E LA DRAMMATICITA’ DELLA IMPOTENZA
DI SCINDERE LA COSAPEVOLEZZA DATA DA UN PRINCIPIO E UNA FINE
DALL’ASTRAZIONE DELL’ETERNITA’.
OGNI UOMO CHE SI RICONOSCE NELLA SUA DIMENSIONE DIVINA
PORTA A TERMINE IL PROGETTO CHE HA DATO VITA ALLA SCINTILLA
CHE LO HA CONCEPITO.
NELLA TENSIONE VERSO L’INFINITO L’ARTE STESSA
COMPIE IL SUO TRASCENDIMENTO.

L.U.

             L’INFINITO E L’ARTE

VIAGGIO NELL’INFINITO SULLE ALI DELLA FANTASIA.
PORTO CON ME UN BAGAGLIO FATTO DI SPERANZE,
DI IDEE…….
MI FERMO AD OGNI STAZIONE.
LA MIA VALIGIA E’ ENORME, MA LEGGERA,
COME UN ILLUSIONISTA NE ESTRAGGO NASTRI COLORATI,
CAPPELLI DI CARTONE, STOFFE DI VELLUTO.
MI COLORO IL VISO DISEGNANDO SORRISI E LACRIME.
IN OGNI LUOGO LASCIO LA MIA IMPRONTA
IMPRIMENDOLA NELLA POLVERE DEI SOGNI.
NELL’INFINITO NON INVECCHIERO’
PERCHE’ NON AVRO’ MUSCOLI ,OSSA, SANGUE.
SARO’ PURA ENERGIA, SARO’ LUCE,
SPIRITO, FANTASIA,
SARO’ MUSICA, DANZA,
SARO’ PASSIONE, AMORE,
SARO’ ARTE…..

L.U.

** Questa ed altre opere degli artisti dell’ Ass. artistica ARTARVALIA DEL XV MUNICIPIO DI ROMA saranno esposte nella MOSTRA collettiva:  ” L’INFINITO E L’ARTE” Presso:

BIBLIOTECA MARCONI
via CARDANO 135 ROMA
DAL 12 AL 19 APRILE 2010

 

LA PAROLA DINANIMISTA

 

DINANIMISMO (Movimento Poetico Rivoluzionario delle Anime): UNA SEMPLICE PAROLA!

Istruzioni per l’uso dedicate a Critici ed Artisti scettici.

di

Zairo Ferrante


Ormai lo ripeto spesso, il DinAnimismo non è un movimento, non mira a diventare un contenitore di artisti.

Non vuole, assolutamente, avere pittori e scrittori tra i suoi seguaci e non chiederà mai una tessera a nessuno.

DinAnimismo è una semplice parola, che vuole descrivere un movimento dell’animo umano dettato dall’opera d’arte.

Tale movimento deve essere un sensuale tango tra l’artista ed il pubblico, un movimento attivo in entrambi i casi.

DinAnimista è ogni opera d’arte indirizzata all’uomo con lo scopo di evidenziare contraddizioni, situazioni nascoste o disagi insiti nella società.

DinAnimista è l’artista che si prefigge, per mezzo della sua produzione, di “scavare” nell’animo umano, di offrire un nuovo punto di vista alla gente, di entrare in sintonia con la folla.

Si fa DinAnima ogni volta che, tramite l’arte, si vuole interrogare il fruitore stesso dell’opera portandolo inevitabilmente a porsi delle domande ed impegnandolo attivamente nella ricerca di risposte.

Con questa semplice parola si vuole inaugurare l’alba di una nuova era, in cui Arte, mass media e progresso tecno-scientifico devono, assolutamente, collaborare per informare, sensibilizzare ed aiutare l’uomo nel suo incessante divenire.

Questi appena espressi sono, tra l’altro, concetti già evidenziati perfettamente in diverse opere d’arte che avevano il chiaro scopo di sensibilizzare, contestualizzare, ammonire, spronare o informare l’uomo sulla società e sul possibile futuro (basti pensare all’ Urlo di Munch, a Guernica di Picasso, a numerose opere di De Chirico, al “Disertore” splendida poesia di Boris Vian o all’intera produzione Futurista).

Adesso però, tenuto conto dell’incessante e veloce evolversi del mondo, occorre esaltare ancora di più questo ruolo sociale e psicologico dell’arte, spronando energicamente l’artista a percorrere queste, non nuove ma mutevoli, strade.

Ecco perché è nata questa nuova parola ed ecco perché gradirei che il DinAnimismo diventasse espressione di un Movimento Artistico (e non solo Poetico) Rivoluzionario delle Anime.

In conclusione, quindi, auspico che questo nuovo e simpatico termine inizi presto a fluire dalle bocche dei Critici e ad entrare nei cuori degli Artisti più scettici; affinché l’arte possa davvero ritornare a disposizione della gente, sposarsi con le loro anime e supportarle in questo meraviglioso e futuribile viaggio che si chiama vita.


Zairo Ferrante

L’Arte Futuribile: miti ed obbiettivi da perseguire

 

CAMBIARE LA STORIA PUO ‘…

… QUANDO L’ARTE INCONTRA LA RESISTENZA!

ovvero

(L’Arte futuribile: MITI ED Obiettivi da perseguire)

*

RITA BORSELLINO E VINCENZO CAROFALO.jpg


 

Che vedete questa è una semplice foto di Che Risale al 2003.

L’evento è uno di Quelli importanti “Primo Premio Nazionale” Città di Torre S. Susanna (Br) “, dedicato ad una personalità Particolarmente Che si è distinta in ambito Nazionale.

Quest’articolo, però, Potrebbe anche finire qui se non Fosse per il Fatto Che quel premio Venne commissionato ad uno degli indiscussi Maestri del nostro tempo, il pittore brindisino d’origine ma internazionale per fama, Vincenzo Carofalo, la CUI attività artistica basata anche sulla ricerca “dell’Uomo nell’attimo d’essenza” Stata è, negli anni, riconosciuta da numerosissimi Uomini illustri del panorama culturale italiano ed internazionale (Dario Fò, Renato Guttuso, Remo Brindisi, Ernesto Treccani e non ne cito altri Onde Evitare Che La lista Diventi esageratamente lunga).

Ma non finisce qui … infatti uno Ricevere l’Opera / Premio nel 2003 fu Rita Borsellino, sorella del Giudice / Eroe Paolo Borsellino.

Donna carismatica ed “Ambasciatrice di speranza” che, proprio Dopo la precoce scomparsa del Fratello, Decise di Mettere da parte gli abiti di farmacista e madre dedita alla famiglia, sacrificandoli delle Nazioni Unite per idea.

Quell’idea si chiamava “Resistenza”!

Il nemico contro CUI quell’idea si fiondava si chiamava (e purtroppo si chiama) Mafia!

I frutti di quell’idea si chiamarono (e per fortuna si chiamano) “Carovana antimafia” e “Libera”!

Ma, ancora e per la terza volta, quest’articolo Potrebbe finire qui se non mancasse un ultimo tassello, della fantasia figlio ed a me tanto caro.

ESISTE Elemento che, vive, combatte e che io cercando sempre “vo ‘”: La Poesia!

Poesia Quella che vorrei sentir sgorgare come acqua viva Dalla bocca della gente.

Che dovrebbero esaltare quell’Idea Che miracolosamente diventa eterna se si “Parole schianta” contro una tela.

Non versi fatti di lettere, punti e virgole ma Suoni Che cantano l’anima:


** Ascolta, ascolta. L’accordo

Politica della vile

a poco a poco

più sporco

si fa sotto il pianto

Che cresce;

ma un canto vi si mesce

più Roco

Che di laggiù in vendita,

dall’umida strada remota.

Più sordo e più fioco

s’allenta, si spegne.

Solo una nota

ancor trema, si spegne,

risorge, trema, si spegne.

E Riparte s’ode la voce dal mare.

O terra s’ode su tutta la

crosciare

l’argentea pioggia

Che spegne

tramandata l’IRA

Secondo la progenie

più triste, triste uomini.

Ascolta.

La figlia della Piovra

è muta, ma i figli

dell’Uomo ricattato,

il futuro,

cantano in gruppo unanime

Mai con voi, mai con voi! …


Idee, Tele e Parole tenute insieme da un collante Che si chiama convinzione.

Convinzione Che la Storia non SI PUÒ Cancellare ma, se lo si vuole veramente, la SI PUÒ cambiare!

Idee, Tele e Parole tenute insieme da un collante.

Collante Che si chiama futuro.

Libero Futuro e sognato anche che,, con gli ingredienti Appena Citati si Dovrebbe assolutamente perseguire.


Zairo Ferrante


 

 

* Foto gentilmente Concessa dal Maestro Vincenzo Carofalo


** Versi tratti Dalla poesia “Piange Il Cielo” di Zairo Ferrante


Per Seguire le iniziative dell’attivissima Rita Borsellino: http://www.ritaborsellino.it/


Per ammirare le splendide opere dell’Artista Vincenzo Carofalo: http://www.facebook.com/profile.php?id=100000349098153&ref=ts


Per leggere “Piange il cielo” Nella sua interezza:

http://e-bookdinanimismo.myblog.it/archive/2009/12/26/prima-azione-dinanimista.html

 

 

 

 

 

 

 

SAGGIO SUL DINANIMISMO

 

IL DINANIMISMO NON E’ FUTURISMO MA…

di ZAIRO FERRANTE

 

con Note tratte dal libro di Bruno Giordano Guerri


Come si può ben intuire dal titolo, il DinAnimismo non è e non sarà mai Futurismo, e tantomeno si rifà direttamente ad esso.

Appare però anche chiaro che nel titolo di questo breve saggio c’è un “ma”.

Piccolo particolare che, come spesso accade, può fornire ulteriori indicazioni delineando meglio alcuni punti che pur non essendo palesemente espressi possono rivelarsi importantissimi nella comprensione del neonato “movimento poetico rivoluzionario delle anime”.

Quando si parla di Dinanimismo si parla di poesia, di anima ed in modo più generale anche di letteratura , ma nello stesso tempo si parla anche d’Avanguardia se non altro in termini di contestualizzazione ed ecco che come tale non può non essere in qualche modo collegata al Futurismo ed al suo messaggio frutto di una sola “testa” quella di Filippo Tommaso Marinetti.

Il perché ogni avanguardia costruita sulla gente, per la gente e con la gente abbia a che vedere con il Futurismo è meravigliosamente espresso nel libro edito da Mondadori “Filippo Tommaso Marinetti invenzioni, avventure e passioni di un rivoluzionario” del sempre attento e puntuale Bruno Giordano Guerri e di cui riporto alcuni passi con la viva sicurezza che quello che ho nel cuore e nella testa diventi dopo più chiaro per tutti:

…produsse (riferito a Marinetti) un dinamismo intellettuale inesausto, animando, rinnovando e stimolando energie, spingendo se stesso e il suo movimento in campi d’azione sempre più ampi, nella sfida all’immobilismo di una borghesia indolente e provinciale…

…Un poeta perché seppe cogliere la bellezza del gesto, le suggestioni della parola e le possibilità dell’immaginazione nelle pieghe del vivere comune, nel divenire di una società sconvolta…

…sapeva -avendo capito per prima- che dal Novecento in poi non avrebbe vinto chi aveva più passato, ma chi fosse in grado di anticipare il futuro…

… i tanti movimenti che hanno fatto la storia del Novecento appresero dal futurismo che era possibile archiviare il passato e formulare i principi di un'<<arte dell’avvenire>>.

…Quello di Marinetti è un invito, valido ancora oggi, a non prendersi sul serio, a scovare le ragioni del torto, a ridere delle nostre ipocrisie, a superare le meccaniche razionalistiche della saggezza con la gioia visionaria dell’entusiasmo di essere uomini:…

…c’è, insomma, una matrice futurista nei nostri comportamenti, sedimentata come una normale, quotidiana abitudine…questa matrice determina la sua attualità postuma e si manifesta nella volontà, oggi diffusa, di scoprire obbiettivi inediti, entrare in conflitto con la nostra epoca, abbattere pregiudizi e fantasmi imposti dal conformismo, di qualsiasi colore sia…Marinetti…intuì che non avrebbe più prevalso la qualità intrinseca del prodotto culturale, ma la sua capacità di diffondersi in tutti gli spazi informativi possibili, in tutti gli ambienti sociali e culturali.

Per questo, l’arte deve incontrare le masse, farsi realmente democratica dilagando ovunque.”

Ecco che il DinAnimismo esalta e difende proprio l’Arte come possibile figlia dell’Anima, intesa anche come “volontà di scoprire obiettivi inediti” in grado di sostenere l’uomo nel suo futuro imminente.

Ecco che il Dinanimismo auspica il ritorno ad un’ “arte democratica” che si pone come obiettivo primario il dialogo con la “massa”.

Ecco perché il Dinanimismo non può, non deve e non vuole dimenticare il passato, ma attuale e futuribile, messaggio Futurista.

 

DINANIMISMO ED INDIVIDUALITA’ di Barbara Cannetti

 

 

Alcune considerazioni sul DinAnimismo di Barbara Cannetti.

Zairo Ferrante ha scelto due termini ricchi di suggestioni: anima e dinamismo. Dalla loro fusione, è nato un lemma accattivante – ossia ‘DinAnimismo’ – con cui lo scrittore non desidera individuare un nuovo movimento letterario, né focalizzare, più in particolare, una corrente poetica.

Leggendo l’ e-book che Ferrante dedica al DinAnimismo, si scopre che, in realtà, si tratta di una sorta di dichiarazione d’intenti o, meglio ancora, di una espressione d’amore per tutto quel che è poesia, arte, sentimento.

Gli esseri umani, infatti, non possono esimersi dal provare sensazioni ed emozioni durante il corso della loro vita. La sfera emotiva non può, però, essere affidata alla mera razionalità; ecco quindi l’importanza di affidarsi alla creatività artistica, per veicolare sentimenti e turbamenti.

In questo campo diviene, a mio avviso, estremamente riduttivo parlare di definizioni, anche se la tendenza dell’uomo è, da sempre, quella di catalogare, classificare, delineare e quindi affidare un significato razionale ad ogni singolo aspetto della società, della vita e del mondo stesso e, di conseguenza, anche ad ogni modalità espressiva.

Ragionando per compartimenti stagni, però, è facile che si creino delle gabbie socio – culturali complesse e difficili da valicare. Se alcune di queste limitazioni alla libertà individuale sono necessarie per regolare le relazioni umane e la vita sociale, altre appaiono del tutto inutili o arbitrarie. Ricordiamo, ad esempio, le restrizioni causate da più elementi eterogenei, come la necessità di sentirsi accettati e diventare parte integrante di un gruppo. Si può trattare, di volta in volta, del nucleo familiare, di una cerchia di amici, dei colleghi di lavoro…

Questo è un campo molto complesso, in cui gli aspetti normativi si confrontano e si coordinano con quelli economici, relazionali, sociali ed in cui l’individualità del singolo è diventata meno forte, fino ad arrivare, in alcuni casi limite, a soccombere. Siamo, infatti, diventati sempre meno bravi a parlare di noi stessi e sempre più bravi a confonderci col gruppo. L’individualità è però molto importante perché ci ha permesso e continua a permetterci di vedere noi stessi sia come singoli, sia in rapporto agli altri.

La poesia – da sempre – ha un ruolo importantissimo nell’analisi dei sentimenti umani e nell’indagine interiore, perchè è in grado di assumere in sé una valenza multipla. È una pluralità espressiva che si somma alle classiche categorie di opposti, in apparenza più rigide ma che in realtà si declinano – a loro volta – in infinite dicotomie o, per usare una immagine di Ferrante stesso, “un ponte” tra dentro e fuori, tra luce e buio, tra soggetto ed oggetto, tra singolo e gruppo…

La necessità di costruire un ponte tra rive opposte, si ritrova in ogni azione umana, perché se l’uomo è anche anima, nessuno può restare isolato, tagliato fuori dalla propria sfera soggettiva. Da qui nasce l’importanza del dialogo che ciascun individuo sa intavolare con se stesso ed con il proprio cuore.

Quella di esprimere i propri sentimenti è una necessità che il mondo moderno sembra aver dimenticato. Se ci si guarda attorno con attenzione, però, è una pratica molto più sviluppata di quanto si creda. Ha solo cambiato forma e luogo poiché si realizza sempre più spesso attraverso siti internet e blog personali.

Queste moderne forme di diario, più o meno delineate – rappresentano degli importanti tentativi di esprimere sentimenti e valori. Se un tempo il diario e la poesia erano prevalentemente questioni private, ora – in epoca di reality show e di globalizzazione – coloro che sentono la necessità di parlare di sentimenti, lo fanno in modo diverso, utilizzando anche le nuove tecnologie che, in teoria, ne rendono più semplice la diffusione.

Ha perciò ragione, a mio avviso, Ferrante quando afferma che non è assolutamente vero che la poesia non è un discorso per pochi eletti, elite di cultura superiore. Il problema maggiore, sta piuttosto in quella mancanza di ascolto che oggi sembra diventare sempre più forte e diffusa.

L’incomunicabilità e la mancanza di ascolto, non riguarda solo le terze persone, dato che gli uomini tendono ad ascoltarsi sempre meno (soprattutto in termini di tempo). Tutto questo si declina in un disinteresse per la lettura in generale e per la poesia – da sempre, come detto, espressione dell’umanità e dei sentimenti – in particolare.

Ed ecco che Ferrante ci propone, come terapia, proprio una maggiore diffusione della poesia: ogni individuo dovrebbe iniziare o riprendere non solo a leggere, ma anche a scrivere versi, perché il testo poetico, pur non essendo una panacea, ha potenzialità immense.

Alle carenze divulgative della poesia concorrono però, inevitabilmente, anche le scelte economiche ed editoriali delle case editrici e delle librerie, nonché l’educazione ricevuta. Spesso la ricerca di una silloge non risulta facile, a meno che non si tratti di testi ed opere dei grandi poeti classici.

La scarsa diffusione ha fatto sì che si diffondesse la convinzione che le raccolte liriche sono destinate a pochi. Utilizzando una terminologia commerciale, si è affermato che si tratta di un prodotto di nicchia.

Ma le poesie, oltre alla sfera dei sentimenti, possono toccare infinite tematiche ed attraversare più problemi sociali e, quindi – almeno da un punto di vista teorico – non conoscono limiti. Si trovano, ad esempio, splendide liriche che parlano di politica, di guerra, di dittatura, di cultura…

In una parola, i poeti si occupano anche della società in cui vivono…

Il tema della globalizzazione è, tra questi, sempre più importante, poiché diventa metafora di quella perdita di cultura che si crea ogni volta che si perde di vista la propria realtà locale ed individuale. La poesia dialettale, in particolare, nasce proprio per rievocare e mantenere vive le radici di un luogo, di un paese, di una comunità. I registri linguistici, ovviamente, variano in base a molti aspetti, tra i quali c’è anche il tipo di messaggio poetico che si vuole veicolare. La poesia religiosa, ad esempio, è diversa da quella di denuncia. La prima è, molto spesso, più dolce e musicale, mentre la seconda risulta più forte sia nel timbro che nelle immagini evocate.

In molti testi poetici, indipendentemente dal tema principale trattato, si ritrova il tormento dell’essere umano che è sempre alla ricerca di qualcosa e che mai è realmente soddisfatto di sé o di quel che lo circonda. La poesia, proprio perché mette a nudo le anime, porta a galla questo variegato mondo di sensazioni, immagini, odori e colori. Per questo il poeta, veicolando i propri messaggi, permette alle opere poetiche di diventare tessuto connettivo dello spirito e del cuore. Non dimentichiamoci che la poesia si ritrova anche nelle canzoni, nella prosa lirica, nei diari personali, nelle lettere…

Nella poesia che Ferrante sogna e desidera diffondere, l’aspetto formale – pur essendo importante – deve rimanere secondario rispetto alla capacità dei testi di veicolare messaggi, perché tutto possa rimanere sempre e comunque riconducibile all’anima degli uomini ed all’aspetto intimo delle cose.

Solo gettando le proprie maschere, l’uomo può ascoltare la propria anima e può, di conseguenza, evitare di inaridirsi, alienarsi, ripiegarsi su se stesso, come avviene se si continua sulla strada del non ascolto.

Per Ferrante, il DinAnimismo è un movimento etereo. Ciò mi ha colpito perché, in qualche modo, questa affermazione ricorda che l’uomo, proprio come necessita di aria per vivere, ha bisogno della propria interiorità per capire e capirsi.

Lo scrittore ci ricorda anche che la vita stessa è poesia. Spetta a ciascuno di noi capire e rendere visibile tutto questo. Il silenzio in questo senso diventa importantissimo, poiché permette di pensare o, meglio ancora, di sentire le sensazioni e quindi favorisce l’indagine interiore.

Tutto questo, ci dice Ferrante,è la voce dell’Anima, è istinto, è voglia di vivere, è uno dei pochi mezzi (insieme alla Musica ed alle Arti visive e figurative) che permette, a mio avviso, di dialogare in silenzio con noi stessi.”

Credo che tale messaggio sia molto importante. In un mondo che parla di inclusione, ma che ancora non riesce a valorizzare le capacità di tutti gli esseri umani c’è davvero bisogno di ritrovare forme espressive in grado di veicolare messaggi universali, affiancandoli alle impressioni individuali. Si sono perse le capacità degli oratori che raccontavano a memoria poesie, miti, leggende, aneddoti.

Ma la voglia di scrivere non deve perdersi perché ogni uomo ha in sé una innata capacità espressiva. Se la lingua dell’anima appartiene a tutti, allora tutti siamo potenzialmente poeti quindi fruitori consapevoli del messaggio poetico. Perché, scrive Ferrante, “l’importante è che sia Anima, l’importante è che si ascolti quest’Anima” per comprendersi e comprendere e per essere veramente consapevoli del presente, del passato e del futuro più prossimo.

Anche chi non condivide le idee di questo giovane scrittore, credo non possa non essere d’accordo con lui sulla necessità di rispettare e di lottare per la libertà delle proprie idee e dei propri valori, oltre che dei sentimenti.

Desidero chiudere queste considerazioni in pieno spirito dinanimista, ossia riprendendo una lirica di Marcos Ana:



La mia casa e il mio cuore
(sogno di libertà)

Se un giorno tornerò alla vita
la mia casa non avrà chiavi:
sempre aperta, come il mare,
il sole e l’aria.

Che entrino la notte e il giorno,
la pioggia azzurra, la sera,
il pane rosso dell’aurora;
la luna, mia dolce amante.

Che l’amicizia non trattenga
il passo sulla soglia,
né la rondine il volo,
né l’amore le labbra. Nessuno.

La mia casa e il mio cuore
mai chiusi: che passino
gli uccelli, gli amici,
e il sole e l’aria.

ANIMA E POESIA NEL FUTURO TRANSUMANISTA

ANIMA E POESIA NEL FUTURO TRANSUMANISTA

Documento Del DinAnimismo (movimento poetico rivoluzionario delle anime)


 

di Zairo Ferrante


 

Robot,umanoidi con circuiti di memoria infiniti, vita quasi illimitata, intelligenze potenziate artificialmente, colonizzazione di nuovi mondi da tutti,ora, considerati impossibili; il tutto condito da una miriade di poteri post-umani nel 2010 inimmaginabili.

Questo è uno degli scenari possibili che si prospetta in un futuro, forse neanche troppo lontano.

Pensiate sia fantascienza?

Beh lo era anche la penicillina agli inizi del ‘900, lo erano i robot negli anni ’40, la nanotecnologia negli anni ’50, l’adsl e le linee senza fili nel ’90, l’antimateria ottica nel 2000 etc. etc.

Ecco quindi che chiedo solo il beneficio del dubbio per queste mie parole, in virtù della formidabile evoluzione scientifica degli ultimi trent’anni.

Però immaginando tutto questo, io che sono un DinAnimista, mi chiedo: e l’Anima?…CONTINUA SU: http://zairoferrante.xoom.it/virgiliowizard/articoli-notizie/p

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