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SONETTO N°5 di Giancarlo Fattori

SONETTO N°5

di Giancarlo Fattori

 

Beethoven Sinfonia 5

Beethoven Sinfonia 5

Gli occhi mi chiude, questo dolce sonno:

per pochi istanti né lacrime né pena

sembrano uscir da turgida catena

che il cuore stringe in invernale affanno.

 

E pioggia e fango e lacrima consuma

il mio cammino tra gl’incantati regni,

come tra grandini volteggia una piuma;

 

e il fato, a volte, intarsia i suoi disegni

del volto tuo, splendente come schiuma,

nell’aura arcana di boschi antichi e legni.

*Versi ricevuti direttamente da Giancarlo Fattori ©2014

**Foto spartito V sinfonia di Beethoven postato dalla redazione liberamente tratto da: http://it.wikipedia.org/wiki/Sinfonia_n._5_(Beethoven)

Ipazia D’Alessandria… di Giancarlo Fattori

IPAZIA D’ALESSANDRIA

di

Giancarlo Fattori

Hypatia_portraitScorticare il pensiero, il corpo a brandelli,
spalmarne il sangue sulle mie labbra smorte,
usarti le chiome per farne flagelli

è gesto d’amore tra le fiamme contorte
dei libri che ardono come grandi lapilli,
dell’afrore lasciato di polvere e morte.

Inalare gli odori delle carni bruciate
come fossero droga, oh Ipazia adorata:
che non furono gli occhi, ma parole inchiodate

alla mia mente in volo -una vela gonfiata-
e che dentro i silenzi delle lande sognate
mi risuonano ancora come anima alata.

*Versi ricevuti direttamente da Giancarlo Fattori, ©2013

**Foto Ipazia Di Alessandria postata dalla redazione e liberamente tratta da da: http://it.wikipedia.org/wiki/Ipazia

Il dinanimismo presenta i versi del giovanissimo Pietro Mallegni…

Preludio in tristezza maggiore

di

Pietro Mallegni

0673Ogni alba, che hai visto,
ha segnato piano il tuo tempo,
ma perfetta, ha elogiato
il tuo giorno, con tutti i tramonti.

Possa capire quanto sia
inutile contare i minuti,
i secondi e le vite.

Siano fissi gli occhi al cielo,
fino a vecchi diventare,
per vedere se la notte,
ancora una volta, scompare.

Torna il sole, il buio passa,
il tempo conta, l’aria stanca
e di noi nessuno sentirà mai
la mancanza.

*Versi ricevuti direttamente dall’Autore tramite e-mail… scopri l’opera prima del giovanissimo Autore, solo 19enne: http://www.delbucchia.it/libro.php?c=482

**Foto liberamente tratta da: http://www.delbucchia.it/libro.php?c=482

Anche gli Angeli ascoltano… ( piccolo omaggio a Rilke ).

L’UMILTA’
 
 di Zairo Ferrante
(Inedito)
 
225px-GabrieleAngelo bianco che vesti
 
gli abiti degli umili.
 
E – coll’ali fulminee
 
color di nebbia
 
e lacrime neve
 
di brina, celanti
 
diamanti eptagonali –
 
spargi per il mondo
 
il tuo splendore.
 
 
 
Io ti prego.
 
 
 
Dona a me le briciole
 
della tua candida Umiltà.
 
 
 
Fa che la mia bocca non si riempia d’oro e alloro
 
quando celebra il mio percorso.
 
 
 
Donami la semplicità
 
nel narrare la mia vita.
 
 
 
E che mai possa io parlar
 
con ghigno spavaldo
 
all’uomo mio compagno.
 
 
 
Questo io ti chiedo.
 
 
 
E con queste poche
 
e semplici parole,
 
secche come rami
 
ma di nuove rose,
 
mi nascondo, tacito
 
e furtivo, nell’ infinita
 
ed umil Tua Bontà.
**Foto quadro: Arcangelo Gabriele. Josè Camaròn Bononat. Sec XVIII, liberamente tratta da http://it.m.wikipedia.org/wiki/Arcangelo_Gabriele

 

Da Beppe Costa… un Ponte

IL PONTE

DI

BEPPE COSTA

10455368_522327351200584_5374913422218785114_nArriverai ancora

io in attesa

nessun perdente

 

si coprirà

d’applausi la platea

i tuoni

si muteranno in suoni

la musica

ti coprirà i seni,

le gambe e i violini

copriranno quel tetto opprimente

ch’appariva

appena un mese fa

 

Sarò direttore d’orchestra

“per te”

 

Un ponte teso

di triste memoria

a uccidere inganni

 

Sarà libero il tempo

tempo giusto e sano

nell’averti vicina

come fossi

unico lavoro per me

 

Dagli occhi

compariranno

nuvole sagge

e il cielo resterà inquieto

nel temuto abbandono

 

Torneremo ai libri

alle lettere

senza conti

e tempi imprevisti

d’altre assenze

 

Ti coprirò le mani

d’acqua libera di mare tracce

 

come fossi io

ad avere ucciso

quella morte che incombe

e non si rassegna

all’inganno breve

di così breve esistenza

 

Sarò ancora

il tuo maestro di danza

come avere

le tue chiavi di casa

e catene di fiori

per non

rivederti partire

*Per vedere il video: beppe costa:”il ponte”, musica: René Aubry, video: Stefania Battistella: https://www.youtube.com/watch?v=5uB9JEeoCrI&feature=youtu.be

**Versi pubblicati dalla redazione del blog con il consenso del Poeta Beppe Costa

 

Carlos Sanchez e il suo impaccio… poetico

Questo impaccio mio 

A Cecilia Sánchez

41JHDVR9TkL._SX200_Se un’altra volta tornassi ad interrogarmi
io ti risponderò nella stessa maniera
forse farei gesti come di non capire:
ti chiederei di ripetere la domanda.
Non ho certezze da confermarti adesso
a stento una manciata di parole appassite
ordinate dall’azzardo della memoria:
rami di un bosco di alberi pietrificati.
Ho avuto una volta una vita casta per osare
che adesso certamente per nulla rimpiango
e che senza superbia tornerei a ripetere
come quel lucido poema di Kavafis;
alcuni muscoli dilatati per il fervore
in una somma di esercizi inutili
un ritratto della signora speranza
un poco assonnata fra le mie braccia.
Si rilego l’elenco pochi rispondono all’appello
le battaglie hanno prodotto infinite stragi
e se controllo le voci del bilancio
le cifre si comportano come formiche
arrampicandosi sulle toppe dell’anima.
Ti chiedo perdono per questo mio impaccio:
potresti provare a ripetere la domanda?

Di “Alta marea” Edizioni Quasar, Roma, 2005

Este empacho mío

A Cecilia Sánchez

Si otra vez volvieras a preguntarme 
yo te contestaría quizás de la misma manera 
haría gestos como de no entender:
te pediría que repitieras la pregunta.
No tengo certezas que confirmarte ahora 
apenas un puñado de palabras mustias 
ordenadas por el azar de la memoria:
ramas de un bosque de árboles petrificado.
He tenido una vez una vida casta para osar 
que ahora ciertamente para nada añoro
y que sin soberbia volvería a repetir 
como aquel lúcido poema de Kavafis;
algunos músculos dilatados por el fervor 
en una suma de ejercicios inútiles 
un retrato de la señora esperanza 
un tanto adormecida entre mis brazos.
Si releo el elenco poco responden al apelo 
las batallas han producido infinitos estragos 
y si controlo las voces del balance 
las cifras se comportan como hormigas 
trepándose sobre los parches del alma.
Te pido perdón por este empacho mío:
¿podrías probar a repetir la pregunta?

De “Alta Marea” Ediciones Quasar, Roma, 2005

*Versi ricevuti direttamente dall’autore tramite social network.

Versi d’Autore Italo-Argentino.

Imperdonabile
di
Carlos Sanchez

orologio-300x245È che cercando il miracolo 
si è addormentato il bambino 
nelle tue braccia 
la mela matura 
è caduta dall’albero 
la parete si è spaccato 
il soffitto 
gocciola 
le opportunità 
si è fatto frantumi 
lo specchio si è rotto.
Hai cambiato scarpe 
malinconie 
furtive certezze.
Aspettando il miracolo 
si sono fatti notti 
i giorni 
veloci gli anni.
Cercando e sperando 
sperando e cercando 
lascerai la tua occasione
senza uso 
ammucchiata 
ingarbugliata 
tra le cose 
della casa.

Folignano City, 2014 

Imperdonable

Es que buscando el milagro
se ha dormido el niño 
en tus brazos
la manzana madura
ha caído del árbol
la pared
se ha resquebrajado
el techo
gotea 
las oportunidades
se han hecho trizas
el espejo se ha roto.
Has cambiado zapatos
melancolías
furtivas certezas.
Esperando el milagro
se han hecho noches
los días
veloces los años.
Buscando y esperando 
esperando y buscando
dejarás tu ocasión
sin uso
amontonada
enredada
entre las cosas
de la casa.

Folignano City, 2014

*Versi ricevuti direttamente dall’Autore tramite social-network.
**Foto orologio molle di Dalì liberamente postata dalla Redazione del blog e tratta da: http://www.culturaeculture.it/2013/07/the-dali-universe-a-sorrento/39388#

Nuovi versi di Carlos Sanchez: ecologia e poesia!!!

Droga ecologica

di

Carlos Sanchez

amazzonia-cascata-620x465Mi sono drogato 
in questa domenica di settembre.
L’aria era sottile nelle alture 
il mio volo lento 
i profumi intensi.
Alcuni campi arati 
mi ricordavano Klee 
e la luce rimbalzava 
sulla macchia dei boschi 
si annidava nelle rocce 
colava per le vene 
tracciati dall’acqua.
Nessuno era assente 
nessuno interferiva 
in questa solitudine essenziale.
Come era lento 
il mio cuore usato 
come erano dilatate 
le antenne delle mie mani.
All’inizio dell’autunno 
con la mente silenziosa 
mi sono drogato 
naturalmente 
di immensità.

Setiembre 2012 
Folignano City 

Droga ecológica

Me he drogado
en este domingo de septiembre.
El aire era sutil en las alturas
mi vuelo lento
los perfumes intensos.
Algunos campos arados
me recordaban Klee
y la luz rebotaba
sobre la mancha de los bosques
se anidaba en las rocas
chorreaba por las venas
trazadas por el agua.
Nadie estaba ausente
nadie interfería
en esta soledad esencial.
Come era lento
mi corazón usado
como estaban dilatadas
las antenas de mis manos.
Al inicio del otoño
con la mente callada
me he drogado 
naturalmente
de inmensidad.

Septiembre 2012
Folignano City

*VERSI RICEVUTI DIRETTAMENTE DALL’AUTORE TRAMITE SOCIAL NETWORK.

**Foto postata dalla redazione del blog e liberamente tratta da: http://www.latitudeslife.com/2012/04/ecuador-il-cuore-nativo-dell%E2%80%99amazzonia/

Giancarlo Fattori … di un amore folle

…agapimou fidella protinì…

di

Giancarlo Fattori

paolo_e_francescaAncora t’amo d’un amore disperato

come di freddo al giunger della sera,

oltre quel promontorio annebbiato

ove nel buio si desta la bufera;

le acque scure in gravido agitarsi

a me si volgon come feroce fiera,

e in lunghe tracce i sentimenti arsi

si fanno cenere, portata via dal vento,

senza lasciar al cuore di curarsi.

 

E quando Zefiro, dai suoi refoli cinto,

le tue gote sfiora, avvolte dai capelli,

lasciando sguardi in un lontano punto,

guardan le tracce profonde come valli;

il vento ed io, avvolti da un rimpianto

e dalle età come avvolti da mantelli,

il corpo tuo già tramutiamo in canto,

e nell’attesa più lunga d’un istante

giungono raffiche dal tono virulento.

 

Oh mia Penelope dal viso affascinante

rimiri il mare tra i sassi dei miei sogni,

il passo mio s’imprime palpitante

lungo le sabbie, o nei relitti arcigni;

il volto mio a lungo hai tessuto

in fitte trame di onirici disegni,

quindi snodavi il telo sconosciuto

per ricomporlo nel desiderio vivo,

quando la tela diventa di velluto.

 

Ora che il tempo funge da lenitivo,

ora che hai colto i miei fiori recisi,

le brume tue, che in fremito lambivo,

ridanno vita ai miei giardini lisi;

una sull’altra un spumeggiar di onde

fanno ricami dei mari imprecisi,

finché l’aurora, errando, ci confonde,

come confonde i sensi il tuo profumo,

che nell’oblio s’impregna e si diffonde.

 

Oltre lo specchio, tra nuvole di fumo,

il ventre innanzi, e dell’amor stanchezza,

l’uomo che ero s’è dissolto in grumo

di rughe arate dagli anni e da incertezza;

ma da ogni buio v’è vita che sortisce,

che a volte ha forma di gentil carezza,

a mo’ di luce che fulgida colpisce

le nubi dentro, più simili a tempesta,

e che fan chiara l’oscurità che cresce.

 

Qui sul mio letto mi sento alchimista,

tra le lenzuola d’un timido giaciglio,

tramuto in oro il palpito, la vista,

amplessi e baci avvolti in un groviglio;

e tesso chiome coi fili tuoi d’argento,

e di ricordi ne faccio strano intruglio,

come ferite a guisa d’ornamento

che rendon chiare l’effigi di due vecchi

che dell’età ne han fatto appagamento.

 

Siam fuochi spenti all’ombra di bivacchi,

siamo cristalli, al suolo in mille pezzi,

dello splendor rechiam soltanto gli echi

di gesta antiche e di racconti grezzi;

eppure il sole ancora ci consuma,

e si riflette nei nostri tratti mozzi,

e così t’amo, mentre la notte sfuma,

noi soli insieme in questa vicinanza,

mentre nel cielo la luna si frantuma.

 

E ci condanna l’eterna convergenza

d’errar, cercarci, e ritrovarci ancora,

e ancor d’amarci come di dipendenza,

ché la ferita non chiude e non infiora;

il volto stanco sul seno a riposare,

odor di mare come libeccio a prora,

qui sul tuo corpo mi lascio naufragare

con il sapore salato dei tuoi baci,

e non v’è altro che voglia ricordare.

 

Così che t’amo, di nuovo tra le braci,

a te legato da turgida catena,

sfiorando appena gli occhi tuoi loquaci

il mio veliero conduci a notte piena;

salpando ancora verso sperduti porti

il viaggio guidi, a guisa di polena,

tra gli orizzonti dai connotati incerti

l’anima tua mi sembra d’ascoltare,

e non son più capace di scordarti,

mentre la rotta non smette di mutare.

*Versi ricevuti direttamente da: ©giancarlofattori2014

**Foto quadro “Paolo e Francesca” postata direttamente dalla redazione del blog e liberamente tratta da: http://www.castellodigradara.it/paolo-e-francesca/

E sboccia la primavera…nella poesia di Carlo Sanchez

Prudenza primaverile 

di

Carlos Sanchez

04_primavera_bigIn mezzo a questo silenzio 
che non ha uguale 
lo stesso sole di sempre 
adesso parla 
della primavera 
che verrà 
e nella pelle 
nei pensieri 
nelle idee 
gocciola un beveraggio 
di fiori profumati.
Fuori continuano 
a peggiorare le cose 
ingrassando il malessere 
dei conti 
ristagnata l’idea 
del paradiso terreno.
La rassegnazione non sarebbe 
durante il camino 
un buon consigliere.

Folignano City, 2014 

Prudencia primaveral

En medio de este silencio
que no tiene igual
el mismo sol de siempre
ahora habla
de la primavera 
que vendrá
y en la piel
en los pensamientos
en las ideas
gotea un brebaje
de flores perfumadas.
Afuera siguen 
empeorando las cosas
engordando el malestar
de las cuentas
empozada la idea
del paraíso terrenal.
La resignación no sería 
un buen consejero
en el camino.

Folignano City, 2014…

*Versi ricevuti direttamente dall’Autore tramite social network.

**Foto postata direttamente dalla redazione e liberamente tratta da: http://www.meteoweb.eu/2014/03/ambiente-cnr-ecosistema-a-rischio-a-causa-della-primavera-anticipata/268873/

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