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“Finalmente il vaccino”: quadro&versi di Antonio Fiore e Zairo Ferrante

“Finalmente il vaccino”

quadro&versi

di

Antonio Fiore Ufagrà e Zairo Ferrante

 

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Tempesta infinita

s’agita tra gli uni

e gli altri, inermi.

Barche alla deriva

crollano gli uomini

scorrono sul mare

bare rosse e bianche.

Pallide storie si fanno

confuse al meriggio.

Gomitolo di colore

nel caotico rumore

d’una stanza chiusa.

Sfiancato dalla disperazione

sul balcone della vita, seduto

s’arrende pure il più forte.

Poi luce, bagliore, un lampo.

Punto all’orizzonte, via via

sempre più grande, speranza

giunge ai viandanti stanchi.

Un nuovo inizio, riparte,

daccapo voltola il mondo.

*Quadro: Antonio Fiore Ufagrà – “Finalmente il vaccino”, 2021, acrilico e plexiglass su faesite, cm. 35 x 45.

**Versi: Zairo Ferrante – “Finalmente il vaccino”, 2021 – liberamente ispirati dal quadro di Antonio Fiore Ufagrà.

Il senso del bello nell’era “social” (…da Botticelli a Chiara Ferragni): versi di Zairo Ferrante

La Venere Social
di
Zairo Ferrante
CatturaLa venere rinasce
eclissi o luna nuova
un’era social, questa
di finti e vuoti Botticelli.
Resiste ancora la bellezza
soltanto confondendosi
nella stanza degli specchi
tra like, instagram e fotofiltri.
Ai barbari poco importa
del tempo amaro e
di tutto il resto.
Scivola questo fiume
menti e cuori
spesso disinteressati.
Eppur ci salverà ancora,
come un tempo antico,
il bello che mai muore.
Zairo Ferrante 09/2020 – inedito-

Versi di Giancarlo Fattori… a Sarasvati.

INNO D’AMORE A SARASVATI

di

Giancarlo Fattori

Escultura_de_la_IndiaPer te mi arde in cuore il fuoco di Brahma,
la mente mi tramonta, si schiude già la luna,
torrente luminoso che spuma dopo spuma
spargi nardo e incenso sulla tua folta chioma:
raccogli questo canto, raccogli il mio dolore,
risveglia la mia mente com’è desta questa fiamma,
tramutala in incanto, tramutala in chiarore
che nella conoscenza s’accende e poi divampa.

Tu che sei più bella d’una goccia di rugiada,
tu che delle acque sei Dea, sei Regina,
trasfigura in una danza questa fulgida mia pena,
rendila fluente come scorre questo fiume
prima che divenga di luce una cascata:
tu traghetti il cuore tra una riva e l’altra,
spargi semi buoni, fertilizzi la mia terra,
e illumini la notte anche se è un fioco lume.

Gli amanti, nella notte, già perdono il respiro,
si fondono al divino che tra loro giace,
travolti dall’amore smarriscono il sentiero,
smarriscono sé stessi in tenero stupore,
s’inebriano del tuo profumo, del tuo canto,
del mondo trascendente che ammanta l’orizzonte,
e tu che t’ergi splendida come cielo teso a Oriente
m’intrecci carne e anima d’una mistica visione.

Sotto queste fronde io mi tendo come un arco,
m’immergo nel tuo flusso, t’attendo come sposa,
mi lascio trasportare da tutti i mutamenti,
m’insegni ad evocare il sacro suono antico,
scelgo l’infinito e questo fiume da vergare:
tu sei l’incantesimo d’un oceano in movimento,
attendo il tuo fragore spezzarmi la risacca,
t’accolgo, sulla pelle nuda lascio un varco.

Giancarlo Fattori 

20/01/2020

*Versi ricevuti direttamente tramite e-mail.

**Immagine statua di Sarasvati liberamente tratta da: https://it.wikipedia.org/wiki/Sarasvati

Per non dimenticare “il giorno della memoria”

VERSI DI MARIA PELLINO

Nessun ricordo

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Nessun ricordo  restituisce oggi pace al grido del tempo sul ciglio della ferocia.

Un fiume di intrecci antropici, toppe di pelle sgualcita, svanisce
nel miasma macilento
 di una sorte inviolata.
Acre l’odore di gesti che si dimenano tra l’eco vivo delle paure.
Folle lo schizzo
di quel falso genio
che a sé  richiama
anime rese nefaste

dalla sua fragilità.

°Versi ricevuti direttamente dall’autrice tramite email.
°°Foto tratta dal film “Il bambino con il pigiama a righe”.

C’ERA UN MEDICO Inedito Zairo Ferrante

C’ERA UN MEDICO

Inedito 

Zairo Ferrante

Scienza-e-Carità-Pablo-Picasso-analisi-768x605Seduto in riva al fosso

in un posto chiamato malattia.

La brina lo bagnava, stanco

e il sole l’asciugava, fresco

– tra sudore e luci al neon -.

Una tenda, bianca come il cuore

candido, di quel bimbo che

negli occhi lo fissava.

E madri e padri, l’ascoltavano.

C’era un medico che curava.

C’era un Uomo che parlava.

Ma tutto passa in quest’anfratto

in questa briciola di galassia,

tutto si disperde al suono della legge.

Perfino la Parola, quella vera,

s’azzittisce e si smarrisce.

E ricordo un Uomo che parlava

con quell’Anima che guariva.

 ©Zairo Ferrante (Inedito – Ferrara – 2019) –   https://sito.libero.it/zairoferrante/    –http://www.italian-poetry.org/zairo-ferrante/

*Quadro: “Scienza e Carità” di  Picasso, postato dalla redazione eliberamente tratto da https://www.arteworld.it/scienza-e-carita-picasso-analisi/

Dic 8, 2019 - Senza categoria    No Comments

Sulle pagine del Dinanimismo ritorna Rita Stanzione con “Dove i fuochi dei pianeti”!

Dove i fuochi dei pianeti

di 

Rita Stanzione

                                                                              Un giorno di settembre, il mese azzurro,
tranquillo sotto un giovane susino
io tenni l’amor mio pallido e quieto
tra le mie braccia come un dolce 
sogno

(Bertolt Brecht)

 

mario-sironi_il-ciclista-1916_800x600Non si può dire, che avesse

conoscenze.

Forse erano passaggi

labirinti muti dove riflettere un buongiorno

una coincidenza di vedute.

Più volte sentirsi pronunciare il nome

dall’anonimato di ombre discorsive.

Scherzare pure, solo per scherzo

avendo malinconia da tagliare con una lama.

 

L’hanno visto su una bicicletta

andare incontro all’autunno

con la barba più chiara e lunga di sempre.

Forse il vecchio e il cielo erano in sintonia

esclusiva, nel clima inquieto delle chiese vuote.

 

E laggiù in fondo –in apparenza fondo

c’è da sempre un arenile di perle;

hanno detto

si è finalmente disteso

dove i fuochi dei pianeti, ricominciano.

 

Rita Stanzione, nata a Pagani e vissuta un periodo a Milano, risiede attualmente a Roccapiemonte (SA). Docente, con alla base una formazione pedagogica, completata da studi in campo scientifico. Si dedica alla scrittura perché non vada perso il pensiero, per comunicare, per sperimentare, perché convinta che non sia stato già tutto raccontato. Oltre che di poesie, è autrice di haiku, altri componimenti simili e brevi racconti. Molti suoi testi sono presenti in siti e riviste di letteratura nazionali e internazionali (anche tradotti in altre lingue). Collabora con il Movimento letterario UniDiversità di Bologna, quale autrice della Collana viola e della rivista tematica bimestrale Quaderni. Ha avuto importanti riconoscimenti in concorsi letterari. Un suo testo è stato selezionato per la rubrica Bottega di Poesia de La Repubblica. Ha fatto parte della giuria, e tuttora continua l’esperienza, in premi letterari nazionali. Ha all’attivo più raccolte di poesie: L’inchiostro è un fermento di macchie in cerca d’asilo, Libreria Editrice Urso – marzo 2012; Spazio del sognare liquido ed. Rupe Mutevole collana Heroides – maggio 2012; Versi ri-versi, Carta e Penna editore – novembre 2012; Per non sentire freddo, ebook Editrice gds Diffusione Autori – dicembre 2012; È a chiazze la mia bella stagione, Libreria Editrice Urso – marzo 2013; In cerca di noi, Collana Viola dell’Associazione Culturale UniDiversità – dicembre 2016; Canti di carta, Fara Editore – febbraio 2017; Di ogni sfumatura, Libreria Editrice Urso – marzo 2017; Grammi di ciglia e luminescenze 60 Haiku, Vitale Edizioni – agosto 2017.

*Versi ricevuti direttamente dall’Autrice.

**Quadro il ciclista – Mario Sironi 1916 – postato dalla redazione e liberamente tratto da: https://letteralmente.net/frasi/bicicletta

Il dinanimismo contro la violenza sulle donne; versi di Maria Pellino

Acerbo frutto 
di
Maria Pellino
violena_contro_le_donneRimarrai un acerbo frutto
Di schemi invisibili,
Un disordine di intensità
Che avviluppa le coscienze.
Dolce creatura di soave fattezze,
Ti accuseranno sempre di nuovi sacrilegi
E bruceranno il tuo intelletto abbandonando le sue ceneri sul ciglio delle strade.
La tua forza sgorga da un amore immensamente incomprensibile
Che nessun carnefice  potrà mai cogliere.
*Versi ricevuti direttamente dall’autrice tramite e-mail.

Versi di fine estate: “Il consumarsi del giorno” di Giancarlo Fattori

IL CONSUMARSI DEL GIORNO

(Dedicata a Elena S.)

di Giancarlo Fattori

RENOIR-In-summerNel consumarsi del giorno

l’eterno ritorno dolcemente sfuma:

vestigia dei blu più oscuri,

dei respiri più puri,

vertigine di noi più nera,

lo stordimento,

ai margini della sera.

Sei tu che mi svesti di fulgore,

quel turgido tremore

incatenato al nostro buio,

brughiera d’emozioni,

il ponte fra me e te

in un cercar di mani

 

e sguardi, lontani

nello svolgersi del tutto,

un eterno lutto che è

un susseguir di palpiti,

battiti d’ali nel vento,

mentre quel che sento

non è ancora un dolore nuovo.

L’onda si frange sullo scoglio

chiamandoci per nome,

e io che mi chiedo

come tu possa volgerti

e guardare, e poi salir le scale

lasciando vana questa tetra

 

stanza,

osservando il pianto

che adesso m’imprigiona

a tendere le redini del tempo,

cogliendo tra i sospiri le erbe amare,

il sottile amore che inciampa,

che ancora si stupisce

della morte d’una stella,

dell’implodere del cuore.

 

**Versi ricevuti direttamente dall’Autore.

**Quadro “In Summer” di Renoir, postato dalla redazione e liberamente tratto da: http://www.pausacaffeblog.it/wp/2015/07/estate-arte.html

Rita Stanzione sulle pagine del dinanimismo – “Infervorare l’Ombra”

Infervorare l’Ombra

Rita Stanzione

 

309a3Se l’implicare un gesto

è muta voce in graffio

assolvo l’orizzonte

in gemito, mia sponda unica

 

sorgi dentro me

daga di sole

per un gocciare aspro

 

e non sia calco, materiale:

ché mi comprenda un lume esiguo

 

e d’Ombra, lì assopirmi.

 

Nota bio-bibliografica

Rita Stanzione, nata a Pagani e vissuta un periodo a Milano, risiede attualmente a Roccapiemonte (SA). Docente, con alla base una formazione pedagogica, completata da studi in campo scientifico. Si dedica alla scrittura perché non vada perso il pensiero, per comunicare, per sperimentare, perché convinta che non sia stato già tutto raccontato. Oltre che di poesie, è autrice di haiku, altri componimenti simili e brevi racconti. Molti suoi testi sono presenti in siti e riviste di letteratura nazionali e internazionali (anche tradotti in altre lingue). Collabora con il Movimento letterario UniDiversità di Bologna, quale autrice della Collana viola e della rivista tematica bimestrale Quaderni. Ha avuto importanti riconoscimenti in concorsi letterari. Fa parte, insieme ad altri autori, del blog di poesia Comelacquasuisassi. Ha fatto parte della giuria, e tuttora continua l’esperienza, in premi letterari nazionali. Ha all’attivo più raccolte di poesie: L’inchiostro è un fermento di macchie in cerca d’asilo, Libreria Editrice Urso – marzo 2012; Spazio del sognare liquido ed. Rupe Mutevole collana Heroides – maggio 2012; Versi ri-versi, Carta e Penna editore – novembre 2012; Per non sentire freddo, ebook Editrice gds Diffusione Autori – dicembre 2012; È a chiazze la mia bella stagione, Libreria Editrice Urso – marzo 2013; In cerca di noi, Collana Viola dell’Associazione Culturale UniDiversità – dicembre 2016; Canti di carta, Fara Editore – febbraio 2017; Di ogni sfumatura, Libreria Editrice Urso – marzo 2017; Grammi di ciglia e luminescenze 60 Haiku, Vitale Edizioni – agosto 2017.

*Versi ricevuti direttamente dall’Autrice tramite social network

** Quadro – “Poveri in riva al mare” (1903) – Picasso – postato dalla redazione e liberamente tratto da: http://anni20parigi.blogspot.com/2013/03/jules-pascin-costitui-sicuramente-una.html

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