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Consigli di lettura dal Dinanimismo: il poeta Roberto Pazzi (Ferrara).

1024px-RobertoPazziIl Pazzi Poeta (ma anche Scrittore e Giornalista) è un Narratore visionario che continua imperterrito a frugare tra e nelle cose, alla ricerca del non-visibile. 

Versi che, come lame, squarciano il quotidiano per raggiungere la vera essenza delle cose, delle persone e delle situazioni. Piccole perle seminate tra le pieghe dei giorni, che continuano a scorrere inesorabili.

Zairo Ferrante

Di Seguito alcuni versi di Roberto Pazzi liberamente tratti da: http://www.italian-poetry.org/roberto-pazzi/

Il mio niente
Oggi verrei a casa tua,
farei questo lungo viaggio
solo per infilare questi versi
nella fessura sotto la porta,
non potrei rompere
il divieto di rivederci.
Niente, vorrei dirti,
solo questo niente.
Fu detto già tutto.
Da quando ci siamo separati
sopravviviamo,
siamo la rovina di quel tempo.
Ma questo mio niente dopo di te
mi sostiene e si rafforza,
cresce bene con gli anni,
si fa grande, muta la voce,
non vuole più stare con me,
esce sempre più spesso
a cercare altro niente,
inutilmente bello come fui.
I nostri occhi han fissato il sole,
non guardano più,
ricordano di aver visto.
A che servirebbe rivederti ?
Perderei il mio niente.
Di tutte le cose che potevo fare
ho sempre scelto una sola,
monco di troppe vite non fatte
tu sei il Niente che mi ha scelto.
E ti appartengo sempre.

Il treno ritarda
Il treno delle quindici e cinquantasei
partirà in ritardo, di venti minuti,
qualcuno stasera in una stazione
sotto i colli Euganei,
bestemmierà l’attesa,
qualcuno invece grazie al ritardo,
prima del Po,
riuscirà a prenderlo, quel treno,
e salirà trafelato e contento.

Per molti amati prima dei trent’anni
sono già defunto,
non li rivedrò mai più.
Per molti che mi vedranno fragile
vecchio non sono ancora nato,
devo ancora spuntare all’orizzonte.

Per altri, e sono i più,
non c’è nessuna linea,
nessuno orario da consultare.
Quel non essere per loro
è già la mia eternità.

Roberto Pazzi: Poeta, Scrittore e Giornalista.

Vive a Ferrara; nella città emiliana ha fondato nel 2014 la scuola di scrittura creativa Itaca, patrocinata dal Comune di Ferrara.

Ha frequentato il Liceo Ariosto della sua città poi si è laureato in lettere classiche a Bologna con Luciano Anceschi e una tesi in estetica sulla poetica di Umberto Saba). Dopo tre anni di docenza ad Urbino,ha insegnato nella scuola superiore e nell’università a Ferrara[1]antropologia culturale e filosofia della storia e a Urbino sociologia dell’arte e della letteratura.

Tradotto in molte lingue, ha esordito in poesia con una silloge apparsa sulla rivista Arte e poesia nel 1970, prefata da Vittorio Sereni. […] Dopo dodici anni di collaborazione esclusiva al Corriere della Sera, è opinionista di QN Quotidiano Nazionale (Il Giorno, Il Resto del Carlino, La Nazione) e all’estero è collaboratore di The New York Times. Leggi tutto su (+ fonte foto): https://it.wikipedia.org/wiki/Roberto_Pazzi#Biografia 

http://www.roberto-pazzi.it/roberto-pazzi/

“La casa dove vivo” inedito di Carlos Sanchez

La casa dove vivo

di Carlos Sanchez

160205380-eb462a11-346c-4500-85e5-774206a7f7c6Che tu abbia un buon giorno 
stimato mondo 
gli aironi stanchi
riposino nel lago 
che le lucciole illuminino 
le oscurità regnanti 
che le farfalle 
ci parlino 
della brevità del tempo 
i boschi 
della meraviglia del mistero 
lascia che i pianeti 
apparentemente statici 
si muovano 
che il vento pettini 
la sensazione 
di questa breve eternità 
in noi 
non ti preoccupare della filosofia 
di tante fantastiche 
teorie religiose
e di questo assurdo vizio mio 
di scrivere poesie 
il cane abbaia 
il lupo ulula 
la cicala canta 
la sua estate.
Degli uomini 
se puoi 
cura la malattia del domani 
la barbarie dei regni 
la ferocia degli imperi.
Sii benigno 
con la brutalità 
di quelli che cercano di devastarti 
avvertili 
come tu sai fare.
Anche se ora 
essendo come sono 
appena di passaggio 
ti ringrazio la luce 
che hai messo nei miei occhi.

Folignano City, 2017

La casa en donde vivo

Tiene un buen día
estimado mundo
deja que las garzas cansadas
reposen en el lago
que las luciérnagas iluminen
las oscuridad reinante 
que las mariposas
nos hablen 
de la brevedad del tiempo
los bosques
de la maravilla del misterio
deja que los planetas
aparentemente estáticos
se mueve
que el viento peine
la sensación 
de esta breve eternidad
en nosotros
no te preocupes
de la filosofía
de tantas fantásticas 
teorías religiosas
y de este absurdo vicio mío 
de escribir poesías
el perro ladra
el lobo aúlla
la cigarra canta
su verano.
De los hombres
si puedes
cura la enfermedad
del mañana
la barbarie de los reinos
la ferocidad
de los imperios.
Se benigno
con la brutalidad
de los que intenta devastarte
adviérteles
como sé que eres capaz.
Aún
estando como estoy
apenas de paso
te agradezco la luz
que has puesto en mis ojos.

Folignano City, 2017

*Versi ricevuti direttamente dall’Autore tramite social network.

**Foto postata dalla redazione e liberamente tratta da: http://www.repubblica.it/solidarieta/diritti-umani/2015/04/23/news/bambini_in_guerra-112650668/

Salvatore Toma… A Great Poet… a trent’anni dalla sua scomparsa… articolo di Carlo Infante.

paesaggio-1In marzo cade il trentesimo anniversario della prematura scomparsa di Salvatore Toma, notevole ed eccentrico poeta magliese, studiato anche all’estero e ricordato come Totò Franz ed anche come A Great Poet… a ricordarcelo è Carlo Infante dalle pagine di “leccecronaca.it”.

Di seguito riportiamo una sua poesia tratta dal medesimo articolo che è consultabile in versione integrale accedendo al seguente link presende in fondo a questa pagina:

 

BUTTATE FOGLIE SUI MORTI

Buttate foglie sui morti

buttate foglie sui morti

sui morti che

sono eternamente nati

eternamente in noi

buttate foglie sui morti

foglie secche e lieve terra

perchè i morti sono leggeri

buttate terra sui morti

perchè sono essi i veri vivi

buttate terra sui morti

sui morti nati necessari

sui morti che ci fanno vivere

sui morti che importano

buttate foglie foglie leggere

e con le foglie aria.

CONTINUA SU:http://www.leccecronaca.it/index.php/2017/03/17/salvatore-toma-in-memoriam/

**Immagine/fotogramma del film “Al di la dei sogni” postata dalla redazione e liberamente tratta da: http://www.isolaillyon.it/2014/04/23/walking-in-a-movie-quanto-fantasy-ce-in-al-di-la-dei-sogni.html

25 APRILE CON una poesia di GIUSEPPE BARTOLI

25 APRILE 

DSCN2230L’importante è non rompere lo stelo  
della ginestra che protende  
oltre la siepe dei giorni il suo fiore  
C’é un fremito antico in noi  
che credemmo nella voce del cuore  
piantando alberi della libertà  
sulle pietre arse e sulle croci  
Oggi non osiamo alzare bandiere  
alziamo solo stinti medaglieri  
ricamati di timide stelle dorate  
come il pudore delle primule:  
noi che viviamo ancora di leggende  
incise sulla pelle umiliata  
dalla vigliaccheria degli immemori  
Quando fummo nel sole  
e la giovinezza fioriva  
come il seme nella zolla  
sfidammo cantando l’infinito  
con un senso dell’Eterno  
e con mani colme di storia  
consapevoli del prezzo pagato  
Sentivamo il domani sulle ferite  
e un sogno impalpabile di pace  
immenso come il profumo del pane  
E sui monti che videro il nostro passo  
colmo di lacrime e fatica  
non resti dissecato  
quel fiore che si nutrì di sangue  
e di rugiada in un aprile stupendo  
quando il mondo trattenne il respiro  
davanti al vento della libertà  
portato dai figli della Resistenza.

PER INFO SULLA BIOGRAFIA DI GIUSEPPE BARTOLI la Redazione del Dinanimismo rimanda i Lettori al seguente BLOG DI POESIA di Carla Natali: http://natakarla.blogspot.it/2012/04/25-aprile-giuseppe-bartoli.html

**FOTO POSTATA DALLA REDAZIONE DEL BLOG E LIBERAMENTE TRATTA DA: http://tracceinappennino.blogspot.com/2014/02/un-inverno-le-spiagge.html

Il dinanimismo saluta e rende omaggio al Poeta Naim Araidi (Maghar, 2 aprile 1950 – 2 ottobre 2015)

Ritorno al villaggio

eeeSono tornato al villaggio,
dove ho imparato a piangere per la prima volta.
Ho rivisto la montagna
paesaggio dove la natura
si genera senza la necessità della fotografia,
ho rivisto la mia casa in pietra,
pietre scolpite sulle rocce dagli antenati.
Sono tornato su me stesso
-questa era la ragione.

Sono tornato al villaggio.
Perché ho sognato un parto difficile
col zatar *, che si è aggiunto al mio dizionario poetico,
e un parto ancor più difficile
l’udito in un rocciosa, terra deserta,
perché lì ho sognato la nascita dell’amore.

Sono tornato al villaggio
dove ho trascorso la mia vita precedente,
radicalmente migliaia di vite
nella buona terra,
finché giunse il vento
mi spinse via riportandomi
a quel tempo quando ci si pente.

Ahimè, il mio secondo trentesimo sogno,
su strade che non esistono più
dove le case che crescono più alte come la torre
di Babele,
ahimè, i miei sogni pesanti
-Colpire le vostre radici dove più nulla crescerà!

Dove sono i figli della povertà,
dov’è il mio paese, il villaggio che conoscevo,
dove sono i nomi che indicavano i percorsi
sono adesso divenute strade asfaltate;

Ahimè, il mio piccolo paese, s’è trasformato in una città distesa.

Sono tornato al villaggio,
dove è morto l’abbaiare dei cani
e il piccione è diventato un semaforo.
Tutti i fellah che avevano voglia di cantare la canzone dell’usignolo fra mucchi di fieno,sono diventati operai

con lo smog in gola,
dove sono tutti quelli che più non vedo;

Ahimè, il mio sogno pesante,

Sono tornato al mio villaggio,
la cultura galoppante,
mi fa tornare al villaggio
come qualunque straniero che viene dall’estero.

VERSI E FOTO LIBERAMENTE TRATTI DA: http://beppe-costa.blogspot.it/2014/11/naim-araidi-quattro-poesie.html

I Bilanci di Carlos Sanchez

A dispetto di tutto
di
Carlos Sanchez

justice_and_peaceUn vecchio bilancio 
che non chiuderò 
in questo anno 
che sta finendo
di bugie 
di obbrobri 
di ingiustizie. 
Non posso parlare 
della speranza 
non ho voce 
per tanta utopia.
Continuerò a camminare 
in mezzo ai difetti
del sistema.

Pese a todo

Un viejo balance
que no cerraré
en este año 
que está terminando
de mentiras
de oprobios
de injusticias.
No puedo hablar
de la esperanza
no tengo voz
para tanta utopía.
Seguiré andando
entre las fallas 
del sistema.

GUERRA E PACE

*Versi ricevuti direttamente da Carlos Sanchez
**LA GIUSTIZIA A LA PACE SI ABBRACCIANO – JACOPO PALMA IL GIOVANE quadro postato dalla Redazione e liberamente tratto dal sito: http://www.copia-di-arte.com/a/jacopo-palma-il-giovane/la-giustizia-a-la-pace.html

Giovanna Mulas:Sul ruolo del Maestro nella Letteratura

Apollo_dio-della-medicina-e-delle-arti-thumb.jpgIl Maestro, visto come guida etica e fisica, nel cammino dell’Arte, impervio quando fatto a piedi scalzi, in dignita’ e quella irragionevole purezza che solo l’animo del vero artista contiene; puo’ rivestire un ruolo fondamentale: fisiologico ad abbattere le  barriere che innalza, tra un qualunque Se’ ed il mondo, la superbia tipica della giovinezza, del talento immaturo.
Conobbi Peter Irwin Russell, grande poeta inglese in Italia dal 1983, che avevo ventiquattro anni.
Peter ammiccava da antico bohémien di 79 anni, coi suoi capelli arruffati e la barba candida, mani odorose di Gauloises (rigorosamente senza filtro) e Alfa (ne fumava ottanta al giorno), il William Lawson allungato con acqua. Cugino del Nobel Bertrand Russell, Peter stesso era autore pluripremiato, candidato due volte al Nobel per la Letteratura. Visse, semicieco ed in estrema poverta’, ignorato dalle istituzioni locali, a Pian di Sco’, col figlio malato di mente. Si spense nel 2003, una morte dovuta più a “la solitudine e l’abbandono, che per enfisema polmonare”.
Con un gruppo di amici giornalisti e poeti ci battemmo a lungo, per fargli ottenere la cittadinanza italiana e i relativi favoritismi economici che la stessa comportava. Nella sua libreria -un pezzo di storia della letteratura mondiale- tra gli oltre duemila volumi potevi assaggiare, odorare gli scambi epistolari con Ezra Pound, che il Poeta conservava gelosamente.
E le discussioni politiche, le critiche sociali ad uno Stato che ignorava e continua ad ignorare Cultura ed Arte e quei poveri incoscienti che osano farle grandi nel mondo, volando oltre la rete di contenimento.
Peter fu mio Maestro, e lo fu in maniera felicemente inconsapevole. Con le mie prime, irrisorie pubblicazioni cominciavo da affacciarmi nel panorama letterario nazionale; ero una salottiera di buon talento, testarda e superba, stordita da premi letterari e sterili primi applausi, coltivavo la rabbia del riscatto di chi nasce dal niente e col niente cresce.
Il vecchio Maestro mi ripeteva che ero un ‘passero con le ali di aquila’, e io ne ridevo.
Un discreto talento che ancora non conosceva le sue possibilita’, preferiva volteggiare tra gli specchi.
Eppoi gli anni, il tempo, gli eventi…tanti anni, e tanto dolore a piegare e piagare la ragazzina superba, prima di comprendere la portata del volo.
Questo, oggi, lo ripeto ai miei allievi:
siate piccoli passeri con le ali d’aquila.
Non temete il volo, ovunque questo vi portera’, nella vita; che sia alto o basso non importa. Chi dice che gli uomini non possono volare? E chi dice che una montagna, una qualsiasi montagna puo’ essere piu’ potente del volo di un uomo?
Soltanto voi potrete e dovrete scegliere il vostro volo, e la vostra montagna.
Quando sarai in grado di capire la portata del tuo volo, potrai dire di saper scrivere.
Ma solo quando capirai quanto il nostro dono puo’ fare per cambiare in meglio la societa’,
potrai dirti scrittore.

*Scritto ricevuto direttamente dalla Scrittrice Giovanna Mulashttp://giovannamulas.baab.it/ , il Blog Cinque Pagine Ufficiali in Facebook Italia Profilo ufficiale in Twitter

**Foto di APOLLO postata dalla Redazione e liberamente tratta da: http://arteesalute.blogosfere.it/galleria/2010/03/la-poesia-insegna-ai-medici.html/1

Il Dinanimismo saluta e ricorda il giovane Poeta ferrarese – “amico” di questo blog – Matteo Zagagnoni.

matteo zagagnoni,scomparsi,dinanimismo,versi,poeta,ferrareseSpesso le parole dei Poeti sono profetiche e così ci sembrano oggi le parole di Matteo Zagagnoni che, nel luglio del 2011, contattava la redazione del dinanimismo per presentarci qualche suo verso e il suo pregevole lavoro di ricerca della poesia nella quotidianità.

Matteo, voce ermetica e chiaramente impegnata nell’antica arte dei trovatori, con queste parole si donava a noi meno di un anno fa e oggi, in silenzio, con le stesse parole abbiamo deciso di salutarlo, regalando al vento quella promessa di un incontro, purtroppo, non voluto dal destino.

ZF

per il Dinanimismo

**Nel socchiuso

di persiane mi

gioco bellissime

idiozie di menta

 

avrei potuto

uscire dalla

materia con un

tuffo d’incanto


**Versi ricevuti direttamente dall’Autore Matteo Zagagnoni… per leggere il post del 21 – Luglio – 2011 accedere a: http://e-bookdinanimismo.myblog.it/archive/2011/07/21/il-dinanimismo-presenta-matteo-zagagnoni.html

***La redazione del dinanimismo ha appreso la notizia da: http://www.estense.com/?p=205531

http://lasinorosso.myblog.it/archive/2012/03/18/ricordo-di-matteo-zagagnoni-sfortunato-raro-poeta.html

****Immagine postata dalla redazione e liberamente tratta da: http://learntopianoonline.com/piano-sheet-music/The-Sound-of-Silence-by-Paul-Simon.html

Ott 31, 2011 - AZIONI DINANIMISTE    1 Comment

LETTERA APERTA AI GIOVANI ( DENTRO O FUORI NON IMPORTA ) CHE ANCORA SOGNANO di Zairo Ferrante

 

LETTERA APERTA AI GIOVANI ( DENTRO O FUORI NON IMPORTA ) CHE ANCORA SOGNANO

 

di

 

Zairo Ferrante

 

– Manifesto/Azione del Dinanimismo (movimento poetico/artistico d’avanguardia) –

 

 

 

i cavalieri.jpgA Chi scrivo?

Scrivo a Chi ogni mattina apre gli occhi e si ricorda che ha smesso di dormire ma non di sognare.

Scrivo a Chi, nonostante il mondo fuori lo vuole morto, si ricorda – con i fatti e con le parole – che è ancora vivo.

Scrivo a Chi si sente giovane non perché la patente non l’ha ancora rinnovata, ma perché ogni giorno continua a lavorare per costruire in faccia a chi vuole solo distruggere.

Scrivo a Chi sa ancora ascoltare. Scrivo a Chi non si da per vinto davanti a quelli che gli vogliono far credere che l’unica via d’uscita è il fallimento.

Scrivo alle Mamme che piangono sognando il futuro dei propri figli.

Scrivo ai Figli che rincuorano le Mamme quando queste – disperate – pensano che stanno fallendo.

Scrivo alla Gente che difende le idee. Scrivo a Chiunque suda con dignità lavorando.

Scrivo a Chi non si arrende anche se è contagiato da una brutta malattia che chiamano “crisi”.

Scrivo a Chi urla perché non ci sta.

Scrivo a Quelli che sono convinti  che se la prossima fine del mondo bussa alla loro porta è peggio per lei.

Scrivo al coraggio, affinché esca dalla sua tana, venga a bussare alle nostre porte e s’impossessi dei nostri spiriti.

 

A Tutti Questi dedico queste parole, affinché – con perseveranza – continuino a coltivare i propri Sogni.

Affinché – con dignità – continuino a spingere la loro Vita.

Affinché, tutti gli altri capiscano che di morire anzitempo proprio non ne abbiamo voglia.

 

Zairo Ferrante

per il Movimento Dinanimista


*Quadro: “I cavalieri dell’Apocalisse” di Vitaliano Parussini, liberamente postato dalla Redazione e tratto da

http://digilander.libero.it/vitalianoparussini/biografia.htm

 

 

Versi di Adriana Scanferla

DE_GRO~1.JPGULTIMO TRAGITTO   di Adriana Scanferla

 

 

Ti ho conosciuto privo di vita

steso sul gelido marmo

di un disumano obitorio

in un dicembre senza sole.

 

E freddo faceva davvero

da farti morire così

per strada coricato

presso  il muro dei giardini.

 

Ultimo tragitto all’isola quieta

la lancia scava l’onda in laguna.

Mia madre taceva afflitta

e  io nemmeno ti conoscevo.

 

Ti era stata matrigna la guerra

undici anni di azzardi e paure

e nemmeno uno straccio di pensione

da potere tirare i remi in barca.

 

Successe qualche tempo prima

procedendo di sera sulla riva

un’ombra discosta intabarrata.

Lei  si arresta sgomenta e dice

“Quello è tuo padre”.

 

 Settembre 2010

*Poesia Pubblicata sull’Antologia blu IL FEDERICIANO (2010- Edizioni Aletti) e ricevuta dalla stessa Autrice.

**Quadro di Henri De Groux “Soldato morto tra armi e filo spinato -1916-” spontaneamente postato dalla Redazione e tratto da: http://www.artegrandeguerra.net/2011/02/la-grande-strage.html

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