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“SOTTO I CIELI DI CHE GUEVARA”: NUOVA OPERA PER Il POETA GABRIEL IMPAGLIONE

downloadIl giornalista radiotelevisivo noto in America Latina, l’etica, la militanza politica e l’arte della poesia, l’intellettuale e l’uomo.

Il poeta argentino Gabriel Impaglione si svela all’Editore Fabio Pedrazzi in una lunga intervista di drammaticità devastante e superba ironia,

comunque destinata a rimanere nella storia della letteratura.

Perché siamo uomini, perché una responsabilità civile che dovrebbe accomunare l’umanità.

E il perché dell’amore, che muove il mondo e fa scoprire l’autentica essenza della vita.

Un libro, una perla in lingua italiana e spagnola:

SOTTO I CIELI DI CHE GUEVARA: Bajo los cielos del Che Guevara

 

di Gabriel Impaglione e Fabio Pedrazzi

Italiano y Castellano 

Pedrazzi Editore, 2020

Copertina flessibile (vedi in all.).

Leggi un estratto del libro, ordina, acquista su: https://www.amazon.it/dp/B08CWM83ZN

“Itaca, Penelope e i maiali” di Zairo Ferrante (Ed. Il Foglio 2019) – per amore dell’Uomo, versi di resistenza contro le barbarie del “mercato” e della “politica”.

-“ITACA, PENELOPE E I MAIALI –
Piccola Odissea contemporanea di sogni, di amori e di barbarie”
– silloge – 2019 –
 Autore: Zairo Ferrante
 Editore: Il Foglio letterario
 Isbn o codice id: 9788876067969.

copertina on-line download

Prime segnalazioni su: 

 

 

Libro prenotabile in tutte le librerie e disponibile su:
 
 
 
 
 

Prefazione di Michela Zanarella
La nuova raccolta di poesie di Zairo Ferrante ‘Itaca, Penelope e i maiali (piccola Odissea di sogni, di amori e di barbarie)’ si presenta come opera originale e matura. L’autore è il fondatore del DinAnimismo, movimento poetico-artistico rivoluzionario delle anime, riconosciuto come avanguardia dalla critica letteraria e sostenuto da numerosi artisti. Non è un caso, quindi, che nelle sue produzioni letterarie ci sia una continua ricerca e sperimentazione. Anche questa volta ci troviamo di fronte a un’operazione di scrittura particolarmente interessante. Già il titolo ci riporta all’Odissea, poema epico di Omero. Penelope è uno dei personaggi, moglie del re di Itaca, Odisseo o Ulisse. Rappresenta la fedeltà, poiché aspettò per vent’anni il ritorno del marito dalla guerra di Troia. Il tempo, l’attesa, la pazienza: La mitologia diventa lo strumento essenziale per riflettere in versi e per riappropriarsi del valore delle cose. Ferrante parte proprio da Omero, il poeta greco che segnò la storia con l’Iliade e l’Odissea: “Una perla sfumata, opale di rosa, si dondola/tra il mare e la terra ed accende la vita/e i vecchi ricordi”, troviamo gli echi del passato e il presente di “spietati statisti e smartphone alla mano/e monitor caldi, a creare ricchezza/e vender speranze ad esili teste”. Viene spontaneo fermarsi e pensare. La letteratura contemporanea si è concentrata spesso sul ritorno di Ulisse nelle sembianze di mendicante, il tema del riconoscimento è sempre stato essenziale. Qui il poeta utilizza momenti precisi di vicende mitiche per interrogarsi sulla società. Ecco che Omero diventa un ‘dono’ di conoscenza, un tramite ancora attuale. Si prosegue con la leggenda di Scilla e Cariddi, due mostri del mare che vivevano dentro lo stretto di Messina. Odisseo dovendo passare lo stretto, preferì rischiare di passare vicino a Scilla piuttosto che a Cariddi. Ferrante riprende il mito e lo riporta al nostro tempo raccontando ciò che accade: “dilaga il boato del vuoto, inutili voci/di bimbi e di madri, ignoti fratelli/nel cupo giaciglio si perdono e muoiono/inghiottiti in silenzio da Scilla e Cariddi”, migliaia di persone continuano a perdere la vita in mare nell’indifferenza di tutti. Il poeta lancia un monito, lo fa con parole taglienti, vere, spontanee. Sa che farlo è necessario. Utilizza la storia, la letteratura. Dovremmo apprendere dal passato per non ripetere gli stessi errori di chi ci ha preceduto. Tra le poesie l’autore lascia spazio al lettore, lo invita a interrogarsi e prendere nota dei propri pensieri. Un’idea curiosa, rara, brillante. Appare Circe, altra figura della mitologia greca, maga semidea con poteri straordinari che viveva nell’isola di Eea. Amava Odisseo e trasformò i suoi compagni in maiali. Attirava gli uomini col suo fascino, per questo il suo nome è entrato nel vocabolario come sinonimo di seduttrice. Ferrante la associa al sortilegio, a quell’attrazione dell’uomo per ‘schiere di cose, futili oggetti”. È come se la nostra società fosse stata plagiata dal consumismo. Stiamo vivendo in un’epoca in cui il bisogno sfrenato di possedere e sentirsi appagati supera ogni limite. Non poteva mancare il riferimento ai maiali che il poeta paragona agli uomini tutti uguali, omologati al sistema. È un viaggio omerico moderno quello di Ferrante: Da Polifemo ad Argo, dalle sirene ad Eumeo, il suo è un percorso di esplorazione dell’esistenza e dell’umanità con i suoi limiti. Non è facile ritrovarsi. Non è impossibile riconoscersi. Il poeta ci offre la parola come strumento di rinascita. La poesia è un dono così come lo è la vita. “La felicità continua ad esistere con noi e con tutto l’Universo”. Ferrante ci chiede impegno per non dimenticarlo.

SCILLA E CARIDDI: IL VUOTO
(Versi estratti dalla Raccolta)

Fili d’argento si tessono sullo specchio
dell’acqua baciata da un soffio di luna.
Placide acque si scorgono a prua frattanto
che figli di un Dio minore s’ammassano
e spingono e sperano e piangono.
Beffardi sorridono i porci acclamati dal volgo
perfino Poseido, attonito, di spalle si volta.
Nessuno li ascolta, si sbattono porte,
come tombe di morte si serrano i porti.
E intanto s’espande il fragore del nulla,
dilaga il boato del vuoto, inutili voci
di bimbi e di madri, ignoti fratelli
nel cupo giaciglio si perdono e muoiono
inghiottiti in silenzio da Scilla e Cariddi.

Zairo Ferrante, nato ad Aquara (Sa) nel 1983, è Medico Radiologo a Ferrara dove ha conseguito laurea e specializzazione. In ambito poetico e letterario nel 2009 ha fondato il “DinAnimismo”, un movimento poetico/artistico già riconosciuto come neo-avanguardia da una parte della critica letteraria. Ha pubblicato tre libri di prosa e Poesia: “D’amore, di sogni e di altre follie” (este edition 2009), “I bisbigli di un’anima muta” (CSA editrice 2011) e “Come polvere di cassetti” (David and Matthaus 2015). E’ possibile leggere suoi scritti su molteplici riviste e periodici culturali on-line e cartacei. Alcune sue poesie sono state inserite in antologie collettive ed anche tradotte in Inglese, Spagnolo e Francese. Ha ottenuto diversi riconoscimenti e premi sia in Italia che all’Estero.

“La Techno Mente dell’Imperatore” di Angelo Giubileo (Ed. Libri Asino Rosso) – Filosofia 2.0 dalla terra di Parmenide.

9788832577754_0_221_0_75Angelo Giubileo, filosofo “outsider” e giornalista, dilata in questo suo ultimo lavoro “postmoderno” e “postfilosofico”, originalmente postumano, la peculiare “astronave” di decollo neoparmenidea e presocratica. Sebbene sia il saggio più breve, la stagione di riferimento presocratica attraversa ora come una sua Primavera , letteralmente 2.0, l’antico futuro di cui spesso si parla, come nuova visione di un altra modernità, dove la storia e il suo divenire non attraversano più le famose frecce del tempo, ma percorsi a spirale, discontinui, a zig zag, esita luminoso e “lussurioggiante”.
Parmenide e Pitagora e Anissimandro ecc. dialogano sia con punti di non ritorno del Novecento, tra Heidegger, Severino, soprattutto G. de Santilllana, ecc. sia con scienziati ancor più radicali e dal futuro quali Penrose (già il titolo lo evoca), Heisenberg, Hawking e altri che hanno fatto dal Rinascimento la storia della Scienza. Non ultimo spiccano na sequenza multitasking sull’arte.scienza di un certo Escher e un witz sul Dan Brown meno noto, posthuman…Infine i tempi postumani- si manifestano…. con sublimi modulazioni virtuali, celati dalla prima all’ultima parola, nel the end che è un nuovo anno zero, fluendo alla superficie da un infinito fiume carsico ma terrestre eracliteo. Il dialogo intervista come collaudo con il transumanista rivoluzionario Zoltan Istvan ne è la “firma”.

Angelo Giubileo Filosofo e blogger. Attuale vicedirettore di Pensalibero.it Già cultore della materia presso le cattedre di Filosofia del diritto, Teoria dell’interpretazione e Logica giuridica all’Università degli Studi di Salerno. In politica, già socio fondatore dell’Associazione Nazionale per la Rosa nel Pugno e collaboratore per il gruppo parlamentare della Rosa nel Pugno. Tra le sue pubblicazioni: AA.VV. “Pensioni. Modello cileno per l’Italia?” (2016); “Scritti politico-liberali” (2016); “L’essere e il nulla nell’era della tecnica” (2018); AA.VV. “Zoltan Istvan made in Italy” (2019).

ACQUISTA E-BOOK: https://www.ibs.it/technohttps://www.ibs.it/techno-mente-dell-imperatore-ebook-angelo-giubileo/e/9788832577754-mente-dell-imperatore-ebook-angelo-giubileo/e/9788832577754 

Jolanda Insana – Come riconoscerli? (dall’antologia ‘Poeti contro la mafia’ a cura di Filippo Bettini) 

 

Come riconoscerli?

di

Iolanda Insana

jolanda-insanastanno troppo vicini a chi respira profondo in pieno giorno

e simulando pienezza non si fanno riconoscere

ma quando l’aria viene meno

le froge non fremono e s’accasciano svuotati

animali a sangue freddo per troppo sole essiccati

come riconoscerli?

esangui e senza sale sbavano ai colpi

della bassa macelleria e non sono svezzati

e succhiano rovistano aprono porte fanno rumore

sono affamati

hanno la mano rapace

un braccio più lungo e uno più corto

per spillare meglio quello che più gli piace

senza mai sollevarsi di terra

lesti calano a spegnere lo zolfanello che barbaglia

e a quel soffio s’ammorba la vita

si riconoscono alla zaffata

animali di merda per non cedere nulla

fanno di sé la massima cloaca

vento e gelo a queste anime minchie

che a occhi chiusi slappano

sulle ricchissime natiche del campo ingermogliato

scracchiando lordura

rompono i recinti e fuoriesce l’impeto di bestie

calde e maleodoranti che il gelo non raffrena

e scozzando contro l’aria zoccolano verso dove non sanno

ma nell’inseguimento la bestia sono io e non m’affreno

Iolanda Insana è nata nel 1937 in Sicilia ed è stata una delle più originali poetesse italiane. È nota per aver pubblicato volumi come Sciarra amara (1977), Fendenti fonici (1982), Il collettame (1985), La clausura (1987), Medicina carnale (1994), L’occhio dormiente (1997), La stortura ( 2002), La tagliola del disamore ( 2005)

*Versi postati liberamente dalla redazione di questo blog e tratti da: https://www.raiplayradio.it/articoli/2018/03/Poeti-contro-la-mafia-71b869f0-127e-4fe9-8308-c5a9e9e43940.html

*Foto tratta da: http://poesia.blog.rainews.it/2017/09/jolanda-insana-in-memoria-di-te/

Vanessa Pignalosa: La sostenibile Leggerezza del Volo

la-sostenibile-leggerezza-del-volo-9788827503140Vanessa Pignalosa, pittrice, scrittrice e animatrice culturale campana (Salerno, Napoli), ancor giovane, protagonista in Italia e all’estero, è testimone in progress di un prezioso volo futuribile contemporaneo: come dimostra questo piccolo catalogo d’arte 2.0 “antologico” e biografico, tra opere pittoriche, una raccolta poetica inedita e una robusta rassegna stampa: il volo come archetipo umano e digitale.

Un aereo danza nell’azzurro anche arcobaleno, Icaro, Dedalo, la donna creativa eterna, moderna e autodiretta, sono evocazioni diverse equazioni, da certo romanticismo eterno squisitamente femminile al post aereopittura dell’avanguardia, verso certa stessa cosmo pittura o poetica (da Ufagrà A. Fiore alla musica cosmica di Tangerine Dream e Klaus Schulze).

Il volo come colori e parole e nello specifico futuribile, oltre a certo alto ritorno a una Tecnica pittorica neorinascimentale, un cuore radar che capta anche l’attuale indicibile precaria dimensione sociale con battiti persuasivi mai retorici

(Nota di Roberto Guerra).

E-BOOK: http://www.omniabuk.com/scheda-ebook/vanessa-pignalosa/la-sostenibile-leggerezza-del-volo-9788827503140-534387.html

Futurismo Renaissance. Marinetti e le avanguardie virtuose -Nell’ebook anche Zairo Ferrante e il Dinanimismo con il saggio “DOPO MARINETTI, UN FILO LUNGO SETTANT’ANNI (1944-2014)”-

Futurismo Renaissance. Marinetti e le avanguardie virtuose

a cura di Pierfranco Bruni e Roby Guerra

(Deleyva editore, Roma, Aprile 2016)

Nell’ebook anche Zairo Ferrante e il Dinanimismo con il saggio “DOPO MARINETTI, UN FILO LUNGO SETTANT’ANNI (1944-2014)”-

downloadA cura di R. Guerra, scrittore nefuturista (diversi libri su Marinetti pubblicati) e Pierfranco Bruni, prestigioso scrittore, saggista, direttore archeologo e del Mibact (Ministero dei Beni Culturali) è uscito per Deleyva editore (a cura di E. J. Pilia) Futurismo Renaissance. Marinetti e le avanguardie virtuose.

Il futurismo è ancora vivo? È possibile rintracciare una continuità tra il “futurismo storico” e le operazioni allestite da chi afferma di recuperarne l’eredità? “Futurismo Renaissance” è una ricognizione a 360° sul futurismo contemporaneo, tornato alla ribalta in tutto il mondo dopo la grande mostra retrospettiva allestita al Guggenheim Museum di New Work nel 2014.
Oggi, questo movimento artistico, culturale e filosofico viene rilanciato in dis-continuità concreta con il futurismo storico attraverso la nascita ed il lavoro di nuovi gruppi sinergici di artisti, scrittori, sociologi, nuovamente operativi.
Ritorno in generale delle avanguardie anche oltre al nuovo futurismo, con altrettanti nuovi gruppi artistici e futuribili in primo piano nella cultura italiana del nostro tempo.
Gli oltre cinquanta autori coinvolti lo dimostrano.
Con saggi di: Adriano V. Autino, Giovanni Balducci, Stefano Balice, Lorenzo Barbieri, Sandro Battisti, Mauro Biuzzi , Mary Blindflowers, Pierfranco Bruni, Luca Calselli, Riccardo Campa, Tonino Casula, Ada Cattaneo, J. C. Casalini, Pierluigi Casalino, Elena Cecconi, Mimmo Centonze, Vitaldo Conte, Daco, Sylvia Forty, Maurizio Ganzaroli, Zoltan Istvan, Zairo Ferrante, Antonio Fiore Ufagrà, Marcello Francolini, Davide Foschi, Antonino Gaeta, Giorgio Levi, Luca Gallesi, Sergio Gessi, Sandro Giovannini, Roberto Guerra, Priscilla Lotti, Stefano Lotti, Giuseppe Manias, Paolo Melandri, Donatella Monachesi, Achille Olivieri, Roberto Paura, Vanessa Pignalosa, Emmanuele Pilia, Cristiano Rocchio, Gennaro Russo, Antonio Saccoccio, Tina Saletnich, Grazia Scanavini, Fabio Scorza, Giovanni Sessa, Luigi Sgroi, Luca Siniscalco, Luigi Tallarico, Marco Teti e Vitaliano Teti, Bruno V. Turra, Stefano Vaj.

Tra essi, anche Zairo Ferrante che con il suo saggio dal titolo “DOPO MARINETTI, UN FILO LUNGO SETTANT’ANNI (1944-2014)” ha cercato di riadattare la “poetica” futurista al mondo contemporaneo: … (… estratto… ..)” possiamo tranquillamente affermare che il fine di Marinetti e del Futurismo era proprio quello di supportare e spronare l’uomo a partorire quel pensiero o idea, anche soggettivi, in grado di liberarlo dalle catene della staticità e di accompagnarlo nel futuro nuovo mondo, che sarebbe stato ampiamente diverso dal precedente. Una realtà tecnosviluppata sicuramente più veloce e aggressiva, capace di divorare tutto quello che non sarebbe stato in grado di seguirla e di rimanere a passo con lei. Tutto questo accadeva circa settant’anni fa, ed è sotto gli occhi di tutti che in tale arco di tempo il processo di sviluppo tecnologico poc’anzi descritto non si è mai arrestato, anzi, ha ulteriormente e, per certi aspetti, spaventosamente accelerato la sua corsa travolgendo e inglobando tutto quello che gli gravitava intorno. In poco tempo – una manciata di secondi se paragonato ai classici tempi storici a cui siamo stati scolasticamente abituati – oltre mezzo mondo si è ritrovato dal guidare la bicicletta a condurre automobili intelligenti, dal vivere nell’impossibilità di comunicare a poter essere letteralmente investito, in pochi secondi, da milioni di idee, pensieri e opinioni. Tale scenario di confusione ha portato inevitabilmente la maggioranza delle teste a smarrirsi nel caos della comunicazione e a discostarsi dal loro principale compito che era quello del pensare, opera diventata ormai troppo faticosa e con un basso rapporto beneficio/costo. Contemporaneamente questo ha estremamente facilitato il compito di una restante e piccola parte di teste che, approfittando di questa apatia di pensiero, ha cercato di primeggiare sulle altre inventando un linguaggio “differente”, capace di creare messaggi in grado di auto-impiantarsi nei cervelli, nuovamente dormienti, generando in essi la falsa illusione di possedere idee libere, autonome e indipendenti, con il solo scopo perverso di omologarli e renderli tutti uguali, schiavi e dipendenti dagli status-simbol e dal malsano pensiero del ” solo se hai questo sei davvero figo”. Questa parte oscura di progresso, che alcuni chiamano “mercato”, altri chiamano “marketing”, le multinazionali chiamano ” globalizzazione” e i più chiamano “tendenza” o “moda”, in pochissimo tempo e stata capace di coniare l’unico e vero motto di massa del XXI sec. : “io sono perché ho e non perché penso”, un vero e proprio mantra che si è impossessato della gran parte delle nuove e vecchie generazioni, trasformando il pensiero libero e liberatore in pecora-pensiero, assoggettato e assoggettante. A questo punto, in tale situazione, è facile intuire come anche oggi l’Arte è chiamata nuovamente a risvegliare gli animi assopiti… “

 

 

INFO

AMAZON.IT FUTURISMO RENAISSANCE…
Futurismo Renaissance… Amazon – Kindle
DELEYVA EDITORE
http://www.deleyvaeditore.com/

 

INFO curatori

 

Pierfranco Bruni

wikipedia

http://pierfrancobruni.weebly.com/biografia.html

Roby Guerra

http://www.armando.it/marinetti-70

http://www.divenire.org/autore.asp?id=17

 

INFO RASSEGNA STAMPA minima: ebook Futurismo Renaissance

MeteoWeb, Blasting News, CinqueWNews, Ferrara Italia


http://www.meteoweb.eu/2016/04/marinetti-e-le-avanguardie-virtuose-intervista-al-co-curatore-pierfranco-bruni-del-mibact/671119/

 

http://it.blastingnews.com/cultura-spettacoli/2016/04/futurismo-renaissance-le-avanguardie-virtuose-00885055.html


http://cinquewnews.blogspot.it/2016/04/Libro-digitale-Pierfranco-Bruni-Roby-Guerra.html

 

http://www.ferraraitalia.it/futurismo-e-rinascimento-un-ebook-sulle-nuove-avanguardie-87395.html

 

https://hyperhouse.wordpress.com/2016/04/21/futurismo-renaissance-marinetti-e-le-avanguardie-virtuose-ebook-roby-guerra-pierfranco-bruni-amazon-it-kindle-store/

 

Futurismo Renaissance pagina Facebook rassegna stampa non stop

https://www.facebook.com/Futurismo-Renaissance-Le-avanguardie-virtuose-1716677188578934/?fref=ts

 

Book Trailers

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Emilio Diedo: recensione de “La sua figura rimane vaga e sbiadita ?” Do Sergio Vincenzi

La sua figura rimane vaga e sbiadita ? Una risposta a «L’enigma Gesù» di John Carroll

Don Sergio Vincenzi, settantenne sacerdote cattolico, è uno scrittore prolifico quanto eclettico. Teoretico e faceto insieme, sa scrivere seriamente e sa scrivere con ironia. A seconda che intenda far attentamente meditare oppure, optando per una diversiva leggerezza, far sorridere il suo fruitore. Della quindicina di libri che ha pubblicato, infatti, metà propendono nel primo senso e metà nell’altro. In particolare, tra la serie di libri impegnati, La movida ferrarese: cultura giovanile fra Chiesa e Istituzioni (2013), credo possa essere considerato il suo più significativo lavoro, nelle prevalenti ed intonse vesti d’opinionista.

Con questo nuovo saggio egli si dimostra ulteriormente, ma in maniera ancora più qualificata di quanto non abbia finora saputo fare, esegeta e prima di tutto teologo. Acuto nell’esegesi e rigorosamente attento al confronto tra la letteratura evangelica cattolica vera e propria ed una letteratura alternativa che della dottrina cattolica ha poco a che spartire. Eloquente esempio, altro testo del 2013, era già stato Nell’oscurità della fede non è mai mancata la luce, con il quale s’opponeva alle divergenti analisi che Ferruccio Parazzoli aveva espresso nel libro Eclisse del Dio Unico (Il Saggiatore, 2012).

Analogamente a quel confronto col Parazzoli, in quest’ultimo non meno interessante libro, tende a controbattere quanto John Carroll ha precedentemente pubblicato sulla vita del Cristo (The Existential Jesus, 2007, poi tradotto, nel 2013, da Fazi col titolo L’enigma Gesù).

L’opera del Carroll, d’ispirazione protestante per gli spunti e le annotazioni di cui s’è appropriato, alla luce delle proiezioni del Vincenzi parrebbe finalizzata ad incongrui rilievi filosofico-esistenziali che, pur attingendo ad ottime credenziali teoretiche, dal lato fideistico-interpretativo lasciano invece a desiderare, denotando non indifferenti lacune.

Partendo dal basilare studio di Carroll sul vangelo di Marco, il nostro autore debutta prendendo a spunto la seguente osservazione, preliminare alla complessiva analisi: «Gesù, come viene comunemente significato ed inteso, è un prodotto del cristianesimo, la religione fondata sul suo nome. È il Cristo Salvatore mediato attraverso le sue chiese» (cfr. p. 8 e, subito dopo, p. 13). Vista quest’oziosa, senz’altro infondata premessa del Carroll, Vincenzi non poteva che cercare di smentirlo.

Egli in primis osserva che, intanto, la biografia adottata dal Carroll «è formata solamente da studi ed esegesi protestanti, per lo più Anglicani […] cita studiosi rigorosamente protestanti […] sono anche presenti alcuni autori cattolici ai quali è riservato un piccolo spazio […]. Ma il problema più urgente [sarebbe, a detta di Vincenzi] un esistenzialismo […] pessimistico», ibidem, pp. 8-9.

Don Vincenzi, quale questione di fondo, non riesce a capire perché l’uomo sia un enigma «che, spogliato delle sue sembianze, diventa una concentrazione eterea dell’essere […], secondo J. Carroll vale anche per Gesù, e questo, secondo lui, emerge chiaramente dalla lettura del primo vangelo attribuito all’evangelista Marco», cfr. p. 11.

In sostanza il nostro, traendo una propedeutica sintetica analisi, osserva trattarsi d’un «pensiero spesso astratto […], a volte confuso e […] contradditorio», cfr. p. 30.

La critica del sacerdote, per dare la convincente idea della parzialità dello studio di Carroll, estende l’analisi a tutti e tre i vangeli sinottici (Marco, Matteo, Luca). Ad efficace supporto delle sue confutazioni, s’avvale d’una contro-bibliografia d’eccellenza. Egli cita, tra i vari autori, religiosi e/o esegeti (Virgilio Levi, Alfred Loisy, Davide Rondoni, Piero Rossano, Eliseo Ruffini, Schmid Josef, Rudolf Schnackemburg… Adalberto Sisti), alcuni scritti dal taglio palesemente inconfutabile, dei Papi Benedetto XVI e Giovanni Paolo II. E s’appoggia su una documentazione altrettanto autorevole e perentoria quale gli atti del Concilio Ecumenico Vaticano.

È chiaro che avendo John Carroll voluto disquisire sull’esistenza di Cristo con la pretesa d’un’apertura essenzialmente teoretica e dalla natura squisitamente filosofica, piuttosto che cristiana (tra l’altro assumendo una posizione fondamentalmente protestante anziché cattolica), è già in sé il presupposto esegetico della sua opera ad essere inficiato di palesi incoerenze se non delle contraddizioni rilevate da Vincenzi. Un’ipotesi progettuale radicalmente sballata….CONTINUA SU: http://www.literary.it/dati/literary/d/diedo/la_sua_figura_rimane_vaga_e_sbia.html

“Soglie II” la nuova raccolta poetica di AA.VV. a cura di Ivan Pozzoni – con all’interno anche dei versi di Zairo Ferrante e un’interpretazione originale scritta dal Maestro Giancarlo Pontiggia –

 7106694“Soglie II” AA.VV. a cura di Ivan Pozzoni – con all’interno interpretazione scritta dal Poeta Giancarlo Pontiggia – ( Editore: Limina Mentis – 2016  – ISBN 978- 88-99433-21-5. )

“Cosa occorre per fare poesia? Quali eventi determinano i nostri pensieri più intimi, decidono per un sì o per un no, indicano la strada che dovevamo intraprendere, oscurando tutte le altre? Non sbaglieremmo a dire: la nostra esperienza di vita; la qualità delle nostre letture, e dunque l’intensità e la memorabilità con cui hanno saputo imprimersi in noi; il sapere tecnico, così fondamentale per incanalare in una forma compiuta e appropriata il nostro sentimento poetico, e dunque quella disciplina formale che è sempre – al suo meglio – un rispecchiamento del nostro mondo interiore, di quell’ordine morale che è a sua volta un ordine del pensiero. Ma se volessimo penetrare più a fondo, restituire non dico la vastità delle sensazioni, delle immagini, delle emozioni che hanno determinato i nostri versi, ma almeno sentirne l’odore, allora dovremmo spingerci oltre, incamminarci a ritroso lungo i sentieri che conducono alla nostra percezione originaria delle cose, a quell’immaginare primo cui continuiamo a ubbidire come a una verità fondante.” (G. Pontiggia) http://www.lafeltrinelli.it/libri/soglie-vol-2/9788899433215

Il Dinanimismo presenta Teresa Guadagno e la sua opera prima “Poesie”

VERSI TRATTI DALL’OPERA PRIMA DI TERESA GUADAGNO  DAL TITOLO:

“Poesie” 

(Libro stampato con il contributo della BCC Aquara )

L’INFINITO

  

12540168_784894668343838_1910742529_nDietro al tramonto si affaccia la sera,

buia molto buia questa sera.

Sera che arrivi improvvisamente cancellando

ogni segno del giorno trascorso

Che triste questa sera che tu uomo non sai illuminare

perché poco attento a quella luce che supera ampiamente

ogni attesa e previsione umana.

Eppure brucia in te il senso dell’Eterno.

 

 

L’ESISTENZA

 

Questa vita è un’ancora,

deliziosa certezza nelle tempeste dei mari,

desiderio d’infinita essenza ,

beata presenza nella crudele assenza del mondo.

Questa vita è quel seme tanto voluto,

pronto a germogliare,

a sbocciare,

a bagnarsi della rugiada dei freddi inverni,

a vivere,ad amare…

Se hai sete di questa vita

bevi alla fonte inesauribile della tua stessa anima,

dove ogni segreto anche il più grande e recondito si rivela.

Afferra il vero tuffandoti nell’abisso più profondo

e scala la cima più alta…

VITA

 

Mi perdo nel nulla,

mi avvolge e sconvolge un pensiero,

quello di morire.

Mi volto il mio pensare si dilegua,e sorrido:è la pena del tempo.

Il mio corpo rimane qui a contemplare

ciò che è destinato a finire.

L’anima anela a cieli diversi,aspira alla Vita.

Un duello funesto l’esistere.

Il morire un traguardo.

Subentra la gioia,scompare l’angoscia e vedo nella morte

la Vita,nella Vita il mistero.

 

LIBERTA’

 

Seduta su quello scoglio

avverto il rumore lieve e inebriante dello spumeggiare

delle onde,la dolcezza infinita del mare.

Vedo te gabbiano libero posarsi su queste profonde acque,

in cerca del nulla.

La libertà sei tu,tu che nel cielo tracci il tuo spensierato

cammino,e in terra malinconico

riposi e rinfranchi le tue stanche ali.

Un nuovo giorno ti attende e mentre tra le bianche nuvole

ti perdi,ti ritrovi libero nel candore dell’universo,

libero come sempre,

verso un viaggio senza meta,nel viaggio della vita.

ATTESA

 

Dove la terra diventa cammino,

possibilità,

i miei passi procedono lenti

ma liberi nel contempo,

gioiosa speranza è il mio andare.

Vado e si fa dolce l’illusione di cui la mia mente si nutre

nel trovare quello a cui il mio cuore anela,

spera,

aspira.

Non è sostanza comune,

ne appartenenza

a questo irrequieto mondo,

bensì fonte inesauribile che contiene un rischio,

quello della felicità…

Inseguo e proseguo il mio pensiero,

pieno di pericoli,

imprevedibile,

dove però all’impossibilità si fa spazio,

dove all’esaurirsi delle forze subentra la gioia dell’inaspettato,

dove l’attesa diviene pretesa di cambiamento,

di libertà,

di bene,

di amore.

Dove ciò che tanto aspettavi

Stava già aspettando te.

 

SONO DIVERSA

 

Riconoscersi ed essere riconoscibile,

è questa la battaglia da vincere,

non guardare nella stessa direzione

e nello stesso momento,

è lotta ardua…

Chi si prefigge mete

ne è in possesso,

chi ama la vita,

la può soggiogare…

 

20141020_174143_resized_2Teresa Guadagno nasce ad Aquara (Salerno) il 27 marzo 1977,qui sin da piccola si è cimentata nell’arte

della poesia e la sua arte poetica l’ha trascritta su carta cercando di narrare tutto ciò che di incontaminato nasceva dal proprio cuore.

Successivamente frequenta gli studi superiori conseguendo il diploma in lingue.

Partecipa a vari concorsi di poesia ottenendo meriti e plausi di giurie e organizzatori.

Essendo il suo scrivere molto apprezzato riesce a pubblicare 7 poesie scelte da Aletti Editore nella Collana

edita da Elio Pecora.

Sposata,madre di due figli si impegna con estrema dedizione e passione nella sua prima assoluta

pubblicazione nella quale emergono gli aspetti romantici ma soprattutto si evidenziano vivamente i valori e i principi saldi di ogni essere.

Teresa è quella poetessa che con genuina generosità e volontà si dona senza nulla aspettarsi,il suo essere

generosa è un dono gratuito e nulla si aspetta,dona senza riflettere e con immensa spontaneità.

Il suo animo nobile le consente di colmare quella mancanza di attenzioni dello stesso modo che lei ama.

Sorprendente la sua capacità di cogliere dalla quotidianità gli aspetti positivi,pur rimanendo critica

e analitica sulle circostanze negative e meno felici che la vita ci offre.

Non esiste solitudine nel suo scrivere,esiste solo silenzio inteso come dono,come momento di riflessione,

da cui scaturisce la gioia,il canto,la danza dell’essere.

Oggi avere il coraggio di raccontarsi attraverso le parole ma con il cuore in mano, è un compito arduo,

un percorso di maturazione umana e spirituale,le parole poi quando raggiungono l’apice poetico sono

manifestazione di libertà intesa come verità nella realtà.

Comunicare le proprie emozioni,sensazioni,a volte anche le paure più recondite vuol dire mettersi in gioco cercando di comunicare questa pienezza agli altri affinchè il cuore,i cuori trabocchino di una gioia sublime.

Teresa nelle sue poesie dona se stessa cercando di trasmettere lo sforzo di vedere attraverso,oltre le

apparenze,il suo un tentativo di spronare il prossimo ad una maggiore apertura verso il mondo,un tentativo di ritrovare se stessi nella totalità. 

 

**Versi e Foto ricevuti direttamente dall’Autrice

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