SCRITTO di GIROLAMO MELIS, che – lottattando contro i vili – un giorno disse: almeno “gli assassini hanno il delirante coraggio di uccidere.”

 

girolamo melis,scritto,inedito,dinanimismo,milano,scrittore,ferrara“La ruota del 2006” di Girolamo Melis

 

Parlo con me m’interrogo m’incalzo impaziente

Non ho fretta non ho appuntamenti con la morte

se non lo stesso il solito il primo che lei mi fissò

nella sua estate – ho tenuto la parola di non assillare

di chiacchiere il tempo la storia i panorami cambievoli

eppure tu sai ch’io non m’ero  disposto alle voci spezzate

alle ricurve insinuazioni sottovento e ne ho dovute

sprezzantemente respingere di opinioni e  maschere

per non disattendere il semplice e il chiaro dell’ignoto

e non ho mai cercato un riparo nel vuoto

e mi son fatto trovare sempre nelle case scambiate

eppur sempre di pietra e calcina – mai vetrina.

 

M’interessa la vita che sta e va e tutto voglio sapere tranne le date del calendario – ho ascoltato la morte di Dario e non saprei nemmeno dirti se è rimasta impigliata nella vita o s’è avvinghiata all’haiku dell’anno ics o ypsilon lui che misurava

a millenni il giambo e irrideva Starobinski sopra e sotto

di sguincio alle parole e nemmeno s’altezzava al testo

d’una spesa in drogheria contrappuntando sonagli e barbagli siringhe distici elegiaci rapinose carezze letterarie ai culi innominati delle metropolitane rossa e verde.

 

Parlo con me e mi sdoppio senza scindermi nei visi tra i quali so distinguere chi mi distingue e corteggiare chi mi scansa e so stare di pietra e di carezza difronte a quell’unico viso costituito impastato nella creta delle parole nella tuonante leggerezza del sorriso senza scopo se non sorridere

– ci mancava proprio questo clamoroso dialogo dello specchio e il suo rilancio d’orizzonti e di materia

ci mancava sì questo definitivo richiamo del Semplice.

A che devo una cotanta straripante conchiglia di doni?

 

Ora perfino la cronaca dei giorni mi tocca rivivere

ora  febbricitante nell’attimo integro come un seme d’ossidiana ora finalmente disposti in cammino e in posa gli ultimi oggetti storici i petulanti ricordi ora ricostituiti nella  rammemorazione di casa heimat capanna di foglie e ciglia

Ora l’interesse mi fa vento e frescura ora si ritrova ai bordi del parco senza nome eppure tanto e tanto nominato tra il sonno e il risveglio ora ha i contorni della nonna ironica e della sua esorcistica carezza a lavar via il demonio.

 

Siediti accanto a me sulla panchina di Melville e Platone

fai posto e scosta il sorriso di Vittorini e  l’Ammannati che di posto ne tiene poco se non nel cuore e nell’aria

deferenti inchini ma sobri rivolgi al capoccia di Riguardone e no non ti stupire quello è mio Padre nel suo tessere

il telaio manuale in qua la trama e in là l’ordito

che il Figlio  ne sia costituito di mota e diamanti

non vedrai uscire nemmeno un piccolo ricordo né  vago né miliare ma tutto intero per te sarà l’interrogare.

 

E allora chiedimi non mi sorprenderai neanche tacendo

Il tuo silenzio sarà mia parola tu che non sai nascondere

difronte a me che non avevo fronte che per la morte

amica prima come ora come ora che m’hai rialzato il viso

ai respiri verdi e rossi e blu della terra e delle cose

Non ho fretta né alle domande né  al silenzio

Il tuo corpo m’è diventato amico come m’era bambino

L’indistinto da distinguere mondo in paesaggio e buio

Sono qui e prima di parlare ti bacerò le palpebre.

 

Al mio paese anche le chiese erano fazioni e gli uomini

che le reggevano vavassori di Dio non pastori

ché nessuno stava con alcuno né con la fede né

con la pietà – era questione di ruolo nella Lingua Italiana

Nemmeno le famiglie erano tribù ma parti del discorso

Il Padre mi dava del lei vivendo in me l’avvento

del Linguaggio del lignaggio e la malinconia m’irrigidiva

nei libri al centro dei giorni e delle notti – l’eros ordinava

gironi e movimenti sovrani silenzi cenni e segni.

 

Tu c’eri allora tra il demonio e il poeta tra voli spezzati

Delle starne delle lente camminate dei vecchi arguti impolverati da chiesa a chiesa tra orologi impettiti

E codici d’onore e l’ironia che razzava sussiegose brache

E niente mi si taceva né si poteva celare come ora che tu

Mi taci e mi sveli nella furia d’amore indicibile ma detto

Agli angoli delle strade nelle stanze nelle trappole tese eppure lente come la lettura dei giorni somiglianti

Da un secolo all’altro dal mondo antico a quest’istante.

 

Parlo con me e le domande sono tue dalla collina

Azzurra dalle crepe di vulcano e d’olivo dalla signoria della parola furiosa d’Ariosto dallo stupore neotecnico della radio dalla somiglianza affinità famigliare dallo scambio

Di religioni e paure – e parlo con me che mi guardi fino

Al fondo della ragione e non vedi altro che tutto il rossore

Il pallore dell’educazione al profondo della grammatica e della fonè dell’interpretazione sconfinata dietro lo sguardo dietro gli occhi chini le dita contorte gli assensi severi.

 

Vedi quello che non saprei mostrarti e che trattengo

Eppure non chiudo alle carezze – perciò parlo con me

Perché tu colga ogni aperto segreto e ne spacco il cemento

La saracinesca squartata dalla storia gli schermi dal viso

Scivolati come pioggia lacrime parole perdute balbettii – anzi mi vesto m’adorno delle tue mani messaggere

del diventare il linguaggio che mi offri in coppa e cesti tesori e primizie ad ogni rammemorazione che m’esplode dal petto ad ogni stretta di labbra di pugno di paesaggio.

Voglio parlarmi e dirti dei fulmini da casa a casa riflessi negli occhi appena coperti dalle tese larghe dei capoccia di sotto in su per non ammetterne la maestà la potenza l’intelligenza naturale di viandanti a mani serrate i fulmini alleati della mia infanzia coi loro servitori i tuoni goffi baritoni dei melodrammi valdorciani non umiliati eppure striscianti a cercare una valle amica, una mangiatoia

E voglio parlarmi del tacchino e del locio i maschi incontinenti nei cortili a rincorrere la tacchina e l’oca

 

E dirti che ho ancora rossore delle burle e gli sberleffi

che mi facevo di loro lanciandogli in faccia virtuose chicchirullàie per dirgli che mi sarebbero mancati e li volevo possedere un po’ come cani e un po’ come gatti impossedibili

e come i fulmini e poi li pregavo di avvicinarmi sfiorare

le mie carezze e tenere di me l’afrore della corsa e della furia tenermi  tra di loro con loro cortile nel cortile finché

mi ricordassero in lettura accasciato sul tavolo delle forme di formaggio pecorino col grande vecchio mèmore

 

e dirsi – e dirmi e dirti – del movimento degli Angeli e dei Troni e dell’abissale distanza di Dio nel verso della Commedia che lì imparavo nello stare e nell’andare del Verbo senese delle sillabe numerose delle vocali asciutte come l’olmo e la quercia nel canone di Pergolesi affidato a voci pure invirtuose e rudi ma non grezze come il vento del Monte Poliziano e dell’Amiata che mi bombarda ancora d’una tormenta di castagne e di more nei crepuscoli azzurri

nelle gerarchie di fazione nell’intolleranza della quiete.

 

Voglio parlarmi di quanto mi mancavi or è un secolo tu

con la tua barbarie dialettale che si fa lingua nella lettura

del mio ineffabile dire e mi rovescia l’abito della forma

quell’abito che fu per decenni di storia misura del sentire il sapere di terra canòpi tombe e litugie silenziose a Cervèteri a Chiusi negli sparuti avelli delle teche e vetrinette che risucchiano e fanno altra l’alterigia di Porsenna Re Vetusto

di niente signore d’oggetti e vasellame e ori e cianfrusaglie

se non del rango impolverato poi di mercantile latinità.

 

Che ci possiamo dire fuori dai nostri corpi armoniosamente distanti? Possiamo tradurre lingua in dialetto, occitano in vetero-senese? La fine della lontananza uccide oh non il soggetto ma l’essere e cosa se non l’essere ci parla di noi nella sola irripetibile voce superflua al di là del bene e del male del tempo e della storia e come mai potremmo stare agganciati a questo chiodo tremante che la petra trattiene e incassa e gioca e vèllica e convince affinché resti preda dl fatale tramonto nel suo colore d’alba senza voli.

 

Sommerso di libri sudati al mercato nero tra bombe e schegge e fucilate traccianti e scaricati dal carro sparigliato

Le fide bestie candide e scarne ferrate con perizia carezzo e arrivo poco più del ventre e schivo l’amica temibile coda

…‘vi sono grato Bellafrò e voialtre tra buche di bombe e strade sventrate per me solo per me’… e le sento ruminanti

come gatti ruzzare di beatitudine mentre la mia beatitudine odora come fai tu le pagine che sanno di cordite e di muffa

che scherzano mozartiane beffe di Stendhal

e l’Esercizio di  Loyola e il maltradotto Saussure

 

e m’acciambello alla calura brandendo una matita e pulendo incessantemente occhiali rudimentali finché il Monsignore fazioso mi congratula e scoreggia e s’asciuga la fronte

e mi piazza le Confessioni di Agostino gabellandole per sue

ma come posso dirti la vergogna – in quell’altèro godimento – per non saper competere alle gare di sputo più distante

e di lancio dei sassi al maggior numero di sfioramenti saltelli

sull’ansa larga dell’Orcia e così imparare a sorridere storto.

 

Le belle nascite le pagliuzze d’oro i temporali di parole

e il tumultuoso e ordinato scorrere abbattersi carezzevole  nell’alveo amante della comune famigliarità ci fanno

difronte e tra le braccia albero e gemma nel silenzioso stare difronte andare nel libero fatale librarsi – parlo di me

ma non ti porto su me poiché mi abiti e mi  dài la melodia

ben oltre il verso e la strofa tu che di parole fai romanzo e del romanzare fai il caldo e il fresco del corpo

mentre l’oro di perle s’intreccia sarmento notturno bagliore.

 

Schivano buche e crateri piaghe di traccianti arbusti inceneriti rotolanti pattini nuovi saldati ai piccoli pieditutto dopo il ritiro delle bombe e degli elmetti era scritto…

 

*

Finché t’avrò o non t’avrò vista nel vento

di pianura oceano o colle di pietre lucide sonore

Finché t’avrò o non t’avrò vista elettrica

di labbra increspate di capelli e fessure

– chinarti schivare quella indecente signoria di cielo e terra

e finché contro il vento t’avrò o non t’avrò vista

ora porre il capo ora il cuore ora l’uragano

io non dirò o dirò soltanto a me chi sei e non sei

in malinconico abbandono.

Eccomi (ecco me che ti risponde) quando m’avverti

da quella lontananza irriducibile che ruzza

sola come la gatta eppure sola disorientata

alla luna intramontabile nei brividi ardenti ora gelidi

al corpo innominabile. Ma dove sono io forse

nello spazio che fa il balzo del capriolo

o nel mezzosorriso della notte

non visto dalla luna indecisa tra la vita e la morte.

O sono nel contratto precipitare della pietra risacca

dalla sassaia alla forra alla schiuma evanescente al sole

Dove se non in fondo al nero mare scordato dal mito

alle smemorate nereidi asciugate di sale e di saliva

senza le parole che tanto servono ai viandanti

 

Le parole ti ritornano come tornano al sole le ombre

ch’esalano dai blu e dai gialli caldi di terra fecondata

e l’ombra t’oscura come una gelosia armata

irriducibile belva dall’intelletto al ventre in flagrante

competizione col Dio Luna e nemmeno scuoti il capo

verso me che mi pretendo Io e ti fronteggio

Da quale millennio o sputo del tempo il dito che ti indìca

e che s’incurva ha colto la memoria che siamo

prima dell’ordine che s’abbatte sulla vita e sulla morte

e che mi serra di braccia e battiti al caos ultima luce

ultima certezza del benedetto non voler sapermi

autore d’idee e di nominazioni – non mi son fatto figurare

da te per mio volere ma per il riconoscerti e per il canto d’Orfeo modulato nel tuo spartito divino e nel suo cànone

e non mi volterò perché così m’hai scelto e sei tutto

memoria e cosa  – tu senza anagrafe senza patria e cuore.

Tra i gonfi veleni angelici che immàrzano i greti

e i piselli odorosi ch’ora sarmèntano ora s’ergono

secondo il medesimo canto del divino riconosciuto

non oggetto e non soggetto ma il tutto del tutto

che il mondo chiama Niente ora sto nell’ascolto del luogo

e non so altro di te di quanto appare e trascolora

dagli urli sorridenti del sole tra i tremuli pioppi e le bramose

campiture di Osvaldo Licini che accompagnano e scandiscono innominabili corpi d’angeli ribelli e amalasunte

né mi sfiora la storia del colore e dei sapori

se non perché ne sono impastato nel sogno omicida

nell’impossibile disegno di-staccarmi una ad una

per mano d’unghiòli e artigli e diti e scotimenti d’ossa maestre

una ad una le cartilagini che trattengono all’ordine

umano l’essenza  amata del mio-tuo corpo d’amore. 

 

Ma io qui sto distante dall’energia che illumina di sé

nel sé ora immerso ora affiorante col braccio e col respiro

e non ti chiedo dimora né poesia ché mi desti laghi e torrenti

intessuti d’orrore e affannosa fuga – il sopravvivere m’è

vomito dissanguamento e le ombre che proiettano figure

che  consistono del reale…..

 


*SCRITTO POSTATO DALLA REDAZIONE E RICEVUTO DIRETTAMENTE DALL’AUTORE:

http://girolamo.melis.it/


 

 

PAOLO RUFFILLI A FERRARA!!!

Ruffilli Ferrara2011.jpgPAOLO RUFFILLI, UNA DELLE VOCI PIU’ AUTOREVOLI DELLA POESIA CONTEMPORANEA ITALIANA, SARA’ OSPITE A FERRARA, PER PRESENTARE IL SUO ULTIMO LIBRO…


Biblioteca Comunale Ariostea – Teatro anatomico

Lunedì 7 novembre, alle ore 17

L’Associazione culturale Gruppo del Tasso

presenta

AFFARI DI CUORE

di

PAOLO  RUFFILLI

Matteo Bianchi dialoga con l’autore

Legge Alessandro Tagliati


Lo stesso Autore è stato “presentato” sulle pagine ufficiali del Dinanimismo circa un anno fa.

Di seguito riportiamo la recensione della raccolta “Un’altra vita” – tratta sempre dal nostro blog – , per sottolineare come la produzione letteraria del Maestro Ruffilli sia ampia e “trasversale”:


“UN’ALTRA VITA” di Paolo Ruffilli (Fazi editore 2010)

Recensione di Zairo Ferrante

Più che un libro è un felice sorpresa l’ultima prosa dello scrittore Paolo Ruffilli.

Avevo già letto e riletto i suoi versi e non avrei mai pensato che un Poeta avesse potuto racchiudere ed affidare tutta la sua “arte” ad una prosa semplice ma, nello  stesso tempo, profonda e scorrevole come quella scoperta in “un’altra vita”.

Un libro che si legge con scorrevolezza, curiosità e tanta avidità…. insomma, oserei dire (senza voler scivolare nella banalità), che ci troviamo di fronte ad un ulteriore capolavoro del notissimo Poeta veneto.

L’Amore che lo scrittore racconta viene magistralmente relegato in un contenitore apparentemente finito, quello delle stagioni e questo diviene un trampolino di lancio verso un dolce smarrimento temporale che, vivo, pervade il lettore già dalle prime pagine del libro.

Inoltre, la mancanza di nomi propri e di riferimenti temporali ben precisi trasformano queste storie in molteplici specchi in cui ogni uomo può, con immensa semplicità, vedere riflessa la propria anima.
A rendere il tutto più suggestivo è la Poesia, che zampilla felice sin dall’inizio  e che fa da cornice al sensuale consumarsi dell’amore.  

“…ecco le stelle di San Patrizio manto d’oro che il santo ha steso sulla nostra terra……” oppure “color, bianco, perla, grigio-azzurro e ocra……..c’era ad unirli perfino un sogno….. ciascuno l’aveva sognato per suo conto” o ancora “….ma la sua vita intanto le si agitava dentro scivolando tra le pieghe del ricordo” .

Tutte frasi che se prese singolarmente diventano splendidi versi di vita.

Vita che, per di più, viene felicemente illustrata in chiari “spaccati” di quotidianità come ad esempio: “tutte persone condannate al chiuso delle stanze, prigionieri di uffici, di aule e negozi. Con l’avversione ormai per l’aria aperta”.

Insomma, un libro che cinge d’alloro la già meravigliosa carriera di un “sempreverde” Maestro.

Un libro che può donare una dimora all’amore che l’ha perduta.

Un libro che può rendere consapovele chi quella dimora già l’aveva e forse non se n’era accorto. 

Zairo Ferrante


Per leggere le schede dei libri:  

http://www.fazieditore.it/scheda_libro.aspx?l=1306

http://www.einaudi.it/libri/libro/paolo-ruffilli/affari-di-cuore/978880620775

RASSEGNA STAMPA COMPLETA SUL DINANIMISMO ( HANNO PARLATO DI NOI!!!)

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0) SPECIAL DA  RAI news 24:   “POESIA, DI LUIGIA SORRENTINO” (link RAI news 24: http://poesia.blog.rainews24.it/ ),  il primo blog di Poesia della Rai, ideato e curato dalla stessa L. Sorrentino dal gennaio 2011 ( Agosto 2013 ). http://poesia.blog.rainews.it/2013/08/28/la-vostra-voce-zairo-ferrante/

1) DA “STYLE – VOGLIA D’ITALIA”( supplemento culturale, mensile e gratuito del quotidiano Nazionale “Il Giornale” – 29 marzo 2011 – ) con un articolo su Zairo Ferrante e sul dinanimismo – pdf gratuito: http://girolamo.melis.it/2011/03/il-giornale-style-voglia-ditalia-emilia.html

2) DA “CONTROCULTURA SUPEREVA” UFFICIALIZZAZIONE CRITICO-LETTERARIA DEL DINANIMISMO: http://guide.supereva.it/controcultura/interventi/2009/12/dinanimismo-e-neofuturismo-letterario/

3) DA “CONTROCULTURA SUPEREVA” AFFERMAZIONE NAZIONALE DEL MOVIMENTO: http://guide.supereva.it/ferrara/interventi/2010/06/il-dinanimismo-decolla-in-italia

4) DA “IL DIALOGO.ORG” ( periodico di cultura, politica e dialogo interreligioso ) che definisce dinanimismo come un “nuovo movimento Poetico”: www.ildialogo.org/cEv.php?f=http://www.ildialogo.org/poesia/Poesie_1276177207.htm

5) DA “L’ACCENTO DI SOCRATE” ( rivista filosofico-culturale ) che dedica un’intero articolo a Zairo Ferrante e al Dinanimismo: http://www.laccentodisocrate.it/Ferrante8.html

6) DA “VIA CIALDINI” ( rivista di cultura e informazione ): http://www.viacialdini.it/cultura/poesia/item/681-la-poesia-smuove-l%E2%80%99anima.html?tmpl=component&print=1

7) DA “BLU ARTE” (rivista arte cultura informazione: http://www.bluarte.it/letteratura/1171-movimento-poeticoartistico-.html

8) DA “ESTENSE.COM” ( quotidiano on-line della città di Ferrara ): http://www.estense.com/?s=dinanimismo

9) DA “CONTROCULTURA SUPEREVA” intervista a Zairo Ferrante – 2009 -: http://guide.supereva.it/controcultura/interventi/2010/03/nuove-avanguardie-intervista-al-dinanimista-zairo-ferrante/

10) DA “CONTROCULTURA SUPEREVA” intervista allo scrittore Zairo Ferrante protagonista della nuova letteratura Italiana – 2010 -: http://guide.supereva.it/ferrara/interventi/2010/11/la-poesia-come-dinanima/

11) DA “GIRAMENTI” ( ex “gumwriters” sito di letteratura nuovo e irriverente ) intervista a Zairo Ferrante – il dinanimismo spiegato ai Gumwriters -: http://gaialodovica.wordpress.com/2010/11/30/il-dinanimismo-spiegato-ai-gumwriters/

12) DAL SITO “AUTORI-ITALIANI” ( il portale degli autori ): http://www.autoriitaliani.it/autoriaffiliati/zairoferrante/

13) DAL SITO UFFICIALE DI “GIOVANNA MULAS” Scrittrice Italiana pluricandidata al Premio Nobel: http://www.giovannamulas.it/link.html

14) DA ” ROMA CAPITALE MAGAZINE ” periodico di cultura e informazione: http://www.romacapitalemagazine.it/index.php?option=com_content&view=article&id=247:il-dinanimismo&catid=7:notizie&Itemid=115

15) DA ” IL DIALOGO.ORG ” la Scrittrice Giovanna Mulas  segnala la rivista ufficiale del movimento “Il Mulo dinanimista “: http://www.ildialogo.org/cEv.php?f=http://www.ildialogo.org/poesia/Poesie_1326383627.htm

16) DA ” GIROLAMO MELIS JOURNAL ” lo Scrittore Girolamo Melis  segnala la rivista ufficiale del movimento “Il Mulo dinanimista “: http://girolamo.melis.it/2012/01/il-mulo-dinanimista-ma-ci-sono-ancora.html

17) DA “DALITYAPI UNPOEMED” diurnal . poetry . news . writerature ( gestito dal poeta filippino Santiago B. Villafania ): http://www.dalityapi.com/2012/02/in-esclusiva-per-il-dinanimismo-versi.html

18) Il Dinanimismo e alcune poesie di Zairo Ferrante in onda su ” PULSANTE RADIO WEB ” all’interno del programma “Poesia, l(‘)abile traccia”, una trasmissione a cura di Pietro Pancamo e Carla Burdese: … per scaricare il podcast della puntata del 16-8-2012 accedere al seguente link: http://www.internettabile.org/prw/programs/artView.asp?ID=228&prg=poesialabile

19) DA ” ECCO LA NOTIZIA QUOTIDIANA.IT ” ( quotidiano on-line delle province di Roma e Frosinone ) articolo sul Dinanimismo: http://www.eccolanotiziaquotidiana.it/zairo-ferrante-e-il-dinanimismo-quando-il-web-e-romantico/

20) DA ” PATRIA LETTERATURA” rivista internazionale di lingua & letteratura ( Presidente onorario: Gëzim Hajdari; Presidente in carica: Matteo Chiavarone) : http://www.patrialetteratura.com/il-dinanimismo-per-una-poesia-contro-la-superficialita/

21) DA “Lanotiziah24” le notizie di Roma e Provincia e Frosinone e Provincia: intervista e nota critica di Roby Guerra su Zairo Ferrante e il dinanimismo: http://lanotiziah24.com/2014/03/roma-zairo-ferrante-e-il-dinanimismo-sulla-rivista-internazionale-patria-letteratura-intervista/?r=1&width=1366&Height=768 

21) “FERRARA-ITALIA” quotidiano indipendente osservatorio globale/locale sull’attualità: recensione su Zairo Ferrante e il dinanimismo definita come un’avanguardia leggere e nuovamente tecnica umanistica: http://www.ferraraitalia.it/zairo-ferrante-la-poesia-dinanimista-34745.html

22) “RADIO ITALIA 1 Adelaide Inc.”, intervista a Zairo Ferrante durante il programma radiofonico ” Quelli della domenica”, condotto da Aurelio Monteleone e trasmesso in diretta, oltre che nel sud dell’Australia, anche in Argentina, Nigeria e Centro Europa: http://e-bookdinanimismo.myblog.it/2015/07/12/zairo-ferrante-il-dinanimismo-diretta-radio-italia-1-adelaide-inc-australia/

23) DA ” IL FOGLIO LETTERARIO ” ( n° Marzo – 2019 ) storica rivista fondata da Gordiano Lupi, Maurizio Maggioni e Andrea Panerini nel 1999: http://www.ilfoglioletterario.it/fabio-strinati-presenta-zairo-ferrante-dinamismo/

Ott 31, 2011 - AZIONI DINANIMISTE    1 Comment

LETTERA APERTA AI GIOVANI ( DENTRO O FUORI NON IMPORTA ) CHE ANCORA SOGNANO di Zairo Ferrante

 

LETTERA APERTA AI GIOVANI ( DENTRO O FUORI NON IMPORTA ) CHE ANCORA SOGNANO

 

di

 

Zairo Ferrante

 

– Manifesto/Azione del Dinanimismo (movimento poetico/artistico d’avanguardia) –

 

 

 

i cavalieri.jpgA Chi scrivo?

Scrivo a Chi ogni mattina apre gli occhi e si ricorda che ha smesso di dormire ma non di sognare.

Scrivo a Chi, nonostante il mondo fuori lo vuole morto, si ricorda – con i fatti e con le parole – che è ancora vivo.

Scrivo a Chi si sente giovane non perché la patente non l’ha ancora rinnovata, ma perché ogni giorno continua a lavorare per costruire in faccia a chi vuole solo distruggere.

Scrivo a Chi sa ancora ascoltare. Scrivo a Chi non si da per vinto davanti a quelli che gli vogliono far credere che l’unica via d’uscita è il fallimento.

Scrivo alle Mamme che piangono sognando il futuro dei propri figli.

Scrivo ai Figli che rincuorano le Mamme quando queste – disperate – pensano che stanno fallendo.

Scrivo alla Gente che difende le idee. Scrivo a Chiunque suda con dignità lavorando.

Scrivo a Chi non si arrende anche se è contagiato da una brutta malattia che chiamano “crisi”.

Scrivo a Chi urla perché non ci sta.

Scrivo a Quelli che sono convinti  che se la prossima fine del mondo bussa alla loro porta è peggio per lei.

Scrivo al coraggio, affinché esca dalla sua tana, venga a bussare alle nostre porte e s’impossessi dei nostri spiriti.

 

A Tutti Questi dedico queste parole, affinché – con perseveranza – continuino a coltivare i propri Sogni.

Affinché – con dignità – continuino a spingere la loro Vita.

Affinché, tutti gli altri capiscano che di morire anzitempo proprio non ne abbiamo voglia.

 

Zairo Ferrante

per il Movimento Dinanimista


*Quadro: “I cavalieri dell’Apocalisse” di Vitaliano Parussini, liberamente postato dalla Redazione e tratto da

http://digilander.libero.it/vitalianoparussini/biografia.htm

 

 

ILTEMPO LASTORIA: Dal 2 al 6 Novembre torna la “Settimana della Storia”

 

 

 

321689_169571299795392_100002275694125_350457_2072627732_n.jpgDall’Unità italiana a Roma Capitale

 

 

 

 

 

 

 

 

A Roma, Monterotondo, Formello e Sant’Oreste la “Grande Storia”, dal 2 al 6 novembre, tornerà protagonista grazie a un sistema di iniziative culturali tra loro complementari: presentazioni, proiezioni, reading, incontri e spettacoli.

 

 

In occasione del 150esimo Anniversario dell’Unità d’Italia, Il Tempo La Storia, forte del successo degli scorsi anni, ha organizzato una nuova edizione della Manifestazione – realizzata in collaborazione con la Provincia di Roma e i Comuni di Monterotondo, Formello e Sant’Oreste – che sarà dedicata alla rievocazione, alla celebrazione, alla reinterpretazione del Risorgimento italiano.

 

 

Quest’anno la programmazione della Settimana della Storia si rivolge soprattutto ad un pubblico giovane. Per la prima volta, infatti, nell’ottica di sensibilizzare alla partecipazione le nuove generazioni – gli italiani di domani – alcune iniziative si svolgeranno nelle Scuole di Roma e Provincia. Una novità assoluta che è stata apprezzata dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano il quale ha conferito all’Edizione 2011 della Settimana della Storia una propria medaglia di rappresentanza.

 

 

Il momento centrale dell’edizione 2011 della Settimana della Storia sarà il Caffè della Storia, un ciclo di “Incontri con gli Autori” che si terrà presso la Libreria MELBOOKSTORE di ROMA (Via Nazionale 252-255) e durante il quale, oltre alle novità editoriali, troveranno spazio anche alcune proiezione come, ad esempio, il film doc Rai di Italo Moscati Concerto Italiano. Storia e storie dell’Unità d’Italia.

 

 

Le presentazioni del Caffè della Storia, organizzate in collaborazione con alcune tra le più importanti case editrici italiane – Il Mulino, Marsilio, Einaudi, Rubbettino, Palombi Editore, Edizioni Nuova Cultura e Lepre Edizioni – saranno la spina dorsale dell’intera manifestazione: momenti di interessante interazione durante i quali gli Autori proporranno i propri lavori in modo originale dando la possibilità al grande pubblico di sentirsi protagonista dell’Evento. Sarà infatti possibile incontrare e porre domande a storici, registi e giornalisti che nel corso degli ultimi mesi si sono rivolti allo studio e all’approfondimento del Risorgimento italiano.

 

 

L’intera programmazione dell’evento – che cronologicamente andrà ben oltre la “settimana” – grazie ai contenuti, al livello degli ospiti e alle iniziative collegate focalizzerà l’attenzione, su fatti, vicende e personaggi – anche poco conosciuti – che hanno contribuito a «fare l’Italia».
Anche quest’anno la Manifestazione è curata da Roberto Bonuglia e Luca Giansanti. Tutte le iniziative in calendario sono ad ingresso libero fino ad esaurimento dei posti disponibili.

 

 

 

*COMUNICATO STAMPA RICEVUTO DIRETTAMENTE DA: UFFICIO STAMPA IL TEMPO LA STORIA

www.iltempolastoria.it – 

IL DINANIMISMO SALUTA E RENDE OMAGGIO A JAMES HILLMAN

hillman.jpg…I grandi epici, e anche i poeti di oggi non usano astrazioni. Cercano di esprimere il mondo interiore con immagini e suoni molto precisi e concreti. I nostri sogni non dicono <<paura>> o <<sesso>>. Nei sogni incontriamo eventi e immagini…..  Ciò che la psiche fa per prima cosa è presentare la sua interiorità nei sogni….non in parole, non in concetti, non in sentimenti: in immagini! Quindi se l’attività primaria e congenita della psiche è  <<fare-immagine>>, poiesis in greco, allora la psicologia deve essere prima di tutto uno studio dell’immaginazione…”

Queste le parole di James Hillman rilasciate in una Sua intervista tanto illuminante da divenire uno splendido saggio edito da BUR – “Il piacere di pensare” conversazione con Silvia Ronchey -.

Queste le parole da cui prendevo spunto – più di due anni fa – per scrivere il secondo, e forse più importante, manifesto del dinanimismo.

Queste le parole con cui oggi voglio ricordare, ringraziare e salutare lo stesso Hillman, il piu’ famoso psicoanalista e filosofo americano contemporaneo.

Lui, il padre della psicologia archetipa e teorizzatore del “fare anima” come mezzo d’identificazione dell’uomo psicologico, ci ha definitivamente salutato due giorni fa ( ma da tempo hillman era ammalato di cancro ), non senza donarci un’ultima lezione.

Ha deciso, infatti,  di lasciare questo mondo –  sicuramente per lui abbondantemente compreso – con lucidita’, rinunciando alla somministrazione di dosi  massicce di morfina che avrebbero certamente lenito i suoi dolori  ma, nello stesso tempo, offuscato il suo pensiero. Volendoci, forse, in questo modo ricordare l’importanza del pensiero e delle idee che neppure con la morte possono e devono dissolversi.

A lui va il mio grazie, con la viva convinzione che il suo ‘daimon’ continuera’ ad elargire doni per molto tempo ancora.

zairo ferrante

 

 

*Per leggere la biografia di hillman: http://it.wikipedia.org/wiki/James_Hillman


** Un suo libro e il suo “daimon” : http://www.parodos.it/books/pensiero%20filosofico/hillman.htm

 

***ulteriori notizie sulla sua morte: http://blog.panorama.it/italia/2011/10/28/eutanasia-la-morte-di-james-hillman-e-una-lezione-sulla-vita/

 

****foto tratta da: http://www.scottlondon.com/interviews/hillman_italian.html

 

“I BISBIGLI DI UN’ANIMA MUTA” recensione di Emilio Diedo

 

9788896703526.jpg” I bisbigli di un’anima muta Prosa, poesie e dinanimismo ” di Zairo Ferrante

Recensione di: Emilio diedo

In copertina, elaborazione di Zairo Ferrante d’una fotografia di Agostino Panajia

CSA Castellana Grotte, 2011, pp.96, € 10,00

 

 

 

 

I bisbigli di un’animadi Zairo Ferrante hanno in sé la coerente, identica enfasi e l’altrettanto uguale significato dell’opera prima D’amore, di sogni e di altre follie (Este Edition) pubblicata nel 2009.

 

     Un significato cioè imposto, nella sua essenza programmatica ed idealistica, fin dalla prefazione disvelante un’ironia, qualche volta anche ridanciana, ma soprattutto fungente da assiduo spot pubblicitario all’insegna del cosiddetto dinAnimismo.

 

     Questo il fine primario. Tutta la raccolta (un mixage tra poesia e parafrasi, con un innesto, o meglio un brano d’avvio, perché posto proprio in apertura, d’un raccontino ispiratore e, per così dire, propedeutico ad un finalistico concento) è ineccepibilmente orientata ad una sorta d’addottrinamento dinanimista.

 

     La medesima, e se vogliamo, impropria prefazione (la quale avrebbe potuto trovare una diversa, più canonica denominazione, del tipo introduzione; e quindi essere divisa in due parti, di cui la seconda, magari collocata a fine opera piuttosto che all’inizio, con la distinta dizione di ringraziamenti), nel richiamo che reca in sé, rende il libretto alquanto stuzzicante.

 

     Il baricentro concettuale dell’opera è, come anticipato, una metodica discettazione sul dinAnimismo,  movimento che il giovane, ventisettenne autore ha fondato per stimolare «una certa coscienza comunitaria utile a contrastare la futilità, l’ingiustizia e a difendere l’Uomo […] da contrapporre alla dilagante superficialità dei nostri giorni […] una poetica  e una produzione artistica ispirate a principi di matrice “romantico-umanistica”», da intendersi, in buona sostanza, «come un “futurismo” che esalti il divenire dell’uomo e della sua interiorità anziché il divenire della “macchina”».   

 

     Il costrutto poetico, a parte, come si disse, l’incipitario raccontino (Prosimetro), è invariabilmente seguito da consequenziali parafrasi e/o annotazioni tendenti, nel dilatare i vari passaggi poetici, ad elevare di volta in volta la conoscenza al dinanimismo. Non sono note strettamente esplicative dei contenuti (non se ne ravvisa alcuna necessità, né concettuale né metaforica, in quanto esemplari per trasparenza semantica) bensì sembrerebbero assolvere a quell’unico bersaglio dinanimista.

 

     Il titolo, I bisbigli di un’anima, è di fatto la letterale specificazione del dinanimismo, in quanto comprensivo della dinamicità dell’Anima. Se è vero che l’anima non partecipa ai rumori molesti del corpo che la rappresenta, potrebbe però essere altrettanto vero che, proprio in forza della parola trascritta nella poesia, essa possa persino cantare ed urlare a squarciagola. Ma, l’implicita sinestesia (e qui sta davvero il piatto forte della poesia di Zairo Ferrante, che snocciola un espediente assai più incisivo della metafora), vuole dimostrare che, nella costruttiva meditazione dell’anima, il suo inappagabile silenzio non vuole farsi stridente portatore di proclami, bensì ama unicamente essere un sussurro latore d’amore, di pace, di giustizia… bisbiglio (tendente a rappresentare un ossimoro di forte sonorità) di sola verità, che comunque, nella sua ponderata posa, sa a sua volta farsi icasticamente prorompente.

 

     Lo scrivere in versi di questo poeta è appunto e soprattutto un inno all’Amore. 

 

 


Ferrara, ottobre 2011


*RECENSIONE RICEVUTA DIRETTAMENTE DAL CRITICO, POETA E SCRITTORE EMILIO DIEDO.

**INFO SU ACQUISTO: http://www.autoriitaliani.it/autoriaffiliati/zairoferrante/

 

 

 

 

VERSI DI ANTONIO VANNI

antonio vanni,versi,poesia,dinanimismo,isernia,ferrara,genesi edizioniIL TRAMONTO (dedicata a Luciano)

tratta dalla raccolta edita DIARIO DI UNA NUVOLA BASSA,edizioni EVA, Venafro(IS), 1994.

Doveva esserci dell’aria
nel globo marmoreo ove tu posasti
le tue felicità e stanchezze un solo istante
sdraiato ai seni necessari dell’alba,
se ora al mio respiro esso sfugge al cielo
ed io sì forte non mi conoscevo
da librarti in aria amore mio.
Questo è il silenzio dei tetti rosa all’agghiaccio
ch’io ascolto, il freddo che chi ama sa riconoscere,
il freddo della chiesetta chiara al docile vagabondare
dei suoi angeli, i chierichetti,
come onde le sfuggenti campanelle
e si disperano.
Gesù è un gioco bello, di coccinelle,
e dura poco.

Oh quanta sete in quest’esodo di fuoco!
Un uomo solo dai mille cappelli io resto,
dinanzi i vetri lucidi dei tuoi occhi,
un palco di colori per la recita.
Un uomo elegante col fascino della sabbia che brucia
sulle labbra e ti segna con la mano
uno ciao marino.
Doveva esserci dell’aria nel mio cuore ed una nuvola
se confido nel volo di un’ala,da sola,
un pò grottesca a vedersi
col corpo nello sguardo della sera disperso.
E sei solo amore
giù con le corde delle bambine
non appena tutto è diverso da te.

Crescono nel cortile gli scolari.
Ai loro doni di china sul viso
tu poni resina di mirto tra i capelli,
che m’invento un cigno,il tramonto,
se è vero ch’esso è vicino a Dio, il suo canto,
e tagli il vento coi vestiti nuovi
e cammini.
Poi attraversa il campo un bel veliero giallo,
un ritornello così, quasi un fratello.
Farai tardi a scuola
(col Miracolo di Heliane che hai udito,tossendo)
la tua cartella è di gioia
(Korngold,correndo,Il bravo sartino tredicenne)
coi quaderni a quadretti sul globo marmoreo
dimenticati,sì,dimenticati
com’esuli graffiti ai sassi rovesciati.
Io me ne andrei via felice
ultima estate da bambino,
diario di una nuvola bassa.

(Antonio Vanni)

ANTONIO VANNI È nato ad Isernia (Molise) il 16-12-65. Diplomato Ragioniere ed Infermiere Professionale, è laureando in Psicologia. Secondo di 5 fratelli, inizia a comporre versi all’età di 12 anni, divenendo a 18 anni, con la prima raccolta edita La Nube membro onorario dell’Accademia di Scienze Umanistiche del Brasile. È autore di racconti brevi, ancora inediti.
Nel 1995 il giornalista Fulvio Castellani pubblica una monografia sull’opera di Antonio Vanni. Opere pubblicate: La Nube, 1984; Alcadi, 1986; Viale dei Persi, 1987; L’albero senza rami e la luna, 1992, presso la Genesi Editrice, con prefazione di Giorgio Bárberi Squarotti; diario di una Nuvola Bassa, 1994; L’Ariel, 1997.
Profilo critico: “È, Antonio Vanni poeta (e prosatore) lirico, contemplativo, descrittivo, estatico evocatore di paesaggi primaverili di boschi, radure, fiori gentili, di spiagge felici, di acque limpide, di loci amaeni entro cui si ambientano lievi vicende di sensuali malizie infantili, quasi sognanti sequenze di gesti affettuosi e ridenti, in un’atmosfera di età dell’oro, prima di ogni velo e di ogni consapevolezza di peccato e di divieto.” (Giorgio Bárberi Squarotti)

*VERSI: Ricevuti direttamente dall’Autore.

**BIOGRAFIA: tratta da  http://www.genesi.org/autore~id_autore~327.htm dietro indicazione dello stesso Autore.

 

 

     
 

” PER UNA NUOVA OGGETTIVITA’ popolo, partecipazione, destino “: un’idea, un manifesto, un libro!!!

 

da Estense.com: Alla ricerca della “Nuova Oggettività”

A breve il libro-manifesto del neonato movimento filosofico. Oltre ottanta le persone coinvolte in tutta Italia

 

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Prestigiosa sinergia prossima, programmata per settembre-ottobre, per alcuni scrittori ferraresi: è il progetto Nuova Oggettività, a cura di un neonato movimento filosofico a livello nazionale, in particolare dell’area intellettuale di Roma, dei vari Sandro Giovannini, Giovanni Sessa, Stefano Vai.

Tra breve il libro manifesto omonimo (edizioni Heliopolis, Roma-Pesaro), con ben e oltre 80 scrittori, filosofi contemporanei, alcuni molto noti: tra essi, oltre ai curatori, lo stesso Stefano Zecchi finanche i futuristi Graziano Cecchini, Riccardo Campa, Antonio Saccoccio, Stefano Balice e il ferrarese Roby Guerra (anche nella segreteria e blogger del sito del movimento Nuova Oggettività). E anche altri ferraresi noti: Riccardo Roversi, Zairo Ferrante, Maurizio Ganzaroli, il centese Giovanni Tuzet e le scrittrici Gaia Conventi e Sylvia Forty.

Il progetto è programmaticamente articolato come libera e libera esplorazione ciberculturale, al di là dell’ideologia del Novecento, modulato in diverse griglie tematiche, dalla metapolitica all’estetica alla comunicazione, eccetera, tra -come sottolineano gli stessi promotori forse principali, Sessa e Giovannini, i bordi concettuali interfacciati e simultanei della Tradizione e della Modernità assoluti, verso un futuribile neoumanistico contemporaneo. Un “volo” sorprendente, meritorio e significativo per gli autori di Ferrara ed emiliani in un contesto filosofico al centro del dibattito italiano attuale e non da oggi.

Lo stesso Giovannini ha curato per oltre un decennio la rivista specialistica Letteratura-Tradizione.

TRATTO DA: http://www.estense.com/?p=161627
 
*RASSEGNA STAMPA ” PER UNA NUOVA OGGETTIVITA’ “:

http://oubliettemagazine.com/2011/10/14/scrittori-ferraresi-in-il-libro-manifesto-nuova-oggettivita-heliopolis-2011/

http://www.sitiwebferrara.com/scrittori-ferraresi-in-il-libro-manifesto-%E2%80%9Cnuova-oggettivita%E2%80%9D-1013.html

http://nuovaoggettivita.blogspot.com/2011/10/libro-manifesto-nuova-oggettivita_14.html

http://nuovaoggettivita.blogspot.com/2011/10/book-trailer-e-promo-1-libro-manifesto.html

http://nuovaoggettivita.blogspot.com/2011/10/il-secondo-sole-dellavvenire.html

POESIA INEDITA DI ZAIRO FERRANTE – VOCE DI ELIANA FARINON

BUONGIORNO DA ZAÌRO FERRANTE: Una consegna pesante… oppure una semina nel campo altrui?

 

 

 

IL TEMPO ( inedito)

Scorre il tempo
tra curve spigolose
inutilmente arrotondate
da ricordi trafugati.
Quasi rimbalza
dai tappeti della memoria
come storia immortalata
nell’inutile pagina
di un tentato vivere.
Eppur si muove.
– Il tempo –
Come cane bastonato
a mugolare tra le spine.
Uniche rose di un giardino
abbandonato.
E chiede il conto.
– Questo tempo –
Quando, al bancone,
tu consumi e perdi
la tua faccia
nel mascherare il tuo passato.
E nel prendere gli ultimi
tuoi spicci, il barista,

da sfacciato –
ti rammenta quel che eri.
E sorride mentre
tu l’aspetti al tuo autogrill.
Ultima fermata sgangherata
come oasi che ti allontana
dalla morte.
– E’ stupida illusione –
Tanto è tempo: che ti serve,
vola e ti sorpassa.
In quest’autostrada
che rallenta il tuo cammino
e che è la vita.
 
 
Zairo Ferrante, 8 – Ottobre – 2011
 
**Versi tratti dal sito:

http://girolamo.melis.it/2011/10/buongiorno-da-zairo-ferrante-una.html

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