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Il Dinanimismo segnala due perle della Bertoni Editore: Pierfrancesco Pingitore e Franco Arminio

A conferma dell’ottimo lavoro editoriale svolto dalla Bertoni Editore, casa editrice Umbra (indipendente NOEAP) fondata da Jean Luc Bertoni nel 2000, di seguito segnaliamo due prestigiose pubblicazioni realizzate proprio nel 2021:

confessioni-spudorate-le-quattro-stagioni-di-una-donna-italianaConfessioni spudorate. Le quattro stagioni di una donna italiana

Libro di Pier Francesco Pingitore

Elena è una donna. Una vera donna. Femminile, passionale, trasgressiva, ma anche materna, decisa, coraggiosa. Vive intensamente ogni attimo della sua vita, soprattutto il sentimento più profondo che l’essere umano può provare: l’amore. La sua lunga storia si snoda attraverso ben sei decenni di storia italiana, dagli anni Quaranta, devastati dalla Seconda Guerra Mondiale al 2020, soggiogato dall’epidemia del coronavirus, passando attraverso i boom economici degli anni Sessanta e Ottanta, il terrorismo degli anni Settanta, i mutamenti sociali degli anni Duemila. Una storia personale, intima nella quale si può leggere anche la storia del nostro bel paese. https://www.bertonieditore.com/shop/it/libri/901-confessioni-spudorate-le-quattro-stagioni-di-una-donna-italiana.html?search_query=pingitore&results=2

ospedaleOSPEDALE

Poesie di Franco Arminio

Illustrazioni di Francesca Ascione

Edizione limitata di 1000 copie, con copie numerate.

Progetto editoriale della Bertoni editore, con testi di Franco Arminio e immagini di Francesca Ascione che ha fotografato e cucito al foglio bastoncini secchi. Sono i bastoni della vecchiaia che non servono più e vengono costretti all’immobilità.

Progetto realizzato su carta riciclata di alta qualità con fibre certificate FSC, riciclate al 100%

Edizione limitata di 1000 copie, con copie numerate. https://www.bertonieditore.com/shop/it/libri/873-ospedale.html?search_query=arminio&results=1&HTTP_REFERER=https%3A%2F%2Fwww.bertonieditore.com%2Fshop%2Fit%2Fricerca%3Fcontroller%3Dsearch%26orderby%3Dposition%26orderway%3Ddesc%26search_query%3Darminio%26submit_search%3D

Nel corso degli anni, l’Editore ha creato cinque marchi, la “Bertoni editore” per la narrativa, la “Poesiaedizioni” per la poesia (coordinata dal Poeta Bruno Mohorovich), la “Bertoni Campus” per la saggistica, la “Bertoni Junior” per le pubblicazione rivolte ai ragazzi ed ai bambini e la “Bertoni Scuola” nata per la realizzazione di pubblicazioni prodotte in collaborazione con le scuole.

Il Marchio Produce annualmente cento titoli e realizza eventi culturali in tutto il territorio nazionale.

Un nuovo Venticinque Aprile per questa nostra Patria ferita… riflessioni dal sito di Giovanna Mulas

17975880_120332000286835207_1049556153_o25 aprile 1945, 25 aprile 2017: non chiamatela ‘Festa’ ma, con l’orgoglio che merita una Patria, questa nostra Patria ferita, ‘Anniversario’; della Liberazione d’Italia, o della Resistenza. Data comunque e sempre dignitoso, valoroso simbolo politico e militare della lotta attuata, durante la seconda guerra mondiale, dalle forze partigiane contro il governo fascista della Repubblica Sociale Italiana, quindi l’occupazione nazista. “…Contro l’occupazione tedesca, contro la guerra fascista, per la salvezza delle nostre terre, delle nostre case, delle nostre officine. Come a Genova e a Torino, ponete i tedeschi di fronte al dilemma: arrendersi o perire!”, gridava l’amato Presidente partigiano Sandro Pertini nel proclamare sciopero generale a Milano. Oggi i nostri ‘tedeschi’ sono altri, sono tanti, e nascondono armi e corruzione dietro apparenza, individualismo, consumo. 

E ancora oggi, purtroppo, non tutti sono in grado di riconoscerli.
Fino a quando non avremo giustizia, pace e libertà per tutti, voglio augurarCi un 25 aprile rappresentato quotidianamente: giorni che, finalmente, odorino di unità, forti dei diritti e doveri di ogni uomo prima, del cittadino poi.
Contro le disposizioni infedeli all’Essere Uomo e da Ovunque e Chiunque esse provengano, la mala cultura e la non politica, contro le bugie e le censure dell’informazione, contro la profonda ignoranza nella quale intere generazioni di italiani sono state pasciute al grido di ‘modernità!’ e consumo (ché quanti non conoscono i propri diritti non sono in grado di farli valere, quindi non riconoscere chi li calpesta)
per mantenere quiete laddove gli uomini vengono costantemente spogliati della dignità.
…CONTINUA SU: https://giovannamulasufficiale.blogspot.it/2017/04/un-nuovo-venticinque-aprile-per-questa.html?spref=fb

Senza privilegi di Carlos Sanchez… …difendiamo la nostra terra!!!

Senza privilegi

di

Carlos Sanchez

wounded-knee-1973-ap-240Abbiamo consumato un altro pezzo de sole
ritagli di montagne
gli esigui boschi
le correnti di acqua multicolori
che assediano i formicai
le piazze le strade
abbiamo consumato
le incertezze di un mondo migliore
l’idea indemoniata di avanguardia
lo sterile benessere di pochi
le vacche volatili
le galline che depongono le uova
l’orto astratto
la cucina oziosa
i territori recintati
le ribellioni rinchiuse
alcuni dei disuguali
competitive
il diritto storto
la giustizia assai bendata
l’eccesso di velocità
nei sentieri incas
maya aztechi
– per suggerire soltanto
una parte del mondo –
socratizziamo
il ragionamento incoronato
l’interpretazione dei sogni
la nefasta globalizzazione
frutto di un errore di base
idealizziamo un principio
che ignoriamo
una fine che non vedremo
un illuso ritorno messianico
al rodeo
pidocchi di un cane
rognoso
affabulatori disinformati
manifestanti afoni
nella visibilità di nascoste astuzie
di poteri nuvolosi
nel cielo di questo mondo.
La poesia non è un privilegio
né un arma intelligente
è una querelle
un ululato forzoso
civilizzatore
in questa oscura calamità.

Di “Tutto scorre come un fiume”
Lìbrati, Ascoli Piceno, 2012

Sin privilegios

Consumamos otro pedazo de sol
retazos de montañas
los exiguos bosques
las corrientes de agua multicolores
que acechan los hormigueros
las plazas los caminos
consumamos
las incertezas de un mundo mejor
la idea endemoniada de vanguardias
el estéril bienestar de unos pocos
las vacas voladoras
la gallinas ponedoras
el huerto abstracto
la cocina ociosa
los territorios alambrados
la rebeldías encerradas
unos dioses desiguales
competitivos
el derecho torcido
la justicia harto vendada
el exceso de velocidad
en los senderos incas
mayas aztecas
– para sugerir sólo
una parte del mundo –
socratisemos
el coronado razonamiento
la interpretación de los sueños
la nefasta globalización
fruto de un error de base
idealicemos un principio
que desconocemos
un final que no veremos
un iluso retorno mesiánico
al rodeo
piojos de un perro
sarnoso
fabuladores desinformados
manifestantes afónicos
en la visibilidad de ocultas astucias
de poderes nublados
en el cielo de este mundo.
La poesía no es un privilegio
ni un arma inteligente
es una querella
La poesía no es un privilegio
civilizador
en esta oscura calamidad.

De “Todo fluye como un río”
Lìbrati, Ascoli Piceno, 2012

*Versi ricevuti direttamente dall’Autore tramite social network

**Foto postata dalla redazione e liberamente tratta da:http://www.ilsole24ore.com/art/SoleOnLine4/Tempo%20libero%20e%20Cultura/2008/05/storie-storia-resa-wounded-knee.shtml

“FERRARA-ITALIA” quotidiano indipendente osservatorio globale/locale sull’attualità: il dinanimismo definito come “un’avanguardia leggera e nuovamente tecnica umanistica”

Cattura8Il giovane talento, scrittore Zairo Ferrante, autore di “D’amore di sogni e d’altre follie” (Este Edition, 2009) dell’e-book “Dinanimismo” (Futurist Editions on line, 2009) promuove il cosiddetto… Dinanimismo,l’Anima nell’era del web e delle nuove tecnologie, rilette con sguardi neoromantici e letterari. La parola dopo la scrittura terminale, Barilli, al di là del grado zero, Barthes e Lacan stessi, riconnessi, oltre certo – altrove – cerebralismo o psicologismo, alla dimensione archetipale cara magari a Jung, Hillman e seguaci.Un’avanguardia leggera e nuovamente tecnica e umanistica, la poetica nascente dinanimista e di Ferrante, attraversante… anche la cifra del Futurismo, echi specifici dello stesso classico Flora, la scienza romantica di Bergson. Fare Macchina, fare parola anima cuore, la matrice del Duemila possibile e fondamentale, oltre il tempo e lo spazio.

Tale new romantic uplodato esita ancor più programmatico nel volume megamix tra poesia, manifesti dinanimisti e saggistica, “I bisbigli di un’anima muta”, edito da CSA editrice nel 2011 (poi anche in eBook, nel 2014).
In tale esplorazione letteraria, Ferrante traccia una navigazione potente, solida e in progress, confermata anche criticamente da prestigiosi rilanci in certa stessa variabile dinanimista sociale neoumanistica, nella rivista letteraria “Isola Nera”, a cura della nota poetessa Giovanna Mulas.
Zairo Ferrante e il Dinanimismo, inoltre sono stati evidenziati da media rilevanti, quali Il Giornale, nell’inserto periodico Style – Voglia d’Italia, a cura di Girolamo Melis, dal network storico SuperEva -Controcultura (Firenze). Segnalato anche oltrecontinente (Australia) dall’Associazione Italo-Australiana, Alias.
Ferrante, di origini salernitane, è tra i novanta autori del libro manifesto “Per una Nuova Oggettività”(Heliopolis -Pesaro -Roma, 2011), di cifra estetico-filosofica post romantica, a cura di Sandro Giovannini e altri – diversi docenti universitari tra gli aderenti ed autori – e suo uno dei book trailer Evoluzione, del movimento; nonché poi nelle raccolte ebook de La Carmelina“Urfuturismo, La Grande Guerra futurista” (2014).
Non ultimo da segnalare diverse presentazioni radiofoniche (Milano- Pulsante Radio Web), segnalazioni su “Patria Letteratura “e altre riviste di rilievo nazionale e in particolare nel Blog Poesia di RaiNewsa c ura di Luigia Sorrentino… by Roby Guerra continua su: http://www.ferraraitalia.it/zairo-ferrante-la-poesia-dinanimista-34745.html

Mar 7, 2015 - opinioni    No Comments

Rubiamo dal blog di Maria Grazia Cicala … un pizzico di cucina e tanta passione per l’arte!!!

foto1-januarywagashiMan ist was Mann isst’, ovvero si è ciò che l’uomo mangia.

Molto del nostro food design prende ispirazione dall’arte giapponese di portare i cibi in tavola!  Prendete ad esempio i Wagashi, i dolcetti tradizionali giapponesi: sono delle piccole poesie di zucchero.

Forme, colori e disegni di wagashi, ispirati come sono da letteratura giapponese, dipinti e tessuti, spesso rappresentano immagini evocative della natura e sono una festa per gli occhi. Molti nomi sono derivati dalla prosa o poesia classica, mentre altri possono suggerire una stagione.

10897006_10204517701275067_6143494289098525178_nWagashi sono un invito a concedersi a tutti i cinque sensi: L’immagine, il gusto, il tatto,  il profumo, e il suono.

I dolci giapponesi, ovvero wagashi, sono piccoli capolavori di arte e gusto. Principalmente a base di farina di riso, cereali e crema di fagioli rossi dolci. Forma e colori variano in base alla stagione.Vengono serviti insieme al tè verde e sono considerati come un dono di lusso.I primi dolci giapponesi sono nati nel periodo Yayoi (300 a.C.- 250 d.C), ed erano prodotti utilizzando riso e patate, schiacciati e lavorati fino ad assumere una forma grezza, senza molte pretese insomma.
In seguito apparirono i manju, torte di riso ripiene di marmellata di fagioli rossi, al principio dolce cinese “Mantou” importato da monaci buddisti fino in Giappone da cui prese inizialmente il nome Nara-manjū.
Poi con l’avanzare dell’importanza della cerimonia del tè, crebbero anche i prodotti artigianali giapponesi: ovviamente dolci di accompagnamento per il tè verde, leggeri e dall’aspetto semplice ma curato.
Nel periodo Edo (1603-1867), il “tè con i dolcetti” non fu più un privilegio di pochi, ma divenne disponibile per la massa, creando un vero e proprio fenomeno nazionale instillatosi nelle radici della cultura giapponese.
Non molto tempo dopo dal Portogallo si importarono nuovi tipi di dolci fino a quel momento sconosciuti in Giappone: il Kompeito (da confeito), zuccherini colorati a forma di stella, e il kasutera (da castella), un semplice pan di spagna di uova, farina, zucchero e sciroppo di amido.
Questi scambi commerciali, e forse la paura di contaminare la propria cultura culinaria, fecero nascere la necessità di fare una distinzione linguistica, furono perciò coniati i termini “yogashi” (letteralmente, dolci in stile occidentale) e “wagashi” (dolci tradizionali giapponesi) nel periodo Meiji (1868-1912).
I wagashi sono dolci artigianali che utilizzano un certo numero di ingredienti “tipici”, tra cui farina di riso, azuki (fagioli rossi da cui si crea la marmellata detta “anko”), zucchero e patate dolci. A differenza dei yogashi in cui si utilizzano molto latte, burro e altri ingredienti.
Si può dire che i manju erano la base per i dolci nipponici che, accostati a molte varianti, assumevano nomi e forme differenti.
La differenza tra manju e mochi è molto sottile, quel che è sicuro è che entrambi sono degli esemplari di torta di riso lavorati fino ad assumere una forma rettangolare o tonda, tradizionalmente mangiati a capodanno. Per quanto riguarda il mochi viene prodotto in una cerimonia chiamata “mochitsuki”
Esistono tantissime tipologie di mochi, di solito si differenziano dalla confettura messa all’interno, tra cui: daifuku (mochi rimpieti con anko), dango (mochi infilato in un bastoncino), hanabiramochi(mochi rosso e bianco ricoperto di anko e una striscia di gobo candita), kusa mochi (mochi dolce infuso nell’artemisia -yomogi- con un centro di anko), matsunoyuki (un mochi addolcito dalla forma di un pino, cosparso di zucchero), sakuramochi (mochi riempito di anko e avvolto in una foglia di ciliegio), yatsuhashi (fogli sottili di gyūhi -mochi zuccherato-, disponibile in diversi sapori, piegato a triangolo intorno a una palla di anko).

… CONTINUA SU: http://arredoeconvivio.com/convivio/wagashi-fusione-di-cibo-e-arte/  

 

Futurismo, Graziano Cecchini, Asino Rosso Ferrara e continuità storica…

futurismo-2109Accenni di futurismo del terzo millennio di Graziano Cecchini

“Io non credo a definizioni come “neo-futurismo”, per me il Futurismo ha una sua continuità storica dal 1909 ad oggi, e non credo a classificazioni come “futurismo italiano, futurismo russo. Non vedo differenze tra essi, il futurismo è stato ed è solo Futurismo.

Nel Novecento il Futurismo sviluppava il concetto di azione e velocità attraverso le macchine del tempo e la loro meccanica; oggi, nel terzo millennio il Futurismo si può avvalere della potenza del gigabyte e della velocità di Internet.

La mia arte porta con sé il concetto di “arte immersa nel sociale, nella realtà storica e nella società attuale”.

Tecnicamente parlando io credo molto nella ridefinizione di forma. L’arte contemporanea, in seguito al famoso Taglio di Fontana è diventata sempre più astratta e sempre più lontana dai canoni classici di bellezza. Io credo sia arrivato il momento di chiudere il taglio e riconquistare la forma, per poter ripartire con la ricostruzione dell’universo”.

*Tratto da: http://lasinorosso.myblog.it/2014/01/25/futurismo-graziano-cecchini-la-continuita-storica/

Feb 11, 2012 - opinioni    No Comments

Quando i Poeti parlano: ITALIA AL BORDO DELL’ABISSO di Gabriel Impaglione*

gabriel impaglione,dichiarazioni,situazione italiana,futuro,guerraI crani costituiti nel potere formale, in Italia, danno continuità alle misure politiche neoliberali che vanno applicandosi dall’era berlusconiana.
In questo senso poco o niente è cambiato salvo, se si vuole, una certa impopolarità che non pagherà elettoralmente la lega dei rappresentanti della casta fondomonetaria al governo, e sempre di partito politico parliamo.
E’ grazie a questo infimo dettaglio che la destra e i suoi complici lasciano lavorare i burocrati con totale libertà.
Uno per tutti e tutti per uno.

Senza l’articolo 18 a salvaguardia dei lavoratori, con norme che favoriscono una flessibilizzazione ancora più approfondita nel mondo del lavoro, sarà un gioco da bambini ricevere ‘possibilità d’ investimento’  in un paese nel quale le condizioni di schiavitù non avranno limite, come non avranno limite le garanzie degli imprenditori.
Diciamola così, in una situazione inversamente proporzionale: fame per il popolo lavoratore, ricchezza abusiva per l’oligarchia.
Ciò che già accade in Honduras, Guatemala e Messico, in Haiti….
Ma questa è l’Italia!
 
Grazie alle richieste del Vicerè Monti e i suoi seguaci, l’Italia rischierà di trovarsi allo stesso livello di un’ enorme quantità di paesi del terzo mondo, dove lo sfruttamento ‘legale’ è un diritto dei monopoli.
Mi viene in mente la nordamericana United Fruit, col suo operato in Centro America…e non è un capriccio.
La manifestazione dei metalmeccanici prevista per il 18 febbraio prossimo è un atto di dignità. Se, come credo, nel popolo italiano perdurerà questa virtù, lo sciopero dovrà estendersi a tutto il paese e in maniera indefinita.
 
Tutto indica che la questione di classe gioca la sua battaglia. Tutto indica che Marx continua ad essere più attuale della ‘fine della storia’ di un certo Fukuyama, “best seller” tanto declamato dall’ ultracapitalismo: la felicità planetaria in armonioso equilibriograzie alla teoria di domanda e offerta, non è più certa.

Non si sa come parare la caduta dell’impero del lucro che presenta crepe da ogni parte, fa acqua. E i suoi apostoli non hanno più un discorso che valga. Inventeranno altre guerre. La presenza yankee attorno a Siria e Iran è soffocante.
La formula: ti invado- ti derubo- ti colonizzo, ha dato tanti morti al mondo come garanzia ai governi imperiali…questo orrore non ha misura.

L’ Italia non è estranea questa logica, né innocente. I cacciaborbardieri comprati dal governo avranno finalmente la loro missione  da un momento all’altro ( i tagli non hanno impedito l’acquisto di macchine da morte dalla necessitata industria bellica yankee…sarà uno dei tanti accordi di alleanza invasiva?)
 
E mentre l’Italia cammina in silenzio fino alla realtà di Repubblica delle Banane, con la complicità di una casta conservatrice e l’indifferenza suicida di una buona porzione di popolo (addormentato a lungo in un benessere fittizio), il mondo è diretto dall’impero di pochi fino al pericoloso abisso di una guerra che potrà essere ultima a scuotere la vita del pianeta.

*Poeta italo-argentino ( Gabriel Impaglione )

**Scritto ricevuto da Giovanna Mulas

***Foto postata dalla Redazione del dinanimismo e liberamente tratta da: http://m1so.wbl.sk/simpsonovci.html