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Riflessioni su “I MESTIERI IMMATERIALI DI SEBASTIANO DELGADO”

Riflessioni su “I MESTIERI IMMATERIALI DI SEBASTIANO DELGADO”

un libro di  Dario Franceschini ( ed. Bompiani 2013 )

articolo di Zairo Ferrante

contentCi sembra di possedere tutto, oggi, in questa società dell’apparire. In questa invenzione del mercato e delle sue leggi.

Una realtà fatta di oggetti, di poteri più o meno forti e di ricchezze che spasmodicamente desideriamo.

Fini ultimi del nostro necessitare, che spesso governano le nostre azioni, i nostri comportamenti e le nostre relazioni.

Tutti vogliamo un qualcosa di materiale e di “concreto” che ci possa davvero far sentire realizzati, in pace con noi stessi e con il mondo intero.

I più sfortunati desiderano la ricchezza, i fortunati bramano la gloria, ma in fondo tutti aneliamo un qualcosa che possa, in un certo senso, affermare la nostra supremazia sugli altri.

Ma una sera, nella penombra della tua stanza, da solo, ti sdrai sul letto, afferri tra le mani “I mestieri immateriali di Sebastiano Delgado”, cominci a leggerlo e tutto inizia ad assumere nuove sfumature.

Un breve romanzo carico di poesia che ti accompagna per mano nei meandri della tua anima.

Pagina dopo pagina scopri che in fondo il buon Sebastiano non ha poi tutti i torti, anche tu hai bisogno di silenti, lettori e dormitrici.

E mentre continui a leggere, con la mente salda e incollata sulle parole, l’inconscio, ovviamente a tua insaputa, inizia a vagare da solo nei labirinti del cuore, alla ricerca delle tue personali e necessarie immaterialità.

Chiudi il libro, spegni la luce e appoggi la testa sul cuscino, gli occhi restano ben aperti, ascolti il sangue scorrere nelle arterie, ti giri, ti rigiri e finalmente, dopo vari, faticosi e vani tentativi di addormentamento, decidi di porti la domanda delle domande: ” ma io di quale mestiere immateriale avrei bisogno?”.

A questo punto mentire a se stessi diventa impossibile, inevitabilmente sei costretto a darti una risposta, potrai rimanerne deluso o soddisfatto, ma quest’ultimo aspetto ha davvero poca importanza.

Quello che conta è che ti sarai reso conto che forse, fino al quel momento, avevi desiderato il falso, l’inutile e il superfluo.

Questo è il vero dono che ci proviene da Delgado.

Un libro al tempo stesso serio e divertente, dolce e amaro, amorevole e spietato.

Un’intuizione, a tratti geniale, che ti costringe inevitabilmente a guardare da vicino  la tua anima.

 

Zairo Ferrante ( http://zairoferrante.xoom.it/ )

LIBRO AL link:http://www.sebastianodelgado.com/

MENTRE BERLINO FELICE DANZAVA – presentazione del libro di Adriana Scanferla

MENTRE BERLINO FELICE DANZAVA (p. Youcanprint).

libro di poesie di ADRIANA SCANFERLA

 

 volantino 50 berlino crennaNel libro bilingue italiano-inglese, ogni poesia si avvale di una traduzione a fronte, in lingua inglese, a cura della poetessa e traduttrice californiana UTE MARGARET SAINE, questo può quindi rendere il libro di valido aiuto quale strumento didattico.

Nei mesi scorsi ho promosso (sempre in collaborazione con enti o istituzioni) il mio libro, prenotabile anche presso la stessa YOUCANPRINT o i maggiori book-store online, inoltre nelle librerie Feltrinelii,  Mondadori e in altre 4000 librerie italiane.

 

Il prossimo incontro a cura dell’ASSOCIAZIONE VIVERE CRENNA

con il Patrocinio dell’ Assessorato alla Cultura del Comune di GALLARATE:

 

Presentazione del libro di poesia

MENTRE BERLINO FELICE DANZAVA

di Adriana Scanferla

 

Sabato 9 maggio  – ore 17

presso VILLA DELFINA

Via Donatello

Crenna di GALLARATE

La poetica della Resistenza… viva l’Italia con i versi di Piero Calamandrei

Versi Piero Calamandrei

Logo-70Lo avrai 
camerata Kesselring
il monumento che pretendi da noi itali
anima con che pietra si costruirà
a deciderlo tocca a noi.
Non coi sassi affumicati
dei borghi inermi straziati dal tuo sterminio
non colla terra dei cimiteri
dove i nostri compagni giovinetti
riposano in serenità
non con la neve inviolata delle montagne
che per due inverni ti sfidarono
non colla primavera di queste valli
che ti videro fuggire. 
Ma soltanto col silenzio del torturati
più duro d’un macigno
soltanto con la roccia di questo patto
giurato fra uomini liberi
che volontari si adunarono
per dignità e non per odio
decisi a riscattare
la vergogna e il terrore del mondo.
Su queste strade se vorrai tornare
ai nostri posti ci ritroverai
morti e vivi collo stesso impegno
popolo serrato intorno al monumento
che si chiama
ora e sempre
RESISTENZA.

Albert Kesselring, che durante il secondo conflitto mondiale fu il comandante delle forze armate germaniche in Italia, a fine conflitto (1947) fu processato e condannato a morte per i numerosi eccidi che l’esercito nazista aveva commesso ai suoi ordini (Fosse Ardeatine, Strage di Marzabotto e molte altre). Successivamente la condanna fu commutata in ergastolo, ma egli venne rilasciato nel 1952 per le sue presunte gravi condizioni di salute. Tale gravità fu smentita dal fatto che Kesselring visse altri otto anni libero nel suo Paese, ove divenne quasi oggetto di culto negli ambienti neonazisti della Baviera.

Tornato libero, Kesselring sostenne di non essere affatto pentito di ciò che aveva fatto durante i 18 mesi nei quali tenne il comando in Italia ed anzi dichiarò che gli italiani, per il bene che secondo lui aveva loro fatto, avrebbero dovuto erigergli un monumento. In risposta a queste affermazioni Piero Calamandrei scrisse la celebre epigrafe, dedicata a Duccio Galimberti, “Lo avrai, camerata Kesselring…“, il cui testo venne posto sotto una lapide ad ignominia di Kesselring stesso, deposta dal comune di Cuneo, e poi affissa anche a Montepulciano, in località Sant’Agnese, a Sant’Anna di Stazzema, ad Aosta, ai piedi del faro di Prarostino, all’ingresso delle cascate delle Marmore e a Borgo San Lorenzo, sull’antico palazzo del Podestà… continua su: http://it.wikipedia.org/wiki/Piero_Calamandrei

**IMMAGINE POSTATA DALLA REDAZIONE DEL BLOG E LIBERAMENTE TRATTA DA: http://www.italia-resistenza.it/eventi-e-news/70-anniversario-della-resistenza/

 

ECCO la tela n° 31… progetto realizzato da M. Gallazzi, M.A. Molinari e M. Sesenna.

Mar-31-2013-web1(MO) Libero germogli di luce

 

(MA) Nel ripercorrere il mio cammino vedo i miglioramenti…

Ripenso.

 

(MO) toccando strofe di memoria.

(MA) Anni fa prima di qualsiasi evento dovevo prendere le compresse di “Buscopan”. Se non lo facevo il dolore diventava per me insopportabile, al punto da dover ricorrere alle cure del pronto soccorso.

(MO) Ricamo antiche storie

(MA) Indelebile nei miei ricordi quella volta in cui mi ero accordata con degli amici per la festa del mio compleanno…

(MO) correndo sul dorso del pensiero.

(MA) Il timore che qualcosa potesse andare storto o che per una ragione qualsiasi non si sarebbe potuta fare…

(MO) Incrocio dolori e pallori

(MA) Dolori addominali dalla sera prima.

Il mio tentativo di vivere un pensiero positivo per poter controllare il disagio del momento non bastava mai!

(MO) dominando il destino.

(MA) La notte trascorsa a cercare di sopportare, nella speranza che tutto passasse…

 

(MO) L’orgoglio della speranza

(MA) Sono finita al pronto soccorso

dove sono rimasta tutto il giorno e tutta la sera;

alle dimissioni i valori erano rientrati nella norma…

CONTINUA SU: http://trudy1961.altervista.org/ecco-la-tela-numero-31-completa-di-ritessitura-2/

Immagine realizzata e concessa dall’ artista Mario Sesenna per le tele di Maurizio Alberto Molinari e Mariangela Gallazzi

Riflettiamo con Guccini e De Gregori affinché questa sia realmente la nostra Buona Pasqua!!!

VENERDI’ SANTO di F. Guccini

Titian Risen ChristVenerdì Santo, prima di sera, c’era l’odore di primavera; 
Venerdì Santo, le chiese aperte mostrano in viola che Cristo è morto; 
Venerdì Santo, piene d’incenso sono le vecchie strade del centro 
o forse è polvere che in primavera sembra bruciare come la cera. 

Venerdì Santo, stanchi di gente, siamo in un buio fatto di niente 
Venerdì Santo, anche l’amore sembra languore di penitenza 
Venerdì Santo, muore il Signore, tu muori amore fra le mie braccia, 
poi viene sera resta soltanto dolce un ricordo: Venerdì Santo… 

Venerdì Santo, prima di sera, c’era l’odore di primavera; 
Venerdì Santo, le chiese aperte mostrano in viola che Cristo è morto; 
Venerdì Santo, piene d’incenso sono le vecchie strade del centro 
o forse è polvere che in primavera sembra bruciare come la cera. 

Venerdì Santo, stanchi di gente, siamo in un buio fatto di niente 
Venerdì Santo, anche l’amore sembra languore di penitenza 
Venerdì Santo, muore il Signore, tu muori amore fra le mie braccia, 
poi viene sera resta soltanto dolce un ricordo: Venerdì Santo…

L’AGNELLO DI DIO di F. De Gregori

Ecco l’agnello di Dio
che toglie peccati del mondo.
Disse la ragazza slava
venuta allo sprofondo.
Disse la ragazza africana sul raccordo anulare.
Ecco l’agnello di Dio
che viene a pascolare.
E scende dall’automobile
per contrattare.
Ecco l’agnello di Dio
all’uscita dalla scuola.
Ha gli occhi come due monete,
il sorriso come una tagliola.
Ti dice che cosa ti costa,
ti dice che cosa ti piace.
Prima ancora della tua risposta ti dà un segno di pace.
E intanto due poliziotti
fanno finta di non vedere.
Oh, aiutami a fare come si può,
prenditi tutto quello che ho.
Insegnami le cose che ancora non so, non so.
E dimmi quanto maschere avrai
e quanto maschere avrò.

Ecco l’agnello di Dio
vestito da soldato,
con le gambe fracassate,
con il naso insaguinato.
Si nasconde dentro la terra,
tra le mani ha la testa di un uomo.
Ecco l’agnello di Dio
venuto a chiedere perdono.
Si ferma ad annusare il vento
ma nel vento sente odore di piombo.
Percosso e benedetto
ai piedi di una montagna.
Chiuso dentro una prigione,
braccato per la campagna.
Nascosto dentro a un treno,
legato sopra un altare.
Ecco l’agnello che nessuno lo può salvare.
Perduto nel deserto,
che nessuno lo può trovare.
Ecco l’agnello di Dio senza un posto dove stare.
Ecco l’agnello di Dio senza un posto dove stare.
Oh, aiutami a stare dove si può
e prenditi tutto quello che ho.
Insegnami le cose che ancora non so, non so.
E dimmi quanto maschere avrai,
regalami i trucchi che fai,
insegnami ad andare dovunque sarai, sarò.
E dimmi quanto maschere avrò.
Se mi riconoscerai,
dovunque sarò,
sarai.

*Testi liberamente tratti da: http://www.angolotesti.it/F/testi_canzoni_francesco_guccini_1655/testo_canzone_venerdi_santo_42545.html

http://www.angolotesti.it/F/testi_canzoni_francesco_de_gregori_125/testo_canzone_lagnello_di_dio_7256.html

*FOTO QUADRO DI TIZIANO ” IL CRISTO RISORTO” liberamente postata dalla redazione del blog e tratta da: http://storiedellarte.com/2013/09/the-burlington-magazine-il-nuovo-cristo-risorto-di-tiziano.html

“FERRARA-ITALIA” quotidiano indipendente osservatorio globale/locale sull’attualità: il dinanimismo definito come “un’avanguardia leggera e nuovamente tecnica umanistica”

Cattura8Il giovane talento, scrittore Zairo Ferrante, autore di “D’amore di sogni e d’altre follie” (Este Edition, 2009) dell’e-book “Dinanimismo” (Futurist Editions on line, 2009) promuove il cosiddetto… Dinanimismo,l’Anima nell’era del web e delle nuove tecnologie, rilette con sguardi neoromantici e letterari. La parola dopo la scrittura terminale, Barilli, al di là del grado zero, Barthes e Lacan stessi, riconnessi, oltre certo – altrove – cerebralismo o psicologismo, alla dimensione archetipale cara magari a Jung, Hillman e seguaci.Un’avanguardia leggera e nuovamente tecnica e umanistica, la poetica nascente dinanimista e di Ferrante, attraversante… anche la cifra del Futurismo, echi specifici dello stesso classico Flora, la scienza romantica di Bergson. Fare Macchina, fare parola anima cuore, la matrice del Duemila possibile e fondamentale, oltre il tempo e lo spazio.

Tale new romantic uplodato esita ancor più programmatico nel volume megamix tra poesia, manifesti dinanimisti e saggistica, “I bisbigli di un’anima muta”, edito da CSA editrice nel 2011 (poi anche in eBook, nel 2014).
In tale esplorazione letteraria, Ferrante traccia una navigazione potente, solida e in progress, confermata anche criticamente da prestigiosi rilanci in certa stessa variabile dinanimista sociale neoumanistica, nella rivista letteraria “Isola Nera”, a cura della nota poetessa Giovanna Mulas.
Zairo Ferrante e il Dinanimismo, inoltre sono stati evidenziati da media rilevanti, quali Il Giornale, nell’inserto periodico Style – Voglia d’Italia, a cura di Girolamo Melis, dal network storico SuperEva -Controcultura (Firenze). Segnalato anche oltrecontinente (Australia) dall’Associazione Italo-Australiana, Alias.
Ferrante, di origini salernitane, è tra i novanta autori del libro manifesto “Per una Nuova Oggettività”(Heliopolis -Pesaro -Roma, 2011), di cifra estetico-filosofica post romantica, a cura di Sandro Giovannini e altri – diversi docenti universitari tra gli aderenti ed autori – e suo uno dei book trailer Evoluzione, del movimento; nonché poi nelle raccolte ebook de La Carmelina“Urfuturismo, La Grande Guerra futurista” (2014).
Non ultimo da segnalare diverse presentazioni radiofoniche (Milano- Pulsante Radio Web), segnalazioni su “Patria Letteratura “e altre riviste di rilievo nazionale e in particolare nel Blog Poesia di RaiNewsa c ura di Luigia Sorrentino… by Roby Guerra continua su: http://www.ferraraitalia.it/zairo-ferrante-la-poesia-dinanimista-34745.html

“SILLOGE” una nuova rivista di poesia edita nell’era dell’audience barbaro.

downloadProprio di questi tempi, quando i talent show la fanno da padrone stuzzicando la fantasia di numerosi  giovani pronti a tutto pur di raggiungere il successo, con la grande ambizione di essere chiamati, tra qualche anno, a far parte del fantastico team dell’Isola; beh… proprio di questi tempi Qualcuno ha deciso, con coraggio, di puntare sul silenzio e sull’introspezione lanciando una nuova rivista nazionale di poesia edita. La rivista s’intitola “SILLOGE” e le cose davvero sorprendenti ( a parte, ovviamente, una rivista di poesia nel 2015 ) sono due: la prima è che la rivista viene stampata su carta, la seconda è che la distribuzione e gratuita. Lo so, sembra strano ma è così, al mondo esistono ancora dei folli che cercano di seminare parole. Gente convinta che un verso possa cambiare la storia. Questa persone si chiamano Nicoletta Gigli ( Direttore della rivista ), Tito Cauchi, Angela Giassi, Renato Conti, Ugo Magnanti, Maria Bartolomeo, Gianfranco Cotronei, Valentina Tagliabue, Domenico Defelice, e Paola Eusepi ( La redazione della rivista ). Uomini e Donne che, a quanto pare, credono ancora nella possibilità di vivere in una società migliore, fatta di rispetto, fiducia e “pensieroazione”. Una collettività più dinanimista e meno superficiale. Una  pluralità che s’impegni a valorizzare il bello, anche ( e non solo ) per mezzo di una poesia. Ecco perché vi chiedo, quasi come favore personale, di non deluderli e di chiedere qualche informazione in più, semmai accedendo a questo link: http://editricetotem.altervista.org/silloge-rivista-di-poesia-edita-n-1-editoriale/ . Io, nel frattempo, vi anticipo che: “la nuova rivista nazionale SILLOGE è dedicata esclusivamente alla poesia edita contemporanea. La distribuzione è gratuita e il primo numero è uscito a marzo 2015. All’interno della rivista, oltre a numerose recensioni e analisi critiche, sono presenti dei riquadri dove poter riprodurre le copertine a colori dei libri oppure foto di poeti e poetesse”.               

Zairo Ferrante

PIERFRANCO BRUNI: poeta e scrittore italiano – anima del nostro ricco SUD – candidato al nobel per la letteratura.

Bruni-Urfuturismo-mix-420x315Nel 2014, La Carmelina Edizioni a cura di Federico Felloni, con sede a Ferrara, del Gruppo editoriale Este Edition, ha edito l’ebook di autori vari “Urfuturismo (Al di là della destra e della sinistra eBook version)”2014, a cura di Roberto Guerra e Sandro Giovannini (Scuola romana di filosofia poltica).

Tra i numerosi autori,  alcuni ben noti nel panorama nazionale, ricordiamo i ferraresi: Emilio Diedo, Sylvia Forty, Zairo Ferrante, Raimondo Galante, Maurizio Ganzaroli, Riccardo Roversi, Marco Tani ed i vari e rilevanti Sandro Battisti, Mauro Biuzzi, Pierfranco Bruni, , Riccardo Campa, Giuseppe Casale, Vitaldo Conte, Antonio Fiore, Luca Gallesi, Miroslava Hajek, Giuseppe Manias, Giancarla Parisi, Daniela Rispoli, Antonio Saccoccio, Giovanni Sessa, Luca Siniscalco, Stefano Vaj.

Proprio Pierfranco Bruni, vicepresidente del Sindacato Libero Scrittori Italiani ( vedi link ), giornalista, poeta, biografo, direttore archeologo coordinatore del Ministero dei beni e delle attività culturali è candidato nella Rosa per il premio Nobel per la Letteratura.

Un dato rilevante della produzione di Bruni sono le traduzioni dei suoi lavori. È tra gli scrittori italiani maggiormente tradotto nei Paesi Esteri: dall’Albania alla Tunisia, da Santo Domingo in Francia, dall’Inglese addirittura alle lingue minoritarie. È spesso ospite nelle Reti Rai per parlare della sua letteratura. Tra i suoi numerosi libri e raccolte poetiche l’ultimo La Pietra d’Oriente è stato appena presentato a Madrid.

La Presentazione ufficiale della Candidatura al Nobel è fissata per il prossimo 24 Marzo.

NOTIZIA TRATTA DA: http://www.estense.com/?p=446199

A tal proposito invitiamo a leggere questo “articolo” su Bruni, scovato in rete e scritto da Elisa Rende, autrice di un saggio dedicato all’Autore e ai suoi 40 anni di attività e dal quale estrapoliamo questi versi:

Poi arriva l’alba…”

“Io, Asmà

Mio amato. Desiderio o destino. Io sono Asmà

e ti cerco nella confusione delle parole. Sono donna

di mare con le nuvole che navigano i miei occhi.

ho carezze tra le mani

che dedico ai tuoi silenzi.

parlami con dolcezza come tu sai fare.

tu sei il mio inganno

e la mia perfezione

ti bacerò

con le mie labbra di sabbia

e di acqua”.

… continua su: http://pierfrancobruni.weebly.com/nel-raccontare-di-pierfranco-bruni-a-40-anni-dalla-sua-prima-pubblicazione.html

RIFLESSIONI A MARGINE di “Inno alla Vita” il libro in memoria dei suicidi di stato di Loris Facchinetti e Girolamo Melis. di Zairo Ferrante

RIFLESSIONI A MARGINE di “Inno alla Vita”

 il libro in memoria dei suicidi di stato di Loris Facchinetti e Girolamo Melis.

di

Zairo Ferrante

Schermata 2015-01-09 alle 10.46.18L’ho ricevuto per posta, l’ho aperto e l’ho letto.

Un piccolo libro, con una copertina semplice, che racconta la storia di oltre 100 uomini che si sono suicidati.

Circa duecento pagine che ricordano i vari Mario, Giuseppe, Giancarlo, Arcangelo etc. etc., tutti accomunati da un medesimo destino: il suicidio!

Un atto compiuto non per pene d’amore o per delusioni familiari ma per motivi lavorativi, in alcuni casi per debiti o, in altri, per fallimenti di aziende o di imprese.

Un gesto dettato dalla nostra economia che, sempre più spietatamente, ci ordina di essere o tutto o nulla.

E questi uomini ( anche loro padri, nonni o figli di famiglia ) han provato con forza ad essere quel tutto, forse hanno commesso qualche errore… è vero! Chi lo può sapere!

Fatto sta che son finiti per essere “nulla” agli occhi di un sistema che fino a qualche tempo prima li aveva foraggiati, incoraggiati, spinti e finanziati e, come spesso accade in questi casi, quando chi dovrebbe proteggerti ti volta le spalle facendo finta di non vederti, è ovvio che lo sconforto finisce per prendere il sopravvento.

Così m’immagino tutte queste storie, uomini che hanno lottato e fatto di tutto per restare a galla, gente disposta a tutto pur di non vedere svanire nel silenzio tutti i sacrifici di una vita.

Sì, proprio disposti a tutto, perfino ad accollarsi mutui trentennali ma ( e come dargli torto ) assolutamente non disposti a perdere la propria dignità.

Certo, qualcuno mi potrà dire che la sola dignità non riempie la pancia e non riscalda nelle sere d’inverno,

qualcun altro obietterà dicendo che di sola dignità non si vive ed io dico che quel qualcuno e quel qualcun altro hanno effettivamente ragione.

Di dignità non si può vivere perché la dignità è essa stessa la Vita.

Immaginiamo di togliere ad un fiore la dignità dei fiori e poi chiediamoci: che scopo avrebbe mai un fiore senza la dignità che gli compete e che da sempre lo contraddistingue?

Beh, la risposta mi sembra ovvia: nessuna.

E allora mi pongo un’altra domanda: si può vivere senza uno scopo?

Ed anche in questo caso la risposta è semplice: no!

Quindi mi fermo, respiro e muoio, solo per un attimo, quel tanto che basta per convincermi ancor di più del fatto che nessuno dovrebbe mai arrogarsi il diritto di sottrarre la dignità e lo scopo agli Uomini.

Proprio nessuno.

Specie quando questo nessuno si chiama “stato civile”.

Ecco che a partire da oggi, per non diventare anche io un ladro di dignità, nel mio piccolo mondo abbraccerò i miei amici e cercherò di combattere un’altra silenziosa e personale battaglia, quella che proprio l’amico Girolamo Melis e Loris Facchinetti, forse inconsapevolmente, mi hanno suggerito tramite il loro libro “Porgeremo la nostra mano prima che la mano dell’Altro si levi verso di noi per chiedere. Non avremo nemmeno bisogno di tendere l’orecchio per ascoltare il pianto e il grido del nostro vicino. Ce ne saremo accorti prima. Ce ne stiamo accorgendo ora*. ( * dalla quarta di copertina di Inno alla vita ) “

ZF

Il libro lo trovi su: http://www.amazon.it/Inno-vita-memoria-suicidi-Stato/dp/8826707006/ref=sr_1_1/279-4041953-6664540?s=books&ie=UTF8&qid=1424185712&sr=1-1

Arte Contemporanea oggi…. secondo Graziano Cecchini – da AsinoRosso.it –

6-anniversario-fontana-trevi-rossa-graziano-cecchini-466x450Prima si dovrebbe tentare di capire cosa vuole essere l’Arte Contemporanea oggi…. Ormai sembra che “arte contemporanea” debba coincidere per forza con “provocazione”. Purtroppo però assistiamo solo ad una provocazione fine a se stessa, senza contenuti e senza Vera provocazione. Esibire porno star e corpi nudi oggi, non significa provocare. Significa copiare la provocazione di ieri. Oggi la vera provocazione sarebbe mettere in mostra una vergine! Altro che pornostar! La gente è stanca di assistere a questi spettacoli, non la coinvolge e non vuole più sentirsi presa in giro. Ecco i miei artisti contemporanei, dopo e con Marinetti!: Giotto, Mantegna, Michelangelo, Raffaello e Cimabue, Van Gogh, Munch, Modigliani, Dalì, Picasso, Balla, Boccioni, Prampolini e Depero… pensate all’emozione che a distanza di tempo provocano ancora oggi. Non esistono confini temporali, geografici, culturali. Emozionano e basta. Hanno qualcosa da dire oggi e a tutti. Questa è contemporaneità.. L’Arte, non deve essere spiegata, deve essere l’espressione di un sentimento universale, tradotto in linee, colori e forme. Deve essere la traduzione di un sentire comune nonostante le differenze individuali. Comprensibile, accessibile, stimolante e anticonformista. Oggi come oggi c’è più conformismo in una pornostar che in una natura morta. E pornografica è l’Informazione: Ogni tanto fanno, come noto, grande manifestazioni per la libera stampa e la libera informazione. Ma è un bluff, un simulacro. Libera ..da che cosa? Un gatto che si morde la coda- Le persone libere non hanno bisogno di gridare e urlare… Il controllo dei Media è assoluto, ma in forme meno primordiali di quanto dicano giornalisti di sinistra e anche di destra cosiddette… Libertà di stampa e d’informazione da Berlusconi o Monti o Letta o Renzi, per sostituirlo con un altro big Brother? In realtà, i quotidiani sono sottomenu del potere editoriale e quest’ultimo delle Banche, in Italia comandano le Banche…. Il vero Regime esoterico e segreto (ma alla luce del Sole!). In realtà quando si è liberi di urlare e gridare in televisione o in piazza per la libertà di parola, stampa, informazione è anche un controsenso evidente…. In profondità il conflitto è individuale.. tra l’Imbecillità e la Creatività
Come magari anche a Roma: Nulla di nuovo sotto il Sole Romano, altro che libero e giocondo… I giovani a Roma sono costretti ad una esistenza virtuale, praticamente non esistono. La cultura è tornata nelle catacombe! Roma è soltanto una capitale abitata da fantasmi di Pietra. Come magari anche le…. celebrazioni del centenario futurista del 2009, almeno parzialmente :Molte celebrazioni istituzionali o accademiche doverose, appunto celebrazioni, anche positive se si vuole, ma tutte anche ovattate, per edulcorare il senso tutt’oggi rivoluzionario del futurismo; centenari tipo bricolage, o puzzle dell’ultimo saldo…. Il buon Bondi (e non il peggiore, meglio lui di Bonito Oliva) che raccoglie il centenario francese del Centre Pompidou, lo importa a Roma all’ultimo minuto, perché Veltroni si era dimenticato! E così via. Appunto per congelare la persistente vitalità del futurismo e di Marinetti.Vitalità contemporanea come, invece, abbiamo dimostrato io e gli amici futuristi di Ferrara, ( l’abbiam portato su Rai Due nello speciale più importante sul centenario trasmesso alla vigilia); i futuristi stessi transumanisti di Riccardo Campa e Stefano Vaj . Oppure anche altri compleanni e non celebrazioni son state fatte a Catanzaro, Bergamo- i Connettivisti fantascientifici- e pure a Cagliari dai giovani Netfuturisti del web, ancora, a Roma e Lecce dal gruppo di Antonio Fiore e Luigi Tallarico (del giro eroico post1944 fino agli anni novanta di Futurismo Oggi e Enzo Benedetto, quando i futuristi erano azzerati per stupidi motivi ideologici).
La Fontana Rossa, invece è ancora una grande evento, se ne parla ancora, nonostante oggi, era elettronica, 1 anno equivalga a 10; ogni anno ad esempio aumenta del 30% circa la pubblicazione di ricerche scientifiche Purtroppo, anche per quanto sopra, persino il Medioevo sarebbe già scenario ottimista: temo ancor più indietro, oltre Aristotele, oltre Platone (anzi, magari, qua!): politicanti ed economisti dovrebbero invece rivedere 100 volte 2001 Odissea nello spazio di Kubrick, genio futurista! L’ouverture con l’homo neppure erectus che lancia in cielo un osso di mammut o simile… Questo è il probabile futuro…. Come sempre l’unica speranza sono i giovani, magari alla luce di Internet, futurismo non stop!: morte le ideologie soltanto nuovi slanci vitali, l’ideale del sopra-vivere e non del pur comprensibile sopravvivere (magari pianificano tutto a 20 anni, lavoro pensione e tomba a rate già prenotata).
Il futurismo scientifico offre le Macchine e le Idee per una nuova Igiene del Mondo aggiornata…. Purtroppo lo stato delle cose e lo status quo, ora, sono altri; un poco come l’autore che ha affermato in un libro… frase straordinaria e agghiacciante: “meglio godersi la guerra: la pace è molto + dura!” Ma chissà: magari, altre guerre puramente virtuali, voglio dire certa moda giovane di certi video games, in tal senso, indicano una speranza, un altro futuro, un vero futurismo sociale. Come sognava persino Gramsci che aveva ben capito l’essenza del futurismo, finalmente se ne parla:“I futuristi hanno avuto la concezione netta e chiara che l’epoca nostra, l’epoca della grande industria, della grande città operaia, della vita intensa e tumultuosa, doveva avere nuove forme, di arte, di filosofia, di costume, di linguaggio”. Ecco il mio futurismo: ha la stessa concezione, la stessa forza. Il futurismo di domani non parlerà + di futurismo,… sarà il futurismo.

CONTINUA SU: http://www.asinorosso.it/marinetti-e-la-contemporary-art/

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