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“L’immagine di un sogno” di Giancarlo Fattori e “Il grande masturbatore” di S. Dalì

L’IMMAGINE DI UN SOGNO

di

Giancarlo Fattori

masturbatoreSei il mio sole tantrico

la forma di un’onda nel cielo

 

mi stringi forte all’ombra

un’armatura ammaccata

 

poi sorgi e cuci addosso confusioni

con le croste dei tuoi baci

 

domani sorgerai oltre i limiti

qualcosa da mutare

la percezione il respiro

 

la linea di confine che riverbera

le bolle della terra

la notte che sembra sfiorire

 

crolla questo gelido silenzio

con un dito conficcato dentro il cuore

 

il dolore è illusione

sfonda questo cosmo

questa eternità

 

la sacrale verità

che ti avvolge gli occhi

gracili, eterei

 

trattienimi più forte

 

brucia questo immenso

questo livido che mi dipinge i sogni

 

sei la vedica spirale

che trascina i sensi

fragili, immobili

 

un antico smarrimento

dentro sensazioni

cosmiche

 

un salto quantico nel buio

 

sei la splendida sorgente

l’acqua evanescente

un graffio in me

 

il mio viaggio nel bagliore

nel tremore di un secondo

sei

 

la mia ferita

un suono che consuma

un volo che frantuma

 

ogni mia realtà

*Versi ricevuti direttamente da @giancarlo fattori gennaio 2018 – tramite e-mail

*Quadro “Il grande masturbatore” di S. Dalì liberamente tratto da: https://www.cinquecosebelle.it/cinque-importanti-e-famose-opere-di-salvador-dali/

“Carla e un maglione slabbrato” di Fausta Dumano

37.533_ph_web”pronto Carla, sei  Roma? Ah scusa l’orario, ma tu oggi vedi PAOLO? Mi servirebbe un favore, solo tu puoi”.

Angela continua a parlare , senza dare il tempo a Carla di fiatare. “Ci vediamo alle nove a Termini, ti lascio le chiavi di casa di Paolo”.

Incredibile universo, pensa Carla, quelle chiavi di casa trenta anni fa erano mie, ai tempi dell’università vivevo con Paolo in quella casa, poi colpa mia, colpa tua ,colpa sua, colpa nostra, il solito ritornello… ci siamo lasciati . Con Paolo oggi siamo amici, così come con Angela, Siamo tornati tutti single, loro e pure io. Ma maledizione, di tutto il pianeta ,proprio io?

Un saluto veloce con Angela, il tempo di un caffè nero bollente, poi di corsa da Paolo. Manifestazione contro la legge Fornero ”Paolo devo darti una cosa. Dopo, si pranza insieme noi due, oggi hai impegni?”

Paolo la prende per mano, come se dietro l’ angolo ci fossero gli anni 70, nel vederli mano nella mano qualcuno pensa ad un ritorno di fiamma .

”Ho le tue chiavi di casa ,stamattina Angela…”.

“Allora compriamo del cannonau e si mangia li ”

……Mai tornare sui luoghi del delitto, Paolo in quella casa ha lasciato la storia ferma, tutto come un tempo, persino quel poster con il loro scatto immortalato da TANO D’AMICO, quelli della foto famosa erano loro.

In un cassetto  Paolo ha conservato i brandelli della loro storia, foto, lettere sbiadite, ops… anche quel maglione slabbrato che lei usava dopo l’ amore.

Cannonau, un ricordo, cannonau, un bacio, no non posso – dice lei – forse nel mondo fuori una nuova storia mi aspetta, sono confusa.

E nella confusione mentale due storie si intrecciano, da un lato Paolo, il passato sfuggito, dall’ altro  Filippo, un presente giovane con incognite.

Single bigama – ride Elisa – appena Carla le racconta la confusione.

Con Filippo sto bene, mi nutre di sesso e cultura, ma non posso legarlo a me, merita una donna più giovane, magari un figlio. Con Paolo mi nutro del passato, di come saremo invecchiati insieme, di come sarei stata felice se l’ avessi sposato, se non mi fossi intrappolata nel delirio che ho vissuto con l’ uomo chiamato marito da cui sono rimasta schiacciata nelle aule di un tribunale.

Con Paolo il sesso è nel ricordo del maglione slabbrato, confusa certo nelle emozioni, un cuore con le cicatrici.

Corre da Filippo, lui l’ aspetta con la moto a piazza Flaminio, un salto al chiosco dei libri usati, la loro droga, in moto fa freddo, ma lei sente caldo, poi quella casa che parla di lei, del suo disordine mentale, sta per dire ”meriteresti una storia più ordinata”… ma pinot, una sigaretta, un altro pinot e si ritrovano abbracciati in quel letto che sa di loro.

Si addormenta stremata ”non ho più l’ età per tutte queste emozioni ”. Si sveglia per ritrovarsi in un nuovo gioco di corpi intrecciati, manda un sms a Paolo ”non dovevi farmi fuggire 30 anni fa, provo tenerezza per quel maglione slabbrato, conservalo, forse un giorno…”.

*Scritto ricevuto direttamente dall’Autrice.

*Foto quadro  “Jeanne Hébuterne with Yellow Sweater”di Amedeo Modigliani, postato dalla redazione e liberamente tratto da:  https://www.guggenheim.org/artwork/2972

 

Nuove voci per il DinAnimismo: Miranda Baccini.

NEL SOGNO
di
Miranda Baccini
claude_monet_056_impressione_alba_1872Non parlare ascolta!
Non rompere l’incanto
di questa luna bianca,
flebile è il suono della notte
come un sussurro.
Il vento muove le foglie
svaniscono i pensieri.
Come una stella
il sogno ti accarezza,
stringimi forte fino a sentire
i battiti del cuore.
Che l’alba baci
con il primo raggio
della sua luce
i nostri volti.
*Versi ricevuti direttamente dall’Autrice tramite e-mail
**Immagine ” Impression soleil levant
(1872) di C. Monet” postata dalla Redazione del Blog e liberamente tratta da:http://www.settemuse.it/pittori_scultori_europei/claude_monet.htm

“L’illusione del successo” (ndr… e forse la morte del talento ) di Giovanna Mulas

859px-Gustave_Léonard_de_Jonghe_Der_Liebesbrief_1867Il ‘successo’ come oggi s’intende, costruito a tavolino, legato a mera apparizione mediatica quindi al guadagno (e non importa che il mostrarsi significhi decadimento in una scala morale, uccisione della dignità umana.
Ma oggi ha ancora senso parlare di dignità?) 

rimane pura illusione, destinata a stordirSi e stordire un pubblico già inebetito. 
Ogni seria divagazione non è concessa.
Eppure, il pubblico è leone alla fame: alla lunga fiuta la bugia, e fagocita all’istante; lunedì ama il vitello d’oro, martedì, al primo cedimento del falso mito, è pronto a fonderlo e senza indugio. A cagare in testa, come le colombe, alla magnifica statua eretta in pieno centro. Come è giusto che sia del resto, per quanti riempiono portafoglio e pancia di sterile ambizione.
Camminare a pieni scalzi, di solo talento, volontà e conoscenza; un buon riferimento per le generazioni che verranno. Davvero, si avverte nella gente un forte, forte bisogno di purezza, una richiesta di ascolto disinteressato e lo vedo come un buon segno, nel cammino in questa società che ci vive. Il bisogno porta alla ricerca, a domandarsi un Perché, a non fermarsi ad una sola verità, quella normalmente presentata preconfezionata, pronta. Già domandarsi un altro Perché manifesta il volersi affacciare, perlomeno il tentare di uscire dalla caverna; premio, prima o poi, il sole.

CONTINUA SU: https://giovannamulasufficiale.blogspot.it/2017/10/l-illusione-del-successo.html

“SENTIERI CHE SI SFIORANO E SI ALLONTANANO” di Giancarlo Fattori, nel giorno delle nozze.

SENTIERI CHE SI SFIORANO E SI ALLONTANANO

 

Marc_Chagall_-_Mariee_eventailil punto messo a fuoco era l’incendio

quello reale e quello immaginato

le radici protratte verso il cielo

i sentieri che scorrono verso me

e te e il nessun luogo e forse l’amore

 

scrivere è cosa facile se è di pioggia

e lo spirito dell’universo è una punteggiatura

ma non è più questo scritto di maltempo

non è il cielo né il suo aroma che si piega

è un modo di restare a osservare il vento

 

il raggio di luce ti sorprende alle spalle

s’irraggia nella linfa delle tue dita

lo sguardo intonato al canto di foresta

nuova irridescente di spirito errante

di cuore che batte sulla riva di un lago

 

e resta il disordine delle cose imparate

come attraversare strade in penombra

la mano che sboccia verso l’altra mano

il mondo che riappare verso un mondo diverso

uno spartito di fumo pietrificato e silenzio

 

è soltanto la mia una nota che sussulta

la frase bella decantata fra la cenere rossa

uno stormire di fogli bagnati dall’inchiostro

ti ho detto di quel sogno eh si l’ho detto

era un sogno senza gravità senza rumore

 

dietro il velo bianco un sorriso di luna azzurra

bello che i fuochi di una radura paion brutti

sorriso che unisce cielo e terra nell’autunno

e sulla soglia di un’aurora dischiusa ai tracciati

cicatrici che dipingono la notte come costellazioni

 

Giancarlo Fattori

( nel giorno delle nozze dell’amica Silvia Solari )

*Versi ricevuti direttamente dall’Autore.

**Immagine “Marc_Chagall_-_Sposa con Ventaglio”  postata dalla redazione e liberamente tratta da: https://www.ameliste.it/magazine/le-tradizioni/costume/1403-il-matrimonio-rappresentato-dai-pittori

I nuovi versi e le “vecchie” radici di Maria Pellino sulle pagine del dinanimismo

Mi  estraneo

di

Maria Pellino

 

f_0816Mi estraneo per ricercare le mie radici

che il tempo e la  fatica hanno reso fievoli e dure.

Non si sono esse mai distaccate

dal valore della vita

che reduce si è conficcata nel mio fianco

come scheggia di dolore.

Sia pure in vetta, la discesa agli inferi è stata facile

avendo assaporato l’affievolirsi

di un ideale non troppo influente.

In tal tempo d’inerzia è svanito l’oro dei figli

ed un’ora più triste si consuma.

*Versi ricevuti direttamente dall’Autrice.

*Quadro “le Radici” – dicono sia l’ultima opera di Vincent Van Gogh – postato dalla redazione e liberamente tratto da: http://www.controappuntoblog.org/2015/10/17/vincent-e-theo-le-radici/

SCHIAVO DI LEI di Fausta Dumano – una nuova mini-storia di Carla sulle pagine del dinanimismo –

SCHIAVO DI LEI

di

Fausta Dumano

die-verbannten-the-songCarla a piedi nudi sulla spiaggia intravede lui, prova una piacevole emozione, il ricordo, era una ragazzina con le treccine e i calzettoni, i primi amori, quelli impossibili, lui aveva già il fascino del tenebroso.

Si narrava che lo chiamassero ”lo sciupafemmine”, impossibile ricordare le avventure vere da quelle immaginarie del bel  Massimo. La moglie, come tante mogli, sapeva, ma era consapevole che sempre a casa sarebbe tornato. La loro storia era scivolata come tante, tra un litigio, un broncio e un figlio.

Carla anche crescendo, le era rimasta quella passione, ma non era mai finita nel gioco ”di una botta e via”.

Una volta era salita sull’auto di lui, utilizzata come ”alcova”e caratterizzata da preservativi e fazzolettini .

Avrebbe voluto cambiarlo, trasformarlo, ma la parola fedeltà era una retta parallela che sfuggiva .

L’aveva rincontrato spesso, sorridendo all’infantile cotta. Sabaudia, estate 2017,  un uomo con i primi segni del tempo sta giocando con la sabbia, una bimbetta gli si rotola addosso, si avvicina.

Incredibile è proprio lui, il bel  Massimo attempato.

Basta poco per capire che quella bimbetta l’ha steso al suolo, gioca con la nipotina, senza neanche accorgersi che Carla ha ancora due tette da fantasticarci.

Salendo in auto per un passaggio in piazza, la scoperta,  la macchina è un parco giochi, dal seggiolino ai giocattoli seminati in ogni dove.

I preservativi hanno ceduto il posto agli orsetti di peluche, ai fazzolettini imbevuti e profumati, non si fuma in macchina e come musica una canzoncina.

Fidati, pensa Carla, l’ unica donna che cambia un uomo, che lo rende schiavo suo, è solo la nipote.

Prova tenerezza, lei non è stata mai nipote, non ha cambiato nessun uomo, lo saluta, quella passione infantile si è chiusa nell’ estate 2017.

*Scritto ricevuto direttamente dall’Autrice.

**Quadro “Die Verbannten” di Albert Samuel Anker postato dalla Redazione e liberamente tratto da: https://iamachild.wordpress.com/2010/09/12/albert-samuel-anker-1831-1910-swiss/

“Gli Amici des Amis” di Zairo Ferrante – versi italo-francesi in libertà –

GLI AMICI DES AMIS

di

Zairo Ferrante

 

599Je ne peux pas

parler d’amore.

Quand le donne

sont dell’uno e

le parole sont dell’altro.

 

Eppur sorvolo questo spazio

per cercare la mia casa.

Un posto o una poltrona,

una strada o un boulevard,

che s’addica alla mia faccia.

 

Ed oggi non abito Milano e

neppur Parigi l’ho mai

né vista né ascoltata.

Eppur le vivo

tra le carte colorate e

le parole regalate

degli amici e

gli amici des amis.

E sorrido quando penso

alla grandezza dell’amore,

ch’io rivivo sussurrata,

tra le labbra d’altro uomo

e per gli occhi d’altra terra.

 

E poco importa

quel che faccio

e dove sono.

Quel che solo

posso dire è:

grazie a loro

che io c’ero.

 

(A Girolamo Melis per l’amicizia che ci lega

 e per avermi fatto scoprire l’arte di Henri Matchavariani.)

*Versi tratti dal ” Come polvere di cassetti… mentre gli Angeli danzano per l’universo” – David and Matthaus 2015

** Disegno di Henri Matchavariani liberamente tratto da: http://www.girolamomelis.it/2012/07/vi-svelo-henri-matchavariani-il-segreto.html

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