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Il Poeta Gabriel Impaglione canta i Minatori di Carbonia

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 “Ai minatori di Carbonia”

di

Gabriel Impaglione


 

 
Ha fiatato con tutte le sue forze
controvento
perche’ la voce arrivi all’altra riva della lotta
 
ha sudato affilata volontà
nelle viscere della terra
 
ha detto No! ai lampi del coro
di fronte al tempio della cupidigia
 
fu lui che porto’ notizie d’altro mondo
che guardo’ l’orizzonte
per dissotterrare l’alba
 
quando scavava nell’era
rivelava alla giornata il segreto della roccia
 
è morto nel nido del carbone
e da li’, resuscitato,
si alzo’ con la dignità tra le braccia
 
ascolto’ tanta inutileparola…
 
veniva l’ altacasta corazzata nelle sue cravatte
con seguito di lodatori e segretarie
a svuotare le parole, corromperle
senza la minima fatica
 
l’uomo che aprì incredibili cammini
nella citta’ occulta
che arrivo’ alla pietra originale cercando il pane
ha la storia nelle sue mani
ma per un po’ di qualcosa arricchi’ il boia
fino a perdere la calma
 
adesso di pietra rinasce si lancia e decide
 
scava galleria nell’ora profonda dell’uomo
per alzare il fiore del pugno all’altura
e rimpatriare alla terra tutto l’oro del cielo. 
  
  
 
Lanusei, Sardegna, agosto 2012
 

 
 
 
A los mineros de Carbonia 
  
  

Ha soplado con todas sus fuerzas
contraviento
para que la voz llegue a la otra orilla de la lucha
 
ha sudado filosa lluvia
en las entrañas de la tierra
 
ha  dicho No a los truenos del coro
frente al templo mismo de la codicia
 
fue él quien trajo noticia de otro mundo
quien miró el horizonte
para desenterrar el alba.
 
Cuando excavaba en la era
abría a la jornada el secreto de la roca
 
ha muerto en el nido del carbón
y desde allí, resucitado,
emergió con la dignidad en brazos
 
ha escuchado tanta inútilpalabra
 
venía la altacasta acorazada en sus corbatas
con un séquito de aduladores y secretarias
a vaciar las palabras, ahuecarlas,
corromperlas sin la menor fatiga.
 
El hombre que abrió caminos increibles
en la ciudad oculta
que llegó a la piedra original buscando el pan
tiene la historia en sus manos
y por un poco de algunas cosas
enriqueció al verdugo
hasta perder la calma.
 
Ahora de piedra se nace se lanza se decide
 
cava galería en la hora profunda del hombre
para llevar el puño a lo alto 
y devolver a la tierra todo el oro del cielo.


*Versi e traduzione ricevuti direttamente da “Isola Nera notizie letterarie” ( per Gabriel Impaglione ).

**Foto del Poeta liberamente tratta da: https://www.facebook.com/gabriel.impaglione

Giovanna Mulas: su Ogliastra (Sardegna), il Generale Angelino Usai, Agualuna.

nessuno_doveva_sapere_cover_180.jpg…Il Generale Angelino Usai, primo storiografo d’Ogliastra, mio prozio, scrisse nel suo saggio ‘Baunei’ (1968) della figura di Maria, strega nel villaggio di Eltili, distrutto secondo lo storico Vittorio Angius “…dalle crudeli inimicizie tra gli abitanti ed una grave pestilenza”.
Le prime citazioni del villaggio, quindi di Maria, risalgono al XIV secolo, in un manoscritto pubblicato da M.P. Boforul si racconta di una donna “venuta dal mare”, unica sopravvissuta alla pestilenza.

Dunque la nostra Maria, essendo divenuta padrona assoluta “per consuetudine non scritta ma con valore di legge” dei beni già appartenuti ai defunti del suo villaggio, un giorno, stanca di governare un paese abitato da scheletri umani insepolti, corvi e animali randagi, decise di recarsi a dorso di cavallo ad Urzulei per donare tutto a quel paese in cambio di una capra, un orto e una casa dove trascorrere la vecchiaia.
Questa figura di donna, già di prima lettura, mi affascinò oltre misura. A lei m’ispirai nell’ abbozzare il personaggio di Aradia in ‘Nessuno doveva Sapere, Nessuno doveva Sentire’.
Ma come poteva aver vissuto mi dicevo, come poteva aver amato e sofferto, gridato alla luna questa zingara del mare?
Pensavo a Maria e pensavo, curiosamente, a mia nonna: lei coi suoi sogni premonitori e i morti sempre vivi, il suo legame quasi morboso con la Natura, lo stesso mio.
Qualche settimana fa, durante uno scambio epistolare con l’amico regista e sceneggiatore babilonese Haydir Majeed, è nata Qamar di ‘Agualuna’.
Ma Maria-Qamar era già viva, già respirava, già parlava.
Esistono persone in grado di controllare il proprio destino, la vita e la morte.
Questa, forse, è la storia di una di quelle persone.
 
Leggi ‘Agualuna‘ dal Blog Ufficiale di Giovanna Mulas: http://giovannamulas.baab.it/2012/08/27/agualuna/
 
*per Ufficio stampa Isola Nera da Giovanna Mulas ( il Blog Ufficiale )

33 GIRI di Girolamo Melis – un estratto del 1969-

DAI OK bassa 4_Pagina_01.pngIl tuo caffè è più lento del mio. 
In mezzo sono le parole 
che dico e dico. 
Tu mi dài il tempo e non te lo riprendi 
se non per dire una parola svelta 
come un sorso che colma la distanza. 
E ci sepàra. 

Tu sei profondamente giusta. 
Come un amico. 

Giancarlo Fattori… frammenti di visioni poetiche!!!

ViSIONE
di
G. Fattori
 
FATTORI-BUSCAINI-TOTEM 2.jpgLampi, niente altro che lampi:
l’avvicendarsi d’una tempesta,
o soltanto il richiamo della mia mente?
Forse un sogno, l’incanto arcano del sonno.

Esaltato dalle fiamme, toccato,
dalle luci avvolto, come coperta,
stretto da braccia straniere,
pioggia di terra, di ali bagnate.

Confuso, nel timore dell’ignoto,
ciò che è reale giace ai margini della luce,
la mia realtà tocca l’oscura vampata:
posso fingere dolore, la buia marea?

Se gli occhi chiudo, riesco ad ardere di libertà?
Niente più timore se non il fuoco dentro
che attanaglia gli occhi del cuore,
il respiro spezzato dell’amore in cui cado.

Resta, nel tichettare del tempo, l’eco
di voci che ogni piuma recidono,
soltanto se resti vicino posso volare,
l’abbandono mi rende eco silenziosa.

Brucia anche il gelo della notte,
questa gabbia di amarezza che si scioglie
e mi cattura, una goccia dopo l’altra,
lasciando perle di immaginazione.

Lampi, niente più che lampi:
tempesta che, sull’oceano, si scatena,
o la mia mente lontana, in granelli di notte?
Forse lo stupore del sogno, del tetro mare.

 

*VERSI E “TOTEM” ( digital painting di Giancarlo Fattori da un’idea originale di G.B. ) ricevuti direttamente dall’Autore. http://ilmiolibro.kataweb.it/community.asp?id=6385

Il “Dinanimismo” e alcune poesie di Zairo Ferrante prossimamente in onda su “Pulsante Radio Web” all’interno del programma “Poesia, l(‘)abile traccia dell’universo”

zairo ferrante,dinanimismo,poesia,pulsante radio web,in onda,pietro pancamoGiovedì 16 agosto 2012 alle 22:30, su “Pulsante Radio Web”, andrà in onda una nuova puntata del  programma webradiofonico “Poesia, l(‘)abile traccia dell’universo”.

Uno speciale, nel corso del quale saranno declamate tre liriche di Zairo Ferrante ( http://zairoferrante.xoom.it/ ) e in cui sarà dato ampio spazio anche all’avanguardia Dinanimista.

Per ascoltare la trasmissione ( gratuitamente ) occorrerà prima accedere all’indirizzo http://www.internettabile.org/prw/main/main.asp; dopodiché, nella pagina che si sarà nel frattempo aperta, bisognerà scegliere (fra quelle elencate subito sotto la scritta “Per ascoltarci usa questi link”) la soluzione più congeniale al vostro computer.

E’possbile ascoltare la trasmissione anche in seguito, sfruttando la pagina podcast ai seguenti indirizzi ( gratuiti ):

http://www.internettabile.org/prw/programs/artView.asp?ID=228&prg=poesialabile

http://www.internettabile.org/prw/programs/main.asp?ID=7


Poesia, l(‘)abile traccia dell’universo

Una trasmissione a cura di Pietro Pancamo e Carla Burdese.

Tutti i gioved� alle 22.30, su Pulsante Radio Web!
In replica il venerd� alle 14, sempre sulle bitFrequenze di Pulsante Radio Web.
La trasmissione ha una cadenza mensile.

Direttore editoriale e conduttore: Pietro Pancamo.

Redattori: Andrea Borla (romanziere e critico), Carla Burdese (insegnante di matematica nelle scuole superiori e declamatrice ufficiale del programma), Paolo Ottaviani (poeta e saggista).

Pietro Pancamo (1972) è caporedattore per la poesia dell’e-zine «Progetto Babele» e coordinatore del portale «L(’)abile traccia» (citato in un libro della Zanichelli). Conduce un programma di poesia per “Pulsante Radio Web”, emittente di Milano. È autore di Manto di vita (LietoColle, 2005). Compare nelle antologie Geografie poetiche (Giulio Perrone Editore, 2005) e Poetando. L’uomo della notte (Aliberti editore, 2009) curate rispettivamente da Walter Mauro e Maurizio Costanzo…Biografia tratta da: http://poesia.blog.rainews24.it/2011/04/25/opere-inedite-pietro-pancamo/

L’uomo-automa e il mito-rincoglionito dal “progresso” di Mikael Martin Marino ( parafrasando Girolamo Melis ed Edward Sapir ).

 

 

DAI OK bassa 4_Pagina_01.pngL’uomo-automa attraversa la strada rigorosamente sulle “striscie” ( strisce ) bianche senza guardare ai lati, perché l’uomo-automa corre a lavoro assorto nei suoi pensieri.

Ha sempre molta fretta l’uomo-automa, con il cervello rinsecchito, sì, ma con un incarico carico di prestigio e stracolmo di responsabilità.

Non si può fermare l’uomo-automa e per questo motivo l’automobilista-automatico, con le mani occupate da iphone e ipad, s’incazza. Il mega-sensore della sua automobile ha prontamente percepito la presenza del rincoglionito responsabilizzato e, con un beep, ha subito comandato l’arresto/inchiodata della modernissima vettura.

Anche l’automobilista –automatico ha molto da fare e ha molta fretta.

Anche Lui ha le sue responsabilità.

Sono entrambi dei professionisti ( avvocati, medici, ingegneri o economisti… questo ha poca importanza. ), hanno entrambi delle responsabilità, hanno fretta tutti e due e per questi motivi sanno benissimo di non essere più degli uomini.

Entrambi sono macchine manipolate dalla scienza e dalla tecnica.

Hanno ben compreso, nel profondo del loro animo, di essere i figli del progresso e per questo, sempre nel profondo del loro animo, sono morti proprio mentre l’Uomo, fermo a chiedere monete al semaforo delle “striscie”, osservava tutto questo e sornione sorrideva.

Ma, come scrive Girolamo Melis, “ Il grande Maestro (ndr. Edward Sapir ) aveva già immaginato che – nemmeno mezzo secolo dopo – il “progresso” avrebbe… scientificamente… smantellato ogni Integrità di Individuo e di Popolo, e ridotto l’Uomo a io-massa occidentale.

**M. M. Marino

( per la Redazione del dinanimismo )

*Per leggere “Edward Sapir 1949 uno squarcio di luce su ciò che chiamiamo progresso” accedere a: http://girolamo.melis.it/2012/07/edward-sapir-1949-uno-squarcio-di-luce.html


**BIOGRAFIA

Mikael Martin Marino è nato nell’isola di “fatti-i-fatti-tuoi” in un bel giorno di bufera soleggiata. Come tutti ha un Nome e un Congnome registrati in un registro di un’anagrafe ma, quando ha i coglioni girati ( e questo capita spesso ndr.), preferisce farsi chiamare Mikael Martin Marino.

Mikael, in onore dell’Arcangelo Michele e della sua  Giustizia.

Martin, in onore dell’omonimo Santo e della sua leggendaria Estate.

Marino, di buon auspicio per la sua Anima affinché essa sia sempre in grado di guardare oltre le apparenze del mondo con occhi “color del mare”, attenti, profondi, luminosi e imperscrutabili.

Non ha alcuna intenzione di pubblicare libri e raccolte, scrive senza chiedere nulla in cambio, non si sente uno scrittore e, per questi motivi, ha chiesto “asilo artistico” al Dinanimismo che, ovviamente e con enorme soddisfazione, gliel’ha concesso senza indugiare.

 

 

Antes del Confine di Giovanna Mulas (‘Nocturno Oltre Confine’, diario di viaggio in Colombia, estratto):

giovanna mulas,diario,colombia,estratto,blog,dinanimismo“(…) Era di maggio, ricordo, avevo otto anni e camminavo diretta alla scuola.
Prima di arrivare dovevo attraversare un pezzo di campagna agreste sarda, la tanto fotografata dai turisti annoiati, in quel periodo dell’anno in piena fioritura, fragrante di terra umida, rugiada. Cartella sulle spalle, avevo l’abitudine di camminare a testa bassa per “cercare quadrifogli”, andavo ripetendo alle amiche dell’Azione Cattolica. Vidi un uccellino morto, buttato sul ciglio della strada. Un dettaglio comune se vogliamo e di cui, diversi anni più tardi, avrei scritto in un racconto. L’uccellino lo ricordo ancora oggi talmente…bello nell’orrore, nella fissità della sua morte. Imponente, quasi. Di colorito spento, il corpo martoriato, invaso da formiche e parassiti ma la morte, spogliandolo di ogni dignità, in realtà lo rendeva assai dignitoso, un Re in esilio: nella fugacità di quell’attimo rappresentava per me un guerriero che aveva perduto, combattendo ferocemente, la sua battaglia migliore ché l’ ultima. Orgoglioso, ali schierate, ancora e nonostante in trincea, piume disseminate attorno. Il suo onore mi colpiva, attirando un’ ammirazione che a distanza di tempo oserei definire morbosamente malinconica: accerchiato, presidiato ma lui, eroe di tempi ed eventi, lì continuava a stare, imperterrito e orrendo, sfacciatamente fisso, ancora padrone di un campo di battaglia dove, ne ero certa, si era dibattuto fino all’ultimo respiro. Pensai che doveva essere caduto in volo. Non so perché, ma in quell’istante lo pensai. Facile preda di un falco, forse. Ed eccoti qui, mio eroe: a lasciare che sia l’orrore della realtà a parlare del tuo orrore. Deriso dalla vita, sfigurato dalla morte mentre il Tutto attorno, mondo indifferente alla sua carne e ad un’ essenza -se mai c’era stata o c’è, in lui e in noi-; si affollava di erbe e fiori nuovi, odori e umori all’attenti della primavera.
Un mondo-sistema creato per deridere il più debole, macchina-sistema a sfigurarlo, a trasformare in eroicità la normalità di un uccellino che nient’altro domanda alla vita se non di essere un uccellino.
Rabbiosa per l’insensibilità diffusa, avevo calciato terra e sassi addosso a formiche e parassiti inutili…”.

*Estratto ricevuto dalla stessa Scrittrice:
 
 
Continua a leggere dal Blog ufficiale:
 

**Foto postata dalla redazione del dinanimismo e liberamente tratta da: http://www.viaggiscoop.it/foto/107688/colombia/san-agustin.ashx

“La Rivoluzione è Noi”… di Girolamo Melis ( segnalato da Mikael Martin Marino )

A me non me lo dici “vedremo”. 
Dillo ai cadaveri dei tuoi fantasmi. 
E finché non mi guardi con gli occhi 
che dicono “noi” 
non dirmi “noi” 
con le parole avare 
del conflitto d’interessi 
tra te e il tuo corpo 
tra te e la speranza. 
Tra l’Io e il Noi tutto corre 
e tutto esplode 
tranne l’azzeramento della tua 
e della mia persona. 
Il Noi si avvera 
se l’Io si specchia nell’abisso del Dio 
sì dello stesso Dio che avvera il Tu.

*Da: http://girolamo.melis.it/2012/07/la-rivoluzione.html

TU PUOI… ALLORA Dài!!! By Girolamo Melis

DAI OK bassa 4_Pagina_01.pngTu puoi costruire il Futuro della memoria e del valore: investi sul tuo mito terrestre. Conserva il tuo Nome. Non “fare cultura”, come la gonza Società, come l’ipocrisia sociale, ti stimola a fare. Continua a Coltivare, come prima, più di prima. Coltiva uomini e sogni. 
Raduna intorno a te i Ragazzi, le Ragazze, i Vecchi della tua Famiglia, della tua Terra, delle Terre vicine. Suona la campana del Campanile che porta il tuo Nome. Costruisci Capannoni al chiuso e all’aperto, apri Scuole e Laboratori, trasforma il misero utile in Gloria. 
Che tu sia diventato un Principe dei Motori o dei Vini, del Vestire o del Nutrire, da quel preciso momento nutrirai di sapere, di saper fare, di voglia e di invenzioni, di cento discipline d’Impresa e di generosa condivisione, di Modelli, di Pulsioni desideranti, e di Benessere… il tuo Popolo, la tua Gente. 
Trasformerai il Denaro in prosperità, la Fabbrica in sacrario. La Memoria di Te in Amore.

…CONTINUA SU: http://girolamo.melis.it/2012/07/la-morte-del-capitalismo-non-e-morte.html

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