Versi di fine estate: “Il consumarsi del giorno” di Giancarlo Fattori
IL CONSUMARSI DEL GIORNO
(Dedicata a Elena S.)
di Giancarlo Fattori
l’eterno ritorno dolcemente sfuma:
vestigia dei blu più oscuri,
dei respiri più puri,
vertigine di noi più nera,
lo stordimento,
ai margini della sera.
Sei tu che mi svesti di fulgore,
quel turgido tremore
incatenato al nostro buio,
brughiera d’emozioni,
il ponte fra me e te
in un cercar di mani
e sguardi, lontani
nello svolgersi del tutto,
un eterno lutto che è
un susseguir di palpiti,
battiti d’ali nel vento,
mentre quel che sento
non è ancora un dolore nuovo.
L’onda si frange sullo scoglio
chiamandoci per nome,
e io che mi chiedo
come tu possa volgerti
e guardare, e poi salir le scale
lasciando vana questa tetra
stanza,
osservando il pianto
che adesso m’imprigiona
a tendere le redini del tempo,
cogliendo tra i sospiri le erbe amare,
il sottile amore che inciampa,
che ancora si stupisce
della morte d’una stella,
dell’implodere del cuore.
**Versi ricevuti direttamente dall’Autore.