Nov 21, 2015 - NOTIZIE SU E DAL DINANIMISMO, RECENSIONI DEL DINANIMISMO, VETRINA D'ARTE DINANIMISTA Commenti disabilitati su La poesia di Giancarlo Pontiggia: Un esempio di coerenza e di continua ricerca dell’essenziale.
La poesia di Giancarlo Pontiggia: Un esempio di coerenza e di continua ricerca dell’essenziale.
Di seguito riportiamo alcuni versi ( tratti dal web ) del Prof. Giancarlo Pontiggia, una tra le “voci poetiche” più autorevoli del secondo novecento italiano. Parole che non cedono mai il passo al pessimismo, al lamento e all’autocommiserazione.
Una poesia limpida che accompagna lettore tra i sentieri della propria anima. Un invito a godere dell’istante, dell’attimo irripetibile in grado di piegare e segnare l’inevitabile scorrere del tempo. Tempo che deve essere speso e non sprecato. Vita che deve essere vissuta e non rimpianta.
Un esempio di coerenza e di continua ricerca dell’essenziale. Tutto questo, e non solo, vive e si moltiplica nella poesia del Giancarlo Pontiggia, il “Maestro nascosto”.
Zairo Ferrante
Nella polvere di un noto confine
Scrivi celato
fra i rametti del cuore; serba
doni umili, suoni
sussurranti come una preghiera; dì
quello che devi, custode
dei nomi e dei semi, nelle estati
che verranno
(e negli autunni piovosi, nelle ruggini
del tempo)
– resta
nella polvere di un noto
confine.
Al lettore
Viandante, che trai il tuo passo
per caso presso questo
margo appartato,
tra i fichi, i peschi, le ombre
odorose della grande estate
pensa che qui sovrastano,
ai confini di un campo assediato,
cieli più intensi e profondi
del tempo che infierisce con
orrendi oh non più presagi, ma
con fionde, con ferite, clangori
e lenti affioramenti
di miasmi e di occhi
infelici, lesi, tra soglie invase
che nessuno più onora
perché il tempo non è che la metà
brutale, paurosa dei pensieri
che sfiorano in questo mese
di agosto che avanza le nere
capitali del mondo colpito
dove anche tu, già ormai oltre
il cancello mortale dei miei versi,
appari tra la fine di un secolo scuro
e un altro ancora ignoto, troppo, per noi
viventi e non viventi
nel legno minaccioso delle stanze
quando ancora premono le forze
della vita che chiama, chiama
e dice: resta, non fuggire,
guarda!
Lascia un segno nel celeste pomeriggio
Lascia un segno nel celeste pomeriggio,
brucia un’altra volta, passa
ombra di terra salvata dal fuoco,
da una forza più lenta, scura e sacra.
Niente è più arduo di cio che appare
semplice, affondato in un ginocchio
che sanguina, o nella polvere di un viottolo
che si curva per sempre, verso
un altro confine, quando
un fumo indiano sale, nell’aria
spessa e odorosa, e già diviene potenza
di una nuvola sposa. Ma chi cammina
con passi solitari, tra ombre, nel soffio
remoto di fruscianti mattine, e trova
spighe di nomi, nubi, splendori
di una vita lontana, pensa
alle api silenziose, erranti in una
personale arcadia,
e già forza
i cancelli di un buio più estremo.
Nomi stordenti e felici
di un cuore ormai severo, siete
alle soglie immemori, sul primo gradino,
in un tempo fisso, nel punto imo.
*VERSI POSTATI DALLA REDAZIONE DEL BLOG E LIBERAMENTE TRATTIDA: http://www.italian-poetry.org/Pontiggia.htm
**BIOGRAFIA DI GIANCARLO PONTIGGIA: https://it.wikipedia.org/wiki/Giancarlo_Pontiggia
***IMMAGINE TRATTA DA: http://www.ibs.it/code/9788868570231/pontiggia-giancarlo/origini-poesie-1998.html
La poesia di Giancarlo Pontiggia: Un esempio di coerenza e di continua ricerca dell’essenziale.ultima modifica: 2015-11-21T12:28:45+01:00da
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