Archive from aprile, 2014

Nuovi versi di Carlos Sanchez: ecologia e poesia!!!

Droga ecologica

di

Carlos Sanchez

amazzonia-cascata-620x465Mi sono drogato 
in questa domenica di settembre.
L’aria era sottile nelle alture 
il mio volo lento 
i profumi intensi.
Alcuni campi arati 
mi ricordavano Klee 
e la luce rimbalzava 
sulla macchia dei boschi 
si annidava nelle rocce 
colava per le vene 
tracciati dall’acqua.
Nessuno era assente 
nessuno interferiva 
in questa solitudine essenziale.
Come era lento 
il mio cuore usato 
come erano dilatate 
le antenne delle mie mani.
All’inizio dell’autunno 
con la mente silenziosa 
mi sono drogato 
naturalmente 
di immensità.

Setiembre 2012 
Folignano City 

Droga ecológica

Me he drogado
en este domingo de septiembre.
El aire era sutil en las alturas
mi vuelo lento
los perfumes intensos.
Algunos campos arados
me recordaban Klee
y la luz rebotaba
sobre la mancha de los bosques
se anidaba en las rocas
chorreaba por las venas
trazadas por el agua.
Nadie estaba ausente
nadie interfería
en esta soledad esencial.
Come era lento
mi corazón usado
como estaban dilatadas
las antenas de mis manos.
Al inicio del otoño
con la mente callada
me he drogado 
naturalmente
de inmensidad.

Septiembre 2012
Folignano City

*VERSI RICEVUTI DIRETTAMENTE DALL’AUTORE TRAMITE SOCIAL NETWORK.

**Foto postata dalla redazione del blog e liberamente tratta da: http://www.latitudeslife.com/2012/04/ecuador-il-cuore-nativo-dell%E2%80%99amazzonia/

Una ballata stonata per gli Amici … versi inediti di Zairo Ferrante

BALLATA STONATA

( agli Amici)

di

Zairo Ferrante

 

untitledAgli Amici questa

ballata tutta stonata

annegata nel vino

destino d’incontro

fatale, mortale, solare.

Di luce e d’affanno

di stelle cadute,

pescate, sognate,

morte e rinate brillanti.

Ballata un poco stonata

agli Amici di sempre,

a Quelli di oggi,

senz’avere un’età

che ci  accomuna,

qualcuno è una donna,

qualche altro sicuro

rassomiglia ad un uomo,

altri, ancora, chissà!

Una ballata suonata

dalle arpe di Dio,

benedetta e riletta

da mille sorrisi e risate

fatte in faccia alla sorte

alle volte cattiva altre,

invece, più buona.

Amori verdi son nati

e viola scoppiati

e azzurri son morti.

Eppure, testarda, continua

questa nostra ballata

ch’ancor canta stonata.

D’Amici spariti e altri,

in silenzio, restituiti.

S’alzan le foglie d’estate

sui rami del mondo,

e volano quelle d’autunno

nel mare del cielo,

e ghiacciano al freddo

i resti interrotti di frasi

di vita nel cuore d’inverno.

Ma quando risale dal nulla

la prima ver’acqua che fresca,

zampilla, gorgoglia e germoglia

ancora una volta questa,

che è la nostra risata,

ballata ancor più stonata.

E gli Angeli guardano,

ammirano, scrutano e

senza parole lanciano

lenti e sorpresi,

– come flotte d’uccelli

a settembre d’arancio

orizzonte che scalda –

benedetti pensieri

che colgono al cuore

gli Amici stonati,

che sbraitano al suono

di questa ballata

suonata nel fondo

di calici e piatti svuotati,

dal tempo passato e riempiti

da quello fuggente presente

in attesa dell’altro; futuro

che incerto ancor sul da farsi,

ci attende sornione sull’uscio

con le orecchie ben dritte a sentire,

ridendo, questa goffa stronzata

ballata ri-nata, nuovamente stonata.

 

E quando l’invenzione

– tutt’umana –

tanto buffa quanto incerta,

busserà alle nostre porte

scivoleremo dritti e lisci

su di una strada già spianata

a sprofondare senza impaccio

nel nostro tosto Paradiso,

che addosso ci si cucirà

come un mantello odor di nuovo

disegnato in toto e su misura.

E sarà una bettola di smeraldo

tanto uguale ad una strada

apparecchiata con tavole imbandite,

e poltrone di velluto, e bicchieri

quelli lindi e di cristallo colmi a festa

di vino pure per gli astemi e ogni

tavolo immancabilmente corredato

del suo splendido posacenere

e sigari, e sigarette che s’accendono

con il pensiero per incanto e

disincanto di quelli stolti

che tardi s’erano pentiti.

Ed in fondo alla pista d’atterraggio

del viaggio nostro ed ultimo,

già m’immagino un piccolo palchetto

con sopra tre jazzisti, due nocciola

ed uno panna, a suonare – mentre tutti

con il bicchiere e la sigaretta in mano

ad occhi chiusi sognando di volare –

questa nostra ed unica ballata

che pure lì, tra i glicini e le viole,

sembrerà stanca e più stonata.

Come oggi, come da tanto, per-tanto

ed ora e per sempre in ricchezza e

prosperità, finché vita non ci ri-unirà.

*Opera inedita di Zairo Ferrante ( tutti i diritti riservati a http://zairoferrante.xoom.it/ – sito personale dell’Autore – )

**Foto quadro di Pierre-Auguste Renoir: le Déjeuner des Canotiers (1880-8 (Phillips Collection, Washington) postata dalla redazione del blog e liberamente tratta da: http://anto291.typepad.com/blog/2008/08/un-quadro-e-un-romanzo-le-d%C3%A9jeuner-des-canotiers-o-della-vita-moderna.html

Auguri di Buona Pasqua a tutti gli amici – e non – del dinanimismo….

250px-Corinth_Lovis_Crucified_Thief« Uno dei malfattori appesi alla croce lo insultava: “Non sei tu il Cristo? Salva te stesso e anche noi!”. Ma l’altro lo rimproverava: “Neanche tu hai timore di Dio, benché condannato alla stessa pena? Noi giustamente, perché riceviamo il giusto per le nostre azioni, egli invece non ha fatto nulla di male”. E aggiunse: “Gesù, ricordati di me quando entrerai nel tuo regno”. Gli rispose: “In verità ti dico, oggi sarai con me nel paradiso”.
(Luca, 23, 39-43) »

*Foto quadro Il buon ladrone crocifisso, 1883, opera dell’artista Lovis Corinth postato dalla redazione e liberamente tratta da: http://it.wikipedia.org/wiki/Disma_(santo)

Carlos Sanchez… d’amore o d’amicizia

Una vecchia amicizia 

di

Carlos Sanchez

pinguini-innamorati-coppiaE se parlo della morte 
– la mia unica certezza – 
non è per spaventarla 
né per affrettare la sua decisione.
La nostra è una relazione 
molto antica 
con momenti di dimenticanze 
e di affabili conversazioni.
Lei chiuse l’accordo 
con molti dei miei parenti 
con molti dei miei amici 
ma non si è danneggiato 
il nostro rispetto mutuo.
Non celebreremo 
il nostro incontro definitivo 
sarà un’esperienza nuova 
per me 
che solo lei conosce bene.
Non so che farò dopo 
che sorprese 
mi procureranno 
i cambiamenti.

*Inedita, 2014 ricevuta direttamente dall’Autore tramite social network.

**Foto postata dalla redazione del blog e liberamente tratta da: http://www.ecoo.it/articolo/animali-strani-i-pinguini-che-si-baciano/14067/

Il dinanimismo segnala: “Reale Apparente” e la Geometrica di Emilio Diedo.

REALE APPARENTE

giochi d’esistenza

di

Emilio Diedo

 ( Este-edition 2014 in coproduzione con L’AlianteLeone – scrittori riuniti – )

Recensione di Zairo Ferrante

Copia1_Diedo6_jpgMEDIAVi scrivo, anzi, vi racconto  dell’ultimo viaggio che ho compiuto.

Una splendida escursione tra pagine, parole, versi , ma soprattutto idee.

Sì, vi sembrerà strano ma, in questo mondo fatto di plastica e ricchezze virtuali, Qualcuno ancora s’impegna a produrre idee.

Idee “inutili” per il mercato ( secondo il comune e sciocco pensiero che solo quel che produce ricchezza è utile )  ma vitali per l’Uomo e soprattutto per la sua Anima.

Questo Qualcuno si chiama Emilio Diedo – un Uomo e un Poeta – e le sue Idee le ha ordinatamente stipate nel suo ultimo libro dal titolo “Reale apparente”.

Un’opera “manifesto”, come lo stesso autore ama definirla, che parla di Poesia per mezzo della Poesia.

Un manoscritto che lancia un nuovo concetto, o meglio, una nuova idea di metrica… la Geometrica.

Avete capito bene!!!

Anche oggi fortunatamente c’è chi ha ancora il coraggio di speculare sul concetto di metrica e di proporre un nuovo modo di fare poesia.

Che cos’è la Geometrica?

Beh questo dovrete scoprirlo da soli, semmai sfogliando e leggendo il “Reale apparente”, io posso solo anticiparvi che, tramite l’utilizzo di questo semplice e geniale “arteficio”, Diedo riesce a liberare il verso dalla sua gabbia senza sacrificare l’armonia, che anzi permane non solo nel ritmo ma anche nel “visivo”.

Uno schema che aiuta il Lettore a plasmare i versi a propria immagine e somiglianza.

Un’idea che ( dinanimisticamente parlando ) “può umanizzare la poesia e poetizzare il lettore/spettatore”.

“Reale apparente”, un piacevolissimo regalo che vi invito vivamente a scartare e gustare.

Una raccolta di versi in cui troverete nuove parole e nuovi dipinti che parleranno di voi, del vostro passato, del vostro essere felicemente uomini e, alcune volte, anche del vostro essere scomodamente Uomini.

Proprio come il poeta Diedo qui sapientemente ci rammenta:

 

“Scomodi modi che l’uomo,

modificandoli all’esigenza,

vicendevolmente s’impone.

 

Scomodi moduli d’esistere

che arrestan le ali alle idee,

trasmutando il volo dell’Io

 

nel buco nero d’ore sforate

da delle mani dilapidatrici,

prive di coerenza e di umiltà.

 

Scomodi uomini, nei limiti

inclusi tra rancore ed odio,

nel tirar avanti per inerzia.”

*Per info sul libro: http://www.este-edition.com/prodotti.php?idProd=847

Giancarlo Fattori … di un amore folle

…agapimou fidella protinì…

di

Giancarlo Fattori

paolo_e_francescaAncora t’amo d’un amore disperato

come di freddo al giunger della sera,

oltre quel promontorio annebbiato

ove nel buio si desta la bufera;

le acque scure in gravido agitarsi

a me si volgon come feroce fiera,

e in lunghe tracce i sentimenti arsi

si fanno cenere, portata via dal vento,

senza lasciar al cuore di curarsi.

 

E quando Zefiro, dai suoi refoli cinto,

le tue gote sfiora, avvolte dai capelli,

lasciando sguardi in un lontano punto,

guardan le tracce profonde come valli;

il vento ed io, avvolti da un rimpianto

e dalle età come avvolti da mantelli,

il corpo tuo già tramutiamo in canto,

e nell’attesa più lunga d’un istante

giungono raffiche dal tono virulento.

 

Oh mia Penelope dal viso affascinante

rimiri il mare tra i sassi dei miei sogni,

il passo mio s’imprime palpitante

lungo le sabbie, o nei relitti arcigni;

il volto mio a lungo hai tessuto

in fitte trame di onirici disegni,

quindi snodavi il telo sconosciuto

per ricomporlo nel desiderio vivo,

quando la tela diventa di velluto.

 

Ora che il tempo funge da lenitivo,

ora che hai colto i miei fiori recisi,

le brume tue, che in fremito lambivo,

ridanno vita ai miei giardini lisi;

una sull’altra un spumeggiar di onde

fanno ricami dei mari imprecisi,

finché l’aurora, errando, ci confonde,

come confonde i sensi il tuo profumo,

che nell’oblio s’impregna e si diffonde.

 

Oltre lo specchio, tra nuvole di fumo,

il ventre innanzi, e dell’amor stanchezza,

l’uomo che ero s’è dissolto in grumo

di rughe arate dagli anni e da incertezza;

ma da ogni buio v’è vita che sortisce,

che a volte ha forma di gentil carezza,

a mo’ di luce che fulgida colpisce

le nubi dentro, più simili a tempesta,

e che fan chiara l’oscurità che cresce.

 

Qui sul mio letto mi sento alchimista,

tra le lenzuola d’un timido giaciglio,

tramuto in oro il palpito, la vista,

amplessi e baci avvolti in un groviglio;

e tesso chiome coi fili tuoi d’argento,

e di ricordi ne faccio strano intruglio,

come ferite a guisa d’ornamento

che rendon chiare l’effigi di due vecchi

che dell’età ne han fatto appagamento.

 

Siam fuochi spenti all’ombra di bivacchi,

siamo cristalli, al suolo in mille pezzi,

dello splendor rechiam soltanto gli echi

di gesta antiche e di racconti grezzi;

eppure il sole ancora ci consuma,

e si riflette nei nostri tratti mozzi,

e così t’amo, mentre la notte sfuma,

noi soli insieme in questa vicinanza,

mentre nel cielo la luna si frantuma.

 

E ci condanna l’eterna convergenza

d’errar, cercarci, e ritrovarci ancora,

e ancor d’amarci come di dipendenza,

ché la ferita non chiude e non infiora;

il volto stanco sul seno a riposare,

odor di mare come libeccio a prora,

qui sul tuo corpo mi lascio naufragare

con il sapore salato dei tuoi baci,

e non v’è altro che voglia ricordare.

 

Così che t’amo, di nuovo tra le braci,

a te legato da turgida catena,

sfiorando appena gli occhi tuoi loquaci

il mio veliero conduci a notte piena;

salpando ancora verso sperduti porti

il viaggio guidi, a guisa di polena,

tra gli orizzonti dai connotati incerti

l’anima tua mi sembra d’ascoltare,

e non son più capace di scordarti,

mentre la rotta non smette di mutare.

*Versi ricevuti direttamente da: ©giancarlofattori2014

**Foto quadro “Paolo e Francesca” postata direttamente dalla redazione del blog e liberamente tratta da: http://www.castellodigradara.it/paolo-e-francesca/

Poeti in strada e le strade con i poeti a Ferrara

leadImage_miniSabato 5 aprile pv, una nuova iniziativa dell’Assessorato al Commercio e alle Attività Produttive del Comune di Ferrara per valorizzare le attività commerciali del centro storico organizzata in collaborazione con più di venti poeti ferraresi, che riporterà in alcuni prestigiosi luoghi del centro l’antica tradizione dei Cantari,la lettura delle poesie nelle strade e nelle piazze.

Amore, tristezza, gioia, nostalgia… ma anche la primavera, la nebbia e il grande fiume saranno gli argomenti che si troveranno declamati in ogni angolo della nostra Ferrara, e potrà capitare d’incontrare un poeta che vi creerà al momento una poesia.

Le strade coinvolte saranno,al mattino dalle ore 10.30 alle ore 12.30, Piazza della Repubblica – Via Cortevecchia e Via Mazzini.

Al pomeriggio, dalle ore 17.00 alle ore 19.00, Via Contrari e Via Bersaglieri del Po.

*Segnalazione ricevuta direttamente dallo scrittore Maurizio Ganzaroli.

**Per info: https://www.facebook.com/events/1464799050417642/