Archive from luglio, 2013

Variazioni sul tema… poetico – Giancarlo Fattori”

VARIAZIONE SUL TEMA

«DESERTO DI MALINCONIA»

di

Giancarlo Fattori

 

vvv(1).jpgVorrei,

d’un oceano,

avere le profondità,

scandagliare,

a mani nude,

quell’oscuro silenzio

che mi è casa,

amante, amico.

Vuote,

le mia dita,

col sangue arano

la terra su cui muoio,

nel vento

il cui soffio

bussa nel buio.

Portare il viaggio

a termine

è cosa dolorosa,

se il cielo è così bello

che fa male

a respirarlo.

Come una musica

nasce, poi muore,

così il suono

del tuo nome,

che fa pulsare

la terra

in un tremore

impercettibile.

Le tue mani,

nel sogno

che m’appare

assai stanco,

s’intrecciano

alle mie:

rami che dipanano,

in fitte ragnatele

si stendono

sul morbido tappeto

di questo deserto

di malinconia.


Giancarlo Fattori

su un’idea di Antonio Fornaro

©2013

*Versi e foto ricevuti direttamente dall’Autore.

Carlo Sanchez: “vizi ed altre virtù”

Bacco.jpgUn bicchiere di vino

di

Carlos Sanchez

Una corda senza nodo
un deserto senza sabbia
un duplicato
una palla da biliardo
che batte
una carezza senza mano
una resurrezione senza morte.
Così gli amici nuotano
nel mio bicchiere di vino.

Una copa de vino

Una cuerda sin nudo
un desierto sin arena
un duplicado
una bola de billar
que golpea
una caricia sin mano
una resurrección sin muerte.
Así los amigos nadan
en mi copa de vino.

*Versi ricevuti direttamente dall’autore tramite social network.

**Quadro “Bacco” di Caravaggio liberamente postato dalla redazione e tratto da: http://it.wikipedia.org/wiki/File:Bacco.jpg

SIGNORI, OGGI HO PERSO IL FILO

 

porta (magritte).jpgSIGNORI, OGGI HO PERSO IL FILO

di

Zairo Ferrante



 

Signori oggi, senza motivo, nel silenzio,

a voce alta, io vi dico: “ho perso il filo!”.

Sopra una nuvola color di rugiada

la strada ha trovato uno gnomo ghanese.

Uno scoiattolo rosa ha mangiato un’anguria

con un solo boccone ne ha staccato tre chili.

La parata è passata sotto la pianta di arance,

una scimmia e sbucata dal campo di prugne

sorridendo e strillando, come una mosca

ronzante, nel cielo turchino s’è tuffata spanciando.

Dalla sequoia gigante un lombrico è fuggito

quando sotto una panca una capra belante

s’è messa a gridare “viva le mamme, viva le nonne,

viva l’Italia bella come tutte le donne”.

Una talpa ruggente, avendola vista,

innervosita e infastidita, in piscina s’è buttata.

Nel frattempo, zitto zitto, un eschimese

venuto a vender cocco con gli schizzi

verdi e rossi di quell’acqua

il costume s’è inzuppato

e io disteso e senza fiato

tutto questo, per un poco, ho osservato

perdendo il filo, proprio quando,

vestito da pagliaccio come al circo con gli acrobati,

– a mio agio e pure arzillo, sembrando una bugia –

in questa vasca vera e pazza mi son catapultato.


ZF ( luglio 2013 )


*Foto quadro “La Porta” di Magritte postato liberamente dalla Radazione del blog.

**Video canzone: “Ahi Maria” di Rino Gaetano.



ELOGIO ALLE STREGHE – Giovanna Mulas (appunti, riflessioni prima di ‘Nessuno doveva Sapere, Nessuno doveva Sentire’)

giovanna mulas,attivista dinanimista,collaboratrice,estratto,edito,dinanimismo,ferrara,sardegna“Ma in Dio crede?”
“Non ho piu’ bisogno di credere.Ora so.”  (C.G.Jung)

“Uomo conosci te stesso, e conoscerai l’Universo e gli Dei che in esso dimorano”. Così e’ inciso sul frontespizio del Tempio di Delfi. Penso alle donne e non necessariamente ‘streghe’, reiette comunque e nonostante del passato e del presente, e penso ai Sileni di Alcibiade.
Si dice fossero immagini ad intaglio, fatte in modo da poter essere aperte e dispiegate. Quando erano chiuse riproducevano la simpatica immagine deforme di un flautista, aprendosi rivelavano lo splendore e
la purezza di un’immagine divina. “Avendone fatto esperienza, anche lo stolto sa”, dichiarava Omero. Gl’ impedimenti basilari per farsi un’idea della realta’ sono l’ imbarazzo e la paura che, ostentando i pericoli, distoglie dal prendere iniziative. Erasmo avrebbe scritto che la follia libera magnificamente da entrambi. Fra gli uomini si e’
in pochi ad ascoltare il suo richiamo, a comprendere per quanti altri
vantaggi riesca utile non vergognarsi e essere pronti al vivere, non sopravvivere. E del resto cosa e’ lavita degli uomini se non un gran teatro in cui diversi attori recitano la propria parte fino a che un regista (IL Gran Regista? Natura o Dio
Burlone) chiede loro di uscire dalla scena. Credo che l’augurio da fare ai nostri figli sia quello di riuscire a sottrarsi, con conoscenza illuminata da un istinto primordiale, agli abusi della ragione.
Al momento della creazione di Abbaccai, la mia strega-accabadora in ‘Nessuno doveva Sapere, Nessuno doveva Sentire’, mi chiedevo costantemente cosa poteva avvenire in una giovane vergine per non farle temere più la morte, quindi il sacro che l’accompagna. La sfida era far vivere un mito. Pure riflettevo sull’ iter che, si racconta, anticipa l’arrivo in loco dell’accabadora: quel levare ogni immagine sacra o amuleto dalla stanza del moribondo. Processando le streghe-reiette, i membri dell’Élite dominante non intendevano forse eliminare devianti o ribelli nel senso tradizionale della parola ma tentavano di rendere la comunità più omogenea, piu’ armonica: sostenevano gli ideali correnti del comportamento femminile. Una sorta di selezione della specie. Eppure, l’orientamento etico del Nuovo Testamento era opposto alla schiavitù come alla servitù troppo dura. Ogni enunciazione degli insegnamenti di Cristo sul perdono e l’amore, l’umiltà e la carita’ rappresentavano amaro rimprovero non solo di tutti i signori e padroni della terra ma anche della Chiesa stessa e dei prelati arroganti. Alexander King e Aurelio Peccei, fondatori del neo-malthusiano Club di Roma, nella prefazione al quinto rapporto al Club intitolato ‘obiettivi per l’umanità’ ’’ avvertivano: “si può
applicare la logica soltanto quando la gente e’ culturalmente preparata ad accettarne le severe necessità” (…)

Continua la lettura del pezzo dal Blog ufficiale di Giovanna Mulas:
http://giovannamulas.baab.it/2013/07/07/elogio-alle-streghe-appunti-e-riflessioni-prima-di-nessuno-doveva-saperenessuno-doveva-sentire/

*Estratto ricevuto direttamente da Ufficio stampa Isola Nera per Giovanna Mulas.

Giancarlo Fattori – nuovi versi dai nostri Amici sostenitori e collaboratori-

SValentinoMAr012.jpgBacca di ginepro in un cuore d’ambra

di

Giancarlo Fattori


Bacca di ginepro in un cuore d’ambra

è il tuo bacio, che i nostri corpi inchioda

alla croce di un volo, a precipizio sul baratro

il cui fondo è mare burrascoso,

e io ne ascolto, con senso di piacere inaspettato,

il fragore, l’odore sparso al vento.

Finché mare e carne diventano cosa sola,

sulle rocce, sulle chiglie di antiche navi

adagiate al fondo degli abissi,

nelle oscurità del tempo che non ha fine.



*Versi ricevuti direttamente da: Giancarlo Fattori

**Foto postate dalla redazione del blog e liberamente tratta da: http://www.ambrefossili.org/

Carlos Sanchez: “Poesia è tutto quello che non si può dire al cellulare” – “Poesía es todo eso que no se puede decir al celular”

untitled.png

Aggiustando la mira

di

Carlos Sanchez

Che bello non avere niente da fare
ed appoggiarsi nella s…crivania
bagnare la piuma nel calamaio
e scrivere le cose più sballate
che mi attraversano per la testa.
Che fortuna non pensare al futuro
non dilapidare i pensieri
in vecchi lamenti
in avvenimenti irreparabili.
Che bene si sente uno
afferrando ogni momento che si vive
riconoscendo questa sensazione di presente
di frutti maturi
questa unica e ultima verità.
La scoperta dell’istante
che completa la balbuzie del mio canto.
L’ora è una somma d’infiniti
la morte non ha niente da offrirmi.

Primavera 2013
Folignano City

Ajustando la mira

Qué bello no tener nada que hacer
y recostarse en el escritorio
mojar la pluma en el tintero
y escribir las cosas más disparatadas
que se me cruzan por la cabeza.
Qué suerte no pensar en el futuro
no dilapidar los pensamientos
en viejas lamentaciones
en acontecimientos irreparables.
Qué bien se siente uno
aferrando a cada momento que se vive
reconociendo esa sensación de presente
de frutos maduros
esta única y última verdad.
El descubrimiento del instante
que completa la tartamudez de mi canto.

El ahora es una suma de infinitos
la muerte no tiene nada que ofrecerme.

Versi ed immagine ricevuti direttamente tramite social network da : Carlos Sanchez